Benvenuti ragazzi e ragazze della Tribù in questa recensione di Thymesia, un soulslike che prende elementi da vari giochi di questa categoria per poi metterli insieme in un ottimo mix.
In Thymesia vestiamo i panni di Corvus, unico essere vivente immune agli effetti dell'epidemia che ha completamente invaso il Regno di Ermes. Insieme, quindi, ci addentreremo nei suoi ricordi, sperando di trovare degli indizi che portino alla cura di questa malattia.
Ho impiegato all'incirca una decina di ore per completare il titolo, trovando alcuni bug nel corso della mia partita: alcuni di questi erano più leggeri, altri purtroppo hanno impattato in maniera significativa sul gameplay.
Ora, senza ulteriori indugi, ecco a voi la recensione di Thymesia!
Il primo aspetto di cui bisogna parlare quando si discute del titolo sviluppato da OverBorder Studio e distribuito a partire dal 18 agosto 2022 da Team17 su Playstation 5, Nintendo Switch, PC Windows, Xbox Series X|S e Amazon Luna, è sicuramente il suo gameplay e come si sviluppa, essendo questo principale e messo in risalto rispetto agli altri aspetti del titolo.
Questo gioco infatti prende l'idea di dinamismo e aggressività nella schivata e in determinati attacchi da un titolo come Bloodborne, la precisione necessaria nei parry e il poterli eseguire in sequenza da Sekiro e in parte l'idea di level design presente nei Dark Souls, con livelli che si sviluppano anche in verticale e scorciatoie sbloccabili aprendo porte "accessibili solo dal lato opposto" o facendo cadere scale da punti rialzati.
Il gameplay, inizialmente, può risultare estremamente complicato, specialmente perché il parry passa da funzione secondaria a meccanica principale; questa deviazione permette infatti di far calare l'armatura avversaria in una meccanica che in parte ricorda la postura di Sekiro, ma diversa perché far scendere al minimo l'armatura avversaria non basta per poter effettuare il colpo mortale sul nemico. Per finire i nostri avversari è necessario portare a zero le loro Ferite, esposte e danneggiabili solo dopo aver abbassato l'armatura. Oltre al parry e ai normali attacchi con la sciabola, Corvus ha a disposizione anche un Artiglio da utilizzare sulle Ferite esposte del nemico ed un arsenale di Armi Pestilenziali. Corvus può sbloccare le Armi Pestilenziali sia sconfiggendo i miniboss che si trovano lungo il percorso e raccogliendo i cristalli che lasciano per terra, sia rubando l'Arma ad un nemico attraverso l'attacco caricato dell'Artiglio.
Le Armi Pestilenziali danno una grande varietà di stili di gioco, riuscendo a rendere il titolo sempre più dinamico e interessante da esplorare a fondo.
Esattamente come in ogni altro soulslike, Thymesia utilizza la meccanica della perdita dei progressi dopo la morte, recuperabili attraverso una sorta di anima che viene lasciata nel punto dove Corvus muore.
I progressi sono presenti nella forma di Ricordi, utili per poter migliorare le tre caratteristiche che Corvus possiede: Forza, Vitalità, Pestilenza. Ognuna di queste, aumenta alcuni parametri del nostro personaggio:
Parlando invece dei nemici e dei Boss, la maggior parte è veramente ben pensata e realizzata, dato che esalta la meccanica della deviazione grazie a moveset molto interessanti e diversi.
I Boss, in particolare, sono piacevoli sia esteticamente che nel gameplay, variando da umanoidi a giganti ad esseri bestiali.
In sostanza, il team di OverBorder Studio è riuscito, prendendo gli elementi principali dei soulslike e mischiandoli con alcuni nuovi come un sistema di acquisizione dei talenti o di potenziamento delle Armi Pestilenziali, a realizzare un gameplay estremamente tecnico, ma allo stesso tempo divertente da padroneggiare.
Dopo aver parlato delle cose migliori, discutiamo un attimo dei problemi che questo titolo presenta, poiché purtroppo non tutto è rose e fiori: Thymesia ha un grosso problema a livello tecnico, che vede il titolo andare ben sotto i 60 FPS dopo ogni cutscene e ad ogni cambio del livello. Inoltre [e questa è la parte peggiore, visto anche che giocavo su Xbox Series S e che quasi rovina l'esperienza N.d.R.] c'è un forte lag all'inizio di ogni bossfight, il che, in un gioco che richiede un'estrema precisione nell'effettuare i parry, risulta estremamente frustrante per il giocatore [sono stato costretto a correre in giro per ognuna delle arene aspettando finisse il momento lag N.d.R.].
Infine, purtroppo, scegliendo la lingua italiana si trovano anche parti non tradotte, come il "Beacon Found" ad ogni checkpoint attivato.
A livello grafico Thymesia si difende abbastanza bene e riesce a creare un'ottima atmosfera grazie, in particolare, all'ottimo lavoro di illuminazione e al più che ottimo lavoro del comparto sonoro, che riesce quasi sempre ad accentuare il momento. Nonostante tutto, è possibile notare alcune texture un po' tirate e una qualità generalmente buona, ma non eccelsa del reparto grafico.
La trama e il worldbuilding ricordano molto lo stile dei vari souls: un mondo alla fine dei suoi giorni, dove tutto ormai è già successo e del quale stiamo raccogliendo i pezzi per poterlo far rinascere ad immagine e somiglianza della nostra idea. Il tutto è narrato bene sia attraverso i luoghi sia con le descrizioni e gli oggetti trovati in giro: tutto porta il giocatore a porsi delle domande, anche se generalmente la trama rimane un fil rouge utile a collegare le varie ambientazioni, ma che rimane in disparte a meno che non sia il giocatore a cercarlo attivamente.
Il problema con questo tipo di narrazione è che molto spesso il giocatore arriva in fondo senza aver compreso molto di essa, con molte domande e decisamente troppe poche risposte.
In conclusione, Thymesia è un'ottima idea, ben pensata e sviluppata, la quale ha bisogno di lavoro per poter offrire sia un framerate fisso a 60 FPS che una grafica migliorata.
Consigliato comunque a chi vuole una vera sfida e un gameplay in stile souls, ma con qualcosa di innovativo.
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