recensione

Resident Evil 2

Dopo ventuno anni torniamo a Raccoon City per rivivere l'avventura di Leon Kennedy e Claire Redfield. Con una grafica totalmente rinnovata, scopriamo insieme questo Remake

Pubblicato il 22 Gennaio 2019 alle ore 17:00
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di Dario Bin
@DrioAkuma

21 Gennaio 1998, [data di compleanno del Boss N.d.R.] ben 21 anni fa uscì sul mercato Resident Evil 2, gioco che lasciò una fortissima impronta nell'universo videoludico e non esente dall'essere oggetto di discussioni, nel bene e nel male.
Il gioco inizialmente doveva uscire nel 1997, ma Capcom non si sentì soddisfatta del risultato perché scollegato dal primo capitolo e autoconclusivo; così, al 75% del lavoro, decisero di ricominciare da capo.
Tra i diversi cambiamenti apportati, vi fu il cambio della protagonista femminile (che originariamente era la motociclista Elza Walker) con Claire Redfield. Inoltre fu inserito un finale narrativamente più aperto per dare la possibilità di lavorare nuovi capitoli in futuro.
Anche al rilascio della versione finale, il gioco non fu esente da problemi difatti nel nostro Paese: esso venne rimosso dagli scaffali per un breve periodo di tempo. Questo perché ritenuto troppo violento nei contenuti tanto da finire nei nostri telegiornali (rinomati per la “qualità” della loro “informazione” su questi argomenti).

Resident Evil 2 riuscì a conquistare il cuore dei giocatori e, dopo il rilascio di Resident Evil Rebirth, remake del primo capitolo, il pubblico divenne speranzoso di veder accadere lo stesso per il secondo capitolo.
A spronare Capcom non fu solo la forte richiesta del pubblico. Un'ulteriore spinta venne dal vedere utenti, come il team indipendente italiano Invader Studios, mentre sviluppavano una versione remake non ufficiale e ben realizzata.
I ragazzi di Invader Studios dovettero interrompere i lavori quando furono convocati alla sede di Capcom, per essere informarti che era in lavorazione il remake ufficiale; questi ultimi elogiarono comunque i loro sforzi sostenendoli per lo sviluppo (ancora in corso) di un nuovo survival horror: Daymare 1998.

Ora noi di Tribe Games abbiamo avuto modo di spulciare il tanto atteso remake ufficiale di Resident Evil 2. Sarà riuscita Capcom a farci provare nuovamente quel brivido di terrore che provammo ai tempi? Scopriamolo assieme in questa recensione.

Si torna nella Città dei Morti Viventi

All'avvio del gioco, verrà chiesto al giocatore se iniziare il primo scenario con Leon o Claire, iconici protagonisti della serie. Leon è una giovane recluta pronta ad unirsi al corpo di polizia della R.P.D. (Raccoon Police Department), mentre Claire è alla ricerca del fratello Chris Redfield (membro del corpo speciale S.T.A.R.S.), con il quale ha perso i contatti da qualche tempo.
I due protagonisti si incontreranno per la prima volta alla stazione di servizio poco fuori città, dove assisteranno ad un'aggressione che declinerà in qualcosa peggio di quanto si possano aspettare. Circondati dai non morti, prenderanno una volante della polizia abbandonata con l'obiettivo di raggiungere l'unico posto ritenuto sicuro... La stazione di polizia.
Durante il tragitto, il loro veicolo sarà colpito da un camion che ha perso il controllo e una volta usciti dal mezzo i due saranno divisi da un'esplosione. Riusciranno comunque a mettersi d'accordo nel ricongiungersi alla stazione di polizia, nella speranza di trovare altri sopravvissuti e fuggire.

Da questo momento inizia il survival horror: Resident Evil 2 ci riporta nuovamente a vivere un'esperienza terrificante e ansiolitica, dove i momenti di respiro sono pochi.
Sin dall'inizio ci viene mostrato come la minaccia dei non morti ci porta difficilmente a esplorare senza essere coinvolti in un assalto a sorpresa sotto tante forme, dall'irruzione sfondando le finestre o trovarsi corpi apparentemente morti “risvegliarsi” improvvisamente appena ci si avvicina.
Ci sono comunque diversi modi per poterli rallentare, per esempio trovare delle travi di legno da usare per barricare le finestre, ma richiederanno strategia per applicarle nei punti giusti e potenzialmente vulnerabili.
Se una volta era comprensibile quando gli zombie (o altri mostri) fossero definitivamente morti, tramite la chiazza di sangue, in questo remake ve lo potete scordare: l'unico momento in cui ne siete certi è quando esplode loro la testa; per gli altri casi auguratevi che una volta a terra non si rialzino più.
Nonostante la disponibilità delle armi da fuoco, i nemici godono di una buona resistenza che varia in base al punto in cui vengono colpiti; non bisogna, però, farsi ingannare dal loro movimento deambulante: questo li rende difficili da colpire mirando a determinati punti e in qualsiasi momento possono scattare se si è a portata della loro presa.
C'è comunque la possibilità di difendersi dalla loro morsa e da quella di altre letali creature. Durante l'avventura si potranno trovare delle armi secondarie come coltelli o granate; nel caso uno zombie (o mostro) agguanti il bersaglio, si può fare un quick time per usare la secondaria e liberarsi dalla presa.
Le granate si consumeranno per l'utilizzo istantaneo, mentre i coltelli si possono recuperare una volta ucciso il bersaglio; bisogna comunque fare attenzione, perché l'utilizzo è limitato finché la lama avrà il filo; una volta consumata, sarà necessario trovarne un altro.
Per quanto riguarda le munizioni, si trovano cercando accuratamente nella mappa, mentre in altri casi torneranno le polveri da sparo (famigliare per chi si ricorda Resident Evil 3) da poter combinare per ottenere diverse tipologie di munizioni.
Bisogna fare molta attenzione a come usufruire di esse, perché potrà capitare di rimanere senza colpi, rendendo vitale comprendere i momenti in cui bisogna sparare e quando schivare i nemici.
In caso di danni subiti, ci si affida alle miracolose erbe curative tipiche della zona e agli spray medici: le erbe verdi fanno recuperare salute, le rosse ne potenziano gli effetti e le blu curano dal veleno.
La combinazioni delle erbe permette di sortire diversi effetti, la migliore rimane la tripla composta dall'unione di una per tipo poiché, oltre a recuperare salute massima (e rimozione di un eventuale status di veleno), si ottiene una temporanea resistenza ai danni.

L'esplorazione è un elemento essenziale in questo titolo, dato che vi sono sia obbiettivi principali, con eventuali enigmi per proseguire la storia, sia diversi segreti da scoprire.
La mappa sarà un grande aiuto per indicare se ci sono ancora cosa da scoprire (evidenziando le stanze in rosso ed eventuali oggetti visti ma non raccolti) o se non c'è più niente da trovare (evidenziato in azzurro).
La risoluzione di determinati misteri fornisce la possibilità di trovare elementi utili alla propria sopravvivenza, per esempio borselli che aggiungono due slot nell'inventario o componenti per potenziare le armi.
I pochi momenti in cui poter riprendere fiato sono le stanze di salvataggio dove si è al sicuro dalle minacce, quando si salva la partita e gestire gli oggetti che possono servire al momento tramite le casse, o conservarle per situazioni future.

A livello di narrazione, il filone di trama principale ha mantenuto gli elementi focali su cui si concentra la storia che già conosciamo; sono state inserite nuove location e varianti di eventi anche con i personaggi comprimari (Ada e Sherry). Anche alcune “comparse” hanno avuto degli spazi che riusciranno nel loro piccolo a lasciare un'impronta personale.
Nonostante un'ottima regia per la narrazione e le cutscene, quello che può lasciare una certa perplessità è la mancanza di coesione tra gli scenari; per quanto si vogliano realizzare due campagne distinte tra Leon e Claire (simile al progetto originario di Resident Evil 1.5), solo in rarissime fasi si percepisce nello scenario B il passaggio dell'altro personaggio durante lo scenario A. In molti casi, nei luoghi comuni ad entrambi i protagonisti, sembra che il corso degli eventi nel primario sul secondario sia pressoché inesistente; a far notare maggiormente questo aspetto è il fatto che alla fine, in un modo o nell'altro, si andranno a fare in alcuni frangenti le stesse e identiche cose in tutti e quattro gli scenari.
Ribadiamo che in sé l'opera è ottima; eppure, chi ha giocato l'originale percepisce quella sensazione di “timore”, come se Capcom non avesse osato al 100%, lasciandosi dietro delle piccole sbavature che un occhio più attento nota sicuramente con un po' di dispiacere.

Facendo un quadro generale, possiamo tranquillamente dire che questo è un ottimo remake di un grande titolo che ha fatto la storia dei videogiochi. Riadattandosi a un nuovo sistema di prospettiva con la camera in terza persona, Resident Evil 2 riesce a portare un senso di continua tensione.
Il gioco propone tre livelli di sfida per rendersi accessibile a tutti, da chi è alle prime armi a coloro che cercano la sfida per infrangere continuamente i propri record personali.

Tecnicamente parlando

Andiamo ad analizzare l'aspetto tecnico del titolo.
L'utilizzo e il miglioramento del RE Engine, Resident Evil 2 riesce a portare un senso di costante tensione grazie a tanti fattori tecnici, come corridoi bui e claustrofobici e location che evidenziano il caos causato dall'epidemia.
La realizzazione delle diverse sezioni è ben curata, nonostante si percepisca ogni tanto qualche pop up delle texture, elemento comunque passabile calcolando la ricchezza di dettagli ed effetti.
Il lavoro più accurato è stato fatto non solo sui protagonisti e relativi personaggi secondari, con un dettaglio nelle espressioni facciali che li rende molto reali durante i dialoghi, ma anche sugli zombie e sulle diverse creature che compongono l'esperienza di Resident Evil 2, ai quali Capcom ha evidentemente dedicato maggiore attenzione.
Gli zombie non solo si distinguono per diverse varianti nei modelli, ma anche per i dettagli con cui vengono evidenziati i danni e l'impatto su di essi in base a quale parte viene colpita, elemento che più si ammira di questo titolo. Sparare alle braccia potrà far perdere l'arto, ogni coltellata sarà visibile sui corpi, mentre i danni alla testa renderanno il cranio un pezzo di carne sanguinante più inquietante di quanto lo fosse prima.
Si può affermare che sul comparto grafico è stato fatto veramente un ottimo lavoro e si percepiscono poche sbavature e imprecisioni, come piccoli freeze del gioco di pochi secondi, durante il salvataggio automatico, o lo statico passaggio del licker tra due superfici come pavimento e muro adiacente.
A enfatizzare al meglio l'atmosfera ci pensa l'ottimo comparto audio, grazie ad un lavoro dettagliato di tridimensionalità, si percepisce la sensazione di essere sempre circondati dal pericolo che proviene da qualunque angolo (specialmente sentendo i “leggeri” passi di Mr. X mentre setaccia le zone per dare la caccia a Leon e Claire).
Anche questa volta torna il doppiaggio in italiano e possiamo dire che è stato fatto un ottimo lavoro perché ogni linea di dialogo riesce a trasmettere le giuste emozioni; può far strano ai veterani della serie sentire i protagonisti parlare in italiano, ma ne vale davvero la pena, anche nell'ascoltare frasi iconiche.

Conclusioni

Arriviamo quindi a tirare le somme.
Possiamo dire che Resident Evil 2 è un remake che riesce a soddisfare le aspettative, perché capace di coinvolgere chi non ha affrontato questa storia alle origini e allo stesso tempo rievocare le stesse paure in chi le ha già vissute.
A livello di gameplay riconosciamo un prodotto che ha saputo prendere meccaniche dei precedenti capitoli (come le armi secondarie per liberarsi dalla presa o le polveri da sparo) riproponendole con la prospettiva della terza persona; questo, però, non lo rende un action come dal quarto capitolo in poi, date le severe meccaniche survival e il sistema di shooting.
Per quanto riguarda la longevità, la prima run richiede diverse ore per apprendere cosa fare nello scenario A e B, nonostante in alcuni frangenti ci siano da compiere le stesse azioni per entrambi. A dare manforte ci pensano comunque i tre livelli di difficoltà per adattarsi a tutti gli utenti, in aggiunta a vari segreti e contenuti extra da sbloccare ottenendo le valutazioni migliori.

Non è un titolo perfetto (e questo va detto) non solo per via di alcune sbavature tecniche, citate precedentemente, che i veterani della serie possono notare, ma si ha anche l'impressione che Capcom non abbia osato dare il 100% e questo lo si percepisce in diversi aspetti.
Allo stesso tempo, il gioco è ricco di citazioni e easter egg che faranno riaffiorare vecchi brividi (e qualche risata in alcuni casi) per chi ha già vissuto questo incubo più e più volte.
Ciò, comunque, non toglie che il titolo sia valido e allo stesso tempo un ottimo remake di un gioco che ha fatto la storia dei videogame. Per gli amanti del survival horror e delle sfide, Resident Evil 2 deve assolutamente finire nella propria libreria.

Good

Buon gameplay e atmosfere inquietanti
Comparto grafico ben strutturato...
Molto longevo...
Tanti easter egg, extra e citazioni da scoprire
Un buon connubio tra cutscene e doppiaggio
Questo è un Resident Evil!!!

Bad

...anche se con qualche sbavatura tecnica
...nonostante la ripetitività di alcuni punti
Imprecisioni e lacune ben percepibili per i veterani della serie
9.3
TRIBE APPROVED

Sviluppatore: Capcom
Distributore: Capcom
Data di uscita: 25 gennaio 2019
Genere: Survival Horror
PEGI: 18
Piattaforme: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S, PC

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