La serie di Tropico è un brand che ha certamente bisogno di poche presentazioni nel mondo dei gestionali; grazie infatti alla sua atmosfera, alla sua profondità nel gameplay e, non ultima, alla sua colonna sonora, negli anni questo titolo ha riscosso sempre un discreto successo e, arrivati alla sesta iterazione, viene spontaneo domandarsi se il trend sia ancora positivo o meno. Non ci resta quindi che vestire nuovamente i panni del Presidente di Tropico e metterci al timone della nostra personalissima utopia caraibica nel tentativo di rendere Tropico un Paese da sogno in cui vivere [o forse no… n.d.r]
Come ogni buona storia anche quella di Tropico 6 ha un inizio e le nostre vicende partono proprio dal momento in cui saremo scelti per governare sull'arcipelago di Tropico. Il nostro titolo però sarà quello di Governatore e il nostro potere sarà molto effimero. Tropico è infatti un protettorato della Corona e il nostro compito è fare i conti sia con le richieste avanzate dai nostri “superiori”, i quali avranno il nostro futuro saldamente tra lo loro mani, e il nostro popolo che domanda libertà ed un futuro. Adotteremo, così, una serie di provvedimenti atti da un lato a tenere buoni i nostri oppressori e prolungare il nostro mandato, dall'altro a soddisfare le necessità dei nostri cittadini. Ad aiutarci in questo compito, Penultimo, il nostro più fedele servitore e seguace che cercherà di darci qualche consiglio per barcamenarci alla meno peggio nei primi anni del nostro mandato. Come avrete già capito il popolo ben presto comincerà a vedere in voi l’ombra di un alleato e un liberatore e, mano a mano che aiuterete la vostra popolazione, andrete incontro ad una richiesta inevitabile, rivoluzione. Ribellarsi alla Corona però non è affatto cosa facile e richiederà o un lauto pagamento per convincere gli alti funzionari che non vale la pena mobilitare l’esercito per un possedimento tanto piccolo, o in alternativa prepararsi a resistere ad una vera e propria invasione. Nel primo caso, la Corona giungerà alla conclusione che non valiamo il disturbo, optando per abbandonare il presidio nelle nostre mani; nel secondo caso invece sarà necessario approntarsi ad affrontare un attacco in piena regola, fortificando le isole e preparandosi a fronteggiare l’esercito nemico una volta sbarcato. A prescindere dal percorso scelto, la nostra strada ci condurrà ben presto a diventare Presidenti di Tropico e prendere così le redini del nostro nascente Paese per portarlo da questo primo periodo coloniale attraverso gli eventi storici che hanno cambiato il mondo fino ai giorni nostri.
Diventare Presidente di Tropico è il primo passo, ma mantenere questa carica non è affatto semplice. Tropico è infatti un gestionale in cui sarete chiamati a gestire non solo risorse, logistica e produzione, ma anche e soprattutto persone e superpotenze. Una nazione è formata da fazioni, ideologie politiche e sociali, ma in questa equazione dovrete anche tenere conto dei vostri rapporti con gli stati esteri e le superpotenze che hanno spezzato il mondo in due durante e dopo le guerre mondiali. Tenendo a mente questo, il gameplay di Tropico 6 verte principalmente su una serie di meccaniche. In primis dovrete tenere presente la necessità dei vostri cittadini di disporre di beni primari, intrattenimento, sicurezza, abitazioni, trasporti e occupazione. Questo è ottenibile realizzando edifici, strutture e servizi e distribuendoli sul territorio in modo da renderli usufruibili dalla maggior parte degli abitanti. Ciò che complica notevolmente il quadro completo è il fatto che ogni edificio in Tropico è un piccolo mondo che offre la possibilità di scegliere quanti fondi assegnare ad un certo tipo di attività, quali linee guida adottare per i lavoratori e persino quali migliorie installare per migliorarne la resa. I vostri cittadini considereranno nel valutarvi sia la qualità del lavoro, sia la distanza dei singoli edifici che la disposizione dei vari servizi, cosa che influirà sul vostro supporto, ma anche sull'efficienza di alcune strutture.
La seconda grande meccanica che accompagna il giocatore di Tropico sono le richieste. Ogni partita è infatti scandita da un certo numero di richieste che potranno arrivare alle nostre orecchie presidenziali da parte di cittadini, rappresentanti politici, superpotenze estere, ma anche sotto forma di consigli di Penultimo e del nostro Broker “di fiducia”. Ogni richiesta che riceveremo potrà essere accettata oppure o no [con alcune piccole eccezioni che di trama o per necessità non possono effettivamente essere declinate n.d.r.]. Sappiate però che rifiutare ha le sue conseguenze e, spesso, finiremo con il perdere consensi agli occhi di uno schieramento politico o ad un gruppo ideologico (Capitalisti, Comunisti, Ambientalisti ecc…). Anche accettare una richiesta però ha i suoi effetti e, fermo restando che alcuni compiti avranno un tempo limite per essere completati, dovremo tenere a mente anche che favorire una fazione potrebbe portare ad inimicarci la sua controparte.
A complicare le cose ulteriormente è importante sapere che Tropico 6 si gioca per lo più a scenari, piuttosto che partendo dall'era coloniale per giungere ai tempi moderni tutto in una sola mappa. Questa ultima opzione è possibile, ma richiede in sostanza di continuare a giocare anche dopo aver concluso la missione dello scenario, sbloccando così una modalità endless, che da un lato è importante che ci sia, ma dall'altro perde molto mordente in quanto sarà molto più Sandbox e meno story driven rispetto ai singoli scenari, che inoltre proporranno anche tematiche e sfide interessanti.
Gli scenari non sono però dei meri cambi di trama e basta. Al contrario ognuno avrà dei modificatori alle regole del gioco, una mappa tutta sua e degli obiettivi unici legati alla trama e all'evoluzione eventuale che sceglieremo. Uno dei primi esempi che si sbloccano sono un’isola di Pirati dove dovremmo far fronte a gran parte della domanda di materie prime solo con razzie e scorribande. In questo scenario ci ritroveremo su un’isola con una scarsa o nulla produzione di quasi tutto, e per questo dovremmo puntare su scorribande e contrabbando per mantenere l’economia florida e allo stesso tempo stare al passo con le richieste che ci arriveranno.
Se pensate che gestire i singoli edifici sia la gestione più dettagliata vi sbagliate di grosso. Tropico 6 mette nelle nostre mani presidenziali anche (e soprattutto) la gestione dei singoli cittadini. Le singole fazioni infatti sono effettivamente formate da individui che rappresentano le unità su cui dovremo agire. Il modo più semplice per ottenere il supporto di un cittadino è quello di controllare i suoi bisogni, gli ideali e l’opinione che ha di noi, per poi cercare di assecondarlo. Incrementare i posti di lavoro, migliorare le condizioni di vita, fornire più abitazioni per la fascia di reddito di cui fa parte e persino incrementare il livello medio di istruzione, sono solo alcuni dei metodi più semplici, e leciti, per aumentare il numero di cittadini che voteranno per noi. Allo stesso tempo però nulla ci vieta di giocare sporco e “convincere” in modi più persuasivi gli elementi più diffidenti. Dalla visuale di un cittadino è infatti possibile non solo vedere le statistiche, ma anche prendere dei provvedimenti diretti nei suoi confronti. Queste possono essere arrestare la persona, internarla in un manicomio fino a farla sparire con un incidente o semplicemente eliminarla. Tenete a mente che ogni azione, specialmente quelle meno ortodosse, avranno le loro conseguenze, e la popolazione tende a non prendere bene un dittatore che ammazza i propri cittadini.
Per mantenere la nostra poltrona però non dovremo guadagnare solo la fiducia e il supporto dei nostri Tropicani, ma dovremo fare i conti anche con le potenze estere. Il peso delle nostre decisioni sarà particolarmente importante proprio nella fase delle guerre mondiali e della guerra fredda: momento storico in cui finiremo con ogni probabilità con lo scegliere di affigliarci ad una superpotenza o all’altra (Asse o Alleati). Allearsi infatti offre grandi benefici, ma purtroppo anche qualche grattacapo. In primo luogo avere il supporto di una superpotenza ci permette (o obbliga a volte) ad avere delle rotte commerciali esclusive con dei tassi dal ragionevole al vantaggioso, in caso di crisi economica potremo richiedere un aiuto finanziario e per concludere riceveremo incarichi unici che ci ricompenseranno con altrettante risorse, denaro e progetti. La contropartita è che spesso ci sarà chiesto di sabotare, più o meno deliberatamente la fazione nemica, portandoci in questo modo ad inimicarsi sempre più l’altra superpotenza. Quest’ultima, arrivata al limite della sopportazione, richiederà da parte nostra un qualche segno di neutralità, fornendo a sua volta richieste e missioni atte a distendere l’atmosfera. Se si dovesse scegliere di ignorare queste richieste sarà possibile essere invasi e, come accadeva durante il periodo coloniale, saremo chiamati a difendere Tropico dall'invasore per mantenere il nostro governo e la nostra nazione.
Tropico 6, data la sua natura strategica, non è certo un titolo che richiede prestazioni elevate, e nemmeno risente in caso di un framerate non proprio stabile. Detto questo, nella nostra esperienza con il gioco non abbiamo notato cali sospetti o incertezze di sorta; al contrario il gioco si è comportato in modo impeccabile, anche con la qualità al massimo. L'unico neo riscontrato è legato al movimento sulla mappa dei tropicani, e dei loro veicoli, che talvolta tendono a seguire percorsi fin troppo diretti finendo con il trapassare rocce, scogli e case senza troppi complimenti. Certo non è la fine del mondo, ma come spesso si dice anche l'occhio vuole la sua parte. Ad onor del vero la scelta artistica molto colorata e viva del gioco può non essere il massimo per alcuni, ma a nostro parere è decisamente azzeccato e riflette in pieno l’atmosfera non troppo seria e a volte caricaturale del gioco stesso. Dalle personalizzazioni del nostro alter ego presidenziale e della nostra magione, per finire con le situazioni e l’humor dei personaggi, Tropico 6 crea quell’amalgama che riesce a catturare il giocatore e lo porta ad immedesimarsi e godere appieno di ogni singolo scenario. Ad arricchire la nostra esperienza troviamo la colonna sonora, elemento che sicuramente merita una nota di plauso. Fin dalle prime note l’OST vi trascinerà di peso nel mondo subtropicale e, grazie ai suoi ritmi caraibici, vi ritroverete ben presto a canticchiare alcuni pezzi anche mentre non state giocando.
Dopo aver giocato a lungo a questo Tropico 6 abbiamo avuto modo di tirare le somme su questo nuovo capitolo della serie. Il risultato è un gestionale valido, vario e profondo che offre scenari diversi e sfide varie ma sempre interessanti. Un titolo che riesce ad appassionare grazie alla sua atmosfera leggera e coinvolgente, che riesce a mantenere alta l’attenzione grazie alla storia e alle missioni e che, dopo diverso tempo, riesce anche a spingere il giocatore a fare sempre di meglio.
Per chi di voi non si sente particolarmente ferrato nel genere, ci sentiamo inoltre di spezzare una lancia in favore di questa produzione. Tropico 6 non è certo una passeggiata, e potrebbe capitare di perdere qualche partita di tanto in tanto. Detto questo l’esperienza aiuta non poco, e modificare il livello di difficoltà vi permette di adattare il gioco alle vostre capacità. Se siete degli esperti del genere d'altronde non tarderete a padroneggiare il gameplay e, ben presto, vi ritroverete ad amministrare la vostra personale utopia, nel bene e persino nel male.
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