Dopo 13 anni circa dal primo capito, Warhammer 40.000: Space Marine 2 è realtà, e abbiamo finalmente avuto modo di mettere le mani sul titolo per saggiarne la qualità. In questo seguito torneremo a vestire i panni di Titus, stavolta alle prese con un’invasione tiranide in piena regola ed un progetto top secret di cui, come ben potete immaginare, non sappiamo nulla. Detto ciò, da bravi adeptus astartes, il nostro compito è quello di eseguire gli ordini e servire nel nome dell’Imperatore, motivo per cui ci siamo tirati su le maniche per raggiungere i nostri fratelli, e vedere come Focus Entertainment e Saber Interactive sono riuscite a rendere questo nuovo titolo ambientato nel famigerato mondo di Warhammer 40K.
La nostra vicenda si apre sul pianeta Kadaku, luogo su cui viene rilevato un principio di invasione tiranide e su cui, fortuna vuole, è anche ospitato un progetto di vitale importanza per l’Imperium chiamato Aurora. Nulla ci è dato sapere per ora, se non che difendere il pianeta e questa ricerca top secret è di priorità assoluta. Saremo quindi inviati con una prima forza di difesa, la cui missione è quella di far detonare un ordigno biologico (trattasi di un virus contro i Tiranidi) per debellare, o per lo meno indebolire, il nemico. La missione però non andrà esattamente come previsto e, anche se grazie all’eroismo e al sacrificio dei membri della squadra la bomba verrà fatta detonare, il risultato sarà solo il rimandare l’inevitabile. Feriti ed in fin di vita, perderemo dunque conoscenza, ma ci risveglieremo inermi su una nave della seconda compagnia degli Ultramarine, dove saremo accolti da un Cappellano che ci rivelerà di essere stati salvati per volere di Marneus Calgar in persona, Maestro Capitolare degli Ultramarine. Verremo quindi reintegrati nel nostro capitolo di origine, dopo aver scoperto che il nostro alter ego ha servito nei Deathwatch per circa un secolo come “Scudo Nero”, questo come punizione per gli eventi accaduti sul finire del primo capitolo. Finiremo dunque al servizio di Sevastus Acheran che ci metterà a capo di una squadra e ci manderà nuovamente a combattere contro l’invasione tiranide in nome dell’Imperatore.
Sarà da questo lungo incipit che avrà inizio la vera e propria campagna di Space Marine 2 e ci vedrà combattere lungo cinque atti e sulla superficie di tre pianeti, contro un numero incalcolabile di nemici. Non vogliamo dirvi di più per non rovinarvi eventuali sorprese, però sappiate questo: sebbene la storia principale sia narrata nella campagna, anche la parte multiplayer, chiamata Operazioni, ha una sua collocazione all’interno della campagna principale. Capiterà spesso che Titus affidi ad alcuni compagni alcuni compiti, cose come “Create un diversivo mentre noi entriamo” oppure “Uccidete il bersaglio X, intanto noi cerchiamo un altro tizio”, ecc… Questi momenti sono gli spunti per le Operazioni, ovvero delle situazioni che avvengono in parallelo alla campagna che potrete vivere a sé stanti, con tanto di dialoghi che si ricollegano alla storia principale.
Per la totalità della campagna il personaggio che controlleremo, e con cui affronteremo le ondate di nemici ed eretici che ci sciameranno contro, sarà Demetrian Titus in persona. In questo secondo capitolo gli sviluppatori hanno deciso di non rivoluzionare completamente il combattimento, ma di raffinarlo e introdurre alcuni interessanti concetti. In primo luogo il combattimento si basa su armi corpo a corpo (spade a catena o potenziate, coltelli e martelli) e armi da fuoco, di solito una primaria (fucili e mitragliatori requiem o armi al plasma o termiche) e una secondaria (pistole requiem e pistole al plasma). Questo ci permetterà di affrontare i nostri nemici a qualsiasi distanza, ma anche potendo fare affidamento su diversi tipi di offensiva. Le armi da mischia sono molto forti e permettono di infliggere ingenti danni a chi ci sta vicino; la fregatura è che hanno un range limitato e spesso richiedono tempo per portare a segno i colpi più potenti. Le armi a distanza sono molto utili per mantenere le distanze, appunto, ma richiedono di essere caricate e hanno un numero di munizioni limitato, oltre ad essere sensibilmente più lievi come danni. Questo ci porta a prediligere un combattimento che faccia uso di entrambe le categorie e che sfrutti il più possibile la nostra abilità speciale, ma anche e soprattutto l’ambiente circostante per massimizzare il danno.
Partiamo quindi con il dire che nel corpo a corpo disporremo di un attacco leggero e di uno pesante, e che questi possono essere combinati per eseguire delle combo uniche per ogni arma da mischia. A questo aggiungete la parata (o meglio quasi un parry) da eseguire quando un nemico vi sta per attaccare. Parare con il giusto tempismo, così come infliggere danni con l’attacco pesante e schivare con il giusto tempismo, porta a ridurre la stabilità del nemico permettendoci due tipi di intervento. Il primo è rappresentato da un mirino rosso che compare sul nemico e che ci permette di far partire un’animazione dove spareremo un singolo colpo critico con la pistola requiem verso il malcapitato (questo tende ad infliggere più danni e destabilizzare ulteriormente l’avversario). La seconda opzione è l’esecuzione, che ci permette di uccidere il nemico con un'unica spettacolare animazione. Tenete a mente che più l’avversario sarà debole, maggiori saranno le possibilità di ucciderlo sul colpo; ad esempio per i Tiranidi più piccoli sarà sufficiente eseguire una parata perfetta per trucidarli, mentre per nemici più impegnativi sarà necessario eseguire più azioni per ottenere uno stordimento.
Ad assisterci nei momenti di maggior difficoltà ci sarà invece la nostra abilità unica. Questa nel caso di Titus è sempre la stessa e ci permette di cadere vittima di una sorta di ira sacra, durante la quale rigenereremo vita e infliggeremo drasticamente più danni, permettendoci in questo modo di ribaltare eventuali situazioni spinose o potenzialmente letali.
Per concludere, anche la vita ha qualche meccanica interessante. Il nostro personaggio dispone infatti di uno scudo che, anche se ridotto a zero, è in grado di rigenerarsi col tempo, se non si prendono danni (tenete a mente questo per capire che le animazioni delle esecuzioni e degli spari sono vostre amiche). La vita, al contrario, può essere rigenerata solamente con i pacchetti di stimolanti trovati in giro per la mappa o, in perfetto stile Bloodborne, nel momento in cui subiamo il danno attaccando a nostra volta ed infliggendo danno. In questo caso la porzione ancora bianca della nostra barra potrà essere recuperata per qualche secondo.
Tenendo presente che già la campagna è interamente giocabile in cooperativa, le Operazioni e la “Guerra Eterna” sono i veri contenuti multiplayer per questo titolo. Come già detto le Operazioni rappresentano una storia alternativa alla campagna principale, pensata per essere giocata in multiplayer, mentre la Guerra Eterna permette di eseguire un vero e proprio PvP 6 contro 6, ma con gli stessi potenziamenti e stesso gameplay delle Operazioni. Qui dovremo infatti scegliere una classe che definirà fino a tre loadout di armi diverse (talvolta rimuovendo completamente alcune di queste). Questo permette ai giocatori di specializzarsi in determinate categorie di combattimento (mischia, a distanza) oppure di optare per un mix bilanciato.
Oltre a ciò ogni classe ha una sua abilità unica che permetterà di eseguire qualcosa di specifico e speciale per la nostra unità, ad esempio generare scudi, usare un rampino per muoversi di più o marchiare i nemici per infliggergli più danni. Usare una classe per portare a compimento più missioni vi permette inoltre di livellare, fornendo potenziamenti unici per la classe, ma anche per l’arma in possesso, riuscendo in questo modo a specializzarsi ulteriormente e a offrire maggiore longevità al titolo. Per inciso le Operazioni sono sei in totale, ma possono essere giocate a diversi livelli di minaccia (livelli di difficoltà) che vengono incrementati con l’aumentare del vostro livello.
Abbiamo sperimentato per un intero pomeriggio questa modalità di gioco provando diverse Operazioni e diverse classi, e dobbiamo ammettere che poter far squadra è decisamente divertente e rende il titolo ancora più interessante di quanto già non sia. Abbiamo però potuto notare come il net code sia spesso uno dei punti deboli di questa produzione, mostrando diversi singhiozzi e anche qualche momento di lag vero e proprio durante le sessioni di gioco tra di noi (il test è stato fatto tra console Xbox Series X, piattaforma per cui abbiamo ricevuto il codice review). Abbiamo infine provato anche ad aprire una partita a giocatori di altre piattaforme e, da quello che abbiamo potuto vedere, il crossplay c’è e funziona, ma probabilmente va ancora ottimizzato a dovere, motivo per cui i primi giorni potrebbero essere quanto meno problematici,
Warhammer 40K: Space Marine 2 è un’opera sicuramente riuscita, e che ci ha dato grandissime soddisfazioni, soprattutto nel portare l'universo oscuro e ricco di conflitti di Warhammer 40K nel mondo videoludico. Le scene, le cinematiche e i dialoghi, la portata degli scontri e persino la storia riescono a costruire un amalgama che difficilmente lascerà indifferenti i fan. Detto questo però abbiamo anche evidenziato alcuni elementi non proprio perfetti durante la nostra partita. Il gioco infatti gira piuttosto bene nella maggioranza dei casi (se data priorità alla reattività su Series X), ma ci sono alcuni momenti particolarmente concitati in cui qualche frame tende a scappare. Nulla di esagerato, e che di sicuro non rovina l’esperienza complessiva, ma cionondimeno è un neo su questa produzione così ben riuscita. Anche a livello di cinematiche alcune animazioni presentano un pop in piuttosto radicale, caricando in ritardo alcuni elementi più in alta definizione. Questi difetti nelle modalità online vengono chiaramente amplificati dai saltuari problemi di net code e stabilità, introducendo a tratti alcuni scatti decisamente più fastidiosi. Tenendo presente che il gioco non presenta una varietà di ambientazioni particolarmente ricca, e che molti elementi sono stati standardizzati in tutta la campagna (ascensori, pulsanti di attivazione, portelloni, ecc…), è un peccato che il gioco risulti ancora poco ottimizzato in molti dei suoi aspetti, soprattutto dato il grande lavoro svolto dagli sviluppatori nell’adoperare un motore grafico proprietario (lo Swarm Engine).
In aggiunta a quanto già detto, vorremmo discutere brevemente anche l’argomento boss fight, altro elemento a nostro modo di vedere piuttosto altalenante. Alcuni boss sono infatti estremamente divertenti da affrontare e spingono il giocatore a fare un uso intelligente delle abilità come il parry, la schivata e l’attacco pesante. Altri invece finiscono per essere una baraonda disordinata di minion che invadono l’arena rompendo il ritmo del combattimento e generando un gran caos. Per carità, molto realistico come combattimento, ma molto poco divertente in uno scontro che dovrebbe essere “unico” o per lo meno memorabile nella campagna.
Warhammer 40.000: Space Marine 2 è un seguito coi fiocchi del primo capitolo che, a dispetto dei pochi difetti, riesce a trasmettere quel senso di potenza e di vulnerabilità assieme in modo unico. Con una durata di circa 12 ore, la campagna risulta essere longeva al punto giusto (forse per qualcuno un po’ corta), ma di sicuro non sbagliata come tempi narrativi e durata complessiva. Se siete dei fan del primo capitolo il nostro consiglio è di giocarvi questa campagna tutta d’un fiato come abbiamo fatto noi, non ne resterete delusi. Se anche non foste dei fanatici della serie o del mondo di Warhammer 40K, il nostro consiglio è di buttarvi comunque nella mischia di questo ottimo action game, per massacrare tonnellate di xeno ed eretici, e ricordate sempre: “L’Imperatore vi protegge”.
Devi essere connesso per inviare un commento.