Benvenuti ragazzi e ragazze della Tribù in questa recensione di Soulstice, un interessante titolo tutto italiano sviluppato da Reply Game Studios e pubblicato da Modus Games.
Il gioco è uscito lo scorso 20 settembre per PC, Playstation 5 e Xbox Series X|S e presenta ben dodici lingue diverse per il testo, tra cui l'Italiano.
In Soulstice seguiamo la storia di Briar e Lute, due sorelle che al posto di morire sono state trasformate in una Chimera, un guerriero ibrido forgiato dall'unione delle loro due anime nel corpo di Briar, la sorella maggiore.
Prima di lasciarvi alla recensione, vi dico che ho giocato a Soulstice per circa 16 ore completando, a difficoltà normale, tutti i capitoli di cui è composto il titolo.
Ora, senza ulteriori indugi, ecco a voi la recensione!
Soulstice è un gioco particolare che si ispira palesemente ai Devil May Cry e alla saga di Bayonetta, portando uno stile di combattimenti ed esplorazione degli ambienti molto simile a quelli di quei titoli.
In questa avventura d'azione hack & slash fortemente narrativa con elementi GdR dobbiamo infatti affrontare orde su orde di nemici vari e dai diversi pattern di attacco, facendo affidamento sulle varie abilità e poteri di Lute oltre che sulle armi a disposizione di Briar.
In Soulstice seguiamo, come detto prima, la storia di Briar e Lute, diventate una Chimera in modo da poter combattere contro gli Spettri, esseri capaci di corrompere gli umani con un singolo tocco e di impossessarsi di loro.
Venendo toccati gli umani diventano abominevoli creature guidate solamente da un istinto omicida, mentre quando gli Spettri si impossessano di un corpo creano un Corrotto, un essere con protuberanze cristalline indistruttibili. L'unica speranza per l'umanità sono quindi le Chimere, capaci di combattere questi nemici altrimenti intangibili e invincibili per le persone normali.
All'inizio del gioco scopriamo che le due sorelle sono state inviate a Ilden, una delle tre capitali del Sacro Regno di Keidas, per fermare un'invasione di Spettri attualmente in corso e riottenere il controllo della città stessa.
In questo luogo si è infatti aperta una Breccia, un passaggio nel Velo, dal quale si sono riversate ondate su ondate di Spettri che hanno distrutto la capitale. Il Velo è, per l'appunto, l'unica cosa che separa il mondo degli uomini dal Caos.
Nel corso di questa avventura ci faremo quindi strada attraverso orde di nemici per passare dal Porto, la parte più bassa di Ilden, alla Cattedrale in cima, luogo di origine della Breccia.
Lungo il percorso incontreremo anche alleati come un'altra Chimera, Ser Donovan o Layton, l'Osservatore assegnatoci dall'Ordine.
Le Chimere sono sempre seguite da un Osservatore che ne assicura la sicurezza e la buona riuscita delle missioni… o almeno così ci viene detto inizialmente. Chimere e Osservatori fanno infatti parte di quello che viene chiamato Ordine della Lama Cinerea. Questo Ordine difende le persone dagli invasori al di là del Velo ed è l'unico in grado di creare le Chimere.
Man mano che avanzeremo nella trama, scopriremo sempre più lati oscuri e nascosti alla vista dall'Ordine stesso, che si rivela essere molto più coinvolto in questo incidente di quanto si potesse pensare.
Porteremo anche alla luce il passato e i veri ricordi di Briar e Lute; le sorelle dovranno accettare il loro passato e il trauma della loro unione per poter padroneggiare il vero potere che risiede in loro.
La trama del gioco è veramente ben realizzata, ha vari colpi di scena e fa passare le protagoniste per una chiara ed evidente crescita che le porta a realizzare molte cose di se stesse. Inoltre, tutto viene spiegato e nulla è lasciato al caso, tranne la parte necessaria a lasciarci l'acquolina in bocca per un seguito che sembra quasi sicuro arriverà [fidatevi di me, una volta finito il gioco, aspettate anche che finiscano i crediti. N.d.R.].
Parlando invece del gameplay, ci siamo divertiti molto a giocare con le armi, abilità e mosse sia di Briar che di Lute: la grande varietà di armi data a Briar permette di creare combo molto interessanti sia a terra che in aria. Avanzando nel gioco, infatti, ne sblocchiamo di nuove donateci dal nostro caro Layton, che ha anche funzione di negozio sia per strumenti che per migliorare le abilità delle sorelle. Inoltre spesso ha cose da dirci e alcuni dettagli della trama sono nascosti nei dialoghi che offre.
Ritornando a parlare delle armi, ognuna è adatta a determinate situazioni: per esempio, la frusta è più utile a snellire le folle di nemici mentre l'arco per far atterrare nemici volanti.
Per quanto riguarda Lute, invece, le sue varie mosse di difesa permettono di deviare, respingere o bloccare temporaneamente molti attacchi nemici, permettendoci così di combattere in mezzo alla mischia avendo il controllo del campo di battaglia. Inoltre Lute risulta utile anche per attaccare, perché può attivare dei campi di energia che ci permettono di colpire gli Spettri altrimenti intangibili con uno e i Corrotti altrimenti indistruttibili, con l'altro.
Le varie abilità e poteri possono essere sbloccati con i punti che guadagniamo ad ogni livello, i quali sono separati per Lute e Briar. Abbiamo anche bisogno di determinati oggetti trovabili in giro per i livelli per poter potenziare la nostra salute e la capacità di Lute di mantenere attivi i campi di energia nel tempo. Altri oggetti ancora permettono a Lute di sbloccare nuovi livelli dei poteri e sono anch'essi sparsi nelle mappe o sono ricompense delle sfide, di cui parleremo più avanti.
I combattimenti sono quindi perlopiù divertenti da giocare, anche se verso la fine del titolo abbiamo percepito un po' di frustrazione per la quantità e la tipologia di nemici mandati contro di noi: alcune volte si bloccavano in pattern che non lasciavano aperture, portandoci a perdere tempo a girare per l'arena aspettando; altre volte invece erano presenti nemici che si spostavano rapidamente da una parte all'altra dell'area di combattimento, costringendoci ad inseguirli in tutta la nostra lentezza.
Le fasi di esplorazione risultano simpatiche e mai noiose, le mappe sono intricate, ma comprensibili e sfruttano bene anche la verticalità degli ambienti.
Soulstice presenta anche alcuni puzzle ambientali che vanno risolti con l'utilizzo dei campi di energia di Lute, distruggendo oggetti eterei in certi casi e cristalli rossi in altre.
L'esplorazione è fondamentale per poter potenziare le due sorelle, infatti nei vari livelli possiamo trovare sia oggetti utili al potenziamento, che sfide da affrontare per ottenere questi oggetti.
Parliamo quindi per un momento delle sfide: esse sono presenti ad ogni singolo capitolo e possono presentare varie limitazioni. Ci siamo trovati di fronte, ad esempio, a sfide semplici come sconfiggere tutti i nemici entro il tempo limite, ma anche ad altre più complicate come sconfiggerne un certo numero senza poter schivare o senza prendere danno.
Soulstice comunque non finisce qua con le sorprese nel suo gameplay; il titolo presenta infatti anche sezioni più di avventura che spezzano bene il ritmo. Ad esempio, in una zona siamo costretti a fuggire da enorme nemico al momento imbattibile in puro stile Crash Bandicoot con i massi o una dove siamo dovuti fuggire entro un tempo limite da un'orda continua di nemici come nel villaggio all'inizio di A Plague Tale: Innocence.
Il gameplay in generale è quindi molto interessante e denota una volontà di provare a creare qualcosa di nuovo unendo componenti di vari generi.
Soulstice presenta però un grosso problema di base: la telecamera.
Per quanto nelle fasi di esplorazione riesca anche a donare scorci magnifici del background, spesso nei combattimenti diventa un nemico in più, andando dietro a muri o non inquadrando nemmeno chi stiamo colpendo. Tutto questo viene peggiorato dalla pessima ottimizzazione per PC: nonostante io giochi su un computer con 16 GB di RAM che monta una NVIDIA GeForce RTX 3060, mi sono ritrovato ad avere momenti di lag leggero nei combattimenti e più pesante nelle cutscene. Inoltre, mancano vari effetti grafici che ci diano un avviso su attacchi in arrivo: nel caos dei combattimenti molto spesso mi son trovato colpito da un attacco che neanche avevo visto, creando ancora più confusione e dandomi non poca frustrazione.
Passiamo oltre il gameplay e parliamo della grafica, uno degli elementi di forza di questo titolo: gli ambienti sono meravigliosi e regalano scorci magnifici. Tranne per poche volte in cui abbiamo osservato alcuni bug minori, questa parte rimane una delle migliori di Soulstice.
La grafica supporta anche alla perfezione la trama, dando un costante senso di una capitale un tempo meravigliosa ormai in rovina.
Le musiche, gli effetti sonori ed il doppiaggio sono praticamente perfetti, creano l'atmosfera necessaria. Inoltre il doppiaggio di Briar e Lute è veramente di alto livello, come ci si aspetta da Stefanie Joosten, già Quiet in Metal Gear Solid V.
In conclusione, Soulstice è un ottimo gioco che ha però bisogno di essere migliorato in vari aspetti del gameplay e della user experience.
Comunque, lo consigliamo fortemente sia agli amanti dei giochi in stile Devil May Cry che a chi vuole approcciarsi per la prima volta al genere.
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