Fin dal suo esordio su PlayStation 3, la saga di Uncharted si è imposta come una delle esclusive di punta di Sony, grazie al suo piglio cinematografico, personaggi carismatici, gameplay vario e tecnicamente avanguardistico. Con l’arrivo della prima pellicola cinematografica dedicata alle avventure di Nathan Drake, complice l’interesse per la serie che non ha mai accennato a smorzarsi, Naughty Dog propone ora ai possessori di PlayStation 5, e nel corso dell’anno anche ai giocatori PC in maniera inedita, Uncharted: Raccolta L’eredità dei ladri, un pacchetto contenente le versioni rivedute e corrette di Uncharted 4: La fine di un ladro e Uncharted: L’eredità perduta.
Scopriamo insieme se vale la pene rivivere, o vivere per la prima volta le avventure del più apprezzato Indiana Jones virtuale.
Le vicende di Uncharted 4: La fine di un ladro, prendono piede dopo un flashback nell’adolescenza di Nathan Drake, nel quale ci viene rivelata l’esistenza di suo fratello Sam. Due anni dopo gli eventi del terzo capitolo, il brillante avventuriero ha appeso pistola e fune al gancio, lasciandosi alle spalle il suo rocambolesco passato, vivendo una vita tranquilla insieme ad Elena, ormai divenuta moglie, e guadagnandosi da vivere rinvenendo rottami, con una particolare attenzione per la legalità.
Nonostante questo stile di vita più o meno ordinario, lo spirito d’avventura di Nathan non si è realmente sopito, e riaffiora gradualmente nel momento in cui ritrova il fratello che credeva perduto. La vicenda, probabilmente la più intima della serie, include la presenza dei personaggi che i videogiocatori hanno imparato ad apprezzare e a cui affezionarsi, che si affiancano a new entry riuscite e carismatiche, sia per quanto concerne gli alleati che i villain. Come al solito il ritmo della storia è scandito da un alternarsi fra scambi di dialoghi scritti brillantemente e momenti da cardiopalma, che portano a nuove vette il concetto di adrenalinico e del modo di fare regia videoludica. Una storia che è in grado di toccare le corde emotive sia di coloro che seguono le avventure di Nathan dal lontano 2007, che chi ci si è avvicinato grazie alla collection dei primi tre capitoli su PS4.
Uncharted: L’eredità perduta, nato inizialmente come espansione, per poi guadagnarsi la dignità di vero e proprio gioco stand-alone, è un’avventura tutta al femminile, nel quale si impersonano i panni di Chloe Frazer, personaggio amatissimo introdotto per la prima volta nel secondo capitolo, che accompagnata dalla mercenaria Nadia Ross, che aveva un ruolo di primissimo piano proprio nel quarto episodio, dovrà ritrovare un antico manufatto. Per la prima volta ci fu un cambio di protagonista, operazione rischiosa, ma che nonostante questo ricevette un’ottima ricezione da parte di critica e pubblico, anche grazie all’ennesima dimostrazione d’abilità da parte del comparto sceneggiatura di Naughty Dog.
Benché, per via della sua natura, non fosse riuscito a raggiungere le vette narrative ad emozionare quanto Uncharted 4, la trama era comunque di qualità eccelsa, nonostante la narrazione fosse più diluita per via del free roaming che aveva una componente centrale. Il duo di ragazze funzionava alla grande, e non aveva niente da invidiare alle controparti maschili della serie principale, coadiuvate fra l’altro da un cattivo sufficientemente carismatico.
Ancora oggi gli ultimi due capitoli di Uncharted sono esperienze appaganti dal punto di vista narrativo, anche presi singolarmente senza avere conoscenza delle vicende pregresse, nonostante siano naturalmente più apprezzabili e godibili avendo totale compiutezza dell’universo narrativo creato da Naughty Dog.
Anche dal punto di vista del gameplay i due titoli contenuti in Uncharted: Raccolta L'eredità dei ladri sono invecchiati più che bene, complice anche la relativa semplicità delle meccaniche shooting. Non si tratta di un difetto, d’altronde lo scopo stesso di Uncharted è stato fin da subito quello di proporre un action/adventure che riuscisse a immergere il giocatore in un’avventura alla Indiana Jones, o un Tomb Raider al passo con i tempi per utilizzare un paragone videoludico. Essendo calato in un contesto realistico, non aspettatevi armi iper-tecnologiche o dal funzionamento particolare, poteri, manovre alla Vanquish e ricarica attiva alla Gears of War; il tutto funziona estremamente bene, il sistema di coperture risulta affinato, il felling con le armi soddisfacente e i combattimenti corpo a corpo coreografici.
Qualcuno abituato a tps più recenti, potrebbe accusare una certa ripetitività nei nemici (inevitabile nel contesto, si parla d’altronde di uomini in carne ed ossa) e qualche scontro a fuoco un po’ prolisso e tirato per le lunghe, ma compensanti efficacemente dall’alternanza con gli altri tipi di sezioni, dettando un ottimo ritmo di gioco e dalla notevole varietà.
Il quarto capitolo andava inoltre a introdurre alcune dinamiche stealth, a dirla tutta piuttosto grezze e relegate a specifiche sezioni, ma che quantomeno introducevano la possibilità di approcci differenziati, meccaniche poi perfezionate da L’Eredità Perduta. Quest’ultimo, aveva proprio il pregio di migliorare gli elementi di gameplay introdotti dal suo predecessore, primo su tutti il free roaming, cuore pulsante della struttura di gioco, sperimentato inizialmente in La fine dei ladri, con un paio di livelli più aperti del solito e devianti rispetto alla tipica linearità della serie. Naturalmente non stiamo parlando di un open world vero e proprio, ma piuttosto di un nuovo modo d’intendere l’esplorazione.
In entrambi gli episodi non mancano le iconiche e divertenti scalate, valorizzate ulteriormente dall’introduzione della fune attraverso cui oscillare e raggiungere zone altrimenti inaccessibili, oltre che dalla regia come al solito degna dei migliori cineasti d’azione hollywoodiani.
Lo spin-off esaltava e valorizzava gli ingegnosi enigmi ambientali (comunque presenti nel quarto capitolo), a scapito delle scene spettacolari e dall’alto tasso adrenalinico (che in ogni caso non sono del tutto assenti), elementi che in Uncharted 4 erano portati all’estremo, ridefinendo il concetto stesso di spettacolarità e over the top, non solo nel medium videoludico, toccando picchi che forse non sono stati ancora raggiunti, in particolare l’inseguimento a bordo di una jeep, rimane uno dei momenti più esaltanti mai visti e giocati di sempre.
Purtroppo le peculiarità del DualSense non sono sfruttate al massimo del loro potenziale. Il feedback aptico si manifesta in situazioni di stress, mentre l’implementazione dei trigger adattivi si limita alla necessità di premere il tasto fino al fondo per sparare e oscillare con la corda. Non essendo giochi progettati originariamente attorno a questo tipo di feature, non sarebbe stato lecito aspettarsi un uso massivo alla Returnal, ma una maggiore incidenza in tal senso sarebbe stato un apprezzabile valore aggiunto. Va comunque detto che, per l'uso che ne è stato fatto, riescono a restituire un più che discreto feeling.
Dal punto di vista strettamente tecnico la serie di Uncharted ha sempre toccato alte vette qualitative e dettato lo standard, e i due capitoli in questione non facevano eccezione all’epoca della loro uscita, e non sfigurano nemmeno oggi. Nonostante i circa sei anni sulle spalle di La fine di un ladro e cinque su quelle de L’eredità perduta, la resa visiva è splendida ancora oggi, sia per quanto concerne il dettaglio di modellazione poligonale, che espressioni facciali e animazioni, non mostrando nessuna ruga evidente. Il comparto estetico risulta ulteriormente valorizzato da una ispiratissima direzione artistica, con ambientazioni suggestive, sia che si parli di contesti urbani che dove la natura regna incontrastata, con squarci e panorami mozzafiato.
Questa riedizione consente di giocare in tre diversi modalità: fedeltà (con risoluzione 4k upscalata partendo dai 1440p, ma ancorata ai 30 fps massimi), prestazioni (riducendo la visualizzazione a 1920x1080p, in favore però dei 60 fps, che si sono rivelati tendenzialmente stabili), e prestazioni+ (che consente ai monitor che la supportano, di far girare i giochi a 120fps in 1080p). Ci sembra doveroso comunicare che non ci è stato possibile provare quest’ultima per mancanza di mezzi. Per quanto concerne la modalità fedeltà e prestazioni, sono entrambe scelte valide, e l’adozione di una o piuttosto che l’altra dipenderà esclusivamente da che tipo di esperienza si sta ricercando, ma anche dalla suggestione del momento, dato che per cambiarla non sarà essenziale tornare al menù principale, potendo farlo senza vincolo alcuni in qualunque momento della partita. Nota di merito per i caricamenti quasi repentini.
Il più grande neo del pacchetto è rappresentato dai contenuti e del rapporto qualità/prezzo. Le due campagne sono in grado di garantire all’incirca trenta ore includendo anche il completismo, ma non è presenta la modalità multigiocatore di Uncharted 4 [L’eredità perduta non la possedeva d’origine N.d.R.], un vero peccato, considerando anche la sua più che discreta strutturazione e apprezzamento generale, cosa che avrebbe garantito alla community, un possibile ripopolamento dei server. Considerando questa mancanza, e la presenza di soli due giochi con più di cinque anni alle spalle (per quanto di qualità eccelsa), 50 euro ci paiono eccessivi.
Uncharted: Raccolta L’eredità dei ladri, è una buona riproposizione per corrente generazione e per i giocatori PC, di due dei migliori titoli presenti nella libreria PlayStation 4.
Uncharted 4: La fine di un ladro e Uncharted: L’eredità perduta, non risultano invecchiati e sono in grado di rivaleggiare tranquillamente con loro rivali più giovani, sia sotto l’aspetto estetico che puramente ludico. Se sotto il profilo tecnico riesce a sfruttare efficacemente le possibilità offerte dall’attuale hardware, non sfrutta appieno tutto il potenzialità del DualSense, relegato a mero accessorio. Questa operazione è in parte anche un’occasione mancata, visto che avrebbero potuto includere anche i tre precedenti capitoli della serie principale [se non addirittura Uncharted: L’abisso d’oro, prequel rimasto relegato alla sola PS Vita N.d.R.], per offrire l’esperienza completa delle avventure di Nathan Drake e compagni. Nonostante queste criticità, la qualità delle opere originali è talmente elevata da valere da sola il prezzo del biglietto, sia che vogliate rivivere o vivere per la prima volta, le vicende raccontate in una delle più iconiche esclusive Sony.
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