Due anni fa, FuRyu pubblicava in Giappone un sequel spirituale di The Legend of Legacy, parlo di The Alliance Alive, un RPG che strizza l’occhio ai classici del genere col suo stile grafico particolare e un cast di personaggi i quali, come vuole la tradizione, sono intenti a salvare il mondo in cui vivono. Arrivato in Occidente grazie ad Atlus senza riscuotere molto successo, due anni dopo FuRyu ci riprova con The Alliance Alive HD Remastered, versione in alta definizione del gioco uscita su PS4 e Switch lo scorso 11 ottobre grazie a NIS America, che si è occupata della localizzazione di questo porting che ho avuto modo di giocare in maniera approfondita nelle ultime settimane e di cui oggi vi parlerò nel dettaglio.
The Alliance Alive HD Remastered è ambientato in un mondo diviso in varie terre separate tra di loro dagli oceani. Centinaia di anni prima le vicende del gioco, il mondo degli umani fu invaso da creature chiamate Deamons, che attaccarono gli umani a causa della loro paura del Chaos, una misteriosa fonte di energia presente solo nel Regno Umano. L’invasione dei Deamon finì con la completa sconfitta dell’umanità e la divisione del mondo in varie regioni separate da barriere conosciute come Dark Current, che causarono grossi cambiamenti climatici e la scomparsa del Sole. All’inizio del gioco scopriamo come gli umani siano la razza più discriminata nel mondo di The Alliance Alive, trattati come pezzenti dai Beastkind e con i Daemons che sono i loro signori supremi.
Protagonisti del gioco sono 9 personaggi che si riuniranno sotto lo stemma dei Night Crows, un gruppo di umani appartenenti alla resistenza che si oppone al dominio dei Daemons e ha come scopo quello di liberare la razza umana. La particolarità di questo gruppo sta nel fatto che si tratta di personaggi di varie razze, umani, beastkind e daemon, uniti nonostante le differenze e pronti a combattere per la libertà.
La trama del gioco è ispirata ad alcuni dei classici canoni dei JRPG vecchia scuola e la grande varietà del cast, oltre alla situazione sociale nella quale siamo coinvolti, contribuiscono a rendere la storia uno dei elementi di maggior interesse del titolo. Vedere, ad esempio, il rapporto tra umani e quelli che dovrebbe essere i loro dominatori, i Daemon, che cresce col tempo e passa da odio a amicizia sincera è senza dubbio intrigante, sia dal punto di vista degli umani, che temono questi esseri, sia da quello dei Daemons, che si trovano a scoprire come non ci siano poi così tante differenze tra le due razze. The Alliance Alive, quindi, non è solo un JRPG classico che vede un gruppo di eroi combattere contro i cattivi di turno, ma un viaggio dove il cast deve superare le differenze per un bene superiore.
The Alliance Alive HD Remastered propone lo stesso sistema di gioco visto in The Legend of Legacy, piuttosto particolare per un JRPG e che può sembrare strano inizialmente ma che, gioco in mano, funziona alla grande: sto parlando del sistema di crescita dei personaggi casuale. Di cosa si tratta nello specifico? Nel gioco i personaggi non salgono di livello né apprendono abilità normalmente; infatti le statistiche aumentano a caso a fine di ogni battaglia, che siano HP o SP, non esiste un modo predeterminato ci crescita e se, ad esempio, affrontiamo una battaglia dove qualche stat aumenta, carichiamo il gioco e riaffrontiamo lo stesso scontro, non è dato per certo che quell’aumento si verifichi di nuovo. Stesso discorso va fatto per la abilità, divise ognuna in base alle svariate armi o tipologia di magia che desideriamo associare ad un personaggio, il quale, continuando ad usare determinate armi e magie, ne imparerà di nuove e più potenti, ma come detto anche qui in maniera completamente casuale ed esiste la possibilità concreta di trovarsi con skill potenti fin dall’inizio del gioco, così come arrivare alla fasi finali con abilità molto scarse e inadatte. In The Alliance Alive il caso regno sovrano, ma ad aiutarci ci sono i Talent Point, punti che si ottengono a battaglia finita e che possiamo spendere sulle classi in modo da ottenere i benefici casuali più spesso, oltre che un minore utilizzo di SP per le Skill, indispensabile vista la possibilità di terminarli in fretta. Per il resto il gioco è un classico JRPG a turni dove, una volta selezionato il tipo di attacco, ogni personaggio colpirà in base alla sua velocità, nemici inclusi. Gli scontri non sono casuali, ma ogni nemico è ben visibile sia nella World Map che nei dungeon, con la possibilità di sferrare un attacco preventivo se riusciremo ad avvicinarci alle spalle senza farci notare, consci però del fatto che anche i nemici possono fare lo stesso, per cui bisognerà fare attenzione.
Tutto sommato, sia i combattimenti che il sistema casuale funzionano benissimo e difficilmente il giocatore si ritrova ad avere problemi nel corso della storia, anche perché il livello di sfida non è troppo alto, ma piuttosto bilanciato e adattato alle esigenze del momento. Se questi punti erano positivi nella versione originale su 3DS, lo stesso discorso si può fare tranquillamente anche per il porting.
Passiamo ora a dare un’occhiata a come è stato creata questa versione per console di ultima generazione. È quasi superfluo dire come la prima grossa differenza tra 3DS e PS4/Switch sia che il miglioramento a livello grafico è evidente, texture più pulite, niente aliasing nei modelli dei personaggi e una stabilità migliore in termini di framerate; da questo punto di vista il lavoro di Cattle Call è quello che ci si aspetta da un lavoro di rimasterizzazione del titolo. Purtroppo ci si ferma qui con le novità, in quanto il gioco soffre degli stessi problemi della versione originale, ovvero l’assenza del doppiaggio; ora, la mancanza di un parlato su 3DS non è di certo un problema, ma visto che qui stiamo parlando di un remaster, era lecito aspettarsi un qualche piccolo extra quando invece gli sviluppatori si son limitati a migliorare la grafica e basta. Un peccato, perché il gioco visivamente rende bene anche su PS4 (la versione testata) e la mancanza di un doppiaggio di qualsiasi tipo si fa sentire. Altro punto negativo è la colonna sonora, con brani sempre uguali per le battaglie, sia normali che contro i boss, basti pensare che la musica dell’opening del gioco è la stessa della battle theme. Compositori decisamente poco ispirati a questo giro e che immediatamente fanno tornare a quanto detto qualche riga sopra, da un remaster ci si aspetta sempre qualche extra in più rispetto alla versione originale e Cattle Call da questo punto di vista ha deluso abbastanza. A non deludere è la traduzione, in questo caso però merito più di Atlus che NISA in quanto si tratta praticamente dello stesso lavoro, con NISA che probabilmente ha cambiato solo qualche testo lasciando invariata l’opera originale, un po’ come successo in altri titoli passati da Atlus a NISA come Odin Sphere.
Quindi, The Alliance Alive HD Remastered è promosso? Si, ma con riserva. Il titolo era valido su 3DS e il discorso non cambia su PS4/Switch, ma, come più volte ribadito in questa recensione, da un remaster ti aspetti qualcosa di più che un semplice amento della risoluzione. Detto questo, il prezzo non troppo elevato, una discreta longevità e sistemi di gioco divertenti e interessanti fanno del gioco un buon JRPG, non eccezionale certamente, ma che saprà regalare qualche ora di sano divertimento a chiunque.
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