Tribù, eccoci qui a parlare di Wolfenstein: Youngblood, ultima avventura rilasciata nell'universo di Wolfenstein, proponendosi come titolo cooperativo online.
Machine Games e Arkane Studios saranno riusciti a creare un'interessante esperienza di coppia e gioco di squadra? Scopritelo assieme a noi in questa recensione.
La storia di Wolfenstein: Youngblood è ambientata diciannove anni dopo gli eventi di Wolfenstein 2: The New Colossus, dove il nostro B.J. Blazkowicz è padre di due sorelle gemelle: Jess e Soph.
Dopo anni di addestramento, le ragazze dovranno applicare tutto ciò che hanno imparato per trovare B.J., che risulta scomparso da diverso tempo; grazie all'aiuto della loro amica di famiglia Abby, le ragazze ottengono le più avanzate tute da combattimento e, con un piccolo indizio trovato in soffitta, partono per Parigi che attualmente si trova sotto il controllo dei nazisti.
Nelle catacombe incontrano Juju, membro della resistenza, per chiedere il suo aiuto nella ricerca del padre; la donna si renderà disponibile a collaborare solamente se le sorelle dimostreranno di cosa sono capaci, chiedendo loro di svolgere una piccola missione.
Da qui prende il via l'avventura di Wolfenstein: Yougblood, un titolo che cerca di inserire caratteristiche GDR e online insieme a quelle FPS.
Al primo avvio decideremo chi interpretare tra Jess e Soph: tutto ciò ha di base un semplice sfondo estetico, l'unico cambiamento è una delle armi primarie in possesso a inizio gioco; a susseguirsi si scelgono determinati aspetti estetici e due caratteristiche iniziali.
Si potrà scegliere tra una piccola mitraglietta automatica e una pistola silenziata, successivamente un'abilità di sfondamento offensiva o occultamento tattico; queste due scelte sono un incipit iniziale per far scegliere al giocatore se iniziare l'avventura con un esperienza di gioco offensiva oppure stealth.
Svolta la missione iniziale, che funge anche da tutorial, il resto dell'avventura è composta da una serie di missioni principali ed eventuali missioni secondarie; queste ultime hanno lo scopo di fornire e poter accumulare tre ricompense essenziali: monete d'argento, punti esperienza e punti abilità.
Per quanto vi sia il termine “secondarie”, queste ultime diventano per un gran frangente di gioco essenziali da fare, così da avere abbastanza punti (sia di esperienza che abilità) e acquisire delle abilità che diventano d'obbligo se si vogliono svolgere alcune missioni principali.
La progressione del personaggio consiste nel salire di livello per aumentare delle statistiche permanenti e tramite i punti abilità sbloccare dei potenziamenti, che sono suddivisi in tre categorie: mente, corpo e potenza.
Nelle fasi iniziali del gioco il concetto di crescita è importante a causa della presenza di nemici ostici da affrontare in alcune zone (evidenziati da un teschio al posto del livello), ma raggiunta una certa fase della storia questo concetto si perde, lo si nota nel momento in cui anche nelle prime zone di inizio gioco i nemici hanno lo stesso livello alto con il proprio personaggio.
Anche le armi potranno essere modificate nel corso dell'avventura e usufruendo delle monete d'argento è possibile acquistare dei nuovi componenti che modificano le statistiche (danno, precisione, caricatore, ecc... ); inoltre, con scelta tattica, applicare sopra almeno tre parti appartenenti alla stessa “azienda” concede degli ulteriori bonus permanenti.
Tali modifiche ci permettono di creare una buona varietà di tattiche con il nostro arsenale, consentendo per esempio di rendere un mitra d'assalto un fucile di precisione a colpo singolo silenziato per uccidere dalla lunga distanza senza essere scoperti.
Con le monete d'argento si possono in aggiunta comprare delle skin estetiche per armi e personaggi, alcune di esse saranno acquistabili con i lingotti d'oro (risorsa acquistabile solamente con soldi reali) per chi non avesse intenzione di fare farming; solo pochissime saranno acquistabili con i lingotti, ma, nonostante la presenza di tale valuta, essa non va ad influenzare l'esperienza di gioco
Infine, come elemento acquistabile con le monete d'argento, vi sono i “gesti”: questi non sono un semplice decoro, bensì una capacità bonus.
Si può equipaggiare un solo gesto per personaggio (intercambiabile in qualsiasi momento) ed esso fornisce un supporto in battaglia; si esegue con la semplice pressione di un tasto e ognuno di essi ha un tempo di ricarica differente prima del prossimo utilizzo.
Non sono da sottovalutare, dato che possono salvare durante pessime situazione e fornire dei vantaggi importanti negli scontri come armatura bonus o aumentare temporaneamente i danni.
Parlando dell'approccio di gioco e degli scontri, come accennato precedentemente, viene data la possibilità di affrontare le sessioni sia in maniera diretta sparando a testa bassa su tutto ciò che si para davanti; in alternativa, si può usufruire dell'abilità di occultamente assieme alle armi da corpo a corpo/lancio e armi silenziate per cercare di eliminare i nemici senza far scattare l'allarme.
A inizio avventura l'approccio stealth risulta alquanto ostico e complesso, questo a causa dell'abilità di occultamento dalla durata molto breve e basta un minimo passo falso per essere scoperti e far scattare l'allarme, portando a essere attaccati da ondate di nemici.
In quest'ultimo caso, anche nel momento in cui si torna invisibili, i nemici vedranno i personaggi come se non fosse attiva, impedendo di dare la possibilità di calmare le acque e venire continuamente attaccati fino a quando non sono tutti eliminati.
A complicare in certi casi la situazione sono alcune imprecisioni tecniche delle hitbox o la percezione dei nemici; nello specifico, è capitato di essere individuati (da visibili, nell'attesa che si ricaricasse occultamento) in punti dove i nemici non avevano campo visivo. Nel caso delle hitbox, quando si usavano le armi da lancio per eliminarli con un sol colpo, si è vista l'arma passare a fianco o attraverso il bersaglio (nonostante fosse stato ben mirato), portando il nemico in allerta quando non sarebbe stato possibile.
Osservando gli scontri a fuoco, da un lato troviamo un'esperienza altamente dinamica fatta da scie di proiettili vaganti, missili ed esplosioni arricchite dalla coreografia nelle esecuzioni sui nemici; purtroppo tutta questa dinamica passa dall'essere frenetica al caotica e confusionaria, elemento che va a inficiare su delle meccaniche spiegate nel gioco.
Progredendo nella storia e nel livello dei personaggi si affronteranno nemici sempre più resistenti, alcuni di essi saranno deboli con determinati tipi di proiettili, mentre altri richiederanno una maggiore strategia; bisogna scoprire quali sono i punti fragili dove colpire per rimuovere la corazza che riduce drasticamente i danni subiti e poterli successivamente eliminare.
Sfortunatamente a causa di un sistema di mira non propriamente preciso e stabile, assieme al caos che si può generare durante gli scontri, il tutto è reso decisamente complesso e in alcuni scontri (anche boss fight) rischia di rendere l'esperienza frustrante.
Ciò che può aumentare tale disagio possono essere due fattori aggiuntivi: non riuscire a trovare un compagno di squadra adeguato mentre si gioca online, oppure, nel caso lo si affronti in “singolo”, avere come alleato di battaglia una sorella gestita da un IA non sempre efficiente.
Queste complicazioni possono andare ad inficiare sull'esperienza di gioco calcolando la presenza delle “vite condivise”, quando una delle sorelle cade a terra ferita è necessario che arrivi l'altra a rianimarla.
Nel caso quest'ultima non arrivi in tempo o la ferita si “arrenda” verrà consumata una vita, nel momento in cui vengono perse tutte le vite (che possono essere fino a un massimo di tre) e una sorella muore, verrà riavviato lo scenario; l'unico modo per recuperare le vite perdute è tramite delle casse dedicate che si trovano sparse nella mappa di gioco. Una volta trovate, entrambe le sorelle dovranno tirare giù le leve per poterle aprire e ottenerne una.
Essendo un'avventura suddivisa in missioni, la pianificazione e la loro gestione vengono organizzate presso il rifugio dei ribelli: le Catacombe.
In questo quartier generale si gestisce la raccolta o consegna delle missioni principali e secondarie; si potranno recuperare punti salute, armatura, vite condivise e munizioni per poter essere preparati al massimo.
Inoltre vi sarà Abby, che propone diverse attività interessanti da affrontare come obiettivi settimanali per ottenere ricompense extra, oppure la possibilità di riaffrontare le quest principali completate in precedenza.
Una volta organizzato il tutto ci si dirige presso la mappa per decidere in quale sezione andare attraverso il sistema della metropolitana; con il progredire del gioco si troveranno e sbloccheranno altri passaggi metropolitani per le zone che prima non erano accessibili, così da facilitare la transizione tra l'una e l'altra.
La mappatura cerca di proporre zone in cui l'esplorazione è semi “open world” grazie alla possibilità di accedere sia in maniera lineare per le strade, oppure sfruttare appartamenti, passaggi rialzati e fognature. Se la metropolitana è sbloccata e non vi sono nemici nelle vicinanze, si può tornare liberamente alle Catacombe semplicemente mantenendo premuto un tasto.
Per arricchire l'esperienza di gioco, così da non doversi focalizzare solo sulle sparatorie, sono state inserite un alta variante di collezionabili da cercare osservando tutto l'ambiente circostante in ogni angolo della mappa.
Alcuni passaggi o casse (contenenti risorse di vario tipo) non saranno accessibili sin dall'inizio, ma richiederanno l'utilizzo di uno specifico tipo di munizione per poterle aprire; altre casse speciali invece chiederanno un codice che va trovato.
Questi codici (non solo per le casse, ma anche per aprire porte e avanzare nelle missioni) si trovano in dischi che vanno inizialmente trovati e, una volta in proprio possesso, basta trovare un computer dove poterlo decodificare. Fatto ciò, esso sarà visibile in maniera trasparente sul pannello richiesto e basterà semplicemente inserirlo.
Sia durante lo svolgersi delle missioni che per l'esplorazione libera, arriverà una comunicazione da parte di Abby che indicherà un mini intervento da parte delle sorelle, evento secondario che si può decidere liberamente di non affrontare, dato che sono totalmente casuali.
Tale libertà e grandezza delle diverse sezioni va purtroppo a inficiare su un sistema di minimappa impreciso, l'assenza di poter accedere a una mappa completa in cui ci si trova, costringe il giocatore a ricordarsi a memoria i diversi passaggi; nel caso sia la prima volta che vi si accede, allora ci si trova in uno stato di smarrimento, nonostante sia evidenziato da un indicatore a schermo il punto da raggiungere o esplorare per l'avanzamento della missione.
Affrontando sia missioni principali che secondarie il gioco si può completare in circa una decina di ore. Una volta svolta la missione finale dello scenario principale sono comunque presenti delle missioni secondarie extra più tutto ciò lasciato dietro, che si può completare per chi cerca di ottenere tutto al 100%.
Come già spiegato, il gioco ha come focus principale l'esperienza cooperativa online ed è possibile creare una sessione aperta a tutti, privata su invito oppure giocarla in singolo giocatore “offline” con il supporto dell'IA che controlla la sorella al posto del giocatore mancante.
La parola offline è stata messa tra virgolette perché, seppure in giocatore singolo, l'accesso al menù di gioco per gestire missioni, armi, abilità, ecc... non mette in pausa il gioco.
Interessante la funzione del Buddy Pass, che concede di invitare un amico per giocare assieme al titolo senza che lui possieda la copia completa del gioco; viene concessa l'opportunità di vivere l'esperienza cooperativa, ma l'ospite non otterrà alcun progresso di gioco personale.
Wolfenstein: Youngblood si dimostra, rispetto ai titoli precedenti, un'esperienza acerba; è un insieme di idee e meccaniche interessanti che cercano di uscire un po' dal canone classico, aggiungendo la possibilità di condividere l'esperienza di gioco con un'altra persona.
Purtroppo è un miscuglio di generi sotto vari aspetti impreciso che, sommati insieme, non riescono a soddisfare appieno l'esperienza di gioco.
Wolfenstein: Youngblood propone un comparto tecnico interessante con buone texture nell'ambientazione e nella scelta di desing di armi e nemici; ottimo lavoro è stato fatto per gli effetti particellari riguardanti esplosioni, fuoco e la scia dei proiettili durante le sparatorie.
Coreografiche le animazioni mentre si eseguono le esecuzioni dei nemici, così come quelle delle cutscene durante lo svolgersi della storia, anche se quest'ultima risulta poco convincente e intrigante, così come la caratterizzazione dei personaggi, accattivante all'inizio, ma che si perde con l'avanzare degli eventi.
Nonostante sia un buon comparto tecnico, il gioco non è esente da alcuni problemi che si sono presentati, di glitch nelle missioni o bug, come boss immortali nonostante l'azzeramento della salute che costringevano a riavviare la missione.
Un buon lavoro è stato fatto per le musiche, ottimo per quanto riguarda il doppiaggio. Sfortunatamente c'è stata un'errata gestione del sonoro; infatti è capitato che dialoghi diversi si sovrapponessero creando un miscuglio di frasi che lasciava perplessi e confusi.
Per cui, tirando le somme, cosa ne pensiamo di questo Wolfenstein: Youngblood?
Nonostante il tentativo di Machine Games e Arkane Studios di sviluppare un'esperienza cooperativa online, aggiungendo componenti come quelle RPG, sfortunatamente ne è risultato un titolo con diverse imprecisioni.
Alcune meccaniche suggerite si vanno a scontrare con altre, creando un'esperienza di gioco confusionaria che porta il giocatore a dover fare farming di risorse per poter affrontare le missioni, con un sistema di progressione che si perde nel momento in cui tutti i nemici sono di livello pari al giocatore o poco superiore anche dove non dovrebbero esserlo.
La presenza del Buddy Pass diventa molto importante per affrontare il titolo se non si riesce a trovare qualcuno online con cui si possa avere sincronia nelle azioni; altrimenti si è costretti ad affrontarlo accompagnati da un IA che numerose volte diventa più un problema che un aiuto.
Idee interessanti che sfortunatamente non riescono ad amalgamarsi a dovere, lasciando un'esperienza che potrebbe far storcere il naso a diversi fan del brand.
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