Speciale Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/speciale/ Videogiochi, Cinema, Giochi da Tavolo, Serie Tv, Podcast e Live Sat, 01 Feb 2025 02:00:05 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.tribe.games/wp-content/uploads/2021/08/cropped-avatar_facebook2021-32x32.png Speciale Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/speciale/ 32 32 Stranded Deep 2 – Hands-Off [Gamescom 2024] https://www.tribe.games/stranded-deep-2-hands-off-gamescom-2024/ https://www.tribe.games/stranded-deep-2-hands-off-gamescom-2024/#respond Fri, 31 Jan 2025 08:45:17 +0000 https://www.tribe.games/?p=100260 Per il nostro ultimo appuntamento della Gamescom 2024, vi portiamo alcune brevi notizie sul prossimo capitolo di Stranded Deep, ovvero […]

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Per il nostro ultimo appuntamento della Gamescom 2024, vi portiamo alcune brevi notizie sul prossimo capitolo di Stranded Deep, ovvero Stranded Deep 2, al momento in sviluppo e con una data ancora non annunciata. Il titolo di Beam Team Games avrà, infatti, un seguito pubblicato da North Beach Games, come annunciato appena prima che la kermesse di Colonia aprisse i battenti, e il PR con cui abbiamo potuto parlare ci ha informato di alcune caratteristiche che avrà una volta uscito.

Stranded Deep 2

Durante l'appuntamento, infatti, non ci è stato mostrato nulla di fisico, né video, né immagini, ma ci è stato spiegato che il team ha avuto alcune difficoltà nei periodi precedenti l'inizio dello sviluppo, in particolare a causa del loro trasferimento in America per poter lavorare in strutture migliori con l'obiettivo di aumentare nettamente la qualità del prodotto. Nonostante ciò, chi tra voi ha giocato ore ed ore al primo capitolo non deve preoccuparsi, dato che siamo stati rassicurati del fatto che Stranded Deep 2 rimarrà fedele all'esperienza core che ha contraddistinto Stranded Deep e che lo ha portato ad essere amato dalla sua community. Verrà mantenuto il feeling survival e le meccaniche di crafting, ma intorno ad esse sarà sviluppata una serie di sistemi capaci di migliorare ed espandere l'esperienza. Inoltre siamo stati informati del fatto che il bioma nel quale vi troverete avrà un qualcosa di familiare, ma che sarà unico e diverso rispetto a quello in cui siete stati abituati a giocare.

Stranded Deep 2, inoltre, sarà presente con un Early Access sulla piattaforma Steam, così da poter raccogliere il feedback dei giocatori e migliorare il titolo in base a quelle che sono le vostre preferenze.
Non ci rimarrà a lungo, ma dovrebbe affacciarsi sulla piattaforma di Valve in un periodo che va dal Q3 al Q4 del 2025, quindi tra l'estate e la fine di quest'anno.

Non ci è stato detto molto altro, ad eccezione del fatto che maggiori notizie verranno rivelate nei mesi a seguire e che gli sviluppatori di Beam Team Games non vedono l'ora di mostrare quello a cui stanno lavorando, poiché lo considerano un miglioramento sotto ogni punto di vista del primo capitolo, che già di suo era stato capace di catturare cuore e menti di molti giocatori.
Per quanto ci riguarda, questa breve anteprima ci ha fatto capire quanto lo studio tenga a realizzare un prodotto che risponda a pieno alle aspettative della community e che sia rispettoso del suo passato. Perciò aspettiamo di avere maggiori notizie da condividere con voi, oltre ad avere grande curiosità di vedere quali contenuti saranno disponibili nell'Early Access in arrivo.
Quindi rimanete sintonizzati sulle nostre pagine per maggiori informazioni!

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Solnox - Grimoire of Seasons – Hands-On [Gamescom 2024] https://www.tribe.games/solnox-grimoire-of-seasons-hands-on-gamescom-2024/ https://www.tribe.games/solnox-grimoire-of-seasons-hands-on-gamescom-2024/#respond Thu, 30 Jan 2025 16:37:00 +0000 https://www.tribe.games/?p=100197 Siamo in dirittura d'arrivo con questi speciali per la passata kermesse di Colonia e come penultimo titolo visto dal vostro […]

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Siamo in dirittura d'arrivo con questi speciali per la passata kermesse di Colonia e come penultimo titolo visto dal vostro granchio redazionale si parla di Solnox - Grimoire of Seasons, realizzato e pubblicato da ByteRockers' Games. Questo gioco si presenta come roguelike deckbuilding con combattimento a turni basato su movimento a caselle, alle quali è stata data una grande importanza a livello meccanico.
All'appuntamento della Gamescom 2024 abbiamo potuto parlare con uno degli sviluppatori, che ci ha messo davanti ad un computer e ci ha permesso di provare il gioco e di sviluppare le nostre idee a riguardo.

Solnox è un gioco che vuole ridefinire il combattimento a turni rendendo importante anche il posizionamento dei personaggi sul campo di battaglia, non per danni dati da attacchi alle spalle o perchè si riesce a circondare il nemico, bensì per le caratteristiche ambientali date alle caselle su cui ci si muove. Per fare un esempio, esistono caselle legate alla stagione dell'inverno che aumentano la difesa. Ogni casella può essere legata ad una stagione specifica e noi giocatori le possiamo modificare attraverso l'utilizzo di carte speciali dette stagionali, così da poter ribaltare le carte in tavola [chiedo scusa per il gioco di parole N.d.R.].
Questo titolo quindi si presenta da subito come uno particolare, che offre una trama di fondo leggera, ma che funge bene da fil-rouge e caratteristiche da roguelike che rendono il tutto estremamente rigiocabile: il gioco offre, infatti, la possibilità di scegliere in quali situazioni cacciarsi grazie ad una selezione del percorso in stile Cult of the Lamb, oltre a power-up ogni un certo numero di stanze e mette a disposizione tre personaggi, tre stregoni che stanno cercando di sconfiggere la corruzione che sta coprendo il loro mondo e che potranno riuscire nella loro impresa solo una volta che saranno capace di entrare in sintonia l'uno con l'altro.

Solnox

Questa unione in sintonia viene riflessa dalla necessità del giocatore di trovare e creare sinergie all'interno del proprio mazzo di carte che si creerà man mano che avanza, dato che non tutte le carte possono essere assegnate ad uno qualunque dei tre membri del party; alcune carte sono specifiche ad un determinato personaggio, mentre altre comuni, come i normali Attacco e Movimento, saranno a disposizione di tutti. La differenza tra la vita e la morte sta quindi nella capacità di creare queste sinergie sia tra i personaggi sia con le caselle stagionali e il campo di battaglia: sarà necessario trovare questo equilibrio, in quanto Solnox - Grimoire of Seasons risulta essere un gioco estremamente mortale, nel quale basta che uno dei tre raggiunga i zero punti ferita per ottenere un game over.

Solnox

Ciò che ci ha lasciati un po' perplessi nella nostra prova di Colonia sono state la grafica e le animazioni, ancora abbastanza acerbe e poco sviluppate, mentre il reparto sonoro mostrava già un livello alquanto avanzato e gradevole.
Non siamo riusciti a vedere molto altro di Solnox - Grimoire of Seasons, ma da quello che abbiamo potuto provare, possiamo dire di essere curiosi di vedere cosa ne verrà fuori una volta che il titolo sarà completo e aspettiamo la sua uscita nel 2025 per dare un giudizio finale su quanto il team di ByteRockers' Games ha realizzato.
Sicuramente ci ha creato grande curiosità e lo metteremo nella nostra wishlist di Steam, come consigliamo di fare anche a voi.

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Into the Dead: Our Darkest Days – Hands-On [Gamescom 2024] https://www.tribe.games/into-the-dead-our-darkest-days-hands-on-gamescom-2024/ https://www.tribe.games/into-the-dead-our-darkest-days-hands-on-gamescom-2024/#respond Thu, 30 Jan 2025 15:31:00 +0000 https://www.tribe.games/?p=100185 Siamo agli sgoccioli di questo nostro resoconto della Gamescom 2024 e oggi vediamo alcuni dettagli di Into the Dead: Our […]

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Siamo agli sgoccioli di questo nostro resoconto della Gamescom 2024 e oggi vediamo alcuni dettagli di Into the Dead: Our Darkest Days, un titolo dalle note survival e post-apocalittiche realizzato e pubblicato da PikPok, il più grande studio di sviluppo della Nuova Zelanda.
A Colonia, infatti, abbiamo avuto la possibilità di discutere di questo gioco con gli sviluppatori stessi, che hanno risposto e confermato le sensazioni avute mentre provavamo con mano la demo che avevano portato alla kermesse.

Into the Dead: Our Darkest Days è un gioco che prende spunto dalle meccaniche e dalle atmosfere di This War of Mine e le porta in un'ambientazione diversa, caratterizzata da un'epidemia zombi che ha devastato l'intero pianeta.
Il team di PikPok ha deciso di mantenere lo scorrimento laterale con una grafica estremamente realistica e una serie di meccaniche che portano il giocatore a doversi preoccupare della gestione del proprio gruppo su svariati livelli. Come abbiamo potuto vedere nella demo che ci è stata mostrata, il titolo si divide in due fasi principali: la Fase di Rifugio (o Shelter) e la Fase di Recupero (o Scavenge).

La Fase di Rifugio di Into the Dead

Nella prima di queste due sezioni dai titoli alquanto esplicativi, dovremo occuparci di mantenere e migliorare il nostro rifugio, che sarà la base di tutte le nostre operazioni all'esterno, oltre che il luogo dove i membri del nostro gruppo di sopravvissuti potranno riposarsi e recuperare forze sia fisiche che mentali.
Il rifugio, inoltre, non sarà uno solo, ma nel corso del gioco potremo cambiarlo, così da poterci spostare in location più difendibili e con nuove funzioni da poter utilizzare per renderci la vita più facile: se il primo in assoluto ci permetterà solamente di riposare per recuperare Energie e preparare delle armi ad un tavolo da lavoro, quello seguente avrà in dotazione una cucina funzionante con cui creare pasti che soddisfino la Fame dei nostri membri e una sala comune dove ridurre lo stress mentale, chiamato Disperazione.
Gli sviluppatori ci hanno anche rivelato che ci saranno altre funzioni disponibili nel gioco completo, che metterà a nostra disposizione una gran quantità di diverse location nelle quali poterci rifugiare.

Into the Dead: Our Darkest Days

Nonostante tutto questo possa sembrare semplice da gestire, va anche tenuto conto del fatto che, nel corso della notte, i morti viventi verranno a bussare alla nostra porta, cercando di entrare e di fare di noi il loro pasto; il rifugio, dunque, va mantenuto sicuro e per questo dovremo sempre essere attenti ad avere abbastanza materiali per riparare le assi che sostengono porte e finestre. Inoltre, per eseguire ognuna di queste azioni servirà un membro diverso del gruppo, in quanto essi potranno impegnarsi in una sola di queste prima che faccia notte. Into the Dead: Our Darkest Days mette alla prova la nostra capacità di attuare una strategia efficace che impieghi il tempo di ogni membro del gruppo nella maniera più efficiente possibile, in quanto anche il più piccolo errore può risultare fatale.
La gestione del gruppo stessa sarà complicata e ci metterà alla prova, perché ognuno dei personaggi ha una propria statistica legata alla Fame, alla Disperazione e alle proprie Energie che ha speso, tutte da tenere in considerazione ogni volta che si sceglie il gruppo per la prossima esplorazione o quando si assegnano i compiti all'interno del rifugio.

La Fase di Recupero

La seconda fase, quella di Recupero, inizia dal rifugio stesso, dove equipaggeremo i membri del gruppo di spedizione (generalmente lasciandone almeno uno nella base) con gli oggetti migliori per quel tipo di avventura nell'ignoto: da armi ad armature, fino a provviste e oggetti utili a scardinare porte o a scavare nel terreno.
Una volta deciso l'equipaggiamento, è il momento di scegliere dove andare a cercare nuove risorse: di fronte a noi si apre quindi la mappa della zona, con alcuni luoghi evidenziati che mostrano la difficoltà di esplorazione e la possibilità di trovare determinate risorse piuttosto di altre. La scelta diventa fondamentale, in quanto andare in un luogo per il quale non si è preparati è una sicura condanna a morte, che il titolo prende molto seriamente: se un membro del gruppo muore, non potrà mai tornare in vita e tutto il suo equipaggiamento verrà perso.

Into the Dead: Our Darkest Days

Una volta che siamo sicuri di dove vogliamo andare, iniziamo la spedizione vera e propria, in uno scenario che sfrutta al meglio il gioco di luci e ombre dato da stanze chiuse o da interi edifici nei quali filtra pochissima luce esterna. L'illuminazione implementata dal team di PikPok è eccellente e supporta perfettamente sensazioni di paura dell'ignoto, tanto da offrire un senso di ansia e terrore continuo quando si esplorano edifici abbandonati e case distrutte.
Le spedizioni, in ogni caso, si svolgono solitamente di giorno, quando gli zombi stanno dormendo e sono meno reattivi, ma questo non significa che sia una passeggiata: gli zombi si risvegliano se ci avviciniamo troppo o se facciamo troppo rumore, e sono estremamente mortali una volta che iniziano a cercare di ucciderci. Il modo migliore per gestirli è colpirli da dietro con un attacco silenzioso, che ci permetterà di occuparci di uno alla volta senza rischiare danni al gruppo.
Alcuni dei luoghi che andremo ad esplorare saranno adatti a diventare il nuovo rifugio, ma in questi casi dovremo pensare prima a liberarci di tutti i morti viventi che vi hanno preso residenza; ciò rende questo tipo di spedizioni decisamente più pericolose del normale e sarà bene essere sicuri e ben equipaggiati per affrontarle.

In queste esplorazioni otterremo sia risorse, che vengono portate indietro al rifugio dove le potremo utilizzare per migliorare il rifugio stesso o per renderlo più sicuro, o ancora per creare nuovo equipaggiamento che renda più semplici le prossime spedizioni, sia nuovi membri per il gruppo di sopravvissuti, il che significherà più bocche da sfamare e teste da calmare.

Into the Dead: Our Darkest Days

Conclusioni su quanto visto

Into the Dead: Our Darkest Days quindi offre un'esperienza survival di alto livello, regalando sensazioni di ansia e paura, ma anche di soddisfazione e speranza a seconda delle nostre decisioni. Il titolo si presenta con una grafica realistica molto ben realizzata e supportata da animazioni create in motion capture, oltre che da un reparto di illuminazione di altissimo livello che riesce a creare un gioco di luci e ombre perfetto per il tipo di ambientazione.
Ci è stato detto che questo gioco arriverà nel Q2 del 2025 e noi aspetteremo con ansia l'uscita del gioco completo, per poterci mettere nuovamente le mani sopra e per potervi portare un resoconto più completo di quello che questa avventura ha da offrire. Nel frattempo vi consigliamo di metterlo nella vostra wishlist di Steam e di visitare il sito ufficiale, raggiungibile cliccando QUI.

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Mark of the Deep – Hands-On [Gamescom 2024] https://www.tribe.games/mark-of-the-deep-hands-on-gamescom-2024/ https://www.tribe.games/mark-of-the-deep-hands-on-gamescom-2024/#respond Wed, 29 Jan 2025 17:18:00 +0000 https://www.tribe.games/?p=100091 Ora, cari lettori e lettrici della Tribù, ci tuffiamo in un mondo particolare e dalle note piratesche, ovvero Mark of […]

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Ora, cari lettori e lettrici della Tribù, ci tuffiamo in un mondo particolare e dalle note piratesche, ovvero Mark of the Deep. Questo titolo, realizzato dal team brasiliano di Mad Mimic e pubblicato da Light Up Games, è un'avventura piratesca con una forte componente narrativa e dalle caratteristiche sia Souls-like che Metroidvania.
Durante la Gamescom 2024 abbiamo avuto la possibilità di parlare con un membro dello studio e di provare con mano questo titolo dalle grandi potenzialità, e ci siamo fatti una buona idea di quello che potrebbe portare nel mercato di riferimento.

Mark of the Deep si presenta con una trama nella quale, dopo un naufragio e la morte del capitano della nave, ci troviamo a dover diventare il capitano noi stessi, con tutti gli oneri e gli onori del caso. Naufragati in un'isola misteriosa e dall'aria mistica, dovremo far sì che, attraverso le nostre gesta, l'equipaggio inizi a fidarsi di noi, che fino a poco prima eravamo delle semplici reclute appena arrivate, e portare tutti in salvo. Per riuscire in questa impresa, dovremo esplorare persino le parti più nascoste dell'isola, così da ritrovare tutti i membri scomparsi dell'equipaggio.
Nel corso di quest'avventura, il nostro protagonista, Marcus "Rookie" Ramsey, scoprirà di avere dei poteri particolari, che miglioreranno le sue abilità e gli permetteranno di combattere contro gli orrori nascosti dell'isola.

Mark of the Deep

La trama sembra abbastanza lineare, ma in realtà, stando a quanto ci è stato detto, nasconde vari punti di svolta e sorprese, oltre ad essere legata a doppio filo con le meccaniche di gioco: una delle cose più interessanti di Mark of the Deep, infatti, è la meccanica di gradimento della ciurma nei nostri confronti. Le nostre azioni e risposte avranno un'influenza su tutti i membri, che potranno finire per considerarci meritevoli della loro lealtà o che potrebbero voltarci le spalle, convinti che non siamo all'altezza del compito che ci è stato assegnato. Questo porterà a molteplici finali diversi a seconda di come si sono gestite le cose e quindi ad esperienze di gioco estremamente variabili.

Il gameplay di base, invece, si presenta come un'unione tra un Souls-like e un Metroidvania: abbiamo la possibilità di schivare con una rotolata, possiamo utilizzare un rampino per raggiungere luoghi lontani e possiamo effettuare attacchi normali e caricati, oltre a poter utilizzare i poteri per combinazioni letali.
In questo gioco infatti affronteremo una serie di nemici molto diversi tra loro, con pattern di attacco ed estetica estremamente riconoscibili, oltre a tanti differenti boss che ci metteranno in grande difficoltà.
La componente Metroidvania si vede principalmente nell'esplorazione dei livelli, che presentano una struttura alquanto complessa, ma mai labirintica, con alcune sezioni che si potranno esplorare solamente una volta ottenuto un determinato potere o superato un determinato punto del gioco. Il titolo quindi spinge a ritornare in zone già esplorate per sbloccare percorsi precedentemente bloccati, ognuno dei quali porta ad una ricompensa assolutamente soddisfacente.

Mark of the Deep

Mark of the Deep, quindi, è un titolo dalle grandissime potenzialità, grazie anche ad una grafica molto suggestiva e capace di farci immergere completamente nell'ambientazione, supportata da un'ottima colonna sonora e da un doppiaggio presente per tutti i personaggi che potremo incontrare.
Sicuramente, per quello che abbiamo potuto vedere a Colonia, questo titolo merita di essere giocato e vi consigliamo di dare un'occhiata alla pagina Steam per provarlo con le vostre mani.

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Yars Rising – Hands-On [Gamescom 2024] https://www.tribe.games/yars-rising-hands-on-gamescom-2024/ https://www.tribe.games/yars-rising-hands-on-gamescom-2024/#respond Wed, 29 Jan 2025 15:03:35 +0000 https://www.tribe.games/?p=100083 Continuando la nostra avventura nei titoli visti alla Gamescom 2024, oggi diamo un'occhiata a Yars Rising, un'avventura action 2D realizzata […]

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Continuando la nostra avventura nei titoli visti alla Gamescom 2024, oggi diamo un'occhiata a Yars Rising, un'avventura action 2D realizzata da WayForward che prende uno dei grandi classici di Atari e lo ricrea in chiave moderna, rendendolo un'esperienza piena di mistero e caratterizzata da una grafica cartoon dai colori accesi.
Durante l'appuntamento siamo stati accolti da un membro dello studio di sviluppo che ci ha mostrato e fatto giocare a questa nuova interpretazione del franchise Yars, spiegandoci come hanno voluto renderlo un titolo appetibile anche per i giocatori più giovani, così da farli avvicinare ad una saga fondante di Atari.

In questa nuova avventura, infatti, ci vestiamo i panni di una giovane hacker, Emi Kimura, che ha l'obiettivo di infiltrarsi nella corporazione QoTech, per scoprire quali oscuri piani abbiano in mente. Per fare ciò, in questa avventura a scorrimento laterale che fa molto uso della verticalità, dovremo muoverci senza farci notare e combattere contro droidi e addetti alla sicurezza per arrivare al nostro obiettivo e permettere ad Emi di mettersi all'opera.

Yars Rising prende anche una deriva molto metroidvania, offrendo la possibilità di ottenere nuovi poteri ogniqualvolta Emi si interfaccia con un terminale e porta a termine una delle sue operazioni di hacking; mentre, come abbiamo potuto provare con mano, inizialmente Emi è un normale essere umano senza alcun tipo di strano potere, una volta effettuato il primo hack potrà sparare energia come se fosse la navicella di Space Invaders controllata dal giocatore, così da abbattere i nemici che le bloccano la strada.
Allo stesso modo Emi potrà ottenere sempre più poteri, gli stessi che utilizza nei minigiochi legati all'hacking, che, da quanto abbiamo potuto vedere, sono sempre legati a giochi storici di Atari, come il precedentemente menzionato Space Invaders.
Nonostante ciò, il titolo spesso ci obbliga ad affrontare sezioni di puro stealth, dove uscire alla Rambo non è un'opzione valida: in questi casi si sente molto la tensione di poter essere scoperti da un momento all'altro e queste sezioni riescono a spezzare ottimamente il ritmo di gioco, e dare così una varietà necessaria per mantenere l'attenzione del giocatore.

Yars Rising

I miglioramenti ai quali abbiamo potuto assistere, però, non sono solamente presenti nel gameplay o nella trama, ma anche nel sonoro e nella grafica: la soundtrack risulta estremamente adatta e cyberpunk, inoltre il doppiaggio risulta piacevole e pieno di emozione.
Per quanto riguarda la grafica, il titolo presenta ambientazioni 3D estremamente curate e piene di piccoli dettagli da osservare e da notare, oltre a sezioni di storia importanti che vengono rappresentate come se fossero un classico fumetto occidentale. Anche le animazioni, sia di movimenti che di attacchi e danni fanno trasparire la grande cura con cui sono state realizzate e mantengono un'ottima coerenza con lo stile cartoon.

Yars Rising

Da quello che abbiamo potuto vedere, Yars Rising è un'ottima reinterpretazione del classico di Atari, che riesce a offrire un gameplay divertente e una trama alquanto interessante, supportata da reparti grafico e sonoro di alto livello.
Il titolo realizzato da WayForward e pubblicato da Atari è quindi una grande sorpresa che consigliamo a tutti di provare, specialmente ora che è stato rilasciato per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X|S, Xbox One, Nintendo Switch e PC tramite Steam.
Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a visitare il sito ufficiale, raggiungibile cliccando QUI!

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Sonokuni – Hands-On [Gamescom 2024] https://www.tribe.games/sonokuni-hands-on-gamescom-2024/ https://www.tribe.games/sonokuni-hands-on-gamescom-2024/#respond Tue, 28 Jan 2025 16:03:00 +0000 https://www.tribe.games/?p=100015 Continuiamo l'ultima carrellata di articoli di Colonia con un titolo particolare ispirato a sua volta ad un gioco che, ai […]

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Continuiamo l'ultima carrellata di articoli di Colonia con un titolo particolare ispirato a sua volta ad un gioco che, ai tempi della sua uscita, fece alquanto scalpore: oggi parliamo di Sonokuni, gioco giapponese biopunk hardcore action in visuale top-down ispirato a Hotline Miami e alla cultura e alle leggende giapponesi.
Questo gioco realizzato in 2D con disegni a mano porta la definizione di trial and error ai massimi livelli, accompagnato da una colonna sonora hip-hop estremamente divertente e incalzante.

Particolarità di Sonokuni

Oltre alla particolarità di base di Sonokuni, un fatto interessante proviene dallo stesso team di sviluppo: i ragazzi che hanno creato Sonokuni, infatti, fanno tutti parte del gruppo musicale giapponese hip-hop Don Yasa Crew, composto da sette persone che, nel corso della pandemia di Covid, si sono ritrovate e hanno deciso di realizzare un videogioco. Questa decisione, come ci è stato spiegato dal rappresentante nel corso dell'appuntamento di Colonia, è scaturita dal fatto che in quel periodo era impossibile per loro eseguire performance live e così hanno deciso di sfruttare il tempo libero per trasmettere la loro musica e i loro messaggi attraverso questo titolo. Di conseguenza, l'interezza della colonna musicale è composta da loro canzoni.

La trama di Sonokuni racconta di Takeru, un'assassina solitaria che si lancia in ambientazioni surreali, sovrannaturali e piene di neon con lo scopo di difendere la sua gente dagli orrori creati da uno sfruttamento eccessivo della biotecnologia. Ovviamente essa funge principalmente da fil-rouge che collega l'ambientazione al gameplay, riuscendo perfettamente nel suo intento.

Sonokuni

Il gameplay

Nel nostro tempo con la demo che ci è stata presentata a Colonia, che adesso potete provare con mano scaricandola dalla pagina Steam ufficiale gratuitamente, ci siamo resi conto di quanto questo titolo sia capace di trasmettere continue scariche di adrenalina, portando ad una sorta di dipendenza data dal voler tentare il classico ultimo tentativo per sconfiggere lo stage attuale. Il gioco si basa sul comprendere la mappa che si ha davanti, capire le posizioni dei nemici e i loro movimenti, oltre ai loro attacchi e pattern, così da riuscire ad entrare in una stanza sconfiggendo ogni avversario nel giro di pochi secondi, senza subire danni.
Il trial and error è sostanzialmente obbligatorio, ma non lo si percepisce come frustrante: bastano, infatti, pochi tentativi per capire come superare un determinato punto e si prova grande soddisfazione ogni volta che si riesce a battere la stanza di turno.

Il gameplay è molto semplice, infatti, offre la possibilità di effettuare scatti, con un veloce cooldown, di attaccare con la propria spada in un cerchio che colpisce tutto quello che si ha intorno e di deflettere attacchi a distanza (potendo anche lanciarli indietro al mittente) o ravvicinati.
Le stanze sono sempre piene e si susseguono rapidamente, così evitare di creare tempi morti, che sono sostanzialmente inesistenti. Inoltre, persino nella demo che abbiamo potuto provare, i nemici sono estremamente variegati, presentano pattern di attacco molto diversi, ma facilmente riconoscibili e leggibili.
Nel nostro provato siamo finiti pure a combattere contro uno dei Boss, il quale ci ha dimostrato anche la capacità del team di architettare combattimenti contro un singolo nemico di alta qualità e dalla difficoltà elevata. Nonostante Sonokuni si presti chiaramente a un gameplay basato su stanze piene di nemici, questi incontri singoli risultano divertenti, oltre che un test di tutto ciò che si è imparato a fare negli stage precedenti.
Tutto questo rende il gameplay estremamente divertente, dinamico e coinvolgente, con la conseguenza di riuscire a tenerci costantemente attaccati allo schermo.

Sonokuni

Conclusioni su Sonokuni

In definitiva, il tempo che abbiamo passato su Sonokuni è stato facilmente tra i più divertenti di tutta la nostra esperienza alla Gamescom 2024. Riteniamo che questo titolo abbia delle ottime potenzialità e che possa essere una grossa sorpresa del mercato indie del 2025, una sorpresa che potrebbe essere di gran successo specialmente per la nicchia di giocatori hardcore. Chiaramente non è un gioco per tutti, richiede una grande prontezza di riflessi e la capacità di non abbattersi ai primi ostacoli, bensì di continuare a spingersi oltre con l'obiettivo di arrivare fino in fondo.
Vi consigliamo quindi di aggiungerlo alla vostra wishlist su Steam, mentre noi aspetteremo con grande eccitazione che arrivi il gioco finito per poterne fare una recensione completa.

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Fretless - The Wrath of Riffson – Hands-On [Gamescom 2024] https://www.tribe.games/fretless-wrath-of-riffson-hands-on-gamescom-2024/ https://www.tribe.games/fretless-wrath-of-riffson-hands-on-gamescom-2024/#respond Tue, 28 Jan 2025 14:43:40 +0000 https://www.tribe.games/?p=100003 Dopo una lunga pausa dovuta a motivi personali, eccoci di nuovo insieme, cari lettori e lettrici della Tribù, per continuare […]

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Dopo una lunga pausa dovuta a motivi personali, eccoci di nuovo insieme, cari lettori e lettrici della Tribù, per continuare e, a breve, finire di parlare di quello che ho visto durante la passata Gamescom 2024. Oggi quindi ci ritroviamo per discutere di quello che il vostro crostaceico redattore ha potuto vedere di Fretless - The Wrath of Riffson, un particolare RPG con combattimento a turni che si ispira al mondo della musica sia per la sua ambientazione che per lo stile di gioco.
Di questo titolo avevamo anche parlato durante la live di fine fiera, dove lo avevo menzionato come uno dei miei top di quest'anno e, passati alcuni mesi, confermo nuovamente la mia idea, dato che ricordo perfettamente tutte le sensazioni che questa esperienza è riuscita ad offrirmi.
Fretless risulta infatti come una nuova e innovativa opera realizzata dai ragazzi di Ritual Studios in una meravigliosa pixel art e capace di inserirsi in un genere saturo e ben definito come quello dei giochi di ruolo; grazie all'unione del gameplay classico a turni con quello di deckbuilding e utilizzo delle carte, nonché con l'aggiunta di meccaniche che rendono dinamica persino l'attesa tra un turno e l'altro, questo titolo punta ad offrire un'esperienza estremamente movimentata e divertente.

Una trama lineare e semplice

In Fretless - The Wrath of Riffson, come ci è stato spiegato dagli sviluppatori, vestiremo i panni di Rob, un ragazzo dedito alla musica che vuole partecipare al festival dei festival: la Battaglia delle Band! Per riuscirci, però, dovrà affrontare tanti pericoli e superare nemici assurdi che stanno corrompendo la musica e la melodia del mondo in cui lui vive.
Da quanto ci è stato spiegato, infatti, questa ambientazione basa la sua realtà sull'armonia dei suoni e della musica realizzata dai suoi abitanti e, recentemente, il mondo ha iniziato a perdere questa sua armonia a causa dei malefici produttori della Super Metal Records company, guidati dal malvagio Rick Riffson. Per risolvere la situazione, serviamo proprio noi, un ragazzo qualunque proveniente da una campagna qualunque, ma con un grande spirito e una passione ardente.

Fretless

Il gameplay: fase di preparazione

Inizialmente, com'è giusto che sia, ci ritroveremo con braghe di tela e una chitarra poco efficace, ma sconfiggendo nemici a colpi di note alte e basse e trovando oggetti con i quali migliorare i nostri strumenti, oltre a carte chiamate Riff da inserire nel nostro mazzo per aumentare le opzioni una volta in battaglia, riusciremo a diventare nemici temibili persino per i migliori musicisti del mondo.
Fretless - The Wrath of Riffson, infatti, propone un gameplay che si basa su una divisione in due fasi: quella di preparazione e quella di battaglia. La fase di preparazione è abbastanza estesa e utile per organizzare il nostro mazzo di Riff, che rappresentano le mosse eseguibili da Rob, da assoli a semplici riff. Inoltre, ci viene anche data la possibilità di scegliere il nostro strumento preferito tra chitarre, bassi e molto altro e di modificarlo, aggiungendo o migliorando ponti, corde e svariate altre parti come i pedali, così da migliorarne le prestazione il più possibile. Questa creazione del mazzo è anche molto personalizzabile, dato che ogni pedale, ogni riff, ogni ponte e ogni corda portano ad uno stile di gioco diverso: potreste essere dei damage dealer eccezionali che puntano a chiudere i combattimenti il prima possibile o potreste essere maestri del logoramento e portare i vostri nemici a essere sconfitti dopo lunghe ed estenuanti battaglie, ma non solo, potreste pensare di essere geni dei buff, capaci di creare combinazioni incredibili e imbattibili di status e buff. Insomma, il limite è la vostra fantasia.

Fase di battaglia

Una volta che si ha il setup perfetto, ci si ritrova nelle battaglie vere e proprie, che diventano showdown musicali a chi riesce ad eseguire meglio la propria parte. Fretless - The Wrath of Riffson pone grande enfasi in questa parte che diventa quasi un gioco ritmico, nel quale, nel corso del nostro turno, siamo tenuti a scegliere tre dei sei Riff pescati dal mazzo e poi a premere il giusto ritmo per aumentare i danni effettuati. In questo gameplay avere ritmo diventa quindi fondamentale e aiuta notevolmente nel combattere contro tutti i propri avversari, specialmente i boss nemici.
Questa attenzione al ritmo si nota anche nelle battaglie con i Boss: ne abbiamo potuta provare una e ci siamo trovati di fronte ad una situazione in cui il nemico possedeva una mossa speciale, un Assolo capace di spazzarci via in un colpo solo, a meno che non fossimo riusciti a tenere il tempo e a diminuire se non quasi annullare il danno che avremmo dovuto subire.

Tutte queste meccaniche fanno sì che i cari vecchi combattimenti a turni diventino delle battaglie musicali estremamente dinamiche e divertenti da giocare, nelle quali l'unica cosa che manca sono i tempi morti.

Fretless

L'esplorazione e la musica in Fretless: The Wrath of Riffson

Altre parti che ci sono piaciute molto nel corso della prova di Colonia sono state l'esplorazione e il reparto musicale. La prima si presenta con mappe aperte e molto libere da esplorare, piene di NPC nelle zone sicure e di nemici in quelle più selvagge, donando quindi grande vita a tutto il mondo di gioco. Non si tratta di un open-world, ma la continuità presente tra una parte di ambientazione e l'altra riesce a far mantenere l'orientamento senza bisogno di controllare la mappa nel menù principale.
Il reparto sonoro, invece, si presenta eccezionalmente, con musiche di background molto adatte e spesso capaci di enfatizzare l'emozione per il momento: nel villaggio iniziale riesce a donarci un senso di estrema pace e tranquillità, ci fa percepire la connessione con la natura che queste persone possiedono, mentre nei momenti di combattimento parte con musiche estremamente rock 'n roll e capaci di farci ballare insieme a Rob nel mentre le suoniamo [in tutti i sensi N.d.R.] di santa ragione a chiunque ci si pari davanti.

Conclusioni

In definitiva, per quello che abbiamo potuto vedere a Colonia, Fretless - The Wrath of Riffson è un gioco che ha il potenziale per avere lo stesso impatto che ha avuto un titolo del calibro di Sea of Stars, grazie alla sua innovazione e alla sua voglia di mostrare qualcosa di particolare e mai visto.
Consigliamo caldamente di provare la demo, già disponibile al download su Steam e vi consigliamo anche di aggiungere il gioco alla vostra wishlist. Noi lo faremo di sicuro!

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Journey Beyond the Edge of the World – Hands-On [Gamescom 2024] https://www.tribe.games/journey-beyond-the-edge-of-the-world-hands-on-gamescom-2024/ https://www.tribe.games/journey-beyond-the-edge-of-the-world-hands-on-gamescom-2024/#respond Tue, 28 Jan 2025 09:26:00 +0000 https://www.tribe.games/?p=99999 Pongiornissimo, Tribù! Ordunque, siamo giunti, in un modo o nell’altro, alla fine di questo incommensurabilmente lungo percorso attraverso le mie […]

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Pongiornissimo, Tribù! Ordunque, siamo giunti, in un modo o nell’altro, alla fine di questo incommensurabilmente lungo percorso attraverso le mie memorie della Gamescom 2024. Come detto nel mio speciale d’apertura sulla fiera di Colonia, questa è stata la mia prima visita alla Gamescom, una visita costellata soprattutto dal piacere di poter chiacchierare direttamente con gli sviluppatori presenti coi loro lavori, grandi o piccoli che fossero, alla manifestazione.
Il gioco di cui andremo a parlare oggi è Journey Beyond the Edge of the World, l’opera che, a conti fatti, più mi aveva colpito durante l’intera kermesse. Avevo da tempo deciso che questo sarebbe stato il titolo che avrebbe concluso la mia serie di speciali e anteprime, direi proprio che non c’è modo migliore per chiudere questo viaggio (è il caso di dirlo). Issate le vele, quindi, è il momento di partire e andare al largo…

Appendice 1: Alla deriva

1953, un punto imprecisato in mare aperto. Un pescatore amnesico si risveglia su una nave nel bel mezzo dell’oceano. La barca è deserta e una tempesta si è appena conclusa, non ci sono punti di riferimento all’orizzonte. Comincia così un viaggio di scoperta e, forse, rinascita.
Journey Beyond the Edge of the World è un’avventura narrativa con una forte componente immersiva e dall'ambientazione retrofuturistica. Quel pescatore disperso siamo noi, in prima persona, e ciò che dobbiamo fare è (ri)scoprire chi siamo e perché ci troviamo al largo, isolati dal mondo.

Journey Beyond è il frutto del lavoro di una singola persona, Markus Koepke, uno sviluppatore tedesco che lavora a questo titolo da quasi due anni [al tempo della fiera era “appena” un anno e mezzo N.d.R.]. Il suo obiettivo, ci ha spiegato, è quello di creare un’esperienza surreale, in grado di coinvolgere i sensi e la mente dei giocatori grazie a una storia a base di enigmi dove il sonoro e la musica sono i narratori delle vicende. Per provare cosa davvero aveva in serbo per noi, ci siamo quindi seduti indossando delle cuffie e ci siamo calati, come meglio potevamo, nei panni del nostro pescatore senza nome.

Appendice 2: Echi del tempo

Al nostro risveglio, non potremo fare altro che cominciare a vagare per il vascello che ci ospita e cercare qualche indizio. Nel corso della demo [purtroppo non più disponibile N.d.R.] di Journey Beyond si aveva la possibilità di familiarizzare coi controlli di gioco, alquanto particolari. Mantenere premuto un tasto per aprire una pesante porta, ruotare più volte un analogico per far girare una valvola, ogni azione è pensata per essere resa nel modo più reale possibile, dando la sensazione di naturalezza: dimenticatevi la breve pressione di un singolo tasto per eseguire attività complesse.

Come già detto, il fulcro di Journey Beyond è però l’audio di gioco, che è spaziale e pensato per essere vissuto nel miglior modo possibile, data la sua componente tridimensionale.
I suoni della nave e dei suoi oggetti (soprattutto delle apparecchiature elettroniche) saranno ciò che ci guiderà verso gli enigmi e anche verso le possibili soluzioni agli stessi. Mano a mano che riusciremo a farci strada tra i puzzle ambientali, che ci condurranno attraverso il tempo, sbloccheremo poi delle registrazioni musicali, che saranno ciò che ci permetterà di procedere nella storia.

Conclusioni: Un viaggio giunto al termine… o appena iniziato?

Potremmo andare avanti e aggiungere dettagli su Journey Beyond the Edge of the World, ma ci dispiacerebbe molto svelare più del dovuto. La storia del titolo sarà divisa in diversi capitoli e richiederà poco più di cinque ore per essere portata a termine, mentre ci sposteremo nel tempo, quindi ogni singola informazione può essere una novità per chi partirà per questa avventura audiovisiva…
L’opera di Markus Koepke ci si è mostrata con una veste innovativa e personale [oltre che giocabile da tutti tramite le opzioni di accessibilità che avrà N.d.R.], anche grazie alla direzione artistica che mischia una grafica low poly ed effetti particellari estremamente realistici. Nel corso dell’intreccio si tratteranno temi maturi e introspettivi, il che ci porta a pensare che le lacrime non mancheranno, anche perché già solo la prime battute ci avevano coinvolto non poco, lasciandoci davvero desiderosi di scoprire la storia del nostro protagonista senza nome e memoria. Non ci resta che attendere novità sullo sviluppo di questo titolo che, se tutto va bene, dovrebbe arrivare su PC nel corso di questo 2025 e, speriamo noi come lo sviluppatore, anche su console in futuro!

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The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles – Hands-On [Gamescom 2024] https://www.tribe.games/the-crazy-hyper-dungeon-chronicles-hands-on-gamescom-2024/ https://www.tribe.games/the-crazy-hyper-dungeon-chronicles-hands-on-gamescom-2024/#respond Mon, 27 Jan 2025 08:57:17 +0000 https://www.tribe.games/?p=99981 Pongiornissimo, amici della Tribù, e ancora felice anno nuovo! Dopo un lungo periodo di assenza, tra feste e influenze (il […]

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Pongiornissimo, amici della Tribù, e ancora felice anno nuovo! Dopo un lungo periodo di assenza, tra feste e influenze (il cui spettro tuttora mi tormenta), sono finalmente tornato su queste pagine “per finire ciò che ho iniziato”... È così che dicono i personaggi fighi della TV, vero?
Oggi, come penultimo scoglio al completamento della mia missione di copertura della passata Gamescom 2024, vi porto il provato di The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles, un titolo tutto italiano su cui ho avuto modo di mettere mano nel corso della mia ultima giornata di fiera. Devo dire che, dopo tre giorni di svariate chiacchiere in inglese, poter parlare a tu per tu con uno sviluppatore nostrano (anche se non è stata l’unica occasione per farlo) in quel della kermesse di Colonia è stato decisamente rinfrescante e mi ha messo quel pochino in più a mio agio, che male non fa, durante la mia prova su strada. Ora, senza ulteriori indugi, direi che è arrivato il momento di lanciarsi nel vivo dell’azione e andare a scoprire il titolo di oggi. All’avventura!

Appendice 1: Fantasy all’italiana

Sviluppato dal piccolo team di Fix-a-Bug, divisione dedicata ai progetti videoludici della torinese 3×1010, The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles [che per comodità penso che cercherò di abbreviare con le sue iniziali N.d.R.] è uno stilosissimo titolo dal sapore retrò che ha catturato molto il nostro interesse.
Frutto di più di due anni di sviluppo, questo dungeon crawler si distingue già da molti suoi colleghi per una peculiarità riguardo alla sua creazione, dato che il gioco non è stato creato usando engine come Unity o Unreal, bensì basandosi direttamente su JavaScript. Dietro alla nascita del progetto troviamo poi la mente creativa di Paolo Nicoletti, che nasce come web developer e non come game designer, ovvero colui che ci ha guidato nel corso della nostra prova e ci ha fatto capire in modo assai affascinante come fossimo davanti a un progetto piuttosto fuori dall’ordinario.

TCHDC ha dunque dalla sua un background peculiare, supportato poi da un lampante carisma che parte e sprizza dalla sua pregiata e colorata pixel art, uno stile, per quanto inflazionato nei giochi indipendenti, che riesce a distinguersi e a risultare davvero gradevole. La presentazione all’apparenza seriosa diventa ancora più simpatica e surreale se messa a confronto con la grande mole di citazioni e rimandi all’umorismo tipico dei film comici italiani e allo stravolgimento dei preconcetti tipici dei videogiochi. Il gioco è un grande tributo ai GDR più classici e fa di questo la sua forza: pensato per rivolgersi sia ai veterani che ai giocatori moderni, il titolo propone un interessante mix di funzionalità e la messa in scena di tropi presi dai racconti fantasy più o meno stravolti [come orchi un tempo incredibilmente raffinati e arguti ora divenuti i più classici dei bruti N.d.R.].

Appendice 2: Un’avventura tre gusti

Cosa possono dunque trovare i più temerari all’interno del famigerato Hyper-Dungeon? Intanto, prima di potersi lanciare all’avventura, TCHDC propone una serie di scelte che andranno a plasmare ulteriormente il modo in cui il gioco, ricco di elementi rogue-lite e basato sulla generazione di livelli in continua evoluzione, si mostrerà ai giocatori! E non stiamo facendo riferimento alla scelta tra Eroe o Eroina [i nostri due cugini protagonisti N.d.R.], ma alla possibilità di selezionare la propria arma di partenza e uno tra tre profili giocatore. Questi ultimi sono da considerarsi come gli “stili di gioco” con cui gli sviluppatori hanno deciso di cucire, attorno alle diverse esigenze di tre grandi categorie di giocatori, l’esperienza di gioco.
Che siate votati all’esplorazione (e fissati con il controllare ogni anfratto), amanti delle storie (che magari prediligono la strategia) o combattenti che vanno dritti al sodo (e preferiscono picchiare più che leggere), l’avventura muterà in base alla vostra scelta ed esigenze. Inutile dire che l’idea ci abbia intrigato veramente assai!

Ora che siamo partiti, ad attenderci ci saranno una serie di piani ricchi di nemici, tesori e sfide diverse; ogni livello di questo sotterraneo in costante mutamento ha per i prodi che ci si avventurano una sequela imprevedibile di prove e bisogna essere pronti ad adottare la giusta strategia per ogni situazione. Tutti i classici elementi di un dungeon crawler sono presenti in TCHDC, dagli enigmi e puzzle ambientali fino a un sistema di crafting immediato, che permette di creare strumenti in maniera rapida e intuitiva. Completa il pacchetto un sistema di combattimento a turni davvero intrigante, dove è necessario puntare e cliccare col giusto tempismo per parare e attaccare.

Conclusioni: L’Hyper-Dungeon vi aspetta!

Come spiegato nell’introduzione, provare The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles e parlare della sua realizzazione con il suo creatore è stata una vera goduria [e un grande piacere N.d.R.]. In pochi minuti eravamo già stati catturati dalle trovate argute e stimolanti messe all’interno di questa avventura ricchissima di richiami alla cultura pop e al sottobosco citazionistico nerd che tanto ci è caro.
Il titolo di cui vi abbiamo parlato oggi è supportato da un sistema di gioco rapido da apprendere e soddisfacente da padroneggiare, quindi consigliamo a tutti gli appassionati del panorama GDR indipendente di dare uno sguardo alla demo presente su Steam, che potete vedere come un grande tutorial di 15 livelli, in preparazione all’uscita completa del titolo, prevista per la primavera di quest'anno, che ne conterrà invece ben 50 e vi metterà sicuramente alla prova. Insomma, non vediamo l'ora che il gioco completo venga rilasciato! Ora l’ultima domanda che resta da fare è semplice: vi vedete come un attento gufo, un'astuta volpe o un possente orso?

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Into The Grid – Hands-On [Demo] https://www.tribe.games/into-the-grid-demo-provato/ https://www.tribe.games/into-the-grid-demo-provato/#respond Fri, 13 Dec 2024 10:09:00 +0000 https://www.tribe.games/?p=98828 Benvenuti tutti in questo particolare provato, oggi infatti parliamo della demo di Into The Grid, gioco sviluppato e pubblicato da […]

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Benvenuti tutti in questo particolare provato, oggi infatti parliamo della demo di Into The Grid, gioco sviluppato e pubblicato da Flatline Studios. Ci ha incuriosito parecchio sia per l'atmosfera cyberpunk [che il vostro redattore adora N.d.R.], sia perchè gli sviluppatori lo descrivono come un Cyberpunk Roguelike Deckbuilder. Questo titolo ci fa calare nei panni di un Runner, un hacker particolarmente dotato che viola i sistemi delle grandi megacorporazioni del mondo. In questa ambientazione ci ritroviamo quindi a dover districarci in un ambiente virtuale nel quale i pericoli sono assolutamente reali.

La trama di Into The Grid

Into The Grid ci fa immedesimare in Ursula Genma, detta Ursa, una leggendaria Runner che ha appeso la tastiera al chiodo per proteggere la figlia, Imogen, dal suo oscuro passato.
Dopo vent'anni di pace e tranquillità, però, Imogen scopre il segreto della madre e decide di allontanarsi da lei e da quello che rappresentava. In un tentativo di fare ciò, si fa assumere dalla Apex Talent Services, un'azienda apparentemente pulita e onesta. Quello che Ursa scopre è invece il contrario, ovvero che la società è partecipe di un giro di trafficanti di esseri umani; Ursa capisce anche che Imogen si trova in pericolo e che l'unico modo per salvarla è uscire dalla pensione e ritornare a fare la Runner per intrufolarsi nei sistemi della Apex, così da scoprire dove si trova sua figlia e portarla al sicuro.

La trama ci catapulta immediatamente in una situazione complicata, con la nostra protagonista che decide di allenarsi, dato che in questi vent'anni i sistemi di sicurezza e i metodi di hacking sono cambiati notevolmente. Con l'aiuto di un amico del passato riesce a sottoporsi ad un allenamento intensivo che le permetta di riacquistare le abilità perdute in questo periodo di pausa. La demo quindi è composta da questo allenamento, diviso in tre livelli differenti: mentre il primo è un semplice tutorial in cui veniamo guidati passo passo nell'esplorazione del Grid, ovvero il luogo virtuale dove vengono conservati i dati, dal secondo livello veniamo lasciati completamente ai nostri mezzi e alla nostre abilità.

Il gameplay

Il gameplay si divide tra la parte roguelike e quella card-game, ognuna separata, ma con meccaniche che vanno a comunicare tra loro. Partiamo dalla sezione roguelike, nella quale dobbiamo decidere quale percorso imboccare all'interno dello spazio virtuale del Grid, muovendoci di nodo in nodo. Il Grid infatti è composto da Cluster di Nodi, divisi tra loro da Gate che impediscono di passare a meno di aver soddisfatto determinate condizioni. Per fare un esempio, in un caso potrebbe capitare che richieda di aver interagito con tutti i Nodi del Cluster, in un altro caso potrebbe richiedere di aver combattuto contro tutti i nemici presenti. Il tutto rimane perfettamente legato al contesto, dato che i combattimenti avvengono contro ICE che vogliono impedirci di continuare ad invadere lo spazio in questione.
Continuando a parlare della sezione roguelike, essa presenta varie meccaniche che, una volta messe insieme, ci concedono una grande libertà strategica, specialmente perché ci sarà sempre possibile tornare indietro ad un Nodo di un precedente Cluster.
Ogni Nodo ha una funzione specifica e noi possiamo interagirci con tre diverse azioni: Extract, Exploit o Rehash. Ognuna fa cose diverse e richiede elementi diversi per essere compiuta, ma tutte offrono in cambio delle ricompense che ci permetteranno di andare sempre più a fondo nel Grid, che siano Shard, la valuta utile ad acquistare carte e potenziamenti o la possibilità di recuperare vita dopo averla persa in combattimento. In tutto questo, noi siamo alla ricerca di quelli che vengono definiti Core Node, Nodi che danno accesso a tutta la rete, permettendoci così di estrarre dati importanti per la nostra missione o di modificare le regole dello spazio virtuale così da prenderne il controllo.

Into The Grid

I Nodi, come detto in precedenza, sono difesi da delle ICE che combatteranno contro i noi nella parte card-game del titolo, in cui ci ritroveremo in un combattimento a turni nel quale ogni nostra azione viene effettuata tramite l'utilizzo delle carte del nostro mazzo, che possiamo aumentare sia acquistando nuove carte da degli specifici tipi di Nodi, sia ottenendone dopo ogni vittoria in combattimento. Una volta sconfitta l'ICE di turno, infatti, ci vengono proposte tre differenti carte e noi ne dovremo scegliere una da aggiungere al mazzo.
Le carte, a loro volta, sono di diverse tipologie, offensive, difensive e speciali: le prime due sono abbastanza autoesplicative, ma va detto che hanno effetti speciali attivati in base a delle condizioni. Inoltre, va menzionato che a nostra disposizione abbiamo anche dei Comandi, simili nel concetto a quelli utilizzati attraverso la console di comando del computer, e questi possono essere usati dopo aver giocato un certo numero di carte che aumentano la nostra Memoria Virtuale, o VIM.
Questi Comandi, oltre al loro effetto base, se utilizzati possono soddisfare alcune delle condizioni delle carte che giochiamo, attivandone così effetti secondari devastanti. Non solo, il titolo ci permette anche di aggiungere carte che modificano permanentemente il campo di battaglia con bonus estremamente utili, o altre che vengono utilizzate per infliggere debuff ai nemici.

Il gameplay presenta anche alcuni ulteriori livelli che aumentano le possibilità strategiche del giocatore, come la presenza dei Watcher, programmi che controllano interi Cluster e che limitano le nostre azioni, a meno che non vogliamo farci notare dal sistema, rendendoci così la vita più difficile. Tutte queste aggiunte portano la rigiocabilità di Into The Grid ad un alto livello.
Non andremo quindi a fondo in ogni aspetto del titolo, altrimenti vi toglieremmo tutta la bellezza della scoperta della sua complessità, ma in definitiva possiamo dire che offre un'esperienza assolutamente intrigante e capace di catturare l'attenzione anche del giocatore meno avvezzo al genere.

Into The Grid

Gli aspetti tecnici di Into The Grid

Parlando invece degli aspetti grafico, tecnico e sonoro, essi sono tutti perfettamente realizzati per essere di supporto al gameplay e alla trama: lo stile artistico riesce a farci calare completamente nella realtà di un Runner e dà una grande enfasi a tutte le parti di trama, mentre l'audio presenta un'ottima colonna sonora in pieno stile Cyberpunk e effetti sonori che amplificano il realismo e l'immersività.
Pure sotto il punto di vista tecnico non abbiamo trovato alcun problema, Into The Grid gira liscio, ad alti FPS e risulta ben ottimizzato.

Conclusioni sulla demo

In definitiva riteniamo che Into The Grid possa essere una sorpresa nel palcoscenico dei Roguelike Deckbuilder, dato che si presenta con una trama intrigante, una colonna sonora di tutto rispetto e un gameplay divertente, molto profondo e dalle molteplici sfaccettature capace di farci spremere le meningi per trovare le migliori combinazioni. Aspettiamo la versione completa con grande interesse.

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