Sin dall’annuncio, The Caligula Effect ha catturato l’attenzione degli appassionati dei giochi di ruolo di stampo tipicamente giapponese. Questo perché l’eredità di cui si fregiava, quella dello sceneggiatore dei primi tre titoli della serie Persona, è di quelle che scottano. Presi dalla curiosità, i giocatori però si trovarono, nel maggio 2017, davanti a un gioco letteralmente ingiocabile. Playstation Vita, infatti, si scoprì troppo poco potente per poter gestire tutto il titolo sviluppato da Aquria e rese l’intera esperienza orribile a causa di frequenti cali di fps e di prestazioni. The Caligula Effect, però, ebbe un successo insperato in patria (nonostante le poche copie vendute) e ci fu la decisione di trasporre tutta l’opera in un anime, probabilmente per convincere i giocatori dell’effettiva qualità del prodotto. A seguito di questa decisione FuRyu e NIS America hanno deciso di far tornare in vita l’intera produzione e allargare i confini del gioco originale producendo The Caligula Effect: Overdose, una vera e propria remaster con nuovi elementi uscita lo scorso 15 marzo su PC, Nintendo Switch e Playstation 4. Dopo aver giocato, seppur per poco, alla release su PSVita qualche anno fa, abbiamo deciso di riprovarci e ci abbiamo rimesso mano, questa volta su Playstation 4, per vedere se l’effettiva qualità merita – o no – l’acquisto.
L’intera avventura di The Caligula Effect: Overdose si svolge nel Mobius, una sorta di mondo fittizio creato da Mu e Aria – due idol virtuali – per intrappolare le persone che hanno deciso di vivere senza pensare alla realtà. In questa realtà è stato ricreato un tipico ambiente scolastico giapponese dove non esiste uscita, i ragazzi del terzo anno – che teoricamente sarebbero diplomati – vengono rimandati al primo in un loop potenzialmente infinito. All’interno di questa realtà, però, alcuni studenti hanno capito di non vivere nel mondo reale e decidono di voler scappare da lì, per tornare dai loro cari e affrontare la vita di tutti i giorni. Il Go-Home Club tenta in tutti i modi per scoprire la verità sul Mobius, ma è solo grazie all’arrivo di un giovane – o di una giovane, in base alla scelta del giocatore – che si metteranno in moto una serie di eventi che potrebbero sconvolgere la vita virtuale. Il protagonista – e in seguito anche i suoi compagni – ha il merito di poter entrare nello stato di Catarsi e riuscire così a liberare il proprio potenziale – in puro stile Persona – per poter combattere i Digiheads, abitanti del Mobius che sono stati soggiogati da Mu e corrotti fino a diventare dei veri e propri mostri con il solo obiettivo di distruggere chi tenti la fuga.
The Caligula Effect: Overdose tende a prendere molti spunti da alcune delle serie con più influenza sul pubblico giapponese partendo dall’ovvio paragone, cioè quello con la serie Persona. Caligula, infatti, strizza molto l’occhio alla serie targata Atlus – probabilmente grazie all’influenza di Tadashi Satomi, il co-scrittore di cui abbiamo parlato nell’introduzione – e lo stesso risveglio dello stato di Catarsi ricorda molto quello delle personalità interiori già viste in molte situazioni. Se le prime ore possono essere considerate particolarmente interessanti, col passare del tempo ci si accorge che, purtroppo, la scrittura lascia molto a desiderare, con dei protagonisti piatti caratterizzati da stereotipi usati fin troppe volte nelle opere giapponesi e con gli eventi narrati con un’estrema lentezza, tanto da rendere la storia un mero pretesto per menare le mani e arrivare al confronto finale con i Musicisti, gli antagonisti del gioco. A questo proposito va segnalata la novità più grossa della versione Overdose: infatti nella remaster è stata aggiunta un’intera storyline che permette al giocatore di tradire il Go-Home Club ed entrare a far parte dei Musicisti, cercando di far capire le loro motivazioni e quelle della stessa Mu nella lotta per la sopravvivenza nel Mobius. Oltre a questo scenario sono stati aggiunti nuovi personaggi (due per parte) giocabili in aggiunta agli oltre 500 con cui è possibile fare amicizia. Infatti in The Caligula Effect già era possibile sfruttare quella che è stata definita, dai fan, una versione più estesa dei social link di Persona. Ogni studente che incontreremo sarà sbloccabile nel menù apposito e si potrà interagire con esso fino ad arrivare al livello massimo di amicizia che ci renderà noti sempre più dettagli sulla sua vita al di fuori del Mobius.
Se già dalla trama possiamo vedere come The Caligula Effect prende molto spunto da alcune fortunate serie, lo stesso non possiamo dire del sistema di combattimento. Infatti il classico combat system a turni nei videogiochi di ruolo in stile giapponese viene stravolto dal titolo Aquria, che cerca di differenziarsi dai ben più noti concorrenti. Ogni turno, infatti, è scandito da una sequenza di azioni – fino a 3 – che si possono concatenare per effettuare attacchi dai vari effetti. Il bello arriva quando si iniziano ad unire altri membri del team per poter creare delle combo precise al millesimo di secondo grazie alla possibilità di spostare, nel tempo, le azioni scelte e poter così creare combinazioni esplosive. Sfruttando alcune particolari abilità sarà anche inoltre possibile sfondare difese nemiche oppure demolire ogni fase d’attacco dell’avversario permettendo di finire le sfide senza aver subito il minimo danno. Tutto molto bello, almeno finchè non aumentano le ore di gioco e ci si rende conto che il gioco diventa di una facilità spropositata e che si passerà più tempo a preparare il combattimento coi mob piuttosto che ad affrontare dialoghi di storia. Aquria, inoltre, non ha neanche contemplato la possibilità di passare il turno oppure di meccanizzare tutte queste operazioni, e dopo poco ci si ritroverà a schiacciare incessantemente il tasto di conferma senza neanche far caso a ciò che accade a schermo in attesa della conclusione della battaglia. Non aiuta, certamente, la poca varietà tra i nemici che non cambia poi così tanto in base alla location della battaglia.
Ovviamente rispetto alla controparte mobile, The Caligula Effect: Overdose beneficia molto della conversione su PC, Playstation 4 e Nintendo Switch. Purtroppo non siamo riusciti a metter mano sulla versione per l’ibrida Nintendo, ma sulla console Sony – invece – il gioco risolve finalmente i fastidiosi problemi che si presentavano sulla sua sorella minore. Il passaggio all’Unreal Engine 4 ha sicuramente giovato all’intera produzione e lo si può notare anche dal maggior risalto ai modelli dei personaggi e delle ambientazioni che, seppur minimali e ripetitive, fanno comunque la loro porca figura. A proposito dei personaggi, c’è da notare come il character design tenda a seguire lo stesso filone dell’intero gioco e a prendere un grandissimo spunto da Persona e da altri titoli della stessa tipologia, vivendo sempre nel limite tra il puro e semplice omaggio e il plagio. Siamo rimasti piacevolmente colpiti, invece, dalla colonna sonora, vera e propria meraviglia di Caligula. Essendo un gioco in cui la musica ricopre un ruolo centrale (è il modo che hanno i Musicisti per ipnotizzare gli abitanti del Mobius e poterli controllare) ci aspettavamo tanto da essa e c’è da dire che Aquria non ha deluso, anche grazie alla presenza di Tsukasa Masuko, compositore della serie Shin Megami Tensei.
C’erano grandissime speranze per The Caligula Effect: Overdose e sono state praticamente tutte demolite. Infatti il più grande difetto dell’intera produzione è il voler assomigliare troppo a giochi di altre serie – Persona fra tutte – senza ritagliarsi una vera e propria identità. Ottima l’idea sulla carta di gestire lo scontro tra due fazioni nella realtà del Mobius, ma la realizzazione è da rivedere: troppi momenti morti e una scrittura piatta rendono quasi infernali le ore in compagnia di Aria e del Go-Home Club. Persino lo scenario aggiuntivo non entusiasma, anche se le potenzialità c’erano e aiuta sicuramente a capire le motivazioni dietro al comportamento di Mu e dei vari Musicisti. Lo stesso problema possiamo osservarlo nel gameplay che ha cercato di proporre delle sue idee, per certi versi geniali, ma che al lato pratico si sono rivelate solamente pesanti anche a causa di una difficoltà quasi irrisoria che neanche il cambio con quella successiva ha prodotto risultati. Purtroppo l’aver risolto i problemi tecnici presenti su Playstation Vita ha permesso finalmente di vedere The Caligula Effect: Overdose per quello che è, un prodotto che ha le capacità, ma che non si è applicato totalmente risultando alla fine rimandato – e non totalmente bocciato – ma pesantemente ridimensionato.
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