Po(r)ngiornissimo, ragazzi della Tribù, sono assai felice che siate venuti a ritrovarmi tra queste pagine. Ero certo di essere riuscito a stuzzicare le vostre fantasie!
Come ho avuto modo di raccontare nel mio provato uscito all’inizio del mese, nel corso della Gamescom 2024 mi è stata data la possibilità di sporcarmi le mani nel provare l’ultima fatica di Jackbox Games, lasciandovi con un (piuttosto palese) presagio di cosa stava nascondendo il futuro tra le pieghe del suo impermeabile beige. Eccoci quindi giunti alla recensione di The Jackbox Naughty Pack, la prima raccolta di giochi sporcaccioni confezionata dalla casa di Chicago. Spero siate belli caldi… è ora di lanciarsi in azione e scoprire se questa tribade triade di titoli è riuscita a soddisfare me e i miei “assistenti”!
Dato che The Jackbox Naughty Pack non è un titolo che offre una qualunque componente narrativa [lo so, un vero shock N.d.R.], ma, anzi, mira direttamente al punto senza troppi preliminari, vedremo di fare lo stesso anche nella prima sezione della nostra analisi. Nel corso di questo capitolo, diviso in tre parti, andremo infatti a occuparci di ognuno dei giochi presenti in questa collezione… cercando anche di evitare di ripeterci troppo riguardo ad aspetti che abbiamo già trattato nell’Hands-On della Gamescom!
Il primo gioco di questo Naughty Pack vede il grande ritorno di Fakin’ It, titolo presente nella terza raccolta della saga dei Jackbox Party Pack, qui riadattato per mettere le persone nei panni di imbroglioni alle prese con domande decisamente più spinose del normale.
Lo scopo del gioco, in goldoni soldoni, è quello di accumulare punti mentre ci si alterna come impostori nel corso di diversi round, che portano oltretutto in gioco meccaniche e dinamiche leggermente diverse. Se il nostro compito sarà quello di fingere, non avremo modo di conoscere le domande a cui tutti gli altri stanno rispondendo e, di conseguenza, dovremo cercare di sviare i sospetti sugli altri quando le risposte verranno tutte flashate a schermo. Di rimando, quando ci toccherà rispondere seriamente, avremo modo di scopare scovare chi sta cercando di passare inosservato e votare coloro di cui sospettiamo [la prigione per arrapati li aspetta N.d.R.].
Come primo tassello di questo puzzle del vedo-non-vedo, Fakin’ It All Night Long si è comportato in maniera egregia. A mani basse è il gioco in cui, a nostro avviso, la presenza di più persone porta più caos e anche più divertimento, poiché le assurde uscite dei propri compagni di giochi possono veramente aiutare l’imbroglione di turno a mischiare nel torbido e a sviare i sospetti degli altri giocatori. La varietà di tipologie di round (che vengono anche scelte a turno dai giocatori) è sicuramente un valore aggiunto e contribuisce a rendere questo primo titolo del Naughty Pack un’aggiunta dall’ilarità contagiosa. Pensiamo che, anche dopo qualche partita, sarete sempre pronti a un altro giro.
Come secondo membro di questo sparuto cast di titoli adults-only troviamo la versione senza censure di Drawful, forse il titolo più celebre creato da Jackbox Games, riproposto in più di una salsa (tra cui anche una versione in solitaria). Forse una scelta quasi obbligata per questo Naughty Pack!
Dirty Drawful pone il pennello digitale nelle mani dei giocatori per improvvisarsi come artisti più o meno capaci [più meno che più N.d.R.] per poi sfidarsi a indovinare il titolo delle opere di tutti i partecipanti. Ogni persona riceve una descrizione e ha due minuti per cercare di produrre uno schizzo che meglio la rappresenti. Successivamente, ai giocatori vengono mostrate le opere, una alla volta, così da poter fornire un titolo che meglio descriva il disegno a schermo, in modo tale da sperare di sviare gli altri giocatori. Ogni fase si conclude poi con una votazione per vedere chi riesce a indovinare quale fosse il prompt originale.
Inutile dire che Drawful è un concept che funziona ancora benissimo a distanza di anni: aggiungere descrizioni folli e politicamente scorrette al mix porta il gioco a poter offrire una dose di divertimento pressoché incalcolabile, come se ci si trovasse tra le mani un Dixit sotto steroidi [e probabilmente viagra N.d.R.]. Il secondo titolo di The Jackbox Naughty Pack è un gioco limitato solo dalle vulcaniche capacità dei giocatori di improvvisarsi artisti prima e critici d’arte poi, e dal tempo che si ha a disposizione per produrre disegni e titoli, ovviamente. Pecca opinabile è la mancata inclusione di un modo per premiare i disegnini più meritevoli, anche solo in maniera marginale.
Dulcis in fundo, arriviamo forse alla vera star di questa raccolta, ovvero Let Me Finish, l’unico gioco inedito di questa raccolta, chiavato chiamato a sostenere tutto solo il peso della novità, anche per non far apparire The Jackbox Naughty Pack come una collezione di semplici riproposizioni.
Lo scopo del gioco è quello di dibattere, aiutati da disegni e scarabocchi, su temi di una discreta importanza socio-politica [come determinare quali siano le zone erogene di un sandalo o come si potrebbero svolgere i preliminari per un edificio diroccato N.d.R.] in sfide testa a testa in cui è necessario fare sfoggio delle proprie capacità orali. Ogni round, infatti, due giocatori verranno selezionati e avranno una manciata di secondi per pensare a come rispondere a un quesito collegato a un’immagine. Scaduto il tempo, dovranno cercare di accalappiarsi i voti degli astanti, che al termine del dibattito potranno anche dire la loro.
Let Me Finish non è un’opera dalla struttura particolarmente complessa, anche per gli standard dei titoli Jackbox, tuttavia, forse per la sua semplicità, sembra mancare di quel palpabile e ficcante mordente degli altri due giochi. I dibattiti, infatti, per quanto siano completamente folli e possano far scaturire delle risate veramente trascinanti, restano “meccanicamente” un po’ ripetitivi (pur essendo i temi ovviamente tanti), come se il continuo dover esporre a turni in sfide di coppia finisca un po’ per menare lo scherzo per le lunghe. Indubbiamente è il gioco che ci ha lasciato più tiepidi, ma non possiamo dire che alla sua prima apparizione abbia fatto del tutto cilecca, suvvia.
Ora che ci siamo ampiamente sfogati, possiamo prenderci una pausa e parlare degli aspetti più “di contorno” di questo titolo. The Jackbox Naughty Pack è un’esperienza pensata per essere vissuta in gruppo e tutte le funzionalità del gioco sono lubrificate a puntino, anche grazie ad anni di allenamento degli sviluppatori su questa tipologia di raccolte, per aiutare i giocatori a entrare il più possibile nell’umore migliore.
Visivamente il gioco, anche se con tematiche mai trattate prima, si piazza bene nel panorama di Jackbox Games, sfoggiando grafiche colorate e riconoscibili in combinazione con interfacce semplici e pulite [penso sia superfluo commentare le precise scelte grafiche, è meglio scoprirle da soli N.d.R.]. Di pari passo, anche a livello sonoro il titolo offre musiche, effetti e, soprattutto, versi che scaldano l’atmosfera al punto giusto; anche in questo caso, ci vediamo costretti a fare un plauso alla doppiatrice di Let Me Finish, secondo noi la parte migliore di quello specifico gioco.
Sfruttiamo il paragrafo precedente come appoggio per parlare di come il gioco, oltre a essere completamente doppiato e adattato in italiano in maniera pressoché perfetta, abbia dalla sua anche numerose opzioni di personalizzazione dell’esperienza. Non solo infatti è possibile regolare le più classiche impostazioni, ma il Naughty Pack fornisce anche modi per limitare la tipologia di contenuti che si possono trovare all’interno dei giochi. Oltre a tre diversi gradi di “intensità” dei temi che possono venir fuori nel corso delle partite [e la possibilità di moderare “a mano” le partite nel caso si giochi in diretta streaming N.d.R.], per esempio, è anche possibile mettere da parte i contenuti che fanno riferimento allo specifico paese legato alla lingua scelta per il gioco.
Ciliegina su questo gustoso ammontare di panna montata è poi il lato tecnico, che se non per un singolo e breve caso, non ha dato problemi a nessuno dei giocatori nel corso delle nostre sessioni, tutte giocate in remoto su Discord.
Orbene, per la seconda volta, siamo giunti a un nuovo climax nel parlare di questo tanto ammiccante Jackbox Naughty Pack. In penis primis, possiamo confermarvi che ci siamo divertiti molto a poter testare questa collezione di minigiochi particolari nella sua versione per PC (tramite Steam) e anche i nostri compagni di merende, che non stavano venendo minacciati con nessun frustino o arma simile, erano dello stesso parere.
La cifra per portarsi a casa questo pacco è 21,69 €, un prezzo che può sembrare altino, ma che, pensiamo noi, sia ampiamente ridimensionato dal fatto che per divertirsi tutti assieme è necessaria una singola copia del titolo, proprio come potrebbe essere per un classico gioco da tavolo [dividersi la spesa tra amici interessati potrebbe essere una scelta vincente, in grado di soddisfare tutti N.d.R.]. Va da sé che, se non si hanno molti compari che apprezzano il genere di battute e argomenti infilati in questa raccolta, per quanto la “censura” possa metterci una pezza, si rischia di rimanere un po’ col cerino in mano. Tralasciando la, almeno per noi, inspiegabile decisione di creare una collezione composta da meno giochi del solito, siamo curiosi di sapere se Jackbox Games deciderà mai di rilanciarsi in futuro in una seconda venuta di questa idea pensata per un pubblico più grandicello (si fa per dire). Beh, certo, ora non ci resta che organizzare un’altra serata in cui spassarsela!
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