recensione

Returnal

Un pianeta sconosciuto e un ciclo infinito di morte

Pubblicato il 15 Maggio 2021 alle ore 12:00
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Dopo quasi sei mesi nella nuova generazione è lecito pensare che manchi ancora quel fattore in grado di far pendere da una parte o dall’altra il famoso ago della bilancia. Nonostante Sony abbia dimostrato con il remake di Demon’s Souls e Miles Morales che il futuro può essere radioso, Microsoft ha tirato fuori alcune delle sue armi nascoste e – in attesa di vedere in azione quei titoli promessi – insidia la possibile scelta nella mente dei videogiocatori di tutto il mondo. L’arrivo di aprile ha significato, per quelli in possesso di una Playstation 5, l’uscita di Returnal, titolo di Housemarque che ha messo in questo gioco tutto il suo particolare amore per il medium e la passione per il loro lavoro. Reduci da un altro titolo di debutto su una console Sony, [ricordiamo che Resogun uscì proprio nel novembre 2013 N.d.R.], Returnal è il vero primo e proprio colpo sparato dalla compagnia giapponese in questo 2021, per ora privo di grosse release a causa della pandemia che da almeno un anno sta rovinando le nostre vite.

Ritorno da Atropos

Quello di Returnal è un ciclo infinito, un ciclo che parla di vita e di morte, e di quest’ultima intesa come ritorno al punto di partenza senza mai riuscire ad abbandonare veramente quel pianeta maledetto. Selene, la nostra protagonista, infatti, è un’astronauta che è atterrata ad Atropos dopo una chiamata d’emergenza, scoprendo questo pianeta dove le stanze non sono mai uguali e dove i nemici sono sempre troppi e abbastanza cattivi. Il suo obiettivo è di capire da dove viene mandato un segnale radio e scoprire un modo per tornare a casa. Attraverso molti, troppi, colpi sparati ai nemici e una progressione quasi inesistente, ecco arrivare la morte e il conseguente ritorno di Selene alla sua astronave rivivendo lo schianto su Atropos, ogni singola volta.

Da buon roguelite, Returnal è un continuo di run cercando di arrivare sempre più infondo e sempre più avanti, sconfiggendo stanze piene di nemici e ritrovando oggetti e potenziamenti in grado di poterla aiutare a far fronte a tutti i pericoli che incontrerà su Atropos, attraverso i vari biomi. Per passare da una location a un’altra sarà necessario sconfiggere il Signore del bioma e raccogliere una chiave che permette al portale di attivarsi per fare così il salto verso un posto sconosciuto e probabilmente più cattivo del precedente. Se inizialmente Returnal può essere crudele, arduo e quasi senza senso, ecco che con il passare delle ore e dell’esperienza tutto può risultare più facile e difficilmente si tornerà a morire nei primi piani, a meno di partite volutamente giocate senza impegno. Il prodotto Housemarque prende il genere e va ad implementarci una storia che costringerà i giocatori a esplorare a fondo tutti e sei i biomi a disposizione per ritrovare la storia del pianeta, diari di misteriosi astronauti e dei glifi da interpretare, in modo da scoprire tutta la lore e avere un quadro completo dell’intero comparto narrativo.

Pur non essendo un titolo classico per quanto riguarda questo aspetto, Housemarque è riuscita a donare – con grande classe – una storia degna di essere vissuta e piena di colpi di scena che lasceranno i giocatori senza fiato.

Nasci, vivi, distruggi e muori

Abbiamo parlato di Returnal come di un gioco dove si va a morire spesso, resettando sempre quasi tutto quello che è stato fatto nella run precedente. Come in esponenti del genere, ad esempio The Binding of Isaac o Hades tanto per citare i due più famosi usciti negli ultimi anni, Selene si ritroverà a iniziare ogni run praticamente da zero, con solo una pistola a far parte del suo inventario e con la necessità di ricostruire tutto da capo partendo dalla sua navicella, nel primo bioma. L’esplorazione è una parte fondamentale se non addirittura vitale in Returnal, in quanto ripartendo sempre da zero sarà necessario ricostruire Selene in modo che possa arrivare e superare il punto in cui è morta precedentemente. Per farlo dovremo raccogliere armi sempre più forti, resine per aumentare la vita o gli eteri da spendere per purificare oggetti, oppure utilizzare comodi artefatti Alieni che permettono a Selene di tornare in vita una volta morta in quella run, senza perdere i progressi ottenuti in quel momento. Sfruttare le risorse farà la differenza tra la vita e la morte e l’errore più grande è quello di lasciarsi prendere dalla frustrazione di una morte precedente e andare dritti verso il portale che porta al bioma desiderato senza aver dedicato tempo a costruire la propria build. Per farlo sarà possibile intraprendere i numerosi cammini secondari in cui è possibile acquisire Oboliti (la moneta per acquistare oggetti) o Parassiti, che doneranno delle abilità particolari con alcuni piccoli compromessi in termini di caratteristiche negative che saranno inflitte al giocatore. Costruire la propria run perfetta non sarà solo questione di abilità del giocatore, ma anche di fortuna e conoscenza di aree e nemici; proprio per questo non bisognerà avere paura di morire, ma, anzi, abbracciare la morte come metodo per migliorare.

Le battaglie coi boss, seppur poche, sono molto esaurienti e propongono una sfida non eccessiva, ma molto più incentrata sull’impararne i pattern che sul resto. La difficoltà più grande, in questi casi, sarà arrivare al boss piuttosto che affrontarlo e superarlo: una volta capito infatti come si muove e come schivare alcuni attacchi particolari, sarà facile portare a casa la vittoria. I biomi costituiscono grandi pericoli soprattutto una volta che si costruirà la run perfetta e non sarà raro che i nemici – ad esempio i droni infami del terzo bioma – rischino di mandare all’aria tutti i piani. Ovviamente arrendersi non sarà la soluzione e sarà necessario provare a riprovare finché non si riuscirà a studiare una contromossa a determinati pericoli, ma una volta fatto la soddisfazione sarà immensa.

La prima vera produzione next gen?

Returnal è uno dei primi giochi a far capire quale sarà la vera e propria esperienza next gen, a quasi sei mesi dall’uscita delle due nuove console. Come fu per The Medium, infatti, non è possibile pensare all’uscita di questo titolo sulle vecchie macchine da gioco e non è solo per una mera questione grafica (i modelli sono essenzialmente fuori di testa), ma anche per una serie di accorgimenti per i quali non è possibile non dar merito ad Housemarque. Returnal è un gioco pieno di effetti a schermo tra attacchi nemici, scudi, effetti della nostra arma e il tutto è incredibilmente stabile con i 60fps che vengono mantenuti praticamente in ogni situazione senza mai accusare nemmeno un piccolo calo e con caricamenti instantanei grazie all’SSD presente su Playstation 5. Dopo ogni morte non esiste schermata di caricamento, ma solo il filmato che ripercorre la caduta dell’astronave di Selene su Atropos e tutto ricomincia dopo pochi secondi. Altra feature utilizzata molto sulla nuova console Sony è il feedback aptico, che utilizza la vibrazione per far ambientare ancora di più il giocatore su Atropos con vari effetti dedicati alla pioggia, al vento o anche solo al dash che ci permette di evitare attacchi nemici.

Dopo tutto questo è ovvio che Returnal abbia qualche difetto che lo rende un gioco non perfetto, ma quantomeno rimane un ottimo motivo per acquistare una Playstation 5 (sempre a trovarla, ovviamente…), anche se probabilmente il prezzo deciso di 80€ può rappresentare uno scoglio per coloro che non sono avvezzi al genere e hanno paura di ciò che possono avere davanti. Oltre al costo eccessivo, si può parlare di un titolo che non dura poi così tanto – siamo sulle 30 ore circa – e si potrebbe anche parlare della ripetitività di certe ambientazioni che dopo qualche ciclo inizieranno a riproporsi sempre di più, senza avere quell’aspetto procedurale che tanto ci si aspettava. Si parla di piccolezze ovviamente che non vanno a pregiudicare un giudizio certamente positivo, con una grandissima curiosità per i prossimi progetti di Housemarque e un applauso a Sony per averci voluto credere nonostante non fosse un prodotto dedicato ai più. Il nostro consiglio? Acquistatelo senza timore se siete fan del genere e volete un’esperienza next gen, magari a costo minore (anche se non di molto, i 60 euro a cui veniva venduta l’edizione fisica nei giorni precedenti alla release vanno più che bene), ma non precludetevi l’avventura in quanto Returnal è davvero uno di quei titoli di cui avevamo bisogno.

Good

Trama interessante e scritta bene
Adrenalinico e impegnativo
Tecnicamente una roccia
Sfrutta bene le novità di PS5

Bad

Prezzo rivedibile
Poche ambientazioni che tendono a riciclarsi ciclicamente
8.8
PEM-PEM

Sviluppatore: Hosuemarque
Distributore: Sony Interactive Entertainment
Data di uscita: 30 aprile 2021
Genere: Roguelike
PEGI: 16
Piattaforme: Playstation 5

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