Bentornati, amici e amiche della Tribù, per la recensione di The Legend of Heroes: Trails through Daybreak II, il nuovo capitolo della ormai famosa saga di Nihon Falcom.
Come avevo già menzionato nella recensione di Trails to Azure di quasi due anni fa, questo è un franchise al quale tengo molto e che non vedevo l'ora di poter continuare a giocare, fattore che ha alzato notevolmente le mie aspettative per questo nuovo titolo, visto anche che il precedente non era riuscito ad esaltarmi (nonostante fosse un prodotto di assoluta qualità). Probabilmente questa sensazione di poca soddisfazione proveniva dal pacing più lento, causato dalla presentazione di un'intera nuova regione e all'apertura di un nuovo arco narrativo, ma anche dal carattere dei personaggi che mi erano sembrati un po' sottotono.
Di conseguenza mi sono tuffato in Trails through Daybreak II con un pizzico d'ansia e preoccupazione, ma anche con grande eccitazione. Sarà quindi riuscito a soddisfare queste mie alte aspettative? Scopriamolo insieme.
Avevamo lasciato Van Arkryde e compagni in una situazione tranquilla, nella quale, dopo aver sconfitto l'organizzazione criminale Almata e aver posto fine alla pazzia causata da Melchior e gli altri supervisori dei Garden, l'intera Repubblica di Calvard stava ricominciando a vivere vite normali e tranquille. Riprendiamo la narrazione esattamente due mesi dopo, con i membri della Arkryde Solutions sparsi per tutto il paese, impegnati a portare avanti i propri personali obiettivi. Pure Van è tornato alla sua solita vita da Spriggan, tra 4SPG e dolci da far sciogliere il palato, insieme ad Agnès, che continua a barcamenarsi tra la sua vita scolastica ad Aramis e il suo lavoro part-time, almeno fino a quando il nostro protagonista non riceve la visita di Elaine, la sua amica d'infanzia, che lo informa di un caso alquanto particolare che gira attorno ad una serie di omicidi nella capitale di Edith, che lo vedono coinvolto in prima persona.
I due quindi iniziano a darsi da fare, senza sapere che questo sarà solo l'inizio di un'incredibile avventura, piena di colpi di scena, tradimenti inaspettati, rivelazioni sui torbidi passati di molti loro contatti e estremi pericoli come non ne hanno mai vissuti.
La trama di Trails through Daybreak II quindi parte immediatamente in quarta, offrendo un mistero, inizialmente incomprensibile, ma che piano piano inizia a svelarsi in tutta la sua atrocità. Il pacing risulta eccellente e, mediante un piccolo sotterfugio narrativo, la narrazione viene esposta con un metodo alquanto particolare e accattivante, capace di far sì che il giocatore non sappia mai cosa aspettarsi dalla scena successiva. Ci siamo, infatti, ritrovati spesso con la mandibola a terra, increduli per quello che stava succedendo [spesso mi son ritrovato ad esclamare "nah, non può essere successo davvero" N.d.R.]. Questa avventura va a toccare anche avvenimenti che si pensava ormai aver concluso, riprendendo storie dei capitoli precedenti e andando ad approfondirle, spesso rivelando passati orribili e crudeli.
Parlando dei personaggi presenti, Trails through Daybreak II propone un cast veramente esteso, che ricorda molto quelli di titoli come Cold Steel IV o Trails into Reverie e che vede tornare anche molti personaggi visti di sfuggita in giochi precedenti o persino protagonisti di alcuni di essi. Ma la cosa veramente impressionante è che tutti questi personaggi hanno un ruolo ben preciso e alquanto esteso nella narrazione di Trails through Daybreak II, riuscendo a ritagliarsi un loro momento sotto i riflettori, per alcuni più grande, mentre per altri più contenuto.
Parlando del nemico principale di questo gioco, invece, esso è probabilmente uno di quelli meno appariscenti visti nel corso della saga, ma allo stesso tempo risulta come uno dei più calcolatori e spietati, per quanto non al livello di Osborne di Cold Steel; più volte ci siamo trovati a pensare "questa situazione è veramente la più crudele" per poi venire smentiti dal piano successivo e da quello dopo ancora. La potremmo descrivere come una continua escalation di malvagità che arriva al culmine nel finale.
Inoltre, anche le missioni secondarie, o 4SPG, sono sempre di ottima qualità, fatta eccezione per un numero veramente ristretto di esse che permettono al giocatore di avere un momento di respiro tra una scena mozzafiato e l'altra.
La trama di questo titolo, quindi, non ha nulla da invidiare a quella dei capitoli più amati della saga e, anzi, riesce a posizionarsi sul piedistallo tra quelle meglio riuscite.
Per quanto riguarda invece il gameplay, questo risulta come uno dei più variegati mai visti in tutto Legend of Heroes: non si limita infatti al solito combattere, pescare e gioco di carte, ma si espande in una serie di minigame che, per quanto abbiano un largo margine di miglioramento (soprattutto sotto il punto di vista dei comandi), presentano una sfida in più e un diverso modo per passare il tempo, oltre che offrire un ottimo momento di respiro.
Senza voler fare grandi spoiler, in questo titolo è stata aggiunta una sezione relativa all'hacking, con il quale poter sbloccare speciali casse in giro per le mappe di gioco, oltre ad essere utile per superare determinati momenti di trama; è stato aggiunto un sistema di guida per un'istanza specifica; è stato inserito anche un sistema unico per poter giocare a basket e uno per il pedinamento di persone
sospette nel corso di certi casi.
Ma non solo, questo titolo va a migliorare anche sul gameplay d'azione delle Field Battles, dove possiamo combattere contro i nemici in tempo reale: il divertimento è decisamente maggiore, grazie all'aggiunta di attacchi a distanza con le arti, di attacchi combinati legati alle schivate perfette e di un maggiore controllo sui movimenti dei personaggi stessi.
Una nota di merito la diamo anche il livello di esplorazione della mappe di gioco, uno dei punti cardine di tutti i giochi della saga di The Legend of Heroes, che in questo caso merita un plauso per la grandezza e la costruzione di ogni mappa presente, sempre semplici da leggere, ma anche complesse da attraversare. Ogni deviazione, ogni angolo nascondono qualcosa, che sia un gruppo di nemici piuttosto nutrito o una ricompensa di alto valore. Inoltre, questa parte viene ulteriormente esaltata da alcune meccaniche legate alla Shard Search che ci portano continuamente a cercare l'elemento nascosto alla vista e individuabile solo attraverso essa.
Insomma, con l'aggiunta del Märchen Garten, un sistema che si ispira al True Reverie Corridor di Trails into Reverie, ma ne amplia le possibilità aggiungendo funzioni che permettono di migliorare il party o di ottenere elementi estetici, Trails through Daybreak II presenta un gameplay vario, divertente e veramente eccellente nel mantenere il giocatore attaccato allo schermo.
Sotto il punto di vista estetico, questo capitolo mantiene lo stesso feeling di tutti gli altri della saga, rimanendo coerente con quello che ci si aspetta, ma risulta molto più pulito e fluido nelle animazioni, nonché definito nelle parti artistiche degli edifici e dei volti dei personaggi. In ogni caso dà l'idea di essere ancora indietro con i tempi, per quanto ci sia stato un miglioramento delle animazioni, che spesso sembrano finte e poco realistiche, in certi casi persino forzate.
Si nota, quindi, un chiaro miglioramento grafico che riesce a rendere l'esperienza in toto più immersiva e gradevole, per quanto ci aspettiamo di vedere salti maggiori in futuro.
Anche la colonna sonora, il doppiaggio e gli effetti audio riescono nell'intento di supportare e esaltare i reparti di gameplay e storia, con una soundtrack editabile dal menù del Märchen Garten per renderla adatta ad ogni nostra esigenza e con un doppiaggio (in inglese) di alta qualità e che sembra essere migliorato rispetto al capitolo precedente; sia Van che Agnès che tutti i loro amici e compagni, nonché nemici e avversari, esprimono maggiore emozione e aumentano l'immersività del titolo.
Infine, parliamo del comparto tecnico, che si presenta molto bene, offrendo un'esperienza di gioco estremamente liscia e piacevole, senza interruzioni dovuta a crash o simili e con pochissimi bug, nessuno dei quali rompe il gioco. Inoltre, il framerate risulta costante e stabile.
Per concludere, quindi, possiamo dire che questo gioco ha rispettato e superato le nostre più rosee aspettative. Trails through Daybreak II migliora tutto quello che si è visto nel capitolo precedente, riuscendo ad offrire una maggiore immersione nel lavoro da Spriggan di Van e un miglior senso del mistero legato alla trama principale, oltre che in tutto il gameplay grazie alle aggiunte di cui abbiamo parlato precedentemente.
Trails through Daybreak II risulta come un gran capitolo anche in relazione a tutta la saga di The Legend of Heroes e si pone nelle prime posizioni come uno di quelli meglio riusciti fino a questo momento, ponendosi al fianco di titoli come Cold Steel III e Trails to Azure.
Questo gioco è quindi promosso a pieni voti e lo consigliamo caldamente a chiunque sia appassionato della saga.
Il codice ci è stato fornito per PC dal publisher.
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