Buongiorno Tribù, oggi andiamo a parlare di un titolo che abbiamo visto insieme su Twitch svariate volte durante le nostre live e una delle uscite più interessanti di questo 2021. Scarlet Nexus va a inserirsi in una fascia che continua la follia di questa seconda metà di anno piena di uscite di qualità e che promettono decisamente bene. Sin dalla presentazione Scarlet Nexus ha donato quelle piccole sensazioni che lo potevano accostare a un gioco mai totalmente apprezzato come Astral Chain. Presentato l’anno scorso durante la conferenza Microsoft di presentazione di Series X, Scarlet Nexus è rapidamente entrato nelle liste desideri della maggior parte dei videogiocatori che apprezzano i giochi di stampo giapponese. Abbiamo passato oltre 50 ore in compagnia di Yuito, Kasane e tutto il cast del gioco e siamo pronti a darvi i nostri giudizi su una delle avventure più interessanti di questo 2021.
La storia di Scarlet Nexus è di stampo tipicamente nipponico e ci mette nei panni di Yuito Sumeragi e Kasane Randall, due nuove reclute che entrano nelle FSE, un corpo dedicato all’eliminazione degli Estranei. Questi sono degli strani mostri che compaiono nella fascia estintiva e si cibano di cervelli umani per evolversi, le FSE si sono impegnate per eliminare la loro minaccia cercando al contempo di scoprire perché sono nati e da cosa derivano. Scarlet Nexus ci permette di metterci nei panni di entrambi i personaggi principali in due route diverse e separate che permettono di vivere l’avventura attraverso i due punti di vista. Yuito è un ragazzo che deve portare avanti il nome dei Sumeragi, una famiglia importante che regna su New Himuka, mentre Kasane fa parte della famiglia Randall, proprietaria di alcune delle industrie più famose sul pianeta. I due ragazzi entrano si scopriranno esperti nell’utilizzo dell’SAS, una particolare metodologia per poter comunicare con i propri compagni e utilizzare i loro poteri per potenziare le capacità e uccidere più velocemente gli Estranei avversari.
Le due avventure andranno inevitabilmente ad intrecciarsi e non basta una singola run per avere il quadro completo della situazione, obbligando i giocatori a buttarsi a capofitto nella “Nuova Partita Ex” una volta terminata la prima, in modo da continuare con i progressi dell’avventura appena terminata e aiutarsi in una piccola speed run del nuovo protagonista. Come detto precedentemente, le due avventure si intrecceranno ed è normale pertanto ritrovarsi spiazzati da alcuni colpi di scena o da alcune rivelazioni che sembrano non avere senso, almeno fino al momento della visione della seconda metà della storia. L’unico problema è che la trama, seppur ben scritta e con diversi colpi di scena anche inaspettati, non si presta ottimamente alla doppia run e molte rivelazioni avranno molto meno effetto se vissute nella seconda run. Uno dei suggerimenti letti sul web prima della release e che ci sentiamo di appoggiare in toto è quello di proseguire i due salvataggi in contemporanea, terminando l’atto 1 di Kasane e subito dopo quello di Yuito, in modo da vivere completamente l’esperienza e l’ottima trama offerta dagli sviluppatori. Il tono dell’avventura e della narrazione viene aiutata dagli innumerevoli dialoghi che faranno capolino durante le missioni e agli speciali eventi legame che vedremo durante le varie fasi di attesa tra un atto e l’altro, dove ci riuniremo con i compagni del team in un rifugio e potremo parlare con loro, aumentando l’affetto tra i vari membri anche grazie ai numerosi regali presenti e donabili. Aumentare l’affetto e vedere tutti gli eventi legame è l’unico modo per esplorare ulteriormente tutto il mondo di gioco, in quanto verranno svelati particolari elementi in grado di chiudere definitivamente il cerchio intorno l’intera avventura.
Il comparto narrativo è probabilmente uno dei punti forti dell’intera produzione targata Bandai Namco Entertainment, grazie anche alla semplicità con la quale vengono narrati. Gli eventi legame forniscono un ottimo contorno all’intera trama e permettono di non far pesare eccessivamente sul giocatore le ore passate in compagnia di Yuito e Kasane, come avete potuto vedere durante le nostre live. La semplicità però non va confusa con la svogliatezza, in quanto l’intero gioco è pieno di chicche che vanno scoperte attraverso i dialoghi secondari con il team e grazie all’apposito sistema di comunicazione SAS, che in qualsiasi momento permette ai nostri compagni di contattarci per inviare messaggi che spesso servono proprio ad ampliare un determinato momento.
Dal puro lato ludico, ci siamo trovati davanti a un gioco estremamente solido con un combat system per nulla complesso e facilmente assimilabile, ma non per questo banale. Yuito e Kasane si potranno destreggiare tra un Estraneo e l’altro con grandissima agilità, passando da un colpo all’arma bianca a un potere tra quelli presi in prestito o i direttamente scagliando un camion addosso all’avversario. Nel corso delle oltre 50 ore passate insieme ai due ragazzi, infatti, non c’è mai stato un singolo momento in cui il combat system ci abbia mai annoiato grazie alle immense possibilità offerte. Grandi differenze tra i due personaggi non ci sono se non la tipologia di arma scelta: Yuito predilige gli attacchi a breve distanza, mentre Kasane preferisce attaccare alla distanza. Questo andrà anche a influenzare ovviamente la tipologia di poteri disponibili ai due: infatti Kasane avrà per la maggior parte degli alleati che la aiuteranno a diminuire la distanza dai nemici, con meno possibilità di prender danni, mentre Yuito sarà invece protetto dagli altri membri della FSE aiutandolo a subire colpi assorbendoli o velocizzando gli scontri. I due inoltre potranno sfruttare la propria capacità psionica per attaccare a distanza i nemici e sbattergli contro macchine, casse di ferro e chi più ne ha più ne metta.
Gli Estranei non rimarranno ovviamente a guardare e usare il SAS prendendo in prestito i poteri dei compagni sarà fondamentale per affrontare i vari stage, soprattutto alle difficoltà più alte. Infatti ogni potere ha il suo scopo e attaccare un nemico bagnato con l’acqua con l’elettricità permetterà di stordirlo per attaccarlo più pesantemente, oppure usare la Chiaroveggenza per capire quale Estraneo sia quello reale tra molte copie saranno solo due delle situazioni che ci ritroveremo ad affrontare e concatenare per arrivare all’obiettivo. Oltre al SAS, i nostri due protagonisti avranno a disposizioni due ulteriori armi come il Brain Drive e il Campo Neurale: il primo è un potenziamento delle nostre capacità aumentando sia il guadagno di Psi (necessario per attivare il potere Psionico dei due) che l’esperienza ottenuta oltre a vari bonus che si potranno sbloccare tramite un’enorme albero delle abilità, mentre il secondo sarà un’arma a doppio taglio in quanto saremo molto più potenti, ma a scapito della nostra salute e, una volta terminato il timer, potremo anche definitivamente morire andando incontro così al game over. Usare tutte le capacità a nostra disposizione sarà ancora più fondamentale a livelli di difficoltà più alti, in quanto alcuni combattimenti ci metteranno a dura prova e ci si potrà ritrovare a vedere più spesso del dovuto la schermata di fine partita.
Il combat system si ritrova quindi a essere protagonista di due differenti versioni di sé stesso: quello facilitato, che vedrà il giocatore utilizzare i soliti tre poteri in croce per rendersi più potente occupandosi solo di spammare a ripetizione il Campo Neurale non appena a disposizione, e quello più complicato, che ci permetterà di esplorare l’enorme varietà proposta da Bandai Namco. La scelta sarà ovviamente di chi avrà il pad in mano, ma l’obiettivo è quello di non escludere nessuno e variegare le partite a seconda del momento e della difficoltà attraversata.
Quello che più ci ha sorpreso di Scarlet Nexus è il comparto grafico che prende a piene mani dall’esempio Code Vein di un paio di anni fa, andando ad amplificare il tutto con un cell shading di altissima qualità, anche se si sente abbastanza la sua natura cross-gen. Abbiamo giocato Scarlet Nexus su Xbox Series X senza testarlo sulle console precedenti e le performance sono state pressochè perfette. Il gioco è stabile nei suoi 60 fps e neanche le situazioni più frenetiche riescono a destabilizzare un motore che sicuramente può dare il suo meglio in futuro. L’unico vero problema può essere nella ripetitività di un certo tipo di ambientazioni: il gioco infatti girerà intorno a poche location che verranno ripetute per tutte le 50 ore, anche quando di trama non ci azzecca particolarmente.
Altra nota riguarda la narrazione che, seppur scritta in maniera ottimale, risulta narrata in due modi: classici filmati in engine e vere e proprie scene da light novel, con un’immagine statica a schermo e le voci dei protagonisti in sottofondo che portano avanti il dialogo. Se all’inizio la scelta risulta difficile da digerire, col passare delle ore è possibile capire il perché di questa particolare decisione e si apprezzano ancora di più i momenti in engine. Avremmo preferito probabilmente qualcosa di diverso, ma non ci sentiamo di criticare ulteriormente la decisione in quanto di impatto e capibile una volta arrivati alla consapevolezza che questo è un prodotto purtroppo con una natura cross gen.
Scarlet Nexus è un prodotto che si è rivelato essere migliore di quanto potessimo aspettarci a un primo sguardo. Infatti le previsioni non erano così positive all’inizio e poteva sembrare solo l’ennesimo prodotto stile anime e siamo felici che non sia stato così. Scarlet Nexus è una produzione solida, divertente e in grado di intrattenere il giocatore per tutte le 50 ore necessarie per portare a termine entrambe le run, fondamentali per poter avere una quadra totale sulla trama. Sicuramente il titolo Bandai Namco si candida fortemente per un posto tra i grandi titoli di questo 2021, seppur alcuni difetti che non minano completamente l’esperienza. Consigliamo l’acquisto di Scarlet Nexus a chiunque voglia godersi un titolo leggero e dalla narrativa interessante in questa calda, caldissima, estate videoludica.
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