Con l’ottimo reboot rilasciato nel 2013, Tomb Raider rinasce con una nuova Lara Croft (ancora giovane e inesperta) di cui si scoprono le origini che la renderanno la nota avventuriera conosciuta.
Dopo il rilascio nel Novembre 2015 come esclusiva temporale per XBox One, il seguito “Rise of the Tomb Raider” approda in questi giorni anche sulle piattaforme PC: come si sarà comportato il nuovo titolo targato Crystal Dynamics e Square Enix? Sarà riuscito a migliorare ciò che venne già apprezzato col suo predecessore (seppure, per alcuni aspetti, ancora acerbo)? Andiamolo a scoprire.
Dopo gli avvenimenti sulle violenti isole del Triangolo del Drago, la giovane Lara Croft scopre che al mondo potrebbero esserci cose considerate impossibili, fuori dall’ordinario; ma che possono esistere veramente: nella sua prima avventura dovette compiere delle azioni di volontà straordinarie per poter uscire viva dal quel posto selvaggio assieme ai suoi amici (seppure non priva di perdite); ora ci troviamo davanti a una Lara pronta ad affrontare imprese pericolose, dove una mossa sbagliata può costare caro.
La giovane Croft ha tra le mani una grossa scoperta, così importante da legarla al passato della sua famiglia (più precisamente suo padre) e che vuole a tutti i costi raggiungere: dovrà affrontare i terribili ghiacci della Siberia per risolvere un mistero che potrebbe cambiare il destino del mondo nel bene o nel male. La sua sfida non sarà priva di ostacoli dato che una società segreta e antica, conosciuta come la Trinità, gli starà alle costole e cercherà di superarla nella ricerca per arrivare prima di lei; sarà quindi importante per Lara impedire che raggiungano il loro scopo.
Dietro questo incipit (che da un lato sa di “già visto” in una storia d’avventura) vi è comunque una visione più approfondita sul background di Lara, mostrando quelle che sono le caratteristiche e riflessioni di una ragazza comune con dubbi, paure, perplessità, rabbia, fiducia nel prossimo, ecc… Tutto questo riesce a creare un interessante profilo di sviluppo della giovane protagonista che va comunque cercato e studiato (se non ci si focalizza solamente sulla trama a livello narrativo).
Per quanto riguarda il gameplay; il gioco ha cercato di mantenere l’aspetto dinamico del primo titolo, cercando di portare con sé tutti gli aspetti apprezzati nel suo predecessore aggiungendo dei miglioramenti; uno degli aspetti rimossi sono i quicktime event nelle cutscene, così da potersi godere al meglio i dialoghi e le scene. Ritorneranno i campi base dove sarà possibile potenziare le armi e l’inventario di Lara, avviare l’opzione di viaggio rapido per passare da un accampamento a un altro e, infine, poter sbloccare una nuova abilità tra quelle disponibili nelle 3 categorie: Combattimento, Caccia e Sopravvivenza. Per quanto riguarda questi ultimi (o. per meglio dire, per ottenere un nuovo punto abilità) vi saranno diversi metodi con cui acquisire punti esperienza; ovviamente più si andrà avanti e più esperienza sarà richiesta per sbloccare un nuovo punto. Bisognerà decidere con cura dove spenderli perché questi si potranno basare sul proprio stile di gioco (si dovrà decidere se, per esempio, essere più tattici e silenziosi oppure avere una maggiore resistenza ai danni per poter avere un approccio più aggressivo).
Le armi presenti nel titolo avranno statistiche differenti l’una dall’altra e si potranno ottenere in due maniere: da un lato si otterranno col proseguire della storia mentre, dall’altra parte, alcune si potranno trovare nascoste nelle cripte o nelle casse (per la precisione queste saranno divise in 4 parti e, una volta ottenuti tutti i componenti, l’arma sarà disponibile appena ci si fermerà al campo base). Potenziamenti di armi ed inventario avranno comunque il loro costo in risorse che passeranno da materiali che si trovano in natura (legno, pelli degli animali uccisi nella caccia o minerali situati in alcune grotte) ad altri più lavorati o moderni (come tessuti e bulloni che si possono trovare in alcuni contenitori o dai cadaveri dei nemici umani); la varietà di questi oggetti è stata implementata rispetto al predecessore non solo per le tipologie; ma anche per gli utilizzi, sia dentro che fuori il campo base: con rami e piume si potranno creare delle frecce normali per l’arco tramite la pressione di un semplice tasto; con un altro tasto assegnato Lara si potrà applicare una medicazione istantanea nel caso di ferite critiche che richiederanno piante medicinali e stoffa; altri oggetti (come ad esempio le frecce velenose) si potranno realizzare nel campo base.
La fauna animale è stata lievemente diversificata e vi saranno animali sia di piccola che di grossa taglia, volatili, alcune docili e altri aggressivi; per la realizzazione di alcuni equipaggiamenti o potenziamenti potranno bastare delle pelli animali normali mentre, in altri casi, sarà richiesta la pelle di un animale più raro o propriamente di uno specifico (che verrà indicato sulla mappa).
Un abilità che rientra in scena è l’istinto naturale attivabile tramite la pressione di un tasto: inizialmente potrà mostrare l’obbiettivo da raggiungere per proseguire nella storia, un punto di riferimento evidenziato dalla mappa e le superfici su cui ci si può arrampicare coi rampini o interagire, questo istinto si potrà pian piano ampliare così da poter aumentare numero e tipologie di elementi in più come animali o risorse da poter raccogliere.
Il mondo di gioco cerca di simulare con l’avanzare della storia un ambientazione “open world”; in realtà, i limiti della mappa sono ben delineati e visibili ma con la mole di contenuti (oltre alla storia) come esplorazioni e oggetti da ritrovare: queste limitazioni vengono lievemente percepite e non creano degli ostacoli particolari sulla longevità del titolo.
Si potranno ritrovare nuovamente documenti e manufatti, di cui questi ultimi andranno analizzati nel caso alcuni di essi possano avere un dettaglio aggiuntivo, questi saranno “letti” dagli autori che l’hanno scritto (o registrato) mentre altri saranno narrati con la voce di Lara mentre li osserva e analizza.
Il ritrovamento di mappe e documenti non saranno solo un elemento di arricchimento narrativo; difatti, durante le fasi esplorative, si potranno trovare elementi come i monoliti: per studiarne i contenuti, Lara dovrà conoscere un certo livello della lingua d’appartenenza (per esempio il Greco); per migliorare questi livelli di conoscenza linguistica saranno, appunto, necessari i due elementi citati prima e, inoltre, si potranno trovare in certi frangenti affreschi o iscrizioni.
Se si cerca bene, si potranno individuare degli oggetti che aggiorneranno la mappa di gioco, indicando dove sono situati alcuni degli elementi detti precedentemente ed altri ancora come i kit di sopravvivenza, che potranno avere al loro interno materiali o monete bizantine (queste si guadagnano anche in altri metodi e saranno utilizzati come moneta di scambio in un emporio dove si potranno acquistare armi, equipaggiamenti o accessori).
Gradito ritorno sono le tombe, elemento apprezzato dal pubblico nel precedente capitolo (criticate perché pochissime e senza un livello di sfida): in questo capitolo ve ne saranno di più e ognuna proporrà un diverso metodo di risoluzione degli enigmi a livello ambientale; la difficoltà non è particolarmente complessa ma va comunque studiato l’ambiente circostante per comprenderne la soluzione. Una volta arrivati alla conclusione, Lara sarà ripagata da una ricompensa più corposa rispetto al passato, imparando delle abilità uniche ottenibili solo dalle tombe. Durante le ricerche sono state aggiunte anche delle Cripte (non propriamente come le tombe ma risultano comunque interessanti da esplorare perché si possono ottenere materiali e ritrovamenti utili).
Ovviamente alcune zone della mappa non saranno accessibili sin dall’arrivo ma necessiteranno di equipaggiamenti che si sbloccheranno avanzando con la storia: questo porta quindi ad annotarsi i luoghi o avere una buona memoria, così da tornare un secondo momento per potervi accedere e scoprire cosa vi sia al suo interno.
Oltre alla trama principale, si potranno trovare delle missioni secondarie: non saranno molte ma permetteranno di ottenere oggetti e accessori per le armi che potranno fare comodo durante il proseguire del titolo.
Arriviamo a una delle parti più adrenaliniche del gioco: gli scontri. E’ possibile, come citato nel paragrafo precedente, avere approcci sia stealth (con la possibilità di circuire gli avversari) oppure passare a scontri più aggressivi; Si possono sfruttare i cespugli per potersi nascondere, attuare degli agguati ai nemici ed eliminarli silenziosamente senza dare l’allarme.
Vi sono anche materiali esplosivi (come i barili) ma la parte interessante sta nell’introduzione di alcuni oggetti ambientali con il quale poter interagire: ad esempio, è possibile raccogliere delle bottiglie di vetro vuote che si potranno lanciare per distrarre il nemico verso una determinata direzione (più avanti questa potrà, in alternativa, divenire una molotov artigianale nel caso si abbia della stoffa con sé); in altri casi, si potranno raccogliere delle piccole taniche di benzina da far esplodere colpendole successivamente oppure prendere delle lampade ad olio e lanciarle come se fossero delle molotov.
Appena vi saranno attorno delle presenze nemiche Lara comincerà a muoversi chinata, così da potersi mettere in copertura dietro la prima superficie solida come scatole o pareti(uscirà dalla copertura solo quando prenderà la mira); nell’ambientazione è stata inclusa, inoltre, la possibilità di scalare su alcuni alberi e sfruttarne i rami più solidi per rimanerci sopra: in questo modo si potrà sfruttarli per fare eliminazioni silenziose dall’alto. Durante queste schermaglie si potrebbe riscontrare un mancanza di equilibrio nella sfida (quando, ad esempio, si ha a che fare con scontri a fuoco): gli avversari umani risultano avere un approccio particolarmente aggressivo, con l’unico obbiettivo di stanare Lara fuori dalla copertura lanciando granate e facendo fuoco di soppressione, mentre altri la caricheranno nel corpo a corpo. Anche quando i nemici rimangono pochi, questi penseranno solo a caricare a testa bassa senza una vera e propria strategia d’azione, diventando semplice “carne da macello”; quando si ha, invece, a che fare con avversari animali come i lupi, questi possiedono un livello di sfida maggiore perché cercheranno di circondarla e attaccarla da più fronti appena trovato un punto scoperto; nel momento in cui si ritroveranno in una situazione critica questi scapperanno in ritirata. Uno sbilanciamento abbastanza evidente.
Nel precedente capitolo di Tomb Raider era stata inserita una modalità multigiocatore competitivo, dove si partecipava a degli scontri a fuoco con diverse modalità tra due fazioni: la squadra di ricerca di Lara e i suoi amici contro i sopravvissuti e abitanti dell’isola. Questa modalità non fu molto apprezzata dal pubblico; per questo, Crystal Dynamics ha deciso di non inserire una modalità multigocatore all’interno di questo seguito o, perlomeno, vi è una piccola esperienza competitiva online (ma in questo caso in maniera più “indiretta”).
Durante le esplorazioni delle tombe, i ritrovamenti e il completamento delle sfide in zona si può notare che saranno dati in premio dei crediti; oltre a questi, in base a come si svolgeranno alcune sezioni della storia, verranno assegnati dei punteggi: questi verranno messi a confronto con i punteggi ottenuti degli altri giocatori che possiedono il gioco e che sono nella lista amici (visibili in una schermata ogni volta che si metterà la pausa); inoltre, nella campagna principale potrà capitare di ritrovare degli zaini: questi appartengono a uno degli amici che nella sua partita è morto in quel punto, con noi che ne riscattiamo i crediti.
Oltre alla modalità storia, è presente un’altra modalità chiamata “Spedizione”, questa modalità permette di rigiocare i capitoli della campagna con lo scopo principale di ottenere il miglior punteggio e raggiungere una delle prime 3 medaglie (bronzo, argento e oro) o punteggi migliori rispetto agli altri giocatori.
Tramite i crediti sarà possibile acquistare dei pacchetti di carte che saranno suddivisi in diverse tipologie e livello di rarità: potranno semplicemente fornire cambiamenti a livello estetico (esempio: teste grandi) oppure concedere bonus o malus per Lara e i nemici in percentuale di bonus sia in positivo che in negativo.
In base a come viene affrontato il capitolo e si vincono determinate sfide, oltre al punteggio si avrà un premio in crediti che permetterà l’acquisto di altri pacchetti carte.
Arriviamo al paragrafo più caldo di questa recensione: Il comparto tecnico.
Ricordandoci che Rise of the Tomb Raider era uscito come esclusiva temporale per console Xbox One, ci sono stati dei miglioramenti tecnici per quanto riguarda la piattaforma PC?
La risposta è, in teoria, si: effetti come l’occlusione ambientale, una tasselazione delle texture più ricca e maggiormente definita, livelli di dettagli e filtri riescono a rendere il gioco una meraviglia per gli occhi a livello visivo; non è esente da alcune sbavature delle texture in certi frangenti ma nel contesto generale il lavoro di Crystal Dynamics (in collaborazione con Nixxes) ha fatto un ottimo lavoro per quanto riguarda la parte estetica del titolo; purtroppo, tutta questa bellezza presenta dei problemi per quanto riguarda le prestazioni. Come già è stato usato con il primo Tomb Raider, anche in questo titolo viene utilizzato l’effetto Pure Hair di AMD che conferisce alla capigliatura di Lara un elevato effetto realistico sulle ciocche di capelli (per esempio, si vedono i fiocchi di neve che si poggiano su di essi): questo effetto, insieme al resto, creare un enorme sforzo sulle macchine con prestazioni di fascia medio-alta e alta.
Seppure il menù di gestione grafica presenti molte opzioni, il gioco riscontra dei cali di framerate (uno dei casi più frequenti avviene per qualche breve istante, seppur percepibile, quando si passa da una zona chiusa come una cripta ad una ampia); in altri casi vi sono dei piccoli cali durante le cutscene stesse (realizzate con la grafica del gioco) ma in alcuni punti specifici e determinate angolazioni il calo di framerate è ben visibile: si passa dai 60 fps fissi scendendo tra i 50/40 fps (anche cercando di alleggerire lo sforzo della macchina rimuovendo, ad esempio, l’effetto Pure Hair).
Per quanto riguarda invece il comparto sonoro è stato fatto un eccellente lavoro: le musiche sono applicate nei momenti giusti sapendo accentuare la situazione del momento; inoltre il doppiaggio italiano è stato realizzato molto bene, riuscendo a caratterizzare al meglio le emozioni della giovane Lara Croft e dei diversi personaggi presenti nella storia.
Arrivando quindi alle conclusioni finali, come si è comportato Rise of the Tomb Raider?
Si può dire che, seppur non privo di imperfezioni e piccole sbavature a livello di gioco, il titolo è un buon esempio da prendere quando si tratta di ascoltare il pubblico: Crystal Dynamics ha cercato di riprendere i pregi; ma soprattutto le critiche dichiarate dal pubblico dopo l’uscita del primo Tomb Raider e ha cercato di soddisfare le loro richieste facendo un ottimo lavoro per quanto riguarda gameplay e trama.
Come già detto, sulla versione PC è stato svolto un ottimo lavoro a livello grafico; sfortunatamente, tutto ciò va a discapito delle prestazioni dovuta alla mancanza di attenzione nel realizzare un titolo stabile o che, perlomeno, non si presti a problematiche anche PC di fascia medio-alta. A conti fatti, però, Rise of the Tomb Raider è un titolo che va recuperato perché sa creare delle grandi emozioni con il proseguimento della storia e con le sue meccaniche migliorate.
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