Periodo di recensioni difficili in quel di Tribe Games. Oggi tocca a una coppia di titoli che hanno fatto discutere il pubblico sin dal primo annuncio. Pokémon Let's Go Eevee e Let's Go Pikachu, infatti, hanno fatto parlare di loro a causa di quell'ingrombrante “Go” nel nome che riporta alla memoria il gioco per cellulari che tanti hanno disgustato pur essendo, nella sua semplicità, divertente. Il fandom dei Pokémon, si sa, è molto esigente e critico verso le novità, quindi come prevedibile il fango che hanno buttato addosso ai primi due giochi per Nintendo Switch è stato inverosimile. C'è chi ha parlato di tempo sprecato e chi di “morte della serie così come tutti la conosciamo” e ovviamente l'allarmismo si è propagato nel tempo, accogliendo schiere di giocatori infuriati che hanno invocato a gran voce l'arrivo del 2019, anno in cui dovrebbe arrivare il “core-rpg” promesso da The Pokémon Company alla presentazione di qualche mese fa. In questa recensione troverete definitiva verità su Let's Go Eevee e Let's Go Pikachu (che da ora abbrevieremo in LGEP quando possibile), dopo aver giocato più di 40 ore e aver esplorato in tutto e per tutto la regione di Kanto.
Pokémon Let's Go Eevee e Let's Go Pikachu traggono la loro origine in quel Giallo che anni fa colpì molto i giocatori. Infatti, in quest'ultimo la possibilità di iniziare l'avventura con Pikachu strizzò l'occhio al cartone animato che ha toccato l'infanzia di molti dei fan del brand. LGEP sono basati su Giallo ma, al contempo, hanno alcuni punti discordanti che separano un po' l'intera esperienza dal primo gioco a colori sviluppato da Game Freak. La linea temporale ci vede affiancati da un allenatore rivale diverso dal Gary (o Blu, che dir si voglia) che Ash ha sempre visto come l'asticella da superare nel corso delle prime stagioni dell'anime. Una volta conquistato il primo Pokédex, sarà necessario viaggiare per l'intera regione di Kanto per conquistare le 8 medaglie necessarie ad accedere alla Lega e a combattere i Super Quattro, i migliori allenatori conosciuti fin lì. Nel farlo ci imbatteremo nel terribile Team Rocket, una banda che punta alla conquista del mondo, che dovremo sconfiggere per portare la pace. Durante il viaggio ci saranno molti elementi che strizzeranno l'occhio ai fan storici della saga, come la presenza del già citato Blu, di Jesse e James (con un Meowth purtroppo non parlante) e della possibilità di prendersi cura dei tre starter principali incontrati proprio come nell'anime originale con dei requisiti da soddisfare (solitamente un certo numero di catture da portare a termine). Il tutto si fonde in una longevità buona (giocando tranquillamente senza mettersi a fare chain – di cui spiegheremo dopo il significato - o voler catturare ogni mostro, ci abbiamo messo circa 30 ore ad arrivare a diventare campioni della lega Pokémon) che si scontra, però, con un post game povero, che vede l'introduzione dei Maestri come unica motivazione per proseguire nell'avventura, a parte il completamento del Pokédex. Esistono 151 Maestri, uno per ciascuna creatura catturabile in LGEP, e ognuno si è specializzato in una singola specie, di cui possiede la versione perfetta. Il nostro obiettivo sarà quello di sconfiggerli in un vero e proprio scontro 1 vs 1 per dimostrare la nostra supremazia per quanto riguarda quel particolare mostriciattolo.
A proposito di starter, in Let's Go a decidere il mostriciattolo iniziale sarà proprio la versione che avremo acquistato, con Eevee o Pikachu che saranno i primi ad entrare nella nostra squadra e mostrare la propria peculiarità. Infatti questi non potranno evolvere utilizzando le pietre apposite, negando al giocatore la possibilità di usarle su di loro – ma con la possibilità di usarle su un altro esemplare catturato – e avranno caratteristiche perfette, rendendoli delle vere e proprie macchine da guerra. I due starter, inoltre, potranno imparare delle mosse esclusive da delle persone situate nei Pokémon Center che faciliteranno – e non poco – gli scontri contro gli allenatori avversari. Particolarità di LGEP è anche la scomparsa delle MN, cosa per ora avvenuta solo durante le passate avventure ad Alola, a favore delle Tecniche Segrete che permetteranno al nostro amico di eseguire tutte le funzioni fondamentali per poter proseguire nel nostro obiettivo. Niente più Pokémon da portare in squadra per nuotare o per spostare massi consentendoci, così, di portare con noi i nostri preferiti invece delle classiche “MN Slaves” che costellavano i team dei primi giochi della serie.
Nell'introduzione abbiamo fatto menzione di alcune similitudini con Pokémon Go, gioco per cellulari che ha spopolato negli ultimi anni, come motivo di protesta da parte del fandom. Infatti Let's Go Eevee e Let's Go Pikachu vedono la sorprendente eliminazione degli scontri casuali con i pokémon selvatici a favore di un sistema di cattura simile a quello di Go. Ogni creatura avrà il suo pattern di movimenti che dovremo leggere per poi utilizzare il nostro sistema di controllo preferito per imprigionarlo nella sfera. Purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di testare con la periferica consigliata da Nintendo, la Pokéball Plus, ma c'è da dire che utilizzando il joycon si possono avvertire i primi difetti di un sistema innovativo. Infatti, come già detto durante la recensione di The World Ends With You, non possedendo il singolo pad un sensore a infrarossi non registra correttamente i movimenti e ci ritroveremo a dover sprecare più sfere del normale per una cattura. Una volta presa la mano, invece, diventerà tutto più facile e potremo anche sbizzarrirci con le pose per il lancio. A facilitare la cattura c'è anche la modalità multigiocatore: muovendo il secondo Joycon verrà in nostro aiuto un secondo allenatore (del sesso opposto a quello scelto da noi durante la molto blanda creazione dell'avatar) e potremo così lanciare due sfere alla volta e, se il nostro tempismo dovesse essere perfetto, il lancio sarà combinato e aumenterà le possibilità di imprigionamento. Questa tattica sarà essenziale durante alcuni scontri particolari che vedranno protagonisti i leggendari; questi infatti saranno da combattere normalmente con un limite di cinque minuti e una volta terminati gli HP si entrerà nella seconda fase, in cui dovremo cercare di imprigionare il Pokémon. Il sistema di cattura di questo LGEP è sicuramente il migliore dell'intera serie. Mentre prima eravamo costretti a una serie di combattimenti con il rischio di effettuare una mossa sbagliata e uccidere, per errore, il mostriciattolo voluto, adesso il tempo che perderemo in queste situazioni sarà ridotto moltissimo e al massimo ci sarà da ricordarsi di acquistare le Pokéball negli store appositi. Per facilitarsi la vita sarà, inoltre, possibile collegarsi con Pokémon GO e spostarsi i mostriciattoli della prima generazione direttamente su Switch, dove potremo ricatturarli e completare il Pokédex. Fare questa operazione consentirà al proprietario dell'account di GO di avere la possibilità di catturare Meltan, uno dei primi Pokémon di ottava generazione che fa il suo debutto proprio in questo capitolo della serie.
Questo ci porta a un'altra delle rivoluzioni positive introdotte da questi nuovi titoli: la presenza di Pokémon nell'overworld. Per la prima volta, infatti, i mostri saranno visibili a schermo e potremo così evitarli oppure decidere su quale specie concentrarci. In questo modo si aprono tantissime possibilità: se prima era necessario acquistare tanti repellenti per poter passare indenni alcune aree popolose (o se, banalmente, volevamo evitare di perdere del tempo), ora potremo zigzagare tra i mostri ed evitare scontri inutili mentre si effettua il backtracking per recuperare aree che, magari, si sono perse a un primo passaggio. Nel mondo di gioco, inoltre, potremo vedere subito se saremo in presenza di un pokémon più grosso o più piccolo e sarà possibile concentrarsi su di essi – che donano più esperienza se catturati al primo colpo – per livellare la nostra squadra grazie al ritorno del Condivisore Esperienza, il quale, per l'occasione, rimarrà attivo costantemente. Questa novità aiuta il chaining (cioè l'incontrare sempre lo stesso pokémon per ottenerne versioni sempre migliori con l'andare degli incontri) e permette di riconoscere immediatamente le versioni shiny – cioè di colorazione differente – così da procedere alla loro cattura.
Se per gli scontri contro i pokémon selvatici abbiamo potuto assistere a una vera e propria rivoluzione, è ora il momento di rassicurare i fan di vecchia data sui combattimenti contro gli allenatori: essi esistono e sono più presenti che mai. Infatti, incrociando lo sguardo con un'altra persona armata di pokéball, ci ritroveremo ad affrontarla nel classico sistema a turni che ha caratterizzato la serie, dove l'ordine degli attacchi è gestito dalla velocità dei due mostri in campo. Per bilanciare lo snellimento del sistema di cattura, Game Freak ha deciso di inserire molti più allenatori sfidabili, così da non rendere il gioco un mero lancio di ball in attesa di qualche scontro sporadico. Nel corso dell'intera avventura i dubbi sulla difficoltà si son fatti sempre più forti e purtroppo il responso non è dei più positivi, visto che non si incontreranno praticamente mai particolari problemi e non succederà spesso di uscire sconfitti. L'unico modo per alzare il grado di sfida sarà quello di crearsi delle personali challenge, ad esempio usando pokémon più deboli o evitando certe mosse particolarmente efficaci.
Una cosa che è cambiata profondamente, rispetto alle precedenti versioni 3DS, riguarda invece la gestione dell'aspetto competitivo. Rimangono IV ed EV, ma la gestione di questi elementi viene ora complicata, visto che per innalzare le caratteristiche del nostro pokémon dovremo usufruire di caramelle – ottenibili catturando sempre più creature – e tappi, rendendola meno immediata ai non avvezzi a questo aspetto della serie. Quel che evidenzia ancora di più la volontà di far sparire la dinamica competitiva da Let's Go Eevee e Let's Go Pikachu è la rimozione del breeding e delle nature. Niente più Ditto sfruttati per creare il pokémon perfetto e niente più uova fatte schiudere correndo su e giù per le città, confermando così la volontà di creare un gioco adatto più a chi viene da quel Go che ha fatto tanto discutere piuttosto che a chi, fino ad ora, è sempre stato fedele. È una scelta che può far discutere e arrabbiare, ma coerente con il percorso svolto fino a qui da Game Freak con il primo titolo per Switch, che serve a lanciare il gioco del prossimo anno.
Il debutto della serie su Nintendo Switch ha aperto mille discussioni sulla possibile qualità dal punto di vista grafico, visto che ormai Game Freak aveva toccato le proprie vette su 3DS. Per essere il primo gioco sulla nuova console ibrida, infatti, non delude le aspettative e ci troviamo davanti a una Kanto bella da vedere, piena di colori e completamente fedele all'originale in tutti i suoi aspetti, in entrambe le modalità di visualizzazione. Il lavoro di Game Freak viene anche evidenziato dal grande salto di qualità per quanto riguarda la stabilità di Let's Go Eevee e Let's Go Pikachu. Durante le nostre ore abbiamo incontrato ben pochi cali di fps, concentrati solamente in sezioni chiuse con un gran numero di pokémon, come Bosco Smeraldo o la Via Vittoria, mentre è da segnalare l'assenza di problemi durante le mosse o in presenza di animazioni particolarmente movimentate.
Ottimo lavoro realizzato anche per quanto riguarda la colonna sonora, che propone brani modernizzati e freschi, mentre qualche lamentela sarebbe da fare sull'assenza di versi aggiornati per i vari Pokémon, relegando al verso originale dell'anime solamente i due starter.
In definitiva, Pokémon Let's Go Eevee e Let's Go Pikachu hanno mostrato che è possibile creare un gioco sui mostri tascabili dedicato sia ai fan sia a coloro che hanno iniziato a ri-conoscerli giocando a Pokémon Go. La decisione di fare un remake di Giallo è stata certamente azzeccata da Game Freak, scegliendo di effettuare il suo debutto su Switch in maniera semplice e portando un prodotto che ha fatto innamorare milioni di appassionati all'epoca. Interessante anche la rimodernizzazione di alcune meccaniche, avvenuta anche grazie alla potenza della ibrida Nintendo, trasferendo finalmente la visione dei mostri portatili nell'overworld – permettendo così di evitare scontri casuali – e di semplificare i combattimenti, così da evitare perdite di tempo combattendo contro nemici inutili. Anche se può non essere apprezzato da tutti (sopratutto i fan più accaniti avranno da ridire), c'è da considerare il grande lavoro fatto da Game Freak per cercare di accontentare sia i grandi fan che i novizi. Ora non resta che aspettare il core rpg del 2019, probabilmente a significare l'arrivo della nuova generazione e a mostrare la vera via che seguirà Game Freak in futuro.
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