Pongiornissimo, amici della Tribù, e felice anno nuovo! Dopo la mia precedente tripletta di recensioni, tutte dedicate a titoli nipponici accomunati da un forte stile anime e un’attenzione più o meno grande alla narrativa, oggi andremo a trattare un gioco completamente diverso.
Il titolo di cui sto per parlarvi è infatti Terra Nil, un gestionale sviluppato da Free Lives con al centro una forte tematica ambientale ed ecologica, uscito nel corso dell’anno sia su PC che per dispositivi mobili (giocabile gratuitamente tramite l’abbonamento a Netflix). Nello specifico, però, io ho avuto il piacere di provare la versione rilasciata per Nintendo Switch, dove il gioco ha fatto il suo arrivo a metà del mese scorso. Dunque, dopo la consueta introduzione, direi che è arrivata l’ora di entrare nel vivo del pezzo, prendere sotto braccio la nostra sedicente laurea di ingegneri ambientali e scoprire come si è comportato il gioco. Buona lettura!
Come già anticipato poco sopra, Terra Nil è un titolo privo di una trama vera e propria, ma il suo contesto narrativo è reso sin da subito lampante ed è perfettamente connesso alle tematiche che gli sviluppatori desiderano condividere col suo giocatore. La Terra [o, almeno, quello che sembra un pianeta gemello della Terra N.d.R.] è ormai una landa desolata, dove siccità e carestia hanno devastato tutti i continenti.
Ora che le terre desolate hanno preso il sopravvento sta a noi, in veste di umani che hanno chiaramente sfruttato troppo il proprio mondo, risanare un passo alla volta la fauna e la flora di casa nostra. Queste premesse sono affrontate dal gioco con lucidità, senza fare troppa morale su come ci si sarebbe dovuti comportare in passato, ma concentrandosi su cosa è possibile fare ora, nel presente, per migliorare il futuro del pianeta. Una visione ottimistica della questione ambientale che pone il giocatore in uno stato d’animo piuttosto positivo, a nostro avviso.
Lo slogan di Terra Nil è proprio “un city builder al contrario” e ciò ci è parso veramente azzeccato. Il titolo fonda infatti le sue basi su un sottogenere ben preciso dei gestionali, ma ne stravolge le premesse, mischiando il tutto con elementi tipici dei giochi rompicapo. Il giocatore non ha l’obiettivo di usare la natura e le sue risorse per far sorgere metropoli, bensì quello di usare la tecnologia a disposizione per risanare, tramite diverse fasi, svariate regioni al loro stato florido e sano, prima del passaggio dell’uomo. Per fare tutto ciò, il gioco permette di scegliere tra tre diversi livelli di difficoltà [a me nello specifico è toccato il titolo di “giardiniere” N.d.R.] o personalizzare la propria esperienza tramite varie opzioni. Pur cercando di avere un approccio rilassante, il titolo non esclude la possibilità di arrivare in punti in cui si debba ricaricare la mappa dalla fase precedente, poiché risanare un mondo apparentemente privo di speranza non è facile…
Ma come si risana un pianeta divenuto una landa desolata? Per prima cosa, è necessario avere una fonte di energia. In Terra Nil piazzare una turbina eolica è infatti ciò che, spesso, apre i lavori di bonifica a cui ci dedicheremo, poiché la prima fase in ogni livello è quella di purificare il maggior numero di caselle da cui è composta la mappa e far ritornare, tramite l’uso di vari strumenti, le piante e l’acqua pura. Ricoperto il suolo di vegetazione, giunge il momento della seconda fase, quella in cui è necessario favorire la biodiversità e far sviluppare biomi differenti, anche grazie a macchinari che influenzano il clima [a cui sono legati alcuni obiettivi secondari N.d.R.]. La terza fase, quella conclusiva, richiede di eliminare la traccia del nostro passaggio: tramite l’uso di strumentazioni specifiche, si devono quindi riciclare i materiali e attirare gli animali, così da ripopolare la regione. Al termine di questo processo, sarà tempo di partire alla volta di una zona differente.
Mano a mano che procederemo nella nostra avventura di bonifica, la nostra “Guida per principianti al risanamento di un ecosistema” (rinvenuta tra la polvere nella prima scena del gioco) si arricchirà di dettagli su cosa abbiamo scoperto, sia a livello di strumentazioni e macchinari, sia per quanto riguarda la fauna che siamo riusciti a scoprire e reintrodurre con successo nei giusti biomi.
Le regioni del gioco sono in totale quattro e ognuna di esse richiede un approccio unico e l'impiego di mezzi specializzati, dato che esse ritraggono ambientazioni estremamente diverse [temperata, tropicale, polare e continentale, per la precisione N.d.R.]. Il gameplay risulta quindi stimolante, ma a volte cade anche nella frustrazione, dato che non sempre il gioco spiega al meglio ciò che bisogna fare o come si debba impiegare una determinata tecnologia. Andare per tentativi ed errori non è una soluzione sempre divertente, ma almeno ci è permesso di annullare la nostra ultima mossa.
Dopo aver trattato le tematiche e il gameplay di Terra Nil, è opportuno parlare un po’ dei suoi lati tecnici e artistici. Per toglierci qualche sassolino dalla scarpa, diremo in modo chiaro che il gioco non si è comportato troppo bene su Switch e ha causato più problemi di quanti avrebbe certamente dovuto. Per iniziare, infatti, il porting per la console Nintendo soffre di un lampante calo di prestazioni quando le regioni iniziano a riempirsi di vita, arrivando a vedere un forte calo di FPS e della responsività dei comandi. Quello che ha però minato la nostra esperienza è stato l’incontro di glitch che, facendo chiudere bruscamente il gioco, ci hanno costretto a ricaricare più volte la partita e, alla fine, a ricominciare da capo delle fasi o dei livelli interi [il voto finale sarebbe altrimenti stato più alto N.d.R.].
Abbiamo sicuramente avuto sfortuna nell'imbatterci in alcuni problemi, ma pare che anche nelle altre versioni il gioco non sia estraneo a rogne tecniche...
Graficamente il titolo non è nulla di incredibile e, probabilmente anche per le sue parziali origini mobile, spesso l’interfaccia utente risulta un po’ spoglia e anonima. Ciò viene però controbilanciato dalla resa dei vari ambienti, che risultano colorati e belli da vedere mano a mano che si arricchiscono di piante e animali [ammirare i paesaggi incontaminati dopo la nostra partenza risulta sempre appagante N.d.R.], e dalla cura posta nel rappresentare la guida a cui ci affideremo, che riproduce in modo autentico un vero libro dedicato alla conservazione ecologica. A questo colleghiamo inoltre un adattamento italiano ben fatto che non ha mostrato sbavature, cosa estremamente apprezzata.
Sul lato artistico Terra Nil vanta anche una colonna sonora di accompagnamento piuttosto piacevole, studiata appositamente per tenere compagnia al giocatore durante le sessioni di gioco e mischiarsi coi suoni che caratterizzano le varie regioni, come la pioggia o il cinguettio degli uccelli.
Crediamo che rendere divertente e coinvolgente il risanamento di aree geografiche devastate non sia esattamente l’operazione più facile… quindi possiamo dire che gli sviluppatori di Free Lives siano riusciti nel loro intento. Tralasciando il comparto tecnico, Terra Nil si rivela un gioco a cui si è lavorato con dedizione e cura, per convogliare un messaggio di speranza, su come l’essere umano sia in grado di lasciare un segno assai positivo del suo passaggio e non solo negativo, al contrario di come spesso si pensa.
Al netto di una longevità molto soggettiva [poiché la rigiocabilità, almeno sulla carta, è effettivamente presente N.d.R.], il prezzo del titolo può risultare un po’ alto per un gioco che attesta la sua durata minima come inferiore alle otto ore. Sperando in qualche aggiornamento che possa migliorare i problemi della versione da noi testata, possiamo sicuramente consigliarvi Terra Nil se siete curiosi di provare un gioco che esce dagli schemi del suo stesso genere e cerca di insegnare qualcosa, oltre che a rilassare e divertire!
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