Nove giorni fa abbiamo iniziato a parlare di uno dei titoli più attesi dai fan dei JRPG su Nintendo Switch: Tokyo Mirage Sessions #FE Encore. Questa versione definitiva farà il suo debutto il prossimo 16 Gennaio sulla console ibrida Nintendo permettendo così a milioni di videogiocatori di poter recuperare uno dei gioielli mai veramente goduti ai tempi di Wii U. Ai tempi, infatti, il gioco fu un vero e proprio successo tra i fan del genere grazie all’unione ben riuscita tra due brand (Fire Emblem e Shin Megami Tensei) che Atlus è riuscita a sfruttare alla perfezione. Cara Tribù, oggi andremo a verificare come se l’è cavata questa versione Encore rispetto all’originale e, sopratutto, se vale la pena tornare nuovamente a Tokyo insieme ai membri della Fortuna Entertainment per salvare il mondo.
Abbiamo brevemente accennato alla trama nella nostra anteprima ma, come sempre, ripetersi non fa mai male. In poche parole Tokyo Mirage Sessions #FE racconta la storia di Itsuki Aoi, un ragazzo che riesce a risvegliare un misterioso potere per salvare la sua amica Tsubasa dal rapimento di un Mirage, un essere misterioso che infesta la Idolasphere alla ricerca di persone con una particolare dote per le arti chiamata “Performa”. Itsuki diventa così un Mirage Master e insieme a Chrom (il suo mirage) riesce a salvare Tsubasa che nel mentre risveglia il potere di Caeda. I due entrano a far parte così della Fortuna Entertainment, una società che si occupa di gestire talenti del mondo dell’intrattenimento che in segreto è un ritrovo di Mirage Masters occupati a sconfiggere i nemici che compaiono in tutta Tokyo e ad indagare sulla misteriosa sparizione di un teatro pieno di persone cinque anni prima. Itsuki unisce così le forze con una serie di compagni che fanno del loro successo artistico il punto focale: gli attori Eleonora e Touma, la cantante Kiria e l’eclettica Mamori saranno solo alcuni dei personaggi che impareremo a conoscere a adorare nel corso dell’intera avventura. Non andremo, per ovvi motivi, ad analizzare nel complesso la trama di Tokyo Mirage Sessions #FE ma l’intreccio verrà a galla solamente nelle fasi più avanzate di gioco con i primi capitoli che serviranno più a presentare il cast che al vero racconto. Questo, però, non vuol dire che TMS sia un titolo vuoto visto che la caratterizzazione dei personaggi è forse uno degli aspetti che più vengono analizzati sia nei vari capitoli che nelle side quest che vengono sbloccate utilizzando i vari membri del party. Man mano che sfrutteremo il Mirage Master durante i combattimenti infatti potremo vedere avanzato il suo Stage Rank che permetterà di sbloccare nuove interessanti passive e, sopratutto, il proseguimento della sua storia personale. In queste side quest ci avventureremo nelle Idolasphere e combatteremo dei mirage molto potenti che – sopratutto ad alti livelli di difficoltà – necessiteranno della strategia giusta per essere sconfitti. Terminate le side quest sbloccheremo nuovi costumi, attacchi speciali (ad-lib) e – sopratutto per le cantanti – video delle canzoni splendidamente realizzate in stile anime.
La versione Encore, però, inserisce al suo interno anche una quest speciale (suddivisa in più parti) chiamata EX Story. Questa sorta di avventura ci permetterà di scoprire nuovi elementi del rapporto tra alcuni personaggi e presenta nuovi remix, nuovi costumi utilizzabili (uno fra tutti quello di Joker preso da Persona 5 per Itsuki) e la possibilità di poter sfruttare gli attacchi Session (di cui parleremo dopo) di alcuni NPC come Maiko e Tiki. Oltre alla EX Story, la versione “plus” di Tokyo Mirage Sessions include i DLC già presenti su Wii U (come i dungeon speciali dove ottenere più exp) e alcune piccole migliorie di quality of life come la possibilità di skippare le Session e rendere i tantissimi combattimenti che dovremo affrontare molto più veloci.
Come specificato più volte, Tokyo Mirage Sessions #FE prende spunto da due dei brand più famosi per il genere RPG come Shin Megami Tensei/Persona e Fire Emblem. Come poter unire due stile di gioco così diversi in uno solo? Con il compromesso. Per far questo Atlus ha deciso di prendere come spunto il classico sistema jrpg con i turni già preimpostati (niente ATB quindi) dove l’unità più veloce agisce per prima e gli ha unito il sistema triangolare della serie Fire Emblem. Tutte le unità (compresi i nostri eroi quindi) possiedono una o più debolezze ad elementi magici o armi fisiche che, una volta sfruttate, attiveranno il sistema di Session. Questo consiste in un insieme di attacchi portati a segno dai compagni in maniera automatica – in base a quelli sbloccati dalle varie armi – che andranno a creare così una grandissima sessione (da qui il nome) di potenti colpi che andranno ad abbassare notevolmente gli HP del bersaglio. Queste Session verranno prolungate in base alle abilità sbloccate tra quelle presenti nelle armi e quelle che i personaggi stessi potranno acquisire alzando il proprio Stage Rank. A livelli alti, infatti, sarà possibile anche permettere ai compagni presenti in panchina di partecipare a queste Session prolungando così gli attacchi e infliggendo un’enorme quantitativo di danni ai nemici rendendo, al contempo, i combattimenti quasi infiniti se non viene sfruttata la possibilità di saltare queste animazioni. Andando avanti con le side quest, tra l’altro, verranno attivate delle particolari abilità chiamate Duo che vedranno un attacco portato in combinazione da due artisti che andrà a colpire enormemente l’avversario e, sopratutto, attiverà una nuova Session con altre abilità che verranno concatenate aumentando quindi – ancora di più – i danni inflitti. Completare le side quest, inoltre, aumenterà il numero di Ad-lib, questi sono delle mosse talmente potenti che attiveranno automaticamente delle Session permettendo così di ferire anche i nemici apparentemente invincibili per il proprio party. Sfruttare le debolezze, quindi, è praticamente fondamentale per portare a termine i combattimenti anche nelle difficoltà più facili in quanto i nemici avranno un’enorme quantitativo di HP e faranno molto, ma molto, male in qualsiasi caso. Completare tutte le side quest e la EX Story è praticamente fondamentale per chi vorrà giocare alle difficoltà più alte, infatti il grado di sfida è altissimo e sarà necessario anche pesare ogni singola azione per evitare il facile game over.
Sconfiggendo i nemici e attivando le Session sarà possibile attivare più materiali per poter sfruttare Tiki, la virtualoid che occuperà il Bloom Palace, e creare così nuove potentissime armi, ognuna dotata delle proprie caratteristiche: attacco, debolezze/resistenze e un albero di abilità che sarà possibile imparare dopo aver guadagnato abbastanza Carnage Points. Da Tiki sarà possibile, più avanti nel gioco, poter evolvere i nostri Mirage dandogli una specializzazione grazie ai Master Seal, in vero e proprio stile Fire Emblem. Potremo così specializzare Tsubasa in magie curative o darle un potenziale offensivo enorme o rendere il Mirage di Eleonora un assassino capace di fare critici a manetta e attivare più facilmente le Session. Specializzando un Mirage, ovviamente, ci permetterà di creare nuove Carnage (le armi) sempre più potenti con abilità in grado di sfruttare questa specializzazione e massacrare anche i nemici più potenti.
Atlus sa farsi riconoscere, questo è poco ma sicuro e Mirage Sessions ne è la prova vivente. Pensate al Palace di Persona 5 ed avrete un’idea dei dungeon presenti nella Tokyo ricreata alla perfezione dal team di sviluppo. Ogni ambientazione, infatti, ha il suo tema riguardante il mondo dello spettacolo e i suoi stratagemmi per essere superato, usare la testa sarà quindi fondamentale per andare avanti nel corso dell’avventura. Si passa infatti dallo studio televisivo dove dovremo imparare a memoria la disposizione delle stanze (o segnarle su un foglio) allo studio fotografico dove dovremmo evitare di essere fotografati. Ogni sezione è stata perfettamente studiata dallo sviluppatore che tende a offrire un grado di sfida più alto solamente verso il finire del gioco con dungeon logici e che necessitano di qualche tentativo in più. Uno dei lati più riusciti è sicuramente la soundtrack che, basandosi molto sulla cultura idol, è orecchiabile ed entrerà sicuramente nella mente dei giocatori. Questo è sottolineato dalla grande quantità di canzoni presenti in game con Tsubasa e Kiria che fanno sicuramente la parte da leone per quanto riguarda la partecipazione nelle tracce.
Questa versione Encore è quello definibile un port ottimamente riuscito, infatti il gioco rispecchia totalmente la versione Wii U e nonostante non vada a migliorare sensibilmente il comparto grafico porta immensi miglioramenti tecnici. Finalmente infatti sono stati ridotti i tempi di caricamento tra i combattimenti che, finalmente, diventano più fluidi e sopratutto più divertenti. Tokyo Mirage Sessions #FE riesce a difendersi coi denti anche in versione portatile. In portabilità infatti il gioco raggiunge i 720p e 30 fps stabili, senza calare neanche nelle fasi più concitate con effetti grafici a schermo e durante le sessioni più desparate.
Tokyo Mirage Sessions #FE si conferma uno dei titoli migliori presenti nella libreria Wii U e uno dei must have per i possessori di Switch che si autoproclama, nuovamente, la madre dei JRPG. La storia è stereotipata e alla fine non è niente di originale ma il modo in cui Atlus ha deciso di raccontarla è senza dubbio uno dei suoi punti di forza. Il concept di utilizzare il mondo dell’intrattenimento come base per arrivare a “salvare il mondo” è sicuramente interessante ed è stato sfruttato alla perfezione. Collegato a questo è stato interessante come si è riusciti ad unire il tutto a un sistema di combattimento a turno con l’implementazione delle session e dell’exploit delle debolezze come sempre visto nella serie Fire Emblem.
Vale la pena acquistare Tokyo Mirage Session #FE Encore? Assolutamente si, sia che l’abbiate giocato su Wii U sia che siate completamente vergini dell’esperienza Atlus. La speranza è che Nintendo possa decidersi di tirare fuori finalmente un secondo capitolo e non vediamo l’ora di vedere cosa ci aspetta il futuro.
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