Kamikaze Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/tag/kamikaze/ Videogiochi, Cinema, Giochi da Tavolo, Serie Tv, Podcast e Live Wed, 29 Apr 2020 06:00:00 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.tribe.games/wp-content/uploads/2021/08/cropped-avatar_facebook2021-32x32.png Kamikaze Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/tag/kamikaze/ 32 32 Kublai Khan e Ghost of Tsushima https://www.tribe.games/kublai-khan-e-ghost-of-tsushima-speciale/ https://www.tribe.games/kublai-khan-e-ghost-of-tsushima-speciale/#respond Wed, 29 Apr 2020 06:00:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/kublai-khan-e-ghost-of-tsushima-speciale/ Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, ed eccoci di nuovo qui per il quinto speciale dedicato a Ghost of Tsushima. Ho […]

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Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, ed eccoci di nuovo qui per il quinto speciale dedicato a Ghost of Tsushima. Ho deciso di dedicare questo pezzo all’approfondimento della figura di Kublai Khan, storico condottiero mongolo che guidò il suo esercito nel tentativo di invadere il Giappone. Dunque, dopo gli articoli su bushidō, Periodo Kamakuraninja e kamikaze, continuiamo il nostro percorso per arrivare al 17 luglio preparati e ferrati sull’argomento.

GRAN KHAN

Kublai Khan apparteneva a una famiglia di condottieri mongoli, nipote di quel famoso Gengis Khan che fu l’unificatore dei vari clan e fondatore nel 1206 dell’impero mongolo.
Da giovane Kublai fu un fervente studioso e appassionato della cultura cinese e in seguito, durante il suo impero, molti intellettuali cinesi vennero convocati come suoi consiglieri. Dopo che suo fratello maggiore divenne Khan dell’impero mongolo, a Kublai venne dato l’incarico di conquistare la Cina; in seguito egli venne nominato governatore dei territori a sud dell’impero mongolo. Dopo la morte del fratello maggiore, si crearono delle ostilità tra Kublai, favorevole a una fusione tra la cultura mongola e quella cinese, e suo fratello minore, che voleva al contrario imporre i propri usi e costumi alle popolazioni assoggettate. Dopo un violento scontro tra i due che sfociò in guerra civile, la vittoria andò a Kublai, il quale venne nominato Gran Khan dei mongoli. In seguito a queste vicende, l’ormai vastissimo impero che si era venuto a creare (andava dal Pacifico al Baltico e al Mediterraneo, includeva Mongolia, Cina, Corea, la Persia, la Mesopotamia, le steppe e coste russe del Mar Nero, per una superficie di circa 24 milioni di chilometri quadrati) raggiunse il suo massimo splendore e venne suddiviso in quattro khanati, ossia dei territori governati ciascuno da un khan, che rispondevano al Gran Khan. Oltre che Gran Khan dei mongoli, Kublai fu nominato anche Imperatore della Cina e fu il fondatore della dinastia sino-mongola Yuan nel 1271; sotto il suo comando l’impero conobbe una grande crescita economica, vennero realizzate numerose opere pubbliche e favorite l’integrazione delle popolazioni nomadi e la diffusione del Buddhismo.

L’impero di Kublai Khan intrattenne rapporti commerciali con l’Estremo Oriente, l’India, il Giappone, le Repubbliche Marinare e il Nord Africa; tra il tredicesimo e la metà del quattordicesimo secolo i viaggi lungo la Via della Seta si intensificarono e mercanti genovesi e veneziani, missionari e diplomatici viaggiavano dal Mediterraneo verso Pechino. Quando anche Marco Polo arrivò in Cina venne invitato proprio dal Gran Khan a visitare la sua corte e molti luoghi dell’impero, che incluse e descrisse nel suo resoconto di viaggio “Il Milione”. I mongoli non avevano pregiudizi etnici o religiosi e ammettevano la presenza di molti stranieri ai quali affidavano incarichi economici e da funzionari, come accadde a Marco Polo che collaborò per diciassette anni con Kublai Khan.
Come abbiamo già avuto modo di vedere, Kublai tentò per due volte di invadere il Giappone. Inizialmente inviò una missiva nel 1266 in cui chiedeva al Paese del Sol Levante di entrare a far parte volontariamente dell’impero; tuttavia la richiesta fu ignorata dai giapponesi (come tutte le seguenti) e questo portò il Gran Khan a salpare con una flotta nel 1274 e successivamente nel 1281, ma entrambe le volte dei violenti tifoni colpirono le navi dell’esercito mongolo, aiutando i giapponesi a respingere la minaccia. Successivamente, Kublai si impegnò nell’invasione del Vietnam, ma anche questi tentativi finirono male poiché i vietnamiti erano già pronti per un eventuale attacco e si seppero difendere bene. Tuttavia, ormai il grande condottiero stava invecchiando e negli ultimi anni della sua vita fu colpito da gotta e da altri disturbi alimentari. Infine, morì nel 1294 e il suo corpo fu riportato in Mongolia per essere sepolto in patria. Da questo momento in poi la separazione dei diversi khanati si fece ancora più evidente e il vasto impero iniziò a disgregarsi.

Con questo si conclude il nostro approfondimento su colui che guiderà l’invasione dei nemici in Ghost of Tsushima e vi diamo appuntamento al prossimo e ultimo speciale, in trepidante attesa del rilascio del titolo. Alla prossima!

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Speciale – Kublai Khan [Ghost of Tsushima] https://www.tribe.games/kublai-khan-ghost-of-tsushima-speciale/ https://www.tribe.games/kublai-khan-ghost-of-tsushima-speciale/#respond Tue, 28 Apr 2020 22:00:00 +0000 https://https://tribe.games/senza-categoria/kublai-khan-ghost-of-tsushima-speciale/ Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, ed eccoci di nuovo qui per il quinto speciale dedicato a Ghost of Tsushima. […]

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Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, ed eccoci di nuovo qui per il quinto speciale dedicato a Ghost of Tsushima. Ho deciso di dedicare questo pezzo all’approfondimento della figura di Kublai Khan, storico condottiero mongolo che guidò il suo esercito nel tentativo di invadere il Giappone. Dunque, dopo gli articoli su bushidō, Periodo Kamakura, ninja e kamikaze, continuiamo il nostro percorso per arrivare al 17 luglio preparati e ferrati sull’argomento.

GRAN KHAN

Kublai Khan apparteneva a una famiglia di condottieri mongoli, nipote di quel famoso Gengis Khan che fu l'unificatore dei vari clan e fondatore nel 1206 dell’impero mongolo.
Da giovane Kublai fu un fervente studioso e appassionato della cultura cinese e in seguito, durante il suo impero, molti intellettuali cinesi vennero convocati come suoi consiglieri. Dopo che suo fratello maggiore divenne Khan dell'impero mongolo, a Kublai venne dato l’incarico di conquistare la Cina; in seguito egli venne nominato governatore dei territori a sud dell’impero mongolo. Dopo la morte del fratello maggiore, si crearono delle ostilità tra Kublai, favorevole a una fusione tra la cultura mongola e quella cinese, e suo fratello minore, che voleva al contrario imporre i propri usi e costumi alle popolazioni assoggettate. Dopo un violento scontro tra i due che sfociò in guerra civile, la vittoria andò a Kublai, il quale venne nominato Gran Khan dei mongoli. In seguito a queste vicende, l’ormai vastissimo impero che si era venuto a creare (andava dal Pacifico al Baltico e al Mediterraneo, includeva Mongolia, Cina, Corea, la Persia, la Mesopotamia, le steppe e coste russe del Mar Nero, per una superficie di circa 24 milioni di chilometri quadrati) raggiunse il suo massimo splendore e venne suddiviso in quattro khanati, ossia dei territori governati ciascuno da un khan, che rispondevano al Gran Khan. Oltre che Gran Khan dei mongoli, Kublai fu nominato anche Imperatore della Cina e fu il fondatore della dinastia sino-mongola Yuan nel 1271; sotto il suo comando l’impero conobbe una grande crescita economica, vennero realizzate numerose opere pubbliche e favorite l’integrazione delle popolazioni nomadi e la diffusione del Buddhismo.

L’impero di Kublai Khan intrattenne rapporti commerciali con l’Estremo Oriente, l’India, il Giappone, le Repubbliche Marinare e il Nord Africa; tra il tredicesimo e la metà del quattordicesimo secolo i viaggi lungo la Via della Seta si intensificarono e mercanti genovesi e veneziani, missionari e diplomatici viaggiavano dal Mediterraneo verso Pechino. Quando anche Marco Polo arrivò in Cina venne invitato proprio dal Gran Khan a visitare la sua corte e molti luoghi dell’impero, che incluse e descrisse nel suo resoconto di viaggio “Il Milione”. I mongoli non avevano pregiudizi etnici o religiosi e ammettevano la presenza di molti stranieri ai quali affidavano incarichi economici e da funzionari, come accadde a Marco Polo che collaborò per diciassette anni con Kublai Khan.
Come abbiamo già avuto modo di vedere, Kublai tentò per due volte di invadere il Giappone. Inizialmente inviò una missiva nel 1266 in cui chiedeva al Paese del Sol Levante di entrare a far parte volontariamente dell’impero; tuttavia la richiesta fu ignorata dai giapponesi (come tutte le seguenti) e questo portò il Gran Khan a salpare con una flotta nel 1274 e successivamente nel 1281, ma entrambe le volte dei violenti tifoni colpirono le navi dell’esercito mongolo, aiutando i giapponesi a respingere la minaccia. Successivamente, Kublai si impegnò nell’invasione del Vietnam, ma anche questi tentativi finirono male poiché i vietnamiti erano già pronti per un eventuale attacco e si seppero difendere bene. Tuttavia, ormai il grande condottiero stava invecchiando e negli ultimi anni della sua vita fu colpito da gotta e da altri disturbi alimentari. Infine, morì nel 1294 e il suo corpo fu riportato in Mongolia per essere sepolto in patria. Da questo momento in poi la separazione dei diversi khanati si fece ancora più evidente e il vasto impero iniziò a disgregarsi.

Con questo si conclude il nostro approfondimento su colui che guiderà l’invasione dei nemici in Ghost of Tsushima e vi diamo appuntamento al prossimo e ultimo speciale, in trepidante attesa del rilascio del titolo. Alla prossima!

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Kamikaze: il vento divino e Ghost of Tsushima https://www.tribe.games/kamikaze-il-vento-divino-e-ghost-of-tsushima-speciale/ https://www.tribe.games/kamikaze-il-vento-divino-e-ghost-of-tsushima-speciale/#respond Wed, 08 Apr 2020 06:00:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/kamikaze-il-vento-divino-e-ghost-of-tsushima-speciale/ Ben ritrovati cari affezionati della Tribù in questo secondo approfondimento, [QUI TROVATE IL PRIMO SPECIALE] in attesa dell’uscita di Ghost of Tsushima, il […]

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Ben ritrovati cari affezionati della Tribù in questo secondo approfondimento, [QUI TROVATE IL PRIMO SPECIALE] in attesa dell’uscita di Ghost of Tsushima, il prossimo 26 giugno. Nello speciale di oggi analizzeremo una parola giapponese molto usata e diffusa anche in Occidente in una triste accezione, ma di cui molti non conoscono il vero significato.

UN VENTO PROVVIDENZIALE

Il termine kamikaze 神風 in giapponese è composto dai due kanji kami 神 “divinità” e kaze 風 “vento”. Il significato è quindi di “vento divino” e questo termine fu coniato nel tredicesimo secolo sia per il tempismo sia per la potenza dei venti in questione. Infatti, nel 1274 e successivamente nel 1281, durante il Periodo Kamakura, il Giappone subì l’attacco da parte del condottiero mongolo Kublai Khan, nipote del famoso Gengis Khan. Kublai Khan, dopo aver sottomesso Cina e Corea, fu l’artefice di uno dei più grandi tentativi di invasione del Giappone da parte di un popolo nemico; dunque, nell’autunno del 1274 ci fu il primo attacco con un esercito di soldati provenienti da tutti i Paesi soggiogati dai mongoli e un’immensa flotta navale che si scontrarono con i giapponesi presso la Baia di Hakata, che si affaccia sullo Stretto di Tsushima, a metà strada tra Giappone e Corea del Sud. Quando ormai gli invasori sembravano aver avuto la meglio sui giapponesi, un improvviso tifone si abbatté nella Baia di Hakata e devastò la flotta mongola, affondando più della metà delle navi. L’esercito si ritirò, ma solo per riorganizzarsi e tentare nuovamente un attacco sette anni dopo. Nel 1281 Kublai Khan organizzò un’armata e una flotta ancora più numerose e si diressero di nuovo verso la Baia. Al loro arrivo trovarono una grande muraglia, costruita dai giapponesi per difendersi da eventuali nuovi attacchi, e decisero di aggirarla, ma, poiché non trovarono punti deboli e ormai le provviste stavano terminando, decisero di attaccare. Tuttavia, proprio quel giorno, in seguito a preghiere e suppliche alla dea Amaterasu -ōmikami, un altro violento tifone si abbatté sulla stessa area di sette anni prima e distrusse la flotta mongola, la quale optò per una ritirata, ormai decimata. Dopo questo secondo fallimento, i mongoli non tentarono più di invadere il Giappone.

VOLONTA’ DIVINA

Ovviamente, il fatto che in entrambe le occasioni la flotta mongola fosse stata spazzata via da due potentissimi venti con un tempismo che aveva dell’incredibile fu l’evidenza che una volontà divina proteggeva il Giappone e che lo aveva aiutato a sbaragliare gli invasori. Importantissimo fu l’elemento religioso, in particolare dello Shintoismo (il culto dei kami), secondo il quale in ogni realtà naturale vi è traccia del divino. Dunque il collegamento tra l’intervento dei kami e la vittoria fu quanto di più naturale per il popolo nipponico, e i kamikaze assunsero per l’appunto una connotazione divina.

VOTATI ALLA MORTE

Tuttavia, il termine kamikaze assunse una ben più triste accezione durante la Seconda Guerra MondialeDesignava, infatti, i giovanissimi piloti della flotta aerea giapponese che compirono attacchi suicidi, pronti a tutto per portare il Giappone alla vittoria e convinti che servisse di nuovo un “uragano” per salvare il Paese. Questo modus operandi divenne una tattica largamente utilizzata, soprattutto per attaccare e danneggiare le navi della flotta statunitense,e furono moltissimi gli aerei carichi di esplosivo che si abbatterono come un vento divino sui nemici. I primi attacchi di questo tipo si verificarono nel 1944, per poi intensificarsi nel 1945. Nonostante la certezza della morte durante questi raid, il numero di giovani volontari giapponesi era veramente alto, tanto che molti vennero respinti, tutti giovani sui vent’anni desiderosi di immolarsi per la patria e dare onore alla propria famiglia, in linea con i dettami del bushidō.

Oggigiorno kamikaze indica tutti quegli attacchi suicidi compiuti da individui o gruppi durante guerre e attacchi terroristici. Tuttavia è da notare come l’essenza protettiva di venti divini nella Baia di Hakata che intervennero in difesa dei giapponesi sia stata snaturata e trasmessa oggi in un’immagine di aggressività con accezione negativa [attualmente spesso si tratta di attacchi kamikaze contro civili N.d.R.]. Dunque possiamo dire che questa parola sia oggi usata impropriamente, a maggior ragione perché nemmeno i giapponesi la utilizzano più per riferirsi agli attacchi aerei dei giovani piloti.

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