recensione

Tales of Arise

La luce torna a splendere nella serie Bandai Namco

Pubblicato il 30 Settembre 2021 alle ore 11:10
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Buongiorno Tribù, siamo qui oggi a parlare di un gioco che per lungo tempo è sparito dai radar di mezzo mondo, probabilmente finito nel turbinio di una pandemia praticamente senza fine. Tales of Arise è, infatti, disponibile dal 10 settembre 2021 su console Playstation (4 e 5), Xbox (tra cui le Series e tutta la serie One) e PC. I Tales of, sono titoli che pur condividendone il nome non parlano dello stesso universo (con delle piccole eccezioni) e Arise non fa eccezione, pur proponendo una storia che nulla ha da invidiare ad esponenti del genere più classici come Dragon Quest e Final Fantasy.
Dopo svariate ore abbiamo analizzato ogni aspetto di questo gioco e siamo arrivati a una conclusione, restate collegati a scoprire di più su Tales of Arise.

Una spada per salvare il mondo

Tales of Arise è ambientato su Dahna, un pianeta che è stato completamente colonizzato in pochissimo tempo dagli abitanti di Rena costringendo la popolazione locale a una durissima schiavitù. Ridotti ai lavori forzati, gli abitanti di Dahna si sono ritrovati a perdere non solo la libertà e ogni diritto possibile, ma anche a vivere per quasi 300 anni come schiavi senza poter rivendicare la propria identità. Dahna viene divisa in 5 regni, ognuno comandato da un Lord il cui scopo è derubare ogni cittadino dahnano della propria energia astrale che conduce chiunque ne venga privato a una sorta di inesistenza, facendo quindi una fine ignobile. Obiettivo di questo accumulo è la "Disfida Reale", una sorta di competizione dove i cinque Lord si sfidano a chi ne possiede di più per essere poi premiato come Sovrano dell'intero regno.

Il nostro protagonista si chiama Alphen ed è un giovane schiavo nel regno di Calaglia, indossa una maschera e non si ricorda praticamente nulla del suo passato. Nel corso delle prime ore di gioco faremo anche la conoscenza di Shionne, una renana che avrà come obiettivo quello di sconfiggere i Lord e recuperare i loro nuclei astrali. La ragazza, purtroppo, è afflitta dalla maledizione degli aculei: una sorta di maleficio che si attiva al contatto e che provoca a chiunque la tocchi un dolore immenso. Trova, però, in Alphen un compagno molto importante proprio in quanto il ragazzo è particolare non sentendo il dolore e potendo quindi estrarre la potentissima Spada Ardente utilizzando il nucleo primario posseduto da Shionne. I due iniziano quindi ad allearsi con l'obiettivo di sfidare e spodestare i cinque Lord, in modo da conquistare i nuclei primari posseduti da loro e ponendo fine alla Disfida Reale insieme a un gruppo di compagni che andranno man mano ad infoltire le nostre fila.
Tales of Arise pone gran parte della sua struttura narrativa sul semplice filone, ma il racconto tirato fuori è di grandissimo impatto soprattutto per le tematiche che - in particolare oggi - tendono a colpire forse di più. Arise infatti si basa completamente sul confronto tra Renani e Dahnani in quello considerabile un vero e proprio scontro razziale. Rispetto al passato, però, la scrittura è molto più seria e cupa pur non disdegnando piccole battute ironiche o scenette (soprattutto tra Rinwell e Law) che alleggeriscono la tensione in maniera considerevole. Tales of Arise è un'enorme shonen - e le cutscene animate da Ufotable spingono molto su quella direzione - con delle tematiche più adulte e una messa in scena spettacolare e ben curata.

La grossa critica che vorremmo muovere sta nella seconda metà dell'avventura, forse il punto negativo più grande di questo gioco e quello che lo penalizza eccessivamente nella seppur elevata valutazione. Senza scendere in particolari spoiler ci ritroviamo con una prima parte costruita molto bene - anche grazie ai dialoghi secondari che costantemente ci ricordano dove ci troviamo - e una seconda invece molto raffazzonata e molto "casuale". Il nemico risulta praticamente mal costruito e le spiegazioni che fanno capolino dai molti dialoghi che costellano questa parte sono spesso tirate per i capelli. Un problema non enorme, ma che penalizza sostanzialmente il grandissimo lavoro fatto precedentemente dal team.

Il mondo di gioco è magnifico e le missioni secondarie aiutano ad ampliare l'intera lore che circonda Dahna e il rapporto con i renani. Seppur spesso si parli di semplici fetch quest, con la raccolta di oggetti o la sconfitta di un particolare tipo di mostro necessaria per portarle avanti, Tales of Arise può insegnare a molti titoli del genere come costruire delle missioni così in modo da non renderle banali, una cosa non da poco per il team di sviluppo.

Spade, spadine e scudi clamorosi

Quello a cui ci siamo trovati davanti, una volta avviato il gioco, è uno dei migliori sistemi di combattimento - non a turni - degli ultimi anni. Chi frequenta spesso il nostro canale Twitch saprà come il sottoscritto sia un grandissimo fan della turnazione, dell'attesa e nella strategia che può derivarne. Tales of Arise invece si propone come una valida alternativa nel panorama dei jrpg mettendosi a metà tra Tales of vecchio stile e alcuni titoli molto più action come il recente Final Fantasy XV o Kingdom Hearts. Infatti, se nei passati Tales potevamo concatenare combo solo fino al completo utilizzo dell'apposita barra, qui ci ritroviamo a poter attaccare praticamente senza sosta e usare le Arti per massacrare i nemici con attacchi poderosi utilizzando gli appositi BA che troveremo al di sotto della barra vita del nostro personaggio. Ci ritroviamo quindi a concatenare costantemente Arti fino alla conclusione di questa tipologia di punti nell'attesa di ricaricarli semplicemente attaccando il nemico senza sosta. Il gioco è quindi molto più votato all'azione e meno alla strategia, picchiare tanto con l'attacco base e sfruttare le arti per attaccare più pesantemente durante alcune fasi diventerà fondamentale per arrivare alla vittoria.
Oltre alla fase offensiva, ovviamente, è stata rivoluzionata anche quella difensiva: il team infatti ha rimosso la funzione Guardia inserendo delle rapide schivate [un po' il mid-roll dei vari Souls N.d.R.] che permettono di evitare con il giusto tempismo i vari attacchi. Infatti, in Arise è stato garantito che quasi ogni mossa avversaria possa essere schivata e a volte capire il tempismo di certi attacchi sarà fondamentale durante le boss fight ,soprattutto a livelli di difficoltà più elevati. I componenti del party possiedono anche altri modi per danneggiare il nemico: Alphen può sfruttare la Spada Infuocata per compiere delle particolari Arti che danneggiano anche sé stesso ma infliggono danni enormi ai nemici, mentre tutti quanto possiedono una meccanica individuale chiamata "Attacco Boost" che permette di sfruttare le caratteristiche di quel determinato personaggio. Se Alphen può atterrare i nemici, Shionne può usare il fucile per attaccare quelli volanti o Rinwell bloccare l'utilizzo delle Arti Nemiche, o ancora c'è chi può sfondare scudi e chi crearli per difendere il proprio party.
Altra novità, collegato agli Attacchi Boost è l'"Assalto Boost": attivata dopo aver effettuato una lunga serie di attacchi a un nemico (o durante particolari sezioni delle bossfight), questa vedrà due personaggi collaborare e usare un attacco potentissimo in grado di infliggere numerosi danni ai nemici.

Padroneggiare tutti gli aspetti del combat system non è facile e serviranno molti tentativi, ma una volta raggiunto questo livello le soddisfazioni che emergeranno saranno enormi. A controbilanciare negativamente questi aspetti ci pensa l'intera costruzione delle battaglie con nemici che ci ha enormemente deluso. L'intera difficoltà delle boss fight si riduce nell'enorme numero di danni che fanno e l'avere una quantità enorme di HP anche nelle difficoltà più basse [il boss finale ha circa 230 mila hp anche in modalità facile N.d.R.] rendendole delle vere e proprie spugne. Un modo forse blando e banale per mettere in difficoltà il giocatore e probabilmente da questo punto di vista si poteva fare molto di più.

Ad accompagnare l’azione vera e pura troviamo anche il sistema di potenziamento dei personaggi che si basa, come nello stile classico dei jrpg, in nodi specifici da sbloccare spendendo Punti Abilità. Combattendo o completando le missioni secondarie, infatti, potremo metterci da parte questi PA da spendere in abilità o miglioramenti alla statistiche. Specificatamente potremo sbloccare nuovi Titoli, composti proprio da questi specifici nodi, sia avanzando nel gioco sia compiendo alcune azioni che verranno specificate nel menù apposito. Una volta sbloccato tutte le abilità che compongono il titolo otterremo dei boost alle statistiche che si può tradurre in enormi potenziamenti a fronte di una spesa elevata di PA. Nei vari Titoli potremo trovare non solo cambiamenti alle caratteristiche o nuove Arti, ma anche potenziamenti per la meccanica dell'Oltre Limite: una particolare fase del combattimento che si attiverà in determinate condizioni (schivate, numero di arti eseguite, attacchi boost) e che consentirà di colpire il nemico con le Arti senza curarsi dei BA e terminare il tutto con un'Arte Mistica devastante che farà danni enormi a tutti.

Un salto non molto generazionale

Abbiamo giocato e finito Tales of Arise in versione PC, non potendo osservare quindi il gioco su Playstation 5 o Xbox Series X|S e senza poter valutare quindi le promesse effettuate da Bandai Namco su queste console. Nella nostra configurazione (ancora priva della 3080ti) siamo riusciti a raggiungere una media di 100 fps con il numero che variava dai 120/130 ai 70 nelle fasi più impegnative con molti elementi a schermo. Questo è indice di come il motore grafico utilizzato - l'Unreal Engine 4 - sia stato ottimizzato dal team anche per il PC rimuovendo il pericolo che ogni giocatore teme: Denuvo. Senza questo particolare tool, infatti, le performance sono state ottime e siamo rimasti estremamente soddisfatti di come la nostra avventura su Dahna sia stata meravigliosa pur senza dover rinunciare alle impostazioni grafiche. Le mappe infatti sono più popolate e piene del solito, con molti dettagli ed effetti scenici che rispetto al passato riempiono di più l'atmosfera. Lo stile grafico può non piacere a molti, ma è stato fondamentale per la buona riuscita di Tales of Arise: infatti il gioco si propone con uno stile acquarellato che, nonostante all'inizio sembri abbastanza strano, dopo qualche ora conquista ed esalta i modelli dei personaggi.

L'ultima parola la lasciamo alla OST, composta dal maestro Motoi Sakuraba, che ancora oggi riesce a proporre dei brani di altissimo livello passando da theme allegri e spensierati a quelli più cupi con una maestria innata. Enorme plauso anche alle theme principali, molto azzeccate e che riescono a rimanere nella testa dei giocatori constantemente.

Game of the Year?

Tales of Arise è essenzialmente una delle punte più alte mai raggiunte dal franchise targato Bandai Namco, la sua forza sta nel riuscire ad amalgamare perfettamente le tematiche con una storia scritta molto bene (almeno per la prima parte, un po' meno quella finale) e messa in scena ancora meglio. Il sistema di combattimento è l'ennesima evoluzione che non ci aspettavamo, con alcune difficoltà nelle prime ore ma con il sopraggiungere dei compagni e delle meccaniche riesce a esprimere tutto il suo potenziale raggiungendo delle vette di rarissima qualità.

Ci ritroviamo davanti a un gioco candidato a GOTY? Assolutamente sì, ci sorprenderebbe molto non vedere Tales of Arise nella lista dei GOTY o a non vederlo vincere nessun award. Questo però non deve essere la fine di un percorso in Bandai Namco, ma l'inizio di una splendida risalita nell'Olimpo del genere.

Good

Sistema di combattimento soddisfacente
OST di altissimo livello
Tecnicamente ineccepibile
La prima parte della storia è scritta in maniera coerente...
Secondarie scritte ottimamente

Bad

...la seconda parte un po' meno
Difficoltà artificiale
9.2
TRIBE APPROVED

Sviluppatore: Bandai Namco Studios
Distributore: Bandai Namco Entertainment
Data di uscita: 10 settembre 2021
Genere: Action, JRPG
PEGI: 12+
Piattaforme: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC

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