Era il 10 giugno del 2010 quando in Giappone usciva su Wii un titolo alquanto sconosciuto: Xenoblade Chronicles. La sua uscita fu un po’ particolare perché il gioco non ha venduto molto, sia in patria che in Occidente, ma in tutto il mondo il verdetto di giocatori e critica fu unanime: un capolavoro assoluto e il miglior gioco per Wii.
Un successo enorme per Monolith Soft che ha così dato vita ad una partnership con Nintendo che ha visto Xenoblade Chronicles X su Wii U e il recente Xenoblade Chronicles 2 su Switch, nonché una versione del primo Xenoblade su New Nintendo 3DS; nonostante l’ottima fattura di questi due ultimi titolo e il loro successo (malgrado X abbia risentito dello scarso successo di Wii U), il primo capitolo di Xenoblade per molti resta il migliore, vuoi per la trama, il cast e la colonna sonora di Yoko Shimomura.
Considerando che molti dei giochi usciti su WiiU sono stati riproposti su Switch e hanno ottenuto un successo maggiore, era solo questione di tempo prima che Nintendo e Monolith Soft facessero lo stesso con Xenoblade, ma non si sono limitati ad un semplice porting per la console ibrida, bensì una vera e propria edizione rinnovata con tanto di storia aggiuntiva ambientata dopo la fine della trama principale dal titolo “Futuro Comune”. Nome di questa edizione è Xenoblade Chronicles Definitive Edition, titolo sul quale ho passato le ultime due settimane e adesso è tempo di parlarvi della mia esperienza con la recensione del gioco.
Trattandosi di una nuova edizione del gioco originale, Xenoblade Chronicles: Definitive Edition ha la stessa trama principale che abbiamo conosciuto dieci anni fa. Secoli prima le vicende del gioco, due enormi titani di nome Bionis e Mechanis hanno combatuto senza sosta finché non sono diventati degli enormi esseri immobili, fin qui nulla di particolare se non fosse che i due giganti sono due pianeti veri e propri dove, dopo la fine della battaglia, si sono sviluppate forme di vita differenti.
Bionis ha visto la nascita di forme di vita biologiche tra le quali gli umani (conosciuti come “Homs) nel gioco) e altre razze che popolano il pianeta, mentre su Mechanis si è sviluppata la vita artificiale (Mechan), composta per lo più da macchine di svariate dimensione e proprio come i due giganti un tempo; i popoli di Bionis e Mechanis sono in guerra, un conflitto che all’apparenza è a vantaggio dei Mechan se non fosse che una misteriosa spada conosciuta col nome di Monado racchiude un potere tale da capovolgere le sorti della guerra.
In questo background il giocatore fa la conoscenza di Shulk, il protagonista del gioco che, entrato in possesso della Monado, inizierà il suo viaggio alla scoperta della verità nascosta dietro a questi mondi, con la Monado che non solo sembra sia lunica arma in grado di ferire i Mechan, ma possiede la capacità di mostrare il futuro a chi la brandisce, con le dovute conseguenze del caso.
Anche se si tratta di un gioco di dieci anni fa, vista l’estrema importanza della storia trovo corretto non dilungarmi troppo su di essa per non rischiare di rovinare ai lettori una storia di livello eccellente, piena di risvolti a sorpresa e con personaggi di spessore che non sentono minimamente il peso degli anni; è giusto spendere qualche parola, invece, per l’inedito “Un Futuro Comune” incluso in questa edizione, che racconta la storia che si svolge un anno dopo la fine del gioco “base” e che è incentrato sul personaggio di Melia. Ovviamente non manca la presenza di Shulk e altri personaggi già apparsi in precedenza, ma la seconda novità di questa espansione, se vogliamo così chiamarla, è la location, ambientata nella spalla di Bionis che era prevista inizialmente nel gioco originale, ma poi scartata in fase di sviluppo.
Un Futuro Comune non rovina nulla della storia originale e neanche la migliora, semplicemente allunga un’esperienza già di per sé fantastica e costituisce un motivo più che valido per acquistare il gioco.
A livello di gameplay il titolo resta invariato: un JRPG dove l’azione si svolge in tempo reale. Nel corso delle battaglie, il giocatore controlla direttamente uno di tre membri del party, con gli altri 2 gestiti da un’ottima CPU. Ogni personaggio possiede degli attacchi di base, ma anche abilità, magie e mosse particolari che sia di Tecniche, mosse o magie più potenti le quali, una volta utilizzate, hanno un tempo di cooldown specifico che bisogna attendere prima di essere usate nuovamente. Per avere la meglio negli scontri la chiave sarà quella di destreggiarsi nel saggio uso di questi comandi, che però può risultare un po’ legnoso in quanto le abilità sono tante e andare a cercare quella desiderata, magari in tempi brevi, è un po’ un problema che non è mai stato risolto e, se consideriamo che sia X che Xenoblade 2 presentano questo tipo di battle system di base, la noia durante i combattimenti può arrivare in fretta. Durante gli scontri è presenta la Barra di Gruppo, che se riempita mediante l’uso di attacchi e abilità permette l’utilizzo dell'”Assalto di Gruppo”, dove il giocatore controlla i membri del party ed è libero di selezionare le abilità a loro disposizione in modo da scatenare vere e proprie catene di attacchi per avere la meglio negli scontri; la barra inoltre può essere usata per riportare in vita i personaggi in battaglia. Ad aggiungere un po’ di pepe alle battaglie però ci pensa la Monado: la capacità della spada di mostrare il futuro non è solo per fini narrativi, ma si vede anche in battaglia, con Shulk che è in grado di “prevedere” le mosse dei nemici potenzialmente fatali o comunque estremamente pericolose e agire di conseguenza per evitare una possibile disfatta. C’è da dire che questa meccanica non ci dice cosa fare, semplicemente sta al giocatore scegliere che mosse utilizzare per uscire da una situazione potenzialmente difficile. Sta quindi al giocatore decidere in che modo approcciarsi agli scontri, purché il party sia livellato a sufficienza, cosa che si può appunto fare tramite battaglie o intraprendere una delle tantissime subquest presenti nel gioco.
Proprio nell’ambito della quest principale e di quelle secondarie è dove Monolith è andata a ritoccare un aspetto odiato da molti: la difficoltà nel capire il percorso giusto per raggiungere l’obiettivo di turno, complice un mondo di gioco sconfinato. Ebbene, gli sviluppatori hanno implementato un sistema che mostra la giusta strada da intraprendere per raggiungere il luogo di nostro interesse senza troppe difficoltà, utile per quello che è uno dei più grandi mondi di gioco visti su console, sia dieci anni fa che oggi.
Non mancano anche delle novità introdotte in questa nuova versione del gioco come la modalità “Contro il tempo”, sfide particolari che vanno terminate entro un determinato lasso di tempo; una cosa vista in Xenoblade 2 e che qui va ad aggiungere contenuti ad un gioco già strabordante di cose da fare. Evviva l’abbondanza.
Dal punto di vista visivo, Xenoblade Chronicles: Definitive Edition è più un remake che il classico porting o remaster. Questo perché il comparto grafico è stato notevolmente migliorato sotto tutti gli aspetti: i modelli dei personaggi, le animazioni, gli ambienti di gioco, che siano spazi aperti o chiusi, ci fanno sembrare quasi di star giocando a qualcosa di nuovo, ma al tempo stesso “familiare”. Ovviamente non manca neanche tutta la parte completamente inedita legata a “Un Futuro Comune” con nuove location e ambienti a dir poco incantevoli e mozzafiato.
Non è tutto oro quello che luccica, purtroppo, questo perché il gioco soffre dei piccoli problemi tecnici che affliggevano Xenoblade Chronicles 2, ovvero una risoluzione un po’ troppo bassa in modalità portatile, nulla che rovini la qualità grafica del gioco che resta comunque elevata, anzi è migliore di Xenoblade 2. La colonna sonora è quella che abbiamo avuto modo di conoscere dieci anni fa, ma del resto se tra i nomi c’è quel mostro sacro di Yoko Shimomura allora è impossibile che le musiche non siano d’impatto e di qualità superiore, senza contare che esiste la possibilità di passare dai brani riarrangiati a quelli originali in qualsiasi momento. Stesso discorso per il doppiaggio, che non solo è in inglese, ma anche in quello originale giapponese. Una manna per gli amanti dei JRPG.
Tolto il problema superfluo della risoluzione, Monolith ha risolto i difetti del gioco originale e il gioco gira a meraviglia a 30 FPS e ha reso l’esperienza molto più fluida, il che non guasta per un RPG in tempo reale.
Col rischio di far arrabbiare i fan di Breath of the Wild, Xenoblade Chronicles: Definitive Edition è senza dubbio il miglior gioco attualmente disponibile su Nintendo Switch ed è veramente difficile poter affermare il contrario quando il titolo che abbiamo davanti è un prodotto confezionato in maniera sublime, enorme ed estremamente longevo. Dimenticate i difetti tecnici accennati prima perché si tratta di cose che possono essere tranquillamente ignorate.
Xenoblade Chronicles: Definitive Edition è tutto quello che gli amanti dei JRPG possono volere e desiderare, se lo avete ignorato su Wii o non avete avuto l’occasione di giocarlo ai tempi, lasciarsi scappare nuovamente il capolavoro di Monolith Soft è un crimine che non dovete commettere.
Devi essere connesso per inviare un commento.