Ragazzi, oggi vi parlerò di Sovereign Syndicate. Partiamo subito con l’elefante nella stanza: se deciderete di comprare questo titolo, fin dai primi minuti di gioco capirete che gli sviluppatori sono dei grandi fan di Disco Elysium e che con questo gioco hanno deciso di presentare la loro personale versione del titolo di ZA/UM. Infatti si dice che i grandi artisti rubino, i bravi prendano in prestito e i mediocri copino, ma quelli normali? Andiamo a scoprirlo nella recensione di Sovereign Syndicate.
Il mondo di Sovereign Syndicate è ambientato in una Londra steampunk di epoca vittoriana, con un tocco di fantasy occidentale tradizionale. In altre parole, ci sono dirigibili, automi, un'oscura classe dirigente e un ragazzo dei giornali con la faccia sporca. Ma in questo caso, il ragazzo del giornale è un ciclope. Ci sono nani e lupi mannari, e i minotauri si uniscono ai ciclopi come razze fantastiche che raramente stanno alla luce del sole, ma sono comuni in Sovereign Syndicate. Sebbene la moda steampunk sia oggi piuttosto popolare, raramente è presente come ambientazione nei videogiochi. L'aggiunta dell'aspetto fantasy conferisce un'atmosfera unica che abbiamo trovato molto bella.
La scrittura e i personaggi sono piacevoli da approfondire e si ispirano a Oscar Wilde, come dimostrano le citazioni nelle schermate di caricamento del gioco. Prendiamo Atticus Daley, il minotauro triste, che, quando lo incontriamo, sta vivendo le conseguenze di una vita di rimpianti. I personaggi di Sovereign Syndicate vivono molto nella loro testa e questo si ripercuote sul “gameplay”. La scrittura è verbosa, con un linguaggio che si potrebbe sentire nella vecchia Inghilterra, come ci si augura in una storia dell'epoca vittoriana. Le strade di questa zona di Londra diventano ben percorribili man mano che si va avanti e indietro, esplorando e incontrando i residenti.
Ad Atticus si uniscono Clara Reed, Teddy Redgrave e l'amico automa di Teddy, Otto. Sebbene Atticus non vada sempre in cerca di guai, questi lo trovano comunque e gli piace svegliarsi in un canale di scolo come nel suo letto. Clara, una donna umana, è una peripatetica [signora della notte N.d.R.], anche se il suo impiego attuale è più che altro una sosta tra un lavoro e l'altro. Non lasciatevi ingannare dal suo lavoro: è una veterana del mondo dei traffici illeciti. Teddy il nano è un cacciatore di mostri di giorno e un folle ingegnere di notte. Come si può intuire dalla scelta della sua compagnia, il suo automa, preferisce la solitudine, essendo più a suo agio insieme ad una macchina rispetto ad un uomo. Sebbene Otto sia solo acciaio, ha una personalità, che la gente della città nota. Non è esattamente consapevole di sé. La dinamica tra Teddy e Otto li ha resi i nostri protagonisti preferiti da seguire nel periodo trascorso con Sovereign Syndicate. Aiutare Atticus e Clara a superare le loro prove e tribolazioni personali è stato un po' più lento, ma altrettanto piacevole. Ognuno di questi personaggi sta affrontando un proprio viaggio, anche se vaga per le stesse strade e si cruccia degli stessi preoccupanti eventi attuali che affliggono la città e di tanto in tanto si incrociano.
Sovereign Syndicate sposta il controllo del giocatore tra questi personaggi che cercano di orientarsi in una Londra in preda all'ascesa dell'industria. C'è una netta divisione tra l'alta borghesia e la gente comune, che si guadagna da vivere come può o chiede l’elemosina per strada. I protagonisti sono tutti messi a dura prova in qualche modo, sia che si tratti di affitti in ritardo o delle fatiche quotidiane del lavoro sessuale. In qualsiasi modo li si guardi, stanno cadendo nelle fessure della società. Poi, ci sono i pericoli quotidiani del lavoro e della vita nel ventre molle. Lord Braxton, importante imprenditore, si presenta pubblicamente come un personaggio altruista. Tuttavia, la sua aria di carità è tradita dalla sua sontuosa casa fuori città e dal suo sgargiante dirigibile, dal quale si dice che stia tramando qualcosa che non promette bene per la classe inferiore di Londra. È una storia sonnolenta e contemplativa, in cui i protagonisti lottano per riconciliare il loro passato e per superare le loro situazioni attuali. Il ritmo lento non è sempre un male, ma la lentezza causa problemi quando si tratta di alcune delle ambizioni di Sovereign Syndicate. La narrazione gioca a lungo, prendendosi il tempo necessario per preparare gli eventi principali, ma fortunatamente senza essere troppo prevedibile sulla direzione che prenderanno le cose.
Sovereign Syndicate si svolge principalmente come un gioco punta e clicca, in modo molto simile a Disco Elysium, in cui si clicca su oggetti e personaggi nell'ambiente per interagire con loro. Questo però data la poca dinamicità dello stile e la lunghezza del titolo è un punto a sfavore per l’opera di Crimson Herring Studios. Le aree in cui si muove il personaggio tendono a essere enormi, piene di personaggi con cui conversare e di oggetti e luoghi importanti che possono dare il via a missioni secondarie, dando l'impressione di un ambiente più aperto. Ci sono cinque grandi aree che si girano in continuazione, il che diventa alla lunga abbastanza noioso.
Le sfumature di Sovereign Syndicate emergono ogni volta che si interagisce con oggetti o personaggi. Ogni protagonista ha diverse voci interne, rappresentazioni delle proprie statistiche, che si contendono il controllo di ogni situazione. Per esempio, l'arguzia di Atticus si scontra con l'istinto animale, in quanto si considera un minotauro di cultura, ma come toro antropomorfo ha difficoltà a controllare il suo temperamento. In una conversazione o quando si esamina un oggetto, spesso si hanno a disposizione diverse opzioni di risposta o di azione, che danno maggiore controllo alla voce scelta. Occasionalmente, è necessario effettuare check di abilità in base alla forza della voce scelta. In molti giochi, i check di abilità vengono eseguiti tramite il lancio di dadi o l'RNG, ma in questo caso vengono utilizzati i tarocchi numerati per dare un tocco di novità, che però non basta ad entusiasmare o dare quella freschezza che un giocatore si aspetta.
L'unico problema di tutto questo [ed è purtroppo un problema sostanziale N.d.R.] è che la novità si esaurisce troppo in fretta. Anche se la scrittura ha i suoi momenti brillanti, questo stile di prosa non è abbastanza nitido per trasmettere una voce interna che si distingua dalle altre. Lo stile di scrittura è adeguatamente denso, molto bene ricercato e realizzato, ma si scontra con le ambizioni degli sviluppatori. Al punto che, soprattutto nelle lunghe sequenze di dialogo, ci è capitato di sorvolare sull'attribuzione delle voci e addirittura non prendere in considerazione alcune scelte secondarie di dialogo perché, data la mancanza di dinamicità alla scena e soprattutto di un minimo di gameplay, ci è sembrato di giocare ad una visual novel fatta senza aderire ai pilastri di design che la stessa dovrebbe avere, visto che giustamente questo gioco non rientra in quel genere. Per quello che riguarda la questione voci citata poco prima, non per criticare i limiti di un piccolo studio, ma Sovereign Syndicate ha un doppiaggio scarso e la presenza di doppiatori esperti avrebbe potuto rendere più distinguibili le singole voci. Se si rimuovono le etichette di attribuzione per le voci, molti passaggi si leggerebbero come un monologo interno standard del protagonista, e non si noterebbe la differenza.
L'altro problema principale è che non sembrava possibile ottenere un game over in Sovereign Syndicate. Certo, era rilassante fare le nostre scelte con conseguenze solo narrative, ma, in un gioco che sembrava dovesse avere un'alta posta in gioco, non abbiamo mai avuto la sensazione che le nostre scelte potessero mettere i personaggi in reale pericolo e quindi le nostre azioni ci sono sembrate per lo più irrilevanti. Anche se il sistema di controllo delle abilità dei tarocchi inizialmente aiutava l'atmosfera, sembrava troppo casuale, come se le abilità che avevamo scelto inizialmente e coltivato non avessero molta importanza. Sovereign Syndicate ha comunque una storia scritta e narrata molto bene e intrigante con un’ottima esplorazione profonda dei personaggi, ma purtroppo non è all'altezza delle grandi ambizioni degli sviluppatori, poiché l'intero concetto di gioco non funziona.
Nonostante la visuale isometrica, il mondo è ricco di dettagli. I modelli dei personaggi hanno animazioni modeste, ma i loro ritratti sono più vivaci e danno loro vita. Vedere regolarmente ciclopi e minotauri che indossano cappelli a cilindro, papillon e bretelle è sorprendente e rende Sovereign Syndicate più caratteristico di quanto non lo sarebbe stato se avesse avuto come protagonisti razze fantasy più esagerate come elfi e halfling. Lo stile steampunk è sempre accattivante e l'interpretazione di Crimson Herring fa riflettere. Non ci sono molte cutscene, ma sono presentate come fumetti abbozzati; anche qui però c’è un difetto che rimarca il problema sostanziale di tutto il gioco, ossia la poca dinamicità. La musica crea l'atmosfera giusta, ma l'esiguità della scelta significa che la varietà è limitata. L'unico numero musicale con una performance canora è eccellente e conferisce al personaggio un'ulteriore qualità. Gli effetti sonori ambientali sono sottili, ma funzionano bene.
Sovereign Syndicate si controlla quasi interamente con il mouse. Purtroppo, non si ha alcun controllo sulla telecamera, il che è problematico in un gioco in cui è necessario essere in grado di vedere tutto nell'ambiente. L'obbligo di cliccare ripetutamente per muovere il personaggio attraverso le aree più vaste diventa noioso. La storia è apparentemente ramificata, ed è normale trovare qualche bug in giochi come questo, quindi un po’ più di polishing in fase di testing non avrebbe guastato. Purtroppo ne abbiamo incontrati alcuni che ci hanno reso impossibile avanzare in un paio di occasioni. Fortunatamente, Crimson Herring è stato incredibilmente reattivo nel risolverli prima dell'uscita, quindi questo non ha influito sul verdetto finale.
In conclusione, per rispondere alla domanda posta all’inizio di questa recensione possiamo dire che gli artisti normali non si distinguono dal marasma del genere. Purtroppo Sovereign Sydicate è un’ottima visione con un’ottima scrittura, ma che non è riuscita ad uscire da quella visione e diventare un vero e proprio gioco. Avrebbero dovuto rivedere e lavorare di più sul gameplay cercando di dare una loro interpretazione ad un titolo che vuole esser il Disco Elysium steampunk. Perché per quanto tutti voi che mi conoscete e sappiate che sono un gran estimatore dei giochi narrativi, che ho fatto un’accademia di Game Design con specializzazione in Narrative Design, la prima cosa che un videogioco deve fare a prescindere che sia un gioco narrativo o meno, che abbia una bella storia o meno o che abbia un bel gameplay o meno è divertire… e questo purtroppo non lo fa. Ed è un grande peccato perché l’idea e la visione c’erano.
Devi essere connesso per inviare un commento.