Dopo un discreto successo, riscosso al momento della sua uscita, e dopo un anno di attesa, Remothered: Tormented Fathers sbarca anche su Nintendo Switch. Siamo quindi tornati ad esplorare i misteri che si nascondono nel passato dei personaggi che popolano questa singolare opera, nel tentativo di scoprire fino in fondo la verità, e soprattutto per comprendere la nuova iterazione del gioco. Prima di iniziare, solo una piccola postilla; per amor di comprensione, abbiamo deciso di trattare nuovamente da zero tutti gli argomenti del gioco, partendo dalla trama per concludere con gli aspetti tecnici. Se siete dei veterani, quindi, potreste trovare ripetitiva e poco interessante la prima parte dell’articolo; vi consigliamo di saltare piuttosto alle considerazioni più tecniche legate al porting sulla console di casa Nintendo.
Una bambina scappa di casa e scompare nel nulla, senza più lasciare tracce. Un consorzio ed i suoi soci vengono accusati di aver contaminato delle piantagioni con dei parassiti, il tutto per poter sperimentare dei farmaci proibiti. Sono questi due dei fatti di cui veniamo a conoscenza all’inizio della nostra (dis)avventura; questo e la consapevolezza che siamo in cerca di un individuo, Richard Felton, un uomo malato dimesso dalla clinica in cui era ricoverato.
Ufficialmente ci siamo presentati alla porta della sua abitazione per proporre nuove cure, si spera, adatte a combattere il misterioso male che lo affligge. In realtà, il vero motivo per cui siamo qui è per indagare sulla figlia scomparsa. Il signor Felton però non prenderà bene la nostra curiosità, motivo per cui ben presto ci ritroveremo fuori dal portone di casa con ancora più domande di quante ne avevamo prima. Fortuna vuole però che Gloria, la governante del signor Felton, abbia l’abitudine di nascondere il proprio paio di chiavi in una nicchia a fianco del portone di casa. Grazie a questa falla nella sicurezza riusciremo quindi ad entrare nella casa, ma sarà proprio qui inizierà una lunga serie di eventi, uno più assurdo dell’altro, all’interno della villa, che ci porteranno a fuggire dal maniero e nel contempo a scoprire il passato di ognuno dei protagonisti di questa macabra faccenda.
Remothered: Tormented Fathers presenta di per sé le stesse identiche meccaniche già viste nella sua controparte Playstation 4, Xbox One e Pc. Il gioco è infatti un’avventura horror nella quale la narrazione, l’esplorazione e la furtività saranno le nostre più grandi compagne. Esplorando la villa, però, incapperemo in tutta una serie di oggetti utili nel corso della nostra fuga. In primis, gli oggetti Difensivi e quelli diversivi ci aiuteranno in caso il nemico riesca a scoprirci. Gli oggetti difensivi (di cui possiamo portarne solo uno per volta) ci permetteranno di sopravvivere alla letale presa dei nostri inseguitori, permettendoci di guadagnare secondi preziosi per metterci al sicuro; quelli diversivi (di cui potremmo disporne di ben 3) invece avranno la funzione di attrarre l’attenzione del nemico lontano da noi, oltre a poter essere lanciati per ostacolare brevemente l’inseguimento. A questi si aggiungono chiaramente gli oggetti puramente narrativi, come pezzi di giornale, documenti e foto, e in ultima istanza anche gli oggetti chiave, adoperati principalmente per risolvere enigmi e procedere nella storia.
Per il resto, il gioco presenta meccaniche piuttosto classiche del genere, tra cui Quick Time Event per tenere sotto pressione il giocatore nelle fasi concitate di gioco, e nascondigli qua e là, utili per mettervi al sicuro da eventuali ospiti poco graditi. Abbiamo però riscontrato anche un paio di meccaniche interessanti, tra cui anche la possibilità di aprire le porte di soppiatto per controllare i dintorni e, per finire, trattenere le porte chiuse dall’interno per prendere le distante da eventuali inseguitori troppo appiccicosi. Se poi durante la partita vi verrà voglia di salvare [credetemi è meglio farlo di tanto in tanto N.d.R.], sparsi per la casa ci sono degli specchi speciali (identificati da un metronomo) che vi permetteranno di curarvi e salvare la partita, dandovi modo così di ripartire da questi luoghi in caso di game over.
A distanza di circa un anno dall’uscita ufficiale, Remothered arriva su Switch e, dovendosi adattare alla console di casa Nintendo, alcune modifiche sono state obbligatorie. In realtà l’unica modifica sensibile per chi gioca riguarda il comparto grafico che, anche ad una prima vista, si presenta ai nostri occhi fortemente menomato. L’elemento che infatti meno ci ha convinto all’interno del titolo è proprio questo: non solo il gioco risulta esteticamente sgradevole alla vista, ma presenta a volte anche alcune incertezze nel framerate. A parte per le cutscene, chiaramente prerenderizzate, il gioco presenta moltissimo aliasing, pop di elementi grafici tardivi ed una qualità delle texture decisamente bassa. A nostro modo di vedere sarebbe forse stato meglio semplificare alcuni ambienti, piuttosto che limitarsi a ridurre la risoluzione delle texture in modo così aggressivo. Tutto questo si attenua leggermente giocando il titolo in modalità portatile, ma ciò non di meno se giocherete su uno schermo Tv, e magari in 4K, non sarà proprio un gran bel vedere, credeteci. L’altro elemento che ha alti e bassi in questo titolo è il comparto sonoro: da un lato ben strutturato per quanto riguarda musiche ed atmosfera, dall’altro spesso difficile da decifrare quando si parla di suoni ambientali. Per darvi un esempio, proprio all’inizio del gioco dovrete seguire un pezzo musicale per trovare una stanza; purtroppo il suono in questa stanza, e anche altre, vi darà quasi sempre l’impressione di essere molto vicini, anche se sarete a uno o più piani di distanza dalla vostra meta.
Tirando le somme di questo Remothered: Tormented Fathers, ci siamo trovati a dover affrontare diversi punti buoni, ma altrettanti negativi. Sicuramente la storia è uno dei punti di forza di questa produzione, così come il design dei personaggi e quello della casa. Il titolo ha sia una storia che una location carismatiche e ben strutturate, che trasmettono inquietudine e costringono i giocatori a mantenere alta l’attenzione. Purtroppo il gameplay resta del tutto invariato dalla sua vecchia controparte, trascinando con sé alti e bassi: un personaggio con delle movenze a volte molto legnose e una IA spesso dispettosa che tenderà a non mollare la presa tanto facilmente. Aggiungendo a questo gli evidenti limiti che questo porting ha introdotto, il bilancio tende a non essere troppo favorevole. Alla luce di ciò, ci sentiamo di consigliare questo gioco solamente a chi riesce a chiudere più di un occhio sui limiti grafici, per godersi così appieno la narrativa del titolo. Per concludere, la longevità complessiva è di circa 6 ore, ma dipende molto anche da quanto sarete bravi ad affrontare le sezioni stealth più difficili e dal vostro senso dell’orientamento e memoria, motivo per cui questa tempistica potrebbe variare di una o due ore complessivamente. Detto ciò il nostro consiglio è, se possibile, di godervi questo titolo nella sua versione Pc, Playstation 4 o Xbox One e rivolgere la vostra attenzione su questa versione solo se volete a tutti i costi giocarvelo in mobilità.
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