Neil Druckmann Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/tag/neil-druckmann/ Videogiochi, Cinema, Giochi da Tavolo, Serie Tv, Podcast e Live Mon, 06 Jul 2020 06:00:00 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.tribe.games/wp-content/uploads/2021/08/cropped-avatar_facebook2021-32x32.png Neil Druckmann Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/tag/neil-druckmann/ 32 32 The Last of Us Parte II: la meravigliosa brutalità della narrazione https://www.tribe.games/the-last-of-us-parte-ii-la-meravigliosa-brutalita-della-narrazione-speciale/ https://www.tribe.games/the-last-of-us-parte-ii-la-meravigliosa-brutalita-della-narrazione-speciale/#respond Mon, 06 Jul 2020 06:00:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/the-last-of-us-parte-ii-la-meravigliosa-brutalita-della-narrazione-speciale/ The Last of Us Parte II è finalmente arrivato nei negozi di tutto il mondo lo scorso 19 giugno, dopo anni […]

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The Last of Us Parte II è finalmente arrivato nei negozi di tutto il mondo lo scorso 19 giugno, dopo anni e anni di seghe mentali siamo arrivati finalmente a scoprire il destino di tanti dei nostri personaggi preferiti. Se avete letto la nostra review (e se non lo avete fatto male, eccovi il link) avrete anche capito che il gioco è pressoché perfetto, sia dal punto di vista ludico sia da quello narrativo. Uno degli elementi che, però, spiccano nell’intera avventura è la violenza che viene esasperata in tutti e due i lati, e si pone come terzo elemento in un composto altamente esplosivo. È inevitabile che andremo a toccare delle corde particolarmente in linea con le tematiche del gioco e con gli spoiler, per cui se non avete terminato l’avventura non proseguite con la lettura.

Vendetta

The Last of Us Parte II è un gioco di quelli all’apparenza non particolarmente complessi, ma che nascondono una grandissima verità al loro interno. La visione d’insieme arriva spesso solo dopo due/tre run e, nonostante gli avvenimenti sembrino facili da comprendere, solo la discussione e l’interazione tra persone la rende definitivamente chiara. Tematica fondamentale dell’intero viaggio è la vendetta, cosa che si palesa praticamente immediatamente visto che il prologo (della durata di un paio d’ore) termina con il motivo che scatenerà questa sete da parte di Ellie e compagni: l’omicidio di Joel da parte di un gruppo di persone apparentemente sconosciute, tra cui una ragazza con una treccia che sembra essere il leader. Il tutto avviene sotto gli occhi di Ellie che, inizialmente stordita dalle emozioni, dopo qualche giorno decide di partire per Seattle alla ricerca del gruppo per ucciderli tutti e vendicare l’uomo che ha fatto di tutto per lei nei 5 anni precedenti.

Arrivati a questo punto, The Last of Us Parte II ci mette davanti a una serie di situazioni che mostrano come la nostra anti-eroina sia ormai decisa a ucciderli tutti arrivando anche a mettere in pericolo la donna che ama e il suo futuro. Giunta insieme a lei a Seattle, infatti, Dina rivela che è probabilmente in dolce attesa costringendo così Ellie a metterla da parte per non sacrificarli e prosegue con la sua sete di sangue in totale solitudine. Già nelle prime ore Druckmann ha inserito tutte le carte per il lieto, fine senza però tener conto di una cosa: il circolo della vendetta è una spirale senza fine. Paradossalmente questo è un concetto che il team ha cercato di spiegare anche in termini di gameplay con alcuni elementi molto semplici: infatti, se doveste uccidere un nemico i suoi compagni iniziano a urlare il suo nome disperati e si mettono alla ricerca di Ellie cercando di vendicarlo, salvo poi finire vittime della rabbia della protagonista.

Nel corso del suo viaggio a Seattle Ellie rintraccia praticamente tutti coloro facenti parte della spedizione punitiva che Abby – la ragazza che ha dato il colpo di grazia a Joel – ha organizzato per non ben specificati motivi. Nella mente del giocatore tutto ciò che sta facendo Ellie è giusto, “cavolo hanno ammazzato Joel, sono dei bastardi che devono pagarla”, ma a schermo quello che si presenta è una cosa totalmente senza senso. La crudezza di alcune scene lasciano scossi i giocatori – un esempio su tutti? L’ospedale e la tortura a Nora per scoprire dove si trova Abby – che continuano, però, a credere nella bontà delle azioni di Ellie. D’altronde lei è la buona no?

Destino

A contribuire al senso di giustizia di Ellie Naughty Dog ha pensato bene di inserire numerose scene ambientate negli anni “di vuoto” tra la fuga dalle Luci e la morte di Joel, con il rapporto tra quest’ultimo e la ragazza che ha iniziato inevitabilmente a incrinarsi a causa della bugia che ha chiuso il primo capitolo. Queste scena servono ad aumentare nel giocatore quel senso di giustizia e fargli pensare che la ragazza stia facendo bene a vendicarsi, insomma, hanno ammazzato l’uomo che l’ha cresciuta e che l’ha protetta… come fa a essere in errore? Beh, il culmine si raggiunge verso la metà dell’avventura, quando Ellie uccide – quasi costretta – Owen e Mel (incinta, come Dina) e fugge verso il teatro con Tommy e Jesse con l’idea di tornare a Jackson e smetterla con tutta la storia di Abby e della vendetta, lasciando quest’ultima incompiuta. La ragazza, però, non è dello stesso avviso e dopo aver visto morire tutti i suoi amici torna da Ellie pronta a vendicarsi anche lei per la morte dell’uomo amato e di tutti coloro che l’hanno accompagnata negli anni. Vendetta: il sentimento che alla fine muove il mondo e, soprattutto, le persone. Qui il giocatore tende a essere ancora dalla parte di Ellie, senza pensare a ogni gesto che ha fatto e alle persone uccise praticamente senza pietà, ma, ancora una volta, Druckmann e il team hanno deciso di stravolgere tutto e ci mostrano il punto di vista di Abby in uno dei colpi di scena più incredibili a cui solo Hideo Kojima aveva pensato. Scopriamo che a muovere le azioni di Abby c’è stato un sentimento che ormai abbiamo imparato a conoscere come se fosse nostro: la vendetta per la morte del padre. Quest’ultimo infatti è il dottore che è stato ucciso da Joel al termine del primo capitolo quando compie un autentico massacro per salvare Ellie, condannando il mondo alla distruzione a causa del Cordyceps. Il circolo vizioso della vendetta colpisce ancora e scopriamo come il motivo che ha mosso Abby è sempre stato quello di vendicarsi di Joel Miller e il motivo per il quale non hanno ucciso Ellie o Tommy è stato perché semplicemente loro non avevano fatto nulla.

Nei panni di Abby vediamo un mondo totalmente diverso a quello che è stato dipinto: lei è una ragazza che sotto la scorza dura è ancora infatuata di Owen, ma che ha deciso di metter tutto da parte per il suo benessere e quello di Mel, la donna che sta per dare alla luce suo figlio. Scopriamo come Manny sia un dongiovanni che tende ad andare a letto con qualsiasi donna e che Nora è una donna che vuole solo il bene dei suoi compagni e permette a Abby di introdursi nell’ospedale nonostante venga poi ricercata dal WLF per aver disertato. Il gruppo che ha ucciso Joel è un gruppo normalissimo, fatto di persone che fanno di tutto per sopravvivere, esattamente come han fatto il contrabbandiere ed Ellie per tutti questi anni. Il WLF non è questo ente cattivo – così come non lo erano le Luci nel primo The Last of Us – che è stato dipinto da tutti, ma semplicemente un corpo militare che cerca di sopravvivere come può, arrivando a stipulare una pace – anche se poi è andato tutto a quel paese – con i Serafiti per evitare di spargere ulteriore sangue. Durante la sua avventura – nell’arco dei tre giorni narrati in Parte II – Abby incontrerà due ragazzi (fratello e sorella) che fanno parte della fazione Serafita, i quali decidono di fuggire per dei non precisati motivi (che – invece – durante l’avventura diventeranno sempre più precisi e profondi, ma non sono utili in questo contesto) e che decidono di salvarla da morte certa. Abby impara a conoscerli e insieme a loro attraversa un processo che la rende consapevole di come non voglia più combattere a Seattle, ma tornare insieme ai suoi amici dalle Luci, cercando un modo per salvare l’umanità. Nel mentre stringe un rapporto quasi fraterno con Lev, il ragazzo (che in realtà scopriamo essere una ragazza), che le farà da partner per gran parte dell’avventura arrivando a prenderlo sotto la sua ala durante la fuga da Haven. Dopo aver affrontato praticamente l’inferno, Abby torna all’Acquario dove ha lasciato Owen e Mel, decisa a partire con loro e tornare a casa, salvo scoprire che qualcuno li ha uccisi facendo così cascare tutto il suo mondo e lasciandola con niente da perdere. Con la furia in corpo, Abby si scontra con Ellie arrivando quasi a uccidere Dina, ma Levi glielo impedisce, quasi come a salvarla dall’ennesima vendetta che non avrebbe fermato il cerchio.

Future Days

Quella di The Last of Us Parte II può sembrare una storia banale con il solo scopo di far vedere come la vendetta sia inutile, ma sotto le tematiche che tocca sono più profonde di quel che inizialmente si vuol far intendere. Inizialmente Naughty Dog mostra al giocatore come Abby e i suoi compagni siano dei bastardi, salvo poi raccontare tutta la storia, mostrando come le apparenze possano ingannare e si possa arrivare a sostenere quella che fino a 20 ore prima era una “stronza assassina” con una semplicità disarmante. Tutti abbiamo un passato che ci rincorre e che spesso muove i nostri fili, e se dall’esterno le azioni possono sembrare fuori luogo o folli, in realtà per noi hanno senso. Naughty Dog ha cercato di imporre questo concetto nella mente dei giocatori, manovrandoli come burattini e facendo quasi passare Ellie dalla parte del torto. Un esempio? Durante la parte all’acquario con Ellie, un cane ci attacca e saremo costretti a ucciderlo di cattiveria. Qual’è una delle prime cose che ci fanno fare quando comandiamo Abby? Giocare con quello stesso cane che fino a un’ora fa ci separava dal vendicarci di Joel. Druckmann ha inserito la violenza in The Last of Us Parte II non come puro collante per il gameplay o per essere controverso – anzi tutto il contrario – ma più per mostrare come questa in realtà non serva assolutamente a nulla e che spesso viene utilizzata totalmente a caso. Non è stata la trama a essere abbellita con la violenza, ma, al contrario, la violenza stessa a essere parte della narrazione per mandare un messaggio e per far riflettere. Proprio per questo motivo una volta terminato The Last of Us Parte II tutto quello che rimane dentro è un enorme vuoto e una grandissima sensazione di smarrimento, questo perché Druckmann e soci hanno colpito in pieno un tasto dolente come il dolore e hanno voluto far sì che il giocatore stesso prima provasse quella sensazione di vendetta per poi tramortirlo con la retorica e la morale sull’inutilità della stessa. Pochi hanno avuto il coraggio di giocare con i sentimenti dei giocatori e ancora meno sono riusciti nell’intento, proprio per questo è ora di inserire Neil Druckmann tra i grandi del medium a seguire autori del calibro di Hideo Kojima.

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Venerdì arriverà The Last of Us Parte II, uno dei giochi più attesi dell’anno che la critica ha già premiato come il titolo della generazione insieme a Red Dead Redemption 2. In attesa della nostra recensione, che arriverà dopo aver spolpato con attenzione l’ultima fatica di Naughty Dog, vogliamo fare qualche passo indietro, esattamente a 7 anni fa. Nel giugno 2013, qualche mese prima dell’arrivo di Playstation 4 e Xbox Oneveniva rilasciato The Last of Us, titolo di Naughty Dog che, dopo Uncharted, cercava di portare i giocatori in un nuovo universo facendo qualcosa di diverso rispetto a quello che s’era visto precedentemente e finendo per rivoluzionare tutto il possibile. La storia di Ellie e Joel, ma anche un po’ la nostra, è una sequenza incredibile e mozzafiato di vita che ha cambiato un po’ dentro chi lo ha giocato, portando a serie riflessioni che un videogioco mai aveva imposto.

Uno strano incontro

The Last of Us ci porta subito dentro la vita di Joel, un uomo che – insieme alla figlia Sarah – vive una vita tranquilla, senza particolari preoccupazioni, perlomeno fino allo scoppio di una pandemia. Sembra la storia dell’umanità nel 2020, forse Naughty Dog ci aveva già visto lungo, ma il Cordyceps inizia a farsi strada negli Stati Uniti e il caos scoppia inesorabilmente. Nella fuga Joel cerca, con l’aiuto del fratello Tommy, a salvaguardare lui e sua figlia ma – purtroppo – l’incontro con un soldato che ha avuto l’ordine di uccidere tutti quanti toglie la vita a quest’ultima. È la tragedia personale di Joel, che a questo punto ha perso tutto: la normalità, la tranquillità e Sarah.

Il gioco ci proietta vent’anni dopo, nel 2033 con Joel che è sopravvissuto, iniziando a fare il mercenario per tirare avanti e continuare a vivere, seppur con il dolore della perdita della figlia ancora dentro di sé. L’ennesimo incarico, però, gli svolta la vita: durante una missione per recuperare delle armi – insieme a Tess – incontra Marlene, una donna appartenente a un gruppo chiamato Luci. Ferita, Marlene affida a Joel e Tess un incarico particolare: portare fuori dalla città in quarantena una ragazzina chiamata EllieQuesto è il primo incontro tra Joel ed Ellie e i due non attaccano immediatamente: per lui è solo l’ennesimo compito per distrarsi dalla situazione che si sta vivendo, mentre per lei è l’occasione di vedere l’esterno che ha sempre sognato e immaginato tramite i racconti di una sua vecchia amica. Ovviamente nulla va per il verso giusto e i tre si ritrovano a viaggiare braccati dai militari e sempre in allerta visto che gli infetti sono ovunque, anche nei posti più disparati e nascosti. Durante il viaggio Joel e Tess scoprono che Ellie, in realtà, è un’infetta che però non riscontra i sintomi del Cordyceps nonostante sia stata morsa ormai settimane prima e – quindi – potrebbe trattarsi del primo caso di essere umano immune dall’infezione. I due capiscono subito l’importanza di questa scoperta e capiscono che le Luci stanno lavorando alla ricerca di una cura con Ellie come parte fondamentale di questo immenso puzzle.

Arrivati al punto di ritrovo, però, trovano i membri delle Luci massacrati; dichiarando fallita la missione, Joel prova a tornare a casa, ma Tess lo ferma e lo costringe ad andare avanti: lei è stata morsa e la sua infezione è peggiorata in poche ore. Ellie potrebbe essere la salvezza di tutta l’umanità se solo riuscisse a consegnarla alle Luci. L’unico modo per farlo è il fratello di Joel, Tommy, che faceva parte del gruppo e che ora se ne è distaccato. Mentre Tess si sacrifica distraendo i militari arrivati in zona, Joel ed Ellie iniziano il loro viaggio in solitaria verso la salvezza dell’umanità.

Durante il percorso, i due incontrano una serie di persone che – nel loro piccolo – cercano di sopravvivere, come l’eremita Bill e i fratelli Sam ed Henry che, dopo averli accompagnati per un breve periodo, finiscono tragicamente la loro storia. Questa è, probabilmente, la parte più cruda di The Last of Us e quella che ai tempi colpì di più: Sam si ritrova infettato dopo l’incontro con un’orda ed Henry decide di ucciderlo, prima di spararsi in testa per aver colpito il proprio fratellino. La resa in video della scena colpisce al cuore (e noi ve la mostriamo quied è forse il primo segno – dopo il sacrificio di Tess – di come Naughty Dog voglia raccontare non solo una storia di speranza, ma anche la disperazione dell’animo umano e come a volte sia necessario fare dei gesti disperati a causa delle proprie azioni.

Superata l’estate si arriva all’autunno e Joel ritrova, finalmente, il fratello Tommy. Joel è arrivato qui con l’obiettivo di lasciare a lui la consegna di Ellie alle Luci e di tornare a casa, stanco di tutto quello che è successo fino a quel momento. Ellie, però, è contraria perché si è affezionata a Joel – prima e vera figura paterna della ragazza – e scappa a cavallo pronta ad andarsene chissà dove per fuggire al dolore della separazione. Joel e Tommy riescono a trovarla e dopo una furiosa litigata finalmente i sentimenti dei due vengono fuori: lei si è sempre sentita un pacco da consegnare nonostante abbia iniziato a considerare l’uomo una figura importante, mentre lui si è tenuto a distanza perché gli ricordava troppo Sarah, la figlia perduta ormai vent’anni prima. Tornando verso il campo, l’uomo però pensa a tutto quello che è successo e decide di accompagnare lui Ellie verso l’Università del Colorado, l’affetto per la ragazza inizia a venire fuori e non vuole lasciarla da sola.

I due compagni arrivano all’Università, dove teoricamente era posizionato un laboratorio delle Luci e iniziano la ricerca nonostante sia ormai chiaro che questo posto sia stato abbandonato diverso tempo dopo. Dopo aver trovato un registratore in grado di fornire indicazioni sulla posizione attuale delle Luci e del loro laboratorio, si scontrano con dei cacciatori e Joel finisce – tragicamente – impalato da un paletto di metallo che gli trafigge lo stomaco. In un momento che raccoglie tutta la disperazione di Ellie, la ragazza riesce – a fatica – a portare Joel al sicuro, ma l’uomo è gravemente ferito e la scena si chiude, con un sapiente taglio di regia, con lei che non sa cosa fare.

La maturità e l’incoscienza

Il cliffanger rimane per tutta la prima parte dell’inverno, in cui giocheremo nei panni della giovane Ellie intenta a cacciare un cervo. Poco dopo l’incontro con David e James ci fa intuire quale sia la sorte di Joel: la ragazza infatti chiede ai due di portarle degli antibiotici in cambio del cervo per sfamare il loro campo. Ellie e David si ritrovano a dover fronteggiare degli infetti riuscendo a cavarsela mentre l’uomo svela alla ragazza che i predoni che hanno attaccato lei e Joel all’Università facevano parte del loro gruppo ma – una volta tornato James – la lascia andare dicendo che non serba rancore e che è libera di fare ciò che vuole.

Finalmente rivediamo Joel, è ferito e molto debole con la ragazza che ha fatto il suo meglio per cercare di curarlo, ma, ovviamente, i guai non tardano a farsi sentire. I membri del gruppo di James e David l’hanno rintracciata riuscendo poi a catturarla, complice la sua fuga per portarli lontani da Joel. Dopo un alterco con David riesce a fuggire, uccidendo nel mentre James, ma non dura molto in quanto l’uomo la rinchiude in un ristorante e gli da fuoco, costringendola a uno scontro mortale. Nel mentre Joel riesce a riprendersi e, notando l’assenza di Ellie, inizia a cercarla massacrando il gruppo di David arrivando poi al ristorante dove trova la ragazza intenta a massacrare con il machete il suo nemico che, pochi secondi prima, ha provato a ucciderla. I due si abbracciano e fuggono dal posto chiudendo l’ennesima stagione e arrivando vicino al loro obiettivo.

28 Aprile 2034, il viaggio è quasi al termine e i due riescono a raggiungere l’ospedale Saint Mary dove le Luci dovrebbero essersi radicate. I due si avventurano per un tunnel dove vengono attaccati da degli infetti riuscendo a sopravvivere con l’idea che presto possono tirare un sospiro di sollievo. Un’incidente, però, rischia di rovinare tutto: Ellie cade in acqua e non sapendo nuotare viene trascinata in uno stato di panico e sviene, Joel riesce a salvarla e viene trovato da un uomo delle Luci che, fraintendendo la situazione, lo stordisce. L’uomo si risveglia all’interno dell’Ospedale ritrovando così Marlene che lo rassicura che Ellie è salva, per ora. La donna spiega a Joel che hanno preparato già tutto per operare Ellie, toglierle l’infezione mutata e creare così un vaccinoL’intero processo, però, significa che la ragazza dovrà morire per poterlo estrarre, in quanto l’infezione si sviluppa per tutta l’estensione del cervello. Joel si ribella e inizia la sua rincorsa alla ragazza, uccidendo tutte le Luci che incontra sul suo cammino, riuscendo trovarla giusto in tempo in quanto il dottore stava per iniziare l’operazione. Joel uccide il medico e gli assistenti, portando poi via Ellie e incontrando Marlene nel parcheggio. La donna prova a far cambiare idea a Joel con un semplice fatto: la vita di Ellie scambiata per il bene di tutto il mondo, così da farlo tornare quello di prima ed evitare ulteriore dolore e garantendo un futuro sereno a tutti quanti. Joel uccide Marlene e salva Ellie, portandola lontana verso quello che scopriremo essere l’accampamento di Tommy. Durante il dialogo tra i due Joel mente alla ragazza dicendole che lei non è la sola immune all’infezione e che le Luci non sono più interessate alla cura.
In una delle scene più significative dell’intero titolo, Ellie guarda Joel e gli chiede se tutto ciò che le ha raccontato corrisponde all’assoluta verità e di giurarlo, l’uomo – chiaramente mentendo – conferma la versione e lei sembra non essere convinta della sua risposta, ma l’accetta.

The Last of Us

La storia raccontata da Naughty Dog è probabilmente semplice ma d’impatto, in quanto la scrittura è incentrata totalmente sul rapporto tra i due protagonisti. Inizialmente Ellie e Joel non sono una coppia affiatata, la prima spera solo di essere utile ed è entusiasta di vedere il mondo esterno, mentre l’uomo la vede solo come un pacco da consegnare. Il trovare dei sopravvissuti come loro – Sam ed Henry – inizia a far capire a Joel come la ragazza, invece, sia semplicemente una persona come lui e che non sa cosa voglia dire una vita normale, senza infetti e senza la paura di morire da un momento all’altro morsa da un infetto o massacrata da un essere umano. L’evoluzione personale di Ellie è un crescendo che raggiunge l’apice nello scontro con David; qui la ragazza si ritrova da sola in una situazione dove le basta una semplice distrazione per morire e render vano l’intero viaggio e l’istinto di sopravvivenza ha la meglio: deve uccidere per evitare di essere uccisa. Il percorso emotivo della giovane ha la sua fine proprio con le ultime battute del gioco, lei non crede minimamente alle parole di Joel e sa che lui ha mentito e capisce anche perché, ma evita di parlarne proprio perché lo capisce e non riesce a dargli torto.

D’altra parte, invece, Joel cambia idea sulla ragazza proprio quando se ne deve separare, capisce come il tempo passato con lei sia stato di grosso impatto su di lui, che la ferita lasciata aperta dalla morte della figlia può essere rimarginata grazie ad Ellie e che le due si assomiglia tanto, forse troppo. Il momento in cui viene messo davanti al fatto che lei sarebbe dovuta morire per dare una speranza al genere umano è quello del dolore più assoluto: perdere anche Ellie sarebbe stato troppo e decide di essere egoista fino in fondo, salvandola e condannando – al contempo – l’umanità a subire gli effetti del Cordyceps ancora per molto tempo.

The Last of Us è una storia semplice, ma al tempo stesso complicata. Una storia composta da mille piccole sottostorie, tutte in grado di straziare il cuore e che non possiamo neanche approfondire perché altrimenti staremmo qui a a parlarne per giorni e giorni, perché tutto è stato studiato nel più perfetto dei dettagli. La storia di Bill, quella di Tommy, dei fratelli Henry e Sam, di David e del suo gruppo e – infine – quella delle Luci sono degli approfondimenti in grado di far capire la situazione in un mondo in cui la speranza non esiste e la disperazione più totale la fa da padrona; l’insieme di tutti questi elementi è The Last of Us, il viaggio di Ellie e Joel e dei giocatori alla scoperta di un mondo in rovina.
Tra pochi giorni potremo scoprire cosa ci aspetta in questo seguito, uno dei giochi più crudi e violenti degli ultimi anni secondo i pareri della stampa che ha già messo mano al titolo, e possiamo già anticiparvi che noi non siamo pronti a quello che ci si parerà davanti dal 19 giugno.

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Amici della Tribù, non manca tanto tempo all’arrivo di The Last of Us Parte II nei negozi . Il 19 Giugno si avvicina a grandi cavalcate in questo periodo di quarantena, di libertà parziali e onestamente per noi giocatori non può che essere un bene. Molti dubbi circondano questa seconda avventura di Ellie e Joel e tanti di questi non sappiamo neanche se saranno dissipati con questo gioco. Infatti, quello che tutti si son domandati sin dall’annuncio è stato: ma è davvero necessario un secondo capitolo? La risposta è un po’ più complicata del semplice “Si” o “No”, per questo cercheremo di darla nella maniera più esaustiva possibile nel corso di questo editoriale.

Una storia autoconclusiva

The Last of Us parla di tutti noi: di Joel che dopo la morte di Sarah ha cercato di sopravvivere in un mondo devastato da un’infezione in grado di uccidere i suoi amici, la sua vita e di Ellie che la vita – come noi la conosciamo – non l’ha mai vissuta essendo cresciuta nella paura e nell’ansia. The Last of Us racconta come questi due universi si incontrano, si uniscono e dopo un viaggio durato praticamente un anno si conclude con una bugia. Joel è riuscito a superare la morte di Sarah e considerare Ellie come una sua seconda figlia e non l’ha voluta abbandonare al suo destino infame di cavia sacrificale anche se questo poteva salvare miliardi di vite e sconfiggere l’infezione. Ellie, d’altro canto, ha conosciuto il mondo e ha imparato a viverlo volendo così sacrificarsi per dare a ciò che tanto amava una speranza visto che, non sappiamo perché, la ragazza è immune dagli effetti del Cordycepts e non può trasformarsi. La storia di The Last of Us poteva benissimo dirsi conclusa con quella bugia, con quell’alone di mistero sulla sorte dei due personaggi e sulla sorte del mondo per poi spostarsi su qualche altra storia e avventura di coppie alla ricerca di una cura, di storie potenzialmente ce n’erano un’infinità e non sappiamo neanche la metà di quello che Naughty Dog poteva fare con questo universo narrativo. 

Quella di The Last of Us era una storia unica, da vivere con la consapevolezza che si trattava di un racconto che finiva in una botta sola senza aspettarsi seguiti o approfondimenti sulla stessa. La potenza di quel finale, quelle frasi conclusive rischiano di perdere completamente di senso se dovessimo pensare a un seguito. La potenza della scrittura di Naughty Dog con The Last of Us si basa, appunto, sulla possibilità di avere una storia che inizia e si conclude in una sola battuta, con l’ammissione solo di un DLC che andava a riempire due buchi con lo stesso contenuto: come è stata infettata Ellie e, sopratutto, cosa è successo a Joel tra l’Autunno e l’Inverno? Ovviamente non conosciamo i contenuti di questa Parte II (e già il fatto che si chiami “Parte II” e non si parli di secondo capitolo fa capire già tutto) ma dai trailer si è capito come sia in tutto e per tutto un seguito della storia di Ellie e Joel in cui la ragazza diventa finalmente adulta e inizia a comportarsi come il suo “patrigno” anni prima. 

Come si è evoluto il mondo?

Dall’altro lato, però, The Last of Us ci ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. Le battute conclusive lasciavano alludere a un futuro per la coppia composta da Ellie e Joel, un futuro in cui avrebbero fatto di tutto per combattere per riportare la normalità pur evitando di dover sacrificare la vita della giovane per sconfiggere il virus. Quell’ultima bugia di Joel avrebbe meritato un continuo, un vedere come Ellie avrebbe reagito alla più evidente delle bugie su uno dei temi più importanti per la ragazza. E siamo contenti che Naughty Dog ci dia la possibilità di vedere di più dietro alla storia di questa coppia che, per certi versi, sentiamo anche un po’ nostra sopratutto dopo questo periodo di quarantena causato da un virus per certi versi imbattibile anche se meno pericoloso del Cordyceps che ha mietuto milioni di vittime nel gioco. Ovviamente si arriverà a punto nel quale si dovrà chiudere questa avventura e la narrazione non può proseguire all’infinito, però ci pare giusto dare un senso agli ultimi istanti di un titolo che ha fatto delle parole e dei gesti non detti un suo vero e proprio mantra mantenendo per certi versi anche il mistero su alcune delle vicende che hanno accompagnato la coppia durante questo viaggio verso la speranza. Da quel che è possibile vedere nei trailer Ellie è cresciuta e vive ormai la propria maturità cercando di capire come stare in quel mondo che lei ha conosciuto essere come l’unico in cui ha vissuto, ma che in realtà non è mai stato così crudele come in quei tempi di pericolo e l’unica possibilità che conosce la ragazza è la lotte mentre, un invecchiato Joel potrebbe farle capire che in realtà non è quella la soluzione. The Last of Us Parte II è sicuramente interessante sotto questo punto di vista, la possibilità di vedere ciò che è diventato rispetto a ciò che è stato in passato, il tutto a causa dell’infezione che ha devastato il mondo e che al momento è senza cura, è sicuramente interessante perché è lo scontro di due mentalità e sopratutto, perché il passato tra i due rende l’intera narrazione aperta a qualsiasi sorpresa e colpo di scena.

Bene o male?

Ovviamente entrambi i punti di vista vanno bene, ci sta che una persona sia scontenta di questa seconda parte delle avventure di Joel ed Ellie perché The Last of Us è un capolavoro reso speciale appunto dalla sua unicità e dalla potenza di una narrazione che lascia praticamente senza parole alla fine. Il sottoscritto, però, crede che questa seconda parte sia necessaria perché la potenza di quel finale è praticamente nullo senza vedere la reazione di Ellie, senza vedere come reagisce a una chiara – e poco velata – bugia atta semplicemente a difendere lei e non l’umanità come Joel ha sempre dichiarato di fare. The Last of Us Parte II è l’occasione per Naughty Dog di narrare il continuo di una storia già di per sé incredibile ed emozionante combinando però ulteriori dinamiche in grado di evolvere una relazione così travagliata e complessa come quella tra Ellie e Joel. L’errore che va evitato, però, è quello di prolungare inutilmente una storia solo perché il brand funziona e i fan se lo aspettano, per cui non ci sarebbe da meravigliarsi se con questa seconda parte possano andare a tagliare un’eventuale terza avventura e, invece, decidano di continuare a sfruttare l’IP spostando però la narrazione su altri personaggi e altre situazioni pur mantenendo lo stesso setting e ambientazione. Solo dal 19 Giugno potremo vedere cosa realmente ci aspetta e, onestamente, non vediamo l’ora. 

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