Nel giro di pochi anni abbiamo assistito ad una rinascita dei JRPG, tra titoli di rilievo come il ritorno di Tales of in occidente e quello di Valkyria Chronicles, Persona 5, Ni no Kuni II, NieR Automata e tanti altri nomi di una lista pressoché infinita. In mezzo a tutta questa abbondanza, però, alcuni titoli di grande valore sono passati in secondo piano perché poco conosciuti al grande pubblico. Tra di questi vi è senza dubbio The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel, sviluppato da Nihon Falcom e uscito su PS3, PS Vita e PC, ma che adesso torna su PS4 in veste nuova, pronto a prendersi il posto che gli spetta tra i grandi esponenti del genere.
Trails of Cold Steel è il sesto capitolo della saga di The Legend of Heroes (Kiseki in Giappone), iniziata con Trails in Sky (la saga di Liberl) e continuata con Zero e Ao no Kiseki, giochi che compongono la saga di Crossbell e mai arrivati in occidente, i cui avvenimenti si collocano nello stesso arco temporale di Cold Steel, conosciuto come la saga di Erebonia.
Protagonista delle vicende è Rean Schwarzer, un ragazzo che si appresta a iniziare il primo anno di studi presso l’Accademia Militare Thors, una prestigiosa scuola dell’Impero. Di norma gli studenti vengono divisi per retaggio, da una parte i nobili e dall’altra la gente comune, ma Rean insieme ad altri studenti faranno parte della Classe VII, una sezione speciale che riunisce sia nobili che normali cittadini e, visto che tra le due parti non scorre buon sangue, le cose non saranno affatto semplici inizialmente. La trama di Trails of Cold Steel è incentrata proprio su questa “lotta di classe” e nel corso del gioco vedremo pian pian come la Classe VII diverrà sempre più unita a formare un gruppo vero e proprio, dove ciascuno si fida del proprio compagno e in cui essi si rapporteranno con le barriere imposte della società, ancora nettamente divisa tra nobili e popolo. Sullo sfondo aleggia l’ombra di una guerra civile tra chi è deciso ad annientare le mire espansionistiche dell’Impero e chi vuole invece prendere il potere.
La trama di Cold Steel è il punto di forza del gioco, tra colpi di scena e rivelazioni che tengono incollati allo schermo dall’inizio alla fine, con il cast che fa da collante alle vicende e che eccelle per caratterizzazione dei singoli personaggi. Tuttavia non sono solo i personaggi a rendere unico il gioco, anche i “banali” NPC hanno qualcosa da dire, che siano cittadini, nobili o gli studenti dell’accademia. La sensazione molto forte è quella di trovarci in un mondo che ha “vita propria”, dove ogni singolo personaggio ha la sua storia e la sua unicità. Falcom tiene molto a questo aspetto alquanto particolare, avendolo realizzato non solo in passato, ma anche in altri titoli come ad esempio Ys. L’unica pecca da rilevare in ambito narrativo è che si tratta solo della prima parte della storia e sarà necessario attendere il secondo capitolo per conoscere lo sviluppo degli avvenimenti.
Trails of Cold Steel è il classico JRPG a turni, come tutti i capitoli precedenti della serie. A seconda dei personaggi a disposizione potremo formare un party composto da quattro membri più eventuali riserve pronte ad entrare in caso di bisogno. Ogni personaggio possiede armi e abilità (Craft) diverse, mentre le magie (Arts) vengono eseguite grazie al sistema degli Orbment, speciali sfere da inserire in un apparecchio in dotazione ai protagonisti e che variano in base all’elemento selezionato; ovviamente ci sono personaggi più portati all’uso delle magie e altri agli attacchi classici, sta a noi quindi decidere quale formazione scegliere per venire a capo delle battaglie. Novità introdotta in Cold Steel è quella del Link, un’opzione che permette di collegare due personaggi in combattimento per far sì che questi si supportino a vicenda in battaglia tra attacchi combinati, skill curative e difensive. Eseguire attacchi in link ci farà guadagnare Brave Point, che permettono di scatenare attacchi combinati tra due personaggi o tutto il party per massimizzare i danni inflitti ai nemici. Sottovalutare l’uso del link o ignorarlo non solo può penalizzare in termini di combattimenti, ma anche per quello che riguarda il gioco in sé. Analogamente a quanto visto in Persona, infatti, Rean potrà approfondire il rapporto con i suoi compagni di classe grazie al sistema dei Bonding Event, veri e propri eventi secondari dedicati ai personaggi che ci permettono di conoscerli meglio, ma i punti disponibili sono limitati, quindi sarà bene scegliere i personaggi che preferiamo o quelli che riteniamo possano risultare più utili in battaglia. Grazie ai bonding event il link tra i personaggi salirà di livello andando ad ampliare di conseguenza le possibili azioni da portare in battaglia, ma potremo anche assistere ad eventi speciali fatti su misura del cast, soprattutto arrivati nei capitoli finali.
Il gioco ovviamente non si limita solo alle battaglie e come ogni JRPG che si rispetti potremo esplorare svariati luoghi attraverso l’Impero di Erebonia per portare a termine i compiti assegnati dalla scuola e aiutare cittadini e studenti in difficoltà, dedicarci ai minigiochi della pesca e al “Blade”, gioco di carte il cui scopo è quello di ottenere un punteggio più altro dell’avversario, oppure seguire esclusivamente la trama principale. Insomma, il gioco mette molta carne al fuoco, nonostante imponga alcune limitazioni esplorative a causa della storia.
La versione PS4 del gioco è un port sviluppato direttamente da Falcom, arrivato da noi grazie a XSEED Games e Marvelous Europe, ma a differenza della versione giapponese quella occidentale può vantare alcune aggiunte presenti solo nell’edizione PC, come le 5000 linee di dialoghi doppiati in lingua inglese aggiuntive. Il resto sono migliorie apportate rispetto al gioco originale, come il supporto ai 4K e il framerate fisso a 60fps oltre a una comodissima modalità turbo che velocizza tutta l’azione di gioco, ideale se decideremo di passare qualche ora dedicandoci al farm di soldi o più semplicemente salire di livello e potenziare i personaggi. Inoltre sono presenti tutti i DLC della versione originale che includono soldi, costumi, item, accessori e molto altro. La traduzione è rimasta la stessa, sempre e solo in lingua inglese e di ottima fattura, sebbene vi siano alcune forzature come battute non necessarie e fuori contesto e piccole omissioni agli avvenimenti di Crossbell in quanto, come accennato in precedenza, i giochi non sono mai arrivati in occidente.
A livello grafico il gioco è rimasto sempre lo stesso e su PS4 non è il massimo, considerando che già su PS3 e PS Vita la grafica risultava datata, ma come nota positiva va segnalato il fatto che sono stati risolti alcuni fastidiosi problemi nelle animazioni dei personaggi. Anche il passaggio ai 4K rende bene e si nota in quanto città e paesaggi sono più dettagliati e rifiniti: infatti nel corso del gioco non sarà affatto raro fermarsi per una pausa e ammirare il paesaggio che ci circonda. Per quanto riguarda l’audio sono presenti i dialoghi in inglese e, per la prima volta in occidente, il doppiaggio originale giapponese. Di fattura eccellente è la colonna sonora, altro punto di forza del gioco e di Falcom, che da questo punto di vista è sempre garanzia di qualità.
La versione PS4 di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel è senza dubbio la migliore e la più completa presente sul mercato. Tutto è stato curato in maniera minuziosa, dal mondo di gioco, il cast, gli NPC, il sistema di combattimento alla trama eccellente e la colonna sonora di alto profilo. Certo, stiamo parlando di un titolo di nicchia, ma che non ha nulla da invidiare a produzioni di maggior richiamo, anzi in certi casi il gioco è di gran lunga superiore ad alcuni di essi.
Se non avete mai avuto occasione di provare il titolo in passato, adesso è arrivato il momento di rimediare al vostro errore: Trails Cold Steel è pronto a stupirvi, e siamo solo all’inizio.
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