Spiderman, Romita jr. rivela il segreto della sua longevità - Evento [Lucca Comics&Games 2022]

Pubblicato il 29 Ottobre 2022 alle ore 10:38
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Bentrovati prodi lettori, oggi ci riuniamo attorno al falò di Tribe Games per raccontare l'emozionante incontro avuto all'edizione Hope di questo Lucca Comics&Games 2022, con John Romita jr. erede della penna che ha disegnato molti super eroi, dalla Marvel alla DC. Con lui abbiamo partecipato al press cafè di oggi, primo glorioso giorno di questa manifestazione culturale votata alla speranza, ed abbiamo avuto il piacere di stringergli la mano ed ascoltare i suoi racconti.

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Dopo una rocambolesca corsa per i viottoli della città, affollati com'erano dalle migliaia di persone che hanno riempito la cerchia interna ai bastioni, siamo riusciti a trovare Palazzo Arnolfini, e poco prima delle 14.00 ci siamo finalmente accomodati nel salone settecentesco che avrebbe ospitato l'intervista. Quindi, avuto appena il tempo di sistemarci, ha fatto il suo ingresso Romita jr. che sedutosi allo scranno in fondo al salone ha dato il via al primo press cafè di questo Lucca Comics&Games 2022.

Il mediatore nella sala ha aperto le danze proponendo al Romita jr. una riflessione interessante che scandagliava i motivi ed i metodi della crescita che il personaggio di Spiderman ha avuto in 60 anni dalla sua nascita. Ricordiamo che Romita jr. è stato a Lucca già 14 anni or sono e quest'anno è stato richiamato al grande festival culturale per celebrare i 60 anni dalla nascita del personaggio di cui ha sempre curato lo sviluppo grafico e storico sulla scia della penna di suo padre, John Romita Sr., ex direttore artistico della Marvel e leggenda vivente del fumetto americano.

Spiderman, il suo Spiderman, come è cambiato nel corso di tutti questi anni?

Comincio col sottolineare che la mia famiglia era di New York e Spiderman lo considero come un mio vicino. Sappiate inoltre che Spiderman ci tengo a mantenerlo sempre, come personaggio, molto reale. Vivere New York col mito di Spiderman è eccezionale. Da giovane mi hanno portato a vedere il film di Spiderman in città, e già lì, dopo essermi innamorato del personaggio, notai che la prerogativa di Spiderman era il contatto diretto con la realtà. Paragoniamolo con Superman, lui è assolutamente perfetto, non gli manca nulla, è irreale, è un’utopia, mentre Spiderman è assolutamente imperfetto, reale. Stan Lee ha creato Spiderman come l'antitesi di Superman, il super eroe perfetto, lui è un ragazzo, che come tutti gli altri è stato picchiato, il suo costume si è ristretto in lavanderia, la zia May lo ha sgridato, c'è maggiore contatto con la realtà che negli altri super eroi.

''Se nella tua opera di fantasia hai un buon equilibrio fra l'elemento fantastico e l'elemento reale avrai per le mani un opera spettacolare.''

Questo diceva Stan Lee.

Così, con forza e decisione il Romita jr. risponde al primo interlocutore.

Dopo qualche parola coi giornalisti spesa ad inneggiare alla bellezza della città di Lucca ed al calore trasmessogli da questa manifestazione e dai suoi partecipanti un giornalista gli ha domandato.

Cosa c'è di italiano in Spiderman?

Dove sono nato, dove sono cresciuto sono tutti simili, sono tutti come Spiderman, ragazzi multiculturali. Ho cercato di mettere del mio in ogni opera che ho raffigurato su carta, e con New York non è stato differente. Ho cercato di rendere l'idea di una città mangiata dalla corruzione, che è sempre pronta a cadere sopra se stessa, ma, che grazie alla forza di tutte le culture che quella stessa città ospita, riesce a rimanere saldamente piantata a terra.

Vi faccio un esempio:

Vi confesso che mi diverto molto a far distruggere, nelle avventure di spiderman contro i suoi nemici, i negozi di molti miei conoscenti. E queste persone si divertono tantissimo a prendere parte a questa mia fantasia. Vi propongo ancora un altro esempio. Uno dei miei più cari amici, Anthony Cirino, faceva il pugile e aveva tutti i tratti tipici della sua categoria: il naso rotto, ammaccature… tutte cose che ho trasferito nel Punisher. Il mio Punisher è uno che ha sofferto nella vita, che ha preso un mucchio di botte, addosso ed in faccia, come il mio amico. Così come per molti altri personaggi è andato il processo di sviluppo creativo, dall'immagine grafica alla sua possibile o effettiva storia, voglio riuscire sempre a fare come diceva Stan Lee: voglio mantenere Spiderman in contatto con la realtà.

Fra il COVID-19 e i rivolgimenti bellici di oggi abbiamo appreso la precarietà della società in cui viviamo.

Sei riuscito a trasmettere ciò anche nell'opera? Come hai reso la precarietà della pace di questa società nei tuoi lavori fumettistici?

Tutto ciò che succede nella vita reale impatta su quello che faccio.
Cerco sempre di mantenere, come ho detto, un elevato senso di realtà.
Vale sia per il contemporaneo che per il passato: i grandi avvenimenti, penso per esempio all’11 Settembre, che non è possibile ricordare senza una certa angoscia, una certa commozione interiore. Ma rifletto anche su quello che succede nella cerchia dei miei amici più stretti, della mia famiglia, non personaggi inventati ma reali. Spesso mio padre mi raccontava che c’erano due uomini, due tipi proprio italiani, cresciuti coi miei nello stesso quartiere, Brooklyn, che chiamavamo Shluggy e Bimbo. Loro proteggevano il vicinato, facevano molte cose buone per tutti e beh… riguardo a quello che combinavano fuori, chi siamo noi per giudicare? Comunque, quando ho deciso di creare un fumetto su di loro ho chiesto ai genitori e parenti delle informazioni. Ne ho ricevute tantissime, e ho cercato di creare delle vicende con la giusta dose di realtà e di fantasia per ottenere il massimo risultato.

Ti sentivi destinato a disegnare Spiderman o avresti voluto fare altro nella vita?

Il pittore, avrei tanto voluto dipingere, come mio padre.
Lui si è guadagnato da vivere come fumettista, ma io penso che fosse uno dei migliori pittori in circolazione, l’artista più brillante che io abbia mai conosciuto. Era lì il suo grande talento. Se dovessi andare un giorno in pensione dalle scadenze, dipingerei. Vorrei proprio, potendo, fare il contrario di mio padre: essere un pittore e, ogni tanto, fare fumetti.

New York è andata incontro a una pesante gentrificazione negli ultimi anni, molti di quei quartieri, quelli in cui è nato Spiderman, sono cambiati in maniera radicale. Cosa è rimasto di quel mondo e oggi da quale quartiere di New York potrebbe nascere Spiderman?

Domanda ottima.
Non voglio addentrarmi in discussioni di natura politica, ma quello che succede oggi a New York è terribile e disgustoso. La città oggi è perfetta per i supereroi, perché ha un tasso di criminalità davvero elevato. Probabilmente neanche Spiderman potrebbe farci nulla. Ad oggi ho amici che sono poliziotti e pompieri: loro sono i veri supereroi. Loro sostengono la vita della città. Loro ci danno speranza che qualcosa possa essere fatto per New York.

Al ché, da una delle file dei giornalisti accomodati nel salone, una domanda taglia il silenzio e dal profondo fende attraverso la folla arrivando sino al Romita jr.

Come è stato il passaggio da Marvel a DC? E come è stato lavorare su Superman, personaggio appunto che hai detto essere l'antitesi di Spiderman?

Chiedo scusa, ma non ricordo cosa è successo.

Risponde abilmente il Romita jr. ridendo.

Poi, incalzando il passo ed evitando di lasciar noi giornalisti a bocca asciutta, ha proposto un simpatico aneddoto di quando ha lavorato su Superman.

Ho disegnato un Superman che aveva temporaneamente perso tutti i suoi poteri, inclusa l’invulnerabilità alle sostanze tossiche, come l’alcool. Una sera questo mio Superman decido di farlo andare in un bar di un mio conoscente e di farlo accomodare al bancone per un calice di vino. Gli faccio bere il vino sino a vuotar il calce e di colpo sviene. Non reggeva l'achool esattamente come alcuni amici che ho. Di certo questo mi ha provocato non poche critiche, ma per me è stato necessario aggiungere realismo a quel simulacro che è Superman, volevo aggiungere del realismo terrestre alla natura kryptoniana di quel ragazzo. Realismo, sempre e comunque realismo.

Insomma, il Romita jr. ha voluto farci intendere una cosa con tutte queste sue parole.
La principale prerogativa della sua arte è quella di essere come un velo, un velo che copre l'intera città di New York, quella di quando era giovane e quella di oggi, ma questo velo non ricade completamente sulla forma dei grattacieli o dei palazzi più bassi prendendone la sagoma perfetta, no. L'intervento dell'artista, sulla componente reale dell'oggetto rappresentato, noi della Tribù lo abbiamo immaginato come una mano che tiene quel velo, leggermente sospeso sopra al profilo della città e che rappresenta figuratamente la componente del fantastico che, sì prende le distanze dal reale, ma tende sempre e comunque a voler avere un contatto diretto, un'aderenza sensibile, con la forma ed il popolo di quella New York in cui il Romita jr. è cresciuto assieme alla sua famiglia.

Il suo debutto è la storia “Caos al Coffee Bean” del 1977, in cui raffiguravi un appuntamento romantico fra Peter Parker e Mary Jane. Che tipo di personaggio è la fidanzata di Peter a livello romantico?

Cerco, sempre in virtù del realismo, di mettere in Mary Jane dei tratti di persone che conosco bene, come mia moglie, mia cognata, che fanno a volte qualche sciocchezza. Mary Jane è un personaggio comunque stabile ma devo mantenerla nei suoi binari, lavorare con grande cautela. La domanda mi ha fatto riflettere sul fatto che la mia famiglia, i miei amici, le mogli della mia famiglia e dei miei amici, hanno tutte un carattere preciso e distinto, ma unite insieme fanno una grande Mary Jane.
Questa è la Mary Jane che conosco e di cui parlo.

Poi il discorso si è spostato sulle sorti del lavoro di fumettista del Romita jr., domande queste a cui ha rivolto risposte non prive di un trasparente sentimento di anticipata nostalgia.

Come vede la multimedialità e la cross-medialità per il suo lavoro? Il digitale trasformerà il suo operato ed il mondo del fumetto?

Tutto è utile. Cerco di ottenere una storia bilanciando tutti gli input che ricevo dall’esterno ma la qualità è la qualità. Una buona idea è una buona idea. Una buona storia è una buona storia. L’unica cosa in cui non puoi scendere a compromessi in questo lavoro è la qualità. Se arrivano ottime idee da videogames, canzoni, altri media, ben venga, però è tutto al servizio della storia. Come ricetta generale però preferisco aggiungere a tanta realtà un po’ di fantasia, quel tanto che basta per renderla originale e ottenere la qualità che desidero. Non il contrario. La ricetta inversa, mettere un po’ di realismo dentro delle fantasie è qualcosa che non mi riuscirebbe proprio di fare. Una volta sono finito con gli amici in una brutta rissa. Noi contro loro. Questo fatto è poi ovviamente divenuto una rissa fra supereroi in cui tutti quanti alla fine si sono salvati, per intervento della fantasia. La rissa vera però ha fornito la struttura della storia.
Tanti miei colleghi lavorano moltissimo col computer. Io sono più vecchia scuola: foglio matita e gomma. Nel mio caso soprattutto tanta gomma. Mi piace la sensazione di questi strumenti; benché certo non abbia alcuna critica da muovere verso chi usa solo il digitale. Ci mancherebbe. Bene, quando è saltata la luce nel mio quartiere io ho acceso un po’ di candele e ho potuto rispettare la consegna. I miei colleghi e i loro computer, no. Comunque sì, succederà. Quando accadrà cercherò di adeguarmi, forse. Comunque dovesse accadere fra cinque o sei anni, io mi godrò quel che resta, tanto per quel tempo sarò già in pensione.

Quindi, prodi lettori, siamo giunti alla fine dell'incontro col Romita Jr. che è stato davvero un artista di spessore, e per questa edizione del Lucca Comics&Games 2022, e per il suo pubblico da quel lontano 1977 per il quale ha sempre lavorato con fervore, rimanendo attaccato alla tradizionale Τέχνη (Techne, dal greco antico usato come equivalente di "arte") tramandatagli dal padre e consistente nel lavoro a mano su carta. A noi di Tribe Games non ci resta che ricordarvi che parteciperemo a tutti gli eventi più salienti di questa edizione Hope del Lucca e vi aspettiamo al prossimo falò.

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