Ourobous Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/tag/ourobous/ Videogiochi, Cinema, Giochi da Tavolo, Serie Tv, Podcast e Live Thu, 31 Oct 2019 11:00:00 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.tribe.games/wp-content/uploads/2021/08/cropped-avatar_facebook2021-32x32.png Ourobous Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/tag/ourobous/ 32 32 Trails series – Il Gran Finale https://www.tribe.games/trails-series-il-gran-finale/ https://www.tribe.games/trails-series-il-gran-finale/#respond Thu, 31 Oct 2019 11:00:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/trails-series-il-gran-finale/ Il momento è arrivato. Dopo mesi passati alla scoperta della serie “Trails” di Falcom, eccoci arrivati a parlare dell’atto finale di un arco narrativo […]

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Il momento è arrivato. Dopo mesi passati alla scoperta della serie “Trails” di Falcom, eccoci arrivati a parlare dell’atto finale di un arco narrativo iniziato 15 anni fa con Trails in the Sky, quel Trails of Cold IV – The End of Saga che fa da inevitabile spartiacque ad una delle più ambiziose serie videoludiche.

Come già successo con lo speciale di Cold Steel III, anche qui ci saranno spoiler importanti sulla storia del quarto capitolo, quindi come sempre vi invito a leggere il paragrafo seguente solo se siete davvero interessati e soprattutto se siete ansiosi di sapere come si concludono le vicende di Rean e compagni. 

The End of Saga

Dove eravamo rimasti? Al termine di CS3 la maledizione di Erebonia si è sparsa non solo nell’Impero, ma in gran parte del continente di Zemuria, Osborne dichiara guerra alle nazioni vicine e Rean viene fatto prigioniero in attesa di essere sacrificato, al fine di eliminare la maledizione e far resuscitare il Great One. Il gioco si apre con la nuova Classe VII che si ritrova nel villaggio delle streghe, in un paese che si sta preparando alla guerra, ma sia loro che la vecchia classe insieme a tutti gli amici di Rean non si danno per sconfitti e partono alla ricerca del nostro protagonista, tenuto prigioniero nel Black Workshop, la cui ubicazione è sconosciuta.
La prima parte del gioco vede quindi protagonisti Juna, Kurt e Altina alla ricerca del luogo nel quale si trova Rean e nel frattempo scoprono che fine hanno fatto Ash, in fuga in quanto ritenuto colpevole del tentato omicidio dell’Imperatore, e Musse, che si è rivelata essere una dei leader della resistenza che si oppone a Osborne e i suoi piani; in questa parte del gioco vediamo come la maledizione influisca sulle persone, amplificando i pensieri negativi e sentimenti come la  rabbia, ma soprattutto vengono svelati due punti importanti della storia legati a Crossbell e Osborne.
Crossbell è stata conquistata perché è lì che si trovava El Plado, Il Golden Knight, 
ultimo dei Divine Knight ad essere svelato il cui Awakener è Rufus Albarea, mentre per ciò che riguarda Osborne veniamo a sapere che si tratta della reincarnazione di Dreichels, il primo imperatore di Erebonia ed è qui che arriva la terza e più grossa sorpresa: Osborne non è il vero antagonista della serie, così come non lo sono i suoi alleati. Dietro tutto quello che è successo nel corso della serie c’è Ishmelga, il Black Knight; viene infatti rivelato che il Black Knight è diverso dagli altri Divine Knight e il suo unico scopo è quello di tornare ad essere il Great One e vendicarsi di Dreichels, l’artefice della sua sconfitta. Da qui scaturiscono eventi come la tragedia di Hamel, l’annessione di Crossbell, l’incidente che vede Rean abbandonato dal padre e affidato agli Schwarzer e la resurrezione di personaggi quali Arianhood e Crow. Una volta preso il controllo di Osborne, Ishmelga muove la sua influenza su tutti i suoi alleati, facendoli agire contro il loro volere. Terminata questa parte, la nuova e la vecchia classe VII andranno a salvare Rean, in un capitolo di intermezzo dal forte impatto emotivo dove il nostro protagonista riuscirà a prendere definitivamente il controllo sul suo potere e riacquistare i suoi ricordi.

Liberato Rean, ecco che prende il via la vera storia del gioco, che vede un’alleanza tra Calvard, la Resistenza, LIberl e Crossbell, uniti contro Osborne in un evento che per la prima volta vede riuniti tutti i protagonisti principali della saga (ad esclusione di Kevin, che apparirà solo alla fine). In questa fase del gioco assistiamo alle Rivalries, il rituale in cui gli Awaker e i Divine Knight si sfidano al fine di ricreare il Great One, con Rean e Crow che escono vittoriosi da tutti gli scontri e si avvicinano così al confronto finale con Osborne e Ishmelga; scontro che però avverrà dopo l’ennesimo colpo di scena che vede il principe Olivert vivo in seguito all’esplosione della Corageous, che però gli costa l’occhio destro, così come sono vivi Angelica e Victor Arseid, i quali non sono stati uccisi, ma resi dei nemici sotto l’influsso di Ishmelga. Un’altra fase prima dello scontro finale, quindi, vede il gruppo impegnato a liberare questi personaggi e una buona parte della regione dal dominio del Black Knight, non senza difficoltà. Lo scontro finale del gioco avviene nell’Higher Plane, una sorta di monumento volante dove è imprigionato il corpo del Great One; qui Rean e Crow affronteranno Cedric e Rufus nelle Rivalries, per arrivare ad uno scontro con McBurn, che si rivelerà essere un’entità proveniente dal un’altra dimensione e che al termine di una battaglia tornerà nel luogo dal quale è venuto, giurando però prima di vendicarsi di Campanella che lo ha usato per gli scopi di Ourobous. Arriva così il momento di confrontarsi con Osborne e Ishmelga, non prima di apprendere un’altra verità: Osborne non è mai stato sotto l’influsso del Black Knight, ma i loro scopi erano comuni quindi hanno collaborato (uno voleva eliminare la maledizione, anche sacrificando il figlio, l’altro semplicemente tornare ad essere il Great One).
Arrivati a questo punto il gioco offre due finali. 
Il primo vede Rean vincere le Rivalries, ma di conseguenza lui e Valimar diventano il contenitore della maledizione e decidono così, insieme a Crow e lo spirito di Milium, di abbandonare la dimensione nella quale si trovano, sacrificandosi per liberare una volta per tutte Zemuria. Il secondo finale, quello vero del gioco e sul quale si baseranno i giochi futuri, vede l’Holy Beast of Earth, ovvero una delle creature incaricate di sorvegliare il Sept-Terrion, offrire aiuto a Rean, che riuscirà a dividere Ishmelga dal suo corpo, incanalando la maledizione del Black Knight, che rinascerà come Ishmelga-Loge, un Great One incompleto con inevitabile scontro finale, che prevede ben 39 personaggi giocabili a disposizione per la battaglia [per la serie “Avenger mi fa una pippa”…. N.d.R.].

Fine?

Finisce così il gioco? Sì e no. Al termine di questi eventi ci viene spiegata un po’ la situazione del dopo guerra, con Crossbell di nuovo libera, Cedric che decide di unirsi ad Ourobous e Olivert e Alfin che dovranno lavorare duro per ristabilire la fiducia dei cittadini nei confronti della famiglia imperiale. I collaboratori di Osborne vengono sì puniti, ma in forma lieve, ognuno torna alla vita di tutta i giorni e Rean può finalmente vivere la sua di vita, senza più essere condizionato dagli altri. Nei titoli di coda c’è anche un altro evento, che però non vi racconterò per non rovinare la sorpresa, a differenza del finale segreto del gioco che stravolge completamente tutto quello che sappiamo su Ourobous. In questo video speciale, il Grandmaster fa la sua comparsa, lasciando intendere in maniera un po’ subdola che entrambi i finali del gioco sono stati eventi accaduti veramente, ma che la storia è stata alterata per arrivare al true end tramite l’uso del Sept-Serrion of Zero; la rivelazione è lo scopo di Ourobous, cioè quello di raccogliere i Sept-Terrion non per utilizzarli, ma per non lasciarli nelle mani dell’uomo. Questo cambia completamente le carte in tavola  e l’opinione sull’organizzazione, che alla fine non è poi così malvagia come si è pensato, ma soprattutto avvalora la tesi che il Grandmaster sia Aidios, giunta su Zemuria con i Sept-Terrion e, dopo aver visto i problemi che essi hanno causato, ha deciso di riprenderseli.
Il video, e il gioco, terminano con l’annuncio dell’Eternal Regression Plan, terza ed ultima fase dell’Orpheus Final Plan che sarà portato a compimento in 3 anni.

Verso il domani

Fine della storia? Solo di una buona parte. A detta di Falcom sono previste almeno altre tre saghe che potranno essere rilasciate nell’arco di 20 anni, senza contare che nel frattempo potrebbero uscire spin-off o “capitoli ponte” alla Sky the 3rd. Non è un caso il fatto che abbia menzionato questi cosiddetti “capitoli ponte” perché mesi fa è stato rivelato che il prossimo Trails sarà una sorta di After Story che ci racconterà le vicende avvenute dopo CS4, con il ritorno dei cast dei giochi precedenti, ma con protagonisti due personaggi inediti. Al momento i dettagli sono pochi, ma il gioco dovrebbe essere annunciato ufficialmente a dicembre, con l’uscita per il 2020 su PS4 in Giappone; nel frattempo noi abbiamo da poco messo mani alla versione inglese di CS3 e adesso si spera che NISA annunci in fretta il quarto capitolo.

Arrivo così alla fine di questa serie di speciali, ma come appena detto la storia non è ancora finita, quindi vi saluto solo per il momento e vi ringrazio per avermi seguito in questo viaggio.vbgh

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Eccoci arrivati alle battute finali del nostro viaggio alla scoperta della serie “Trails” di Falcom. Oggi è arrivato il momento di parlare di Trails of Cold Steel III, prima parte di quello che segna la fine di un intero arco narrativo della serie iniziato con Trails in the Sky, e che, a due anni dall’uscita in Giappone, arriverà in Europa il prossimo 22 ottobre su PS4.

Cari amici e amiche della Tribù, prima di cominciare è giusto informarvi che il seguente paragrafo di questo speciale contiene grossi spoiler sulla trama principale e il suo finale, quindi, qualora voleste attendere l’uscita del gioco senza rovinarvi eventuali sorprese, potete saltare il paragrafo in questione e passare a quello successivo. 

Un nuovo inizio

Ambientato un anno e mezzo dopo gli eventi del secondo capitolo della saga, e di conseguenza seguito sia di Cold Steel II che la saga di Crossbell, Cold Steel III vede ancora una volta come protagonista Rean Schwarzer, diplomato con successo presso l’Accademia Militare Thors e conosciuto adesso come “l’Ashen Chevalier”, l’eroe che ha messo fine alla guerra civile. Terminati i suoi doveri in ambito militare, il giovane diventa istruttore presso una filiale secondaria di Thors che riunisce gli studenti non solo dell’Impero, ma anche delle regioni conquistate di recente come Crosbell. Qui Rean ritrova Towa, l’ex presidentessa del consiglio studentesco anch’ella insegnante insieme ad alcuni volti noti, come Randy Orlando, uno dei protagonisti di Zero e Ao no Kiseki, e Aurelia Le Guin, preside dell’istituto.
Rean verrà messo così a capo di una classe composta inizialmente da tre studenti: Kurt Vander, Juna Crawford e Altina Orion, vecchia conoscenza di Rean che ha come missione quella di tenerlo d’occhio. I quattro formeranno così la Nuova Classe VII. Inizialmente saranno molti gli ostacoli da superare, sia per fraintendimenti vari sia per l’ostilità di Juna verso l’Impero in quanto cittadina di Crossbell. Buona parte della storia, infatti, è incentrata sulla crescita della nuova classe VII e su Rean come insegnante e persona. Successivamente, ai quattro si uniranno altri due studenti, Ash Carbide, dal temperamento molto irruento e sfacciato e la misteriosa Musse Egret, che in più di un’occasione cercherà di sedurre Rean. Questi due personaggi si riveleranno di un certa rilevanza per la storia, perché Ash è in realtà il terzo sopravvissuto alla tragedia di Hamel e a sua insaputa chiave dei piani di Osborne, mentre Musse è la nipote del Duca Cayenne, responsabile della guerra civile. Sullo sfondo della storia inizia a muoversi Ourobous, intenzionata a mettere le mani sul Sept-Terrion of Steel e che sarà il nemico principale nel corso del gioco, ma nel frattempo vediamo l’entrata in scena di nuovi Awakener come il ritorno di Crow, creduto morto dopo gli avvenimenti di Cold Steel II, ma che si scoprirà più avanti essere stato riportato in vita per uno scopo preciso e di cui parleremo nel prossimo speciale; Rutger Caussel, padre adottivo di Fie e anch’esso dato per morto e riportato in vita e awakener di Zector, il “Palatinate Knight”;  Arianrhod, awakener di Argreion, il White Knight. Il perché tutti i Divine Knight si stiano riunendo è dovuto proprio alla resurrezione del Great One, voluta da Ouroubous per impossessarsi di esso e di Osborne, che nel finale si rivelerà essere l’awakener di Ishmelga, il “Black Knight” che svelerà una volta per tutte i suoi piani: l’avvento della “Great Twilight”, evento che sparge la maledizione di Erebonia su tutto il continente di Zemuria. La chiave di tutto sono Rean e la Classe VII, sia nuova che vecchia. Il gruppo, infatti, prima dovrà affrontare il Drago Zoro-Agruga, la causa della maledizione che grava su Testa-Rossa e che lo rende pressoché inutilizzabile; tolto di mezzo lui, Osborne, insieme ad Ourobous adesso suo alleato, dà via al suo piano che prevede il sacrificio di Millium e Altina: le due ragazze sono Homunculus (come KeA), il cui scopo è quello di essere il sacrificio e l’arma che ucciderà il Nameless One, ovvero la Bestia Sacra a protezione del Great One che è stato corrotto dalla maledizione di Erebonia. I piani di Osborne andranno in maniera leggermente diversa da quanto stabilito: infatti sarà solo Millium a morire, uccisa dal mostro, con Rean che perderà definitivamente il controllo del suo potere causandogli una trasformazione irreversibile e che in preda all’ira ucciderà il Nameless One diventando lui stesso il sacrificio al posto di Altina, la quale verrà così salvata. Nel frattempo Osborne, tramite gli Gnomi e il suo leader Black Alberich, che si rivela essere il padre di Alisa, fanno esplodere la Corageous con a bordo il principe Olivert e Victor Arseid davanti allo sguardo impietrito dei loro familiari. Il gioco termina di conseguenza con la proclamazione della guerra contro Calvard, la classe VII che si ritrova emotivamente distrutta da quanto accaduto e Rean prigioniero, in attesa di essere sacrificato per realizzare i piani di suo padre.

La nascita del miglior Trails di sempre

Ma come nasce CSIII? I primi indizi sul gioco vengono svelati nel 2014/15, quando Falcom svelò lo sviluppo di un terzo capitolo di Cold Steel, a questo seguì un lungo periodo di silenzio interrotto a settembre del 2016 con l’uscita di Tokyo Xanadu eX+ su PS4. All’interno del gioco, infatti, è presente un curioso easter egg nella sala giochi, dove possiamo vedere un poster promozionale di tale “Sen no Kiseki III”, con un’immagine che raffigura quello che sembra essere Rean e dietro di lui Crow. Lo stesso artwork promozionale viene riproposto al TGS di quell’anno, insieme ad un volantino che ritrae quella che pare Alisa nella città di Crossbell e come si dice in questi casi, due indizi fanno una prova. A dicembre del 2016 arriva l’annuncio ufficiale: Trails of Cold Steel III uscirà su PS4 nell’Autunno del 2017 e ancora una volta sarà Rean ad essere il protagonista, affiancato da vecchi e nuovi personaggi. Nei mesi successivi saranno svelati altri dettagli sul gioco e, come detto prima, Kondo stesso dichiarerà che si tratta dell’ultimo capitolo della saga, salvo poi rimangiarsi le sue parole un mese dopo l’uscita del gioco, spiegando che il titolo era davvero troppo grande e che un quarto gioco era necessario per chiudere degnamente la storia. Non a caso veniamo a sapere che era già stato deciso in partenza di interrompere Cold Steel III in quel particolare punto della storia e proseguirla in CSIV in quanto nel quarto capitolo non ci sarebbero stati attimi di pausa per la storia, e in effetti è proprio così.
Nonostante il finale a dir poco traumatico, soprattutto se si considera quanto detto da Kondo, i fan sono concordi sul fatto che il gioco sia il punto più alto raggiunto dalla serie Trails ad oggi, anche meglio del quarto capitolo. Il motivo sta principalmente nella gestione della trama, cosa di cui vi parlerò nello specifico nella recensione, e di come questa si sviluppa. Ovviamente non è solo la storia ad essere uno dei punti forti del gioco, ma il suo profondo rinnovamento grazie al passaggio da PS3/Vita a PS4: CSIII, infatti, è il primo vero gioco sviluppato da Falcom direttamente su PS4 e non un porting come Tokyo Xanadu eX+ o YS VIII. Cambia completamente lo stile grafico, gli ambienti e il mondo di gioco sono enormi (basti pensare che ho impiegato circa 204 ore  per completare la versione giapponese) e l’interfaccia grafica viene stravolta in favore di una molto simile a quella di Persona 5. Tanti piccoli elementi che hanno contribuito al plebiscito dei fan nello stabilire che il gioco è a tutti gli effetti il migliore della serie.

Verso il gran finale

A sorpresa è NIS America ad accaparrarsi l’onore e l’onere di localizzare in Occidente il titolo, riconosciuto come il secondo videogioco al mondo per lunghezza dei testi presenti al suo interno. I dubbi sulla compagnia sono stati tantissimi all’inizio, ma l’annuncio dello staff dei giochi precedenti come collaboratori ha subito messo a tacere qualsiasi lamentela. Un lavoro mastodontico al quale sicuramente bisognerà aggiungere anche CSIV, difficile che Falcom abbia licenziato il gioco ad altre compagnie vista la connessione dei due giochi. Ad oggi, basandosi su quanto mostrato da NISA, è chiaro come la traduzione del gioco sia stata completata da un pezzo ed è lecito pensare che i lavori sul nuovo capitolo siano già iniziati, con eventuale annuncio previsto per i primi mesi del 2020. Intanto, noi aspettiamo l’uscita di CSIII, rinviata già una volta non per problemi nella localizzazione, come avvenuto in passato con NISA e YS VIII, ma al volere della compagnia di assicurarsi un gran successo al lancio, cosa impensabile se il gioco fosse uscito come previsto inizialmente, il 27 settembre insieme a “mostri” quali Dragon Quest XI S e Code Vein. Scelta saggia, quindi, quella di NISA che ha pensato bene di far uscire il gioco in un periodo dove non vi sono giochi di rilievo. Al momento il gioco è previsto solo su PS4, ma la classica versione PC non è da escludere in futuro; inoltre sarà presente una feature esclusiva per il mercato occidentale: la modalità turbo, presente nelle versioni PS4 dei primi due Cold Steel, ma non nella versione giapponese di CSIII. Questa modalità è stata aggiunta in seguito al preciso volere di Falcom che ha pensato che i fan occidentali avrebbero gradito l’aggiunta.

Arriviamo così alla fine anche di questo speciale. Il prossimo ed ultimo appuntamento con la serie Trails arriverà tra un mese, vicino l’uscita europea di Cold Steel III e che risponderà a tutte le domande lasciate in sospeso dal finale del gioco e di tutta la serie.

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Trails series – La guerra civile di Erebonia: Cold Steel II https://www.tribe.games/trails-series-la-guerra-civile-di-erebonia-cold-steel-ii/ https://www.tribe.games/trails-series-la-guerra-civile-di-erebonia-cold-steel-ii/#respond Thu, 05 Sep 2019 08:00:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/trails-series-la-guerra-civile-di-erebonia-cold-steel-ii/ Torna l’appuntamento con gli speciali dedicati alla serie “Trails” di Falcom. Ormai ci stiamo avvicinando alla fine di questo viaggio e oggi parleremo del […]

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Torna l’appuntamento con gli speciali dedicati alla serie “Trails” di Falcom. Ormai ci stiamo avvicinando alla fine di questo viaggio e oggi parleremo del secondo capitolo della saga di EreboniaTrails of Cold Steel II, titolo dove gli avvenimenti segneranno indelebilmente non solo il futuro della trama, ma anche i suoi personaggi.

Il conflitto che cambia tutto

Come successo con Cold Steel I, abbiamo già avuto modo di conoscere Cold Steel II con la recensione della versione PS4 uscita di recente. La storia riprende da dove l’avevamo lasciata, con lo scoppio della guerra civile nell’Impero di Erebonia, che vede la fazione dei nobili prendere il potere nella maggior parte dei punti nevralgici dell’Impero e la sconfitta di quest’ultimo sembra quasi inevitabile. Rean, il protagonista, si sveglia in un luogo remoto e accanto a lui si trova Valimar e, una volta scoperto di aver dormito per oltre un mese per riprendersi dalle ferite riportate durante lo scontro contro Ordine, l’Azure Knight, il giovane partirà alla ricerca dei suoi compagni le cui sorti sono sconosciute e non è chiaro se siano ancora vivi o meno. Quasi subito Rean capirà di trovarsi vicino a Ymir, il villaggio dove è cresciuto e dove si trova la famiglia e durante uno scontro contro un mostro verrà salvato da sua sorella Elise, la principessa imperiale Alfin e il bracer Towal. Ripresosi dalle ferite e dopo aver capito che neanche Ymir è al sicuro dalla guerra, insieme a Valimar e Towal, Rean partirà alla ricerca degli altri membri della Classe VII che sembra siano sparsi in giro per la regione, nascosti per evitare di essere catturati dalla fazione dei nobili.
Qualcosa, però, si muove dietro le quinte di questa guerra: Vita Clotilde, uno dei membri di Ourobous sembra avere piani diversi dall’organizzazione per quanto riguarda il Sept-Terrion of Steel, così come il leader dei nobili, Croire de Cayenne. Dopo una serie di vicende che vedono Rean e compagni esplorare l’Impero alla ricerca degli studenti della Thors Military Academy e dei templi antichi alla ricerca dello Zemurian Ore per creare un’arma adatta a Valimar, partirà il contrattacco dei nostri protagonisti con l’intenzione di liberare la famiglia imperiale e la capitale. Qui verranno rivelate le intenzioni del Duca e di Vita: il primo vuole sfruttare Cecric, il principe ereditario di Erebonia e prossimo in linea di successione, come Awakener di Testa-RossaDivine Knight utilizzabile solo dai membri della famiglia imperiale, e prendere il potere del Paese. Vita, dal canto suo, vuole solo assistere ad uno scontro tra Divine Knight, ovvero Valimar e Ordine per dar inizio al rito delle Rivalries, una serie di scontri tra i Divine Knight che hanno lo scopo ultimo di permettere la resurrezione del Great One e uno dei temi principali di Cold Steel IV. Le cose, però, non vanno come previsto, in quanto Testa-Rossa è posseduto dalla maledizione di Erebonia e viene distrutto da Valimar e Ordine in uno scontro finale tra i tre Divine Knight. Con Cayenne sconfitto fa la sua apparizione Osborne, nascosto fino a quel momento e creduto morto, il quale rivelerà come quanto accaduto fino a quel momento era stato previsto e tutto è andato secondo i suoi piani: con la caduta del Duca tutti i nemici di Osborne e dell’Impero sono stati scoperti e sconfitti; inoltre, il cancelliere dichiara di aver preso possesso del Phantasmal Blaze Plan di Ouroubous, costringendo Vita a ritirarsi. Colpo di scena finale è la rivelazione che Osborne è il padre biologico di Rean, cosa che segna il ragazzo ulteriormente dopo la morte di Crow. Qui cambia la vita di tutti: Rean per primo, che verrà fatto passare per l’Eroe che ha salvato l’Impero e messo fine alla guerra e per evitare altri problemi il nostro protagonista accetterà suo malgrado questo falso titolo.
Il gioco si chiude con i membri della Classe VII dopo il diploma, che lasciano Trista per tornare alle loro vita con Rean che si separa da loro, ma che finalmente ha trovato la sua strada. Tutto sembra finire bene, almeno per il momento ma le grandi rivelazioni le vedremo nel prossimo capitolo: Cold Steel III.

La necessità di migliorarsi

Cold Steel II non porta grossi cambiamenti tecnici rispetto a quanto visto nel primo capitolo, ma questa volta Falcom è più pratica nello sviluppo con un motore grafico nuovo e l’ambiente completamente in 3D e il risultato è evidente, da animazioni migliorate a scenari più ampi e dettagliati. Le differenze, come sappiamo, sono nella natura del gioco, meno lineare del suo predecessore e più aperto, con la possibilità di esplorare alcuni luoghi dell’Impero non solo a piedi ma anche con mezzi quali l‘aereonave, moto, a cavallo, il tutto senza limitazioni e soprattutto in qualsiasi momento. Anche la natura delle quest cambia, con missioni secondarie che ci vedono dover andare in città diverse o luoghi esclusivi che non è possibile visitare durante la storia principale. Un’altra novità sono le Divine Knight Battle, nelle quali utilizzeremo Valimar e fulcro della storia. Tutti questi grossi cambiamenti in un solo anno sono davvero notevoli per un software house piccola come Falcom, ma lasciano anche intendere come un tale volume di gioco fosse impossibile da gestire fin dall’inizio, da qui la scelta famosa di dividere Cold Steel in due giochi, 1 e 2 appunto.
Nonostante sia uscito nel 2014, Cold Steel II riceve i porting piuttosto in fretta, prima su PC tramite XSEED Games, poi su PS4 grazie a Falcom con aggiunte quali la modalità turbo, tutti i DLC inclusi e 60fps stabili dove il titolo prende il nome di Sen no Kiseki II Kai: The Erebonian Civil War, un sottotitolo più che adatto per il gioco. Questo sarà l’ultimo porting sviluppato direttamente da Falcom, in quanto Toshihiro Kondo ha dichiarato che in futuro saranno altre compagnie a realizzarli: non a caso in Giappone c’è un accordo tra Falcom e Nippon Ichi Software per lo sviluppo di porting su altre console, come ad esempio Ys VIII per Switch, ma per adesso non è chiaro se questi due capitoli di Cold Steel arriveranno su altre console, né quando.

E così, tenendo conto che del gioco ne ho già parlato parlato in abbondanza nella recensione (ribadisco, leggetela che male non vi fa) e che continuare a parlarne sarebbe superfluo a questo punto, termina anche questo viaggio alla scoperta di Cold Steel II e vi lascio al prossimo appuntamento con il quale ci addentreremo nell’ignoto: quel Trails of Cold Steel III che uscirà in Europa soltanto il mese prossimo, ma che, avendo già finito in versione giapponese, verrà sviscerato in tutti i suoi aspetti. Alla prossima!

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Bentornati con i nostri speciali dedicati alla serie “Trails”. In questi mesi abbiamo appreso come la storia ha avuto inizio, da Trails in the Sky fino alla saga di Crosbell; adesso invece è arrivato il momento di parlare di Trails of Cold Steel, la serie della saga più longeva (ad oggi sono usciti 4 capitoli), la cui storia segna in modo indelebile quanto abbiamo appreso finora.

Si apre il sipario sulla Thors Military Academy

Di Trails of Cold Steel 1 vi abbiamo già parlato nella nostra recensione (nel caso in cui non la abbiate ancora letta, potete subito porre rimedio a questo link). Il gioco vede come protagonista Rean Schwarzer, un ragazzo che si appresta a iniziare il primo anno di studi presso l’Accademia Militare Thors, una prestigiosa scuola dell’Impero, e che si ritrova a far parte della Classe VII, speciale sezione che include sia cittadini comuni che nobili, fazioni tra cui non scorre buon sangue da sempre. Scopo di questa sezione è quella di cercare di far superare alle nuove generazioni le differenze sociali dell’Impero e nel corso del gioco visiteremo vari luoghi e assisteremo alla crescita personale degli studenti di tutta la scuola. Dietro le quinte però qualcosa si muove e un gruppo terroristico conosciuto come Imperial Liberation Front fa la sua comparsa, con lo scopo di eliminare il Cancelliere Osborne, il cui obiettivo è quello di espandere i confini dell’Impero. Nel frattempo Rean, insieme alla Classe VII, si ritrova coinvolto in una serie di prove misteriose all’interno di un edificio abbandonato. Verso la fine del gioco scopriremo come queste prove siano per testare se il ragazzo possa diventare un Awakener, ovvero un pilota dei Divine Knight, frammenti del Sept-Terrion of Steel, conosciuto anche col nome di “Great One”. La trama Cold Steel ruota fortemente intorno al tema del Great One e dei Divine Knight, ma nel primo capitolo e nel secondo questo viene solo abbozzato, in quanto CS1 e CS2 si concentrano più sull’introduzione dell’Impero prima e sulla guerra civile poi. E Ourobous? Come abbiamo avuto modo di vedere nei passati speciali, Cold Steel 1 e parte del 2 sono ambientati nello stesso arco temporale di Crossbell, con l’organizzazione che di conseguenza inizia solo a muovere i primi passi nell’Impero e preferisce fare da spettatore interessato almeno fino al secondo capitolo, dove Osborne metterà loro i bastoni nelle ruote. Una volta che Rean è diventato Awakener dell’Ashen KnightValimar, l’Imperial Liberation Front fa la sua mossa, assassina (almeno apparentemente) Osborne e la fazione dei nobili dà il via alla Guerra civile di Erebonia, fulcro del secondo capitolo. Il gioco si chiuderà con il tipico cliffhanger della serie, dopo una battaglia tra Rean e Valimar contro Crow e Ordine, l’Azure Knight, con la vittoria di quest’ultimo, costringendo Rean a fuggire dal campo di battaglia e lasciare i suoi compagni in balia dei nemici.

Dal 2D al 3D

Trails of Cold Steel è il primo gioco di Falcom realizzato completamente in 3D. Con lo sviluppo dei giochi passato da PSP a PS Vita e PS3, la compagnia nipponica decide finalmente di cambiare motore grafica, passando da uno interno al PhyreEngine di proprietà di Sony: la differenza è enorme rispetto al passato fin dalle prime immagini ufficiali. Questo cambio di grafica però non è stato semplice per una compagnia comunque piccola come Falcom e inizialmente le difficoltà nello sviluppo del gioco sono state molte; inoltre, la piattaforma principale di sviluppo del gioco non è PS3 ma PS Vita, che in quegli anni ebbe un incremento nelle vendite e spinse Falcom a continuare a dedicarsi principalmente alle console portatili piuttosto che alla ben più potente PS3. Il risultato della scelta è evidente nel gioco, con animazioni legnose e personaggi che sembrano quasi “pattinare” per gli ambienti di gioco, difetto che è più facile notare su PS3 con uno schermo grande che su PS Vita. Il cambio di motore grafico e console più potenti hanno però permesso agli sviluppatori di creare un mondo di gioco mai visto prima nella serie Trails, talmente grande da portare alla decisione di dividere il gioco in due: Cold Steel 1 e 2 inizialmente dovevano essere un unico gioco, con il terzo e quarto capitolo già programmati per quella che doveva essere una trilogia. Considerando le dimensioni e il fatto che era PS Vita la piattaforma principale, era quindi impossibile mettere i due giochi in un’unica scheda, ma soprattutto il lavoro per una compagnia che contava 50 dipendenti in totale, presidente incluso, era troppo. Falcom comunque riesce a superare le difficoltà di sviluppo e Cold Steel diventa il gioco più venduto della serie, sia in patria che in Occidente.

Dalla nascita di Cold Steel ai porting PS4

Ci sono molte storie curiose su come sia nato Cold Steel. Sebbene la trama fosse pronta da tempo, il gioco era stato inizialmente pensato per avere come protagonista un soldato della polizia ferroviaria. Sebbene fosse interessante come scelta, questa avrebbe cozzato con l’idea di far esplorare Erebonia al giocatore, in quanto trovare un scusa per far andare in giro per il paese un soldato era difficile. Viene così deciso di passare ad un’ambientazione scolastica, ma quello che rimane invariato nell’idea degli sviluppatori è il background del protagonista, Rean. Su Rean esiste anche un’altra curiosità che vede il ragazzo usare una pistola come arma e Alisa una spada: questa era una delle prime idee del gioco, con tanto di screenshot che provano quanto detto.

Ovviamente poi ci sono stati i cambiamenti che conosciamo, ma è rimasta l’idea, non troppo velata, dei due come coppia principale sebbene, a differenza delle saghe di Liberl e Crossbell, in questa serie non vi sia una coppia prestabilita, ma è il giocatore a decidere il suo personaggio femminile preferito, con eventi anche relativi alla trama che cambiano in base alla scelta fatta. Basta però assistere a tutti gli eventi dedicati ad Alisa nel corso dei quattro giochi per vedere come sia lei l’eroina principale della serie, in particolare in Cold Steel III, meno nel 4, e a proposito di questo, il nuovo Trails in sviluppo e che farà da capitolo d’intermezzo potrebbe mettere finalmente fine a questa “waifu wars” tra i fan, con Toshihiro Kondo che ha detto di stare pensando ad affiancare definitivamente un solo personaggio femminile a Rean. Quale? Lo sapremo solo a gioco uscito (inutile dire che sia il sottoscritto che Hickem speriamo che la scelta finale sia Alisa).
Come da tradizione, Cold Steel riceve una nuova versione, conosciuta come Sen no Kiseki I Kai in Giappone. Il porting vede una risoluzione portata a 4k, tutti i dlc inclusi, una modalità turbo e la possibilità di importare il salvataggio delle versioni PS3 e Vita.In Occidente il titolo avrà anche l’audio originale giapponese, una novità assoluta per la serie, mentre la traduzione resta invariata, di ottima fattura, ma con alcune omissioni dovute alla mancata localizzazione della saga di Crossbell. 

Termina così il primo speciale dedicato alla saga di Erebonia e vi rimando al prossimo appuntamento con Cold Steel II. 

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Eccoci al secondo ed ultimo appuntamento dedicato alla saga di Crossbell della serie “Trails”. Dopo aver raccontato gli avvenimenti chiave del primo capitolo, in questo seguito le cose si fanno subito più serie e l’intreccio con la saga di Erebonia si fa più evidente, e dà vita a quella che è una storia unica per entrambe le saghe, collegate molto più di quanto si possa pensare, da qui la frase d’obbligo che è impossibile giocare Cold Steel (soprattutto il terzo e il quarto capitolo) senza passare prima da Crossbell, Ao no Kiseki in particolare.

La fine della saga di Crossbell…o quasi

Zero no Kiseki ci ha lasciati con un finale piuttosto tranquillo, inusuale per un primo capitolo di questa saga che ci ha abituati a cliffhanger di forte impatto emotivo. Adesso sono passati alcuni mesi e le cose iniziano a finalmente  smuoversi. Dietro le quinte degli eventi di Ao, il cancelliere imperiale di Erebonia, Gilliath Osborne (che abbiamo già conosciuto durante la serie e principale antagonista in Cold Steel) avvia il suo piano per annettere Crossbell all’Impero e nel frattempo Ouroubous si prepara a mettere le mani sul Sept-Terrion of Mirage. Per riuscirci, i membri dell’organizzazione mandati a Crossbell sono il dottor F. Novartis e Arianrhod, quest’ultima figura chiave della storia di Erebonia di cui parleremo in maniera approfondita solo più avanti quando avremo modo di scoprire Cold Steel 3. Per mettere mano sulla reliquia, i due aiuteranno un gruppo di persone al compimento dell’Azure-Zero Project, un progetto ideato da Mariabell Crois, Ian Grimwood e Arios MacLaine allo scopo di usare il potere del Treasure of Zero per modificare la storia e rendere Crossbell una potenza mondiale in grado di superare Erebonia e quindi evitare l’annessione. Questo tesoro altri non è che KeA, homunculus creata appositamente per questo scopo e per fare da cuore a Demiourgos, il Sept-Terrion of Mirage. I piani di Ourobous quindi coincidono con quelli di questi tre personaggi, in quanto solo grazie alla bambina potrà essere recuperata la reliquia. Nel frattempo a Crossbell si tiene una conferenza commerciale alla quale partecipano Erebonia, Crossbell, Calvard, LIber e Remiferia che sarà interrotta da due gruppi terroristici. L’importanza di questo evento è dovuta al fatto che si svolge esattamente durante la visita alle Northern Highlands di Cold Steel con l’apparizione dell’Imperial Liberation Front, gruppo terroristico che ha come obiettivo quello di eliminare Osborne. Giocando sia ad Ao che CS1, quindi, avremo modo di vedere nella sua completezza un evento importante per i fatti successivi. Arrivando alla battute finali del gioco, giunge il momento che tutti temevano: la resurrezione di Demiourgos e la nascita dell’Azure Tree. Questo albero di colore azzurro viene visto durante gli eventi di Cold Steel II, e non si tratta di uno strano fenomeno naturale, bensì di una sorta di santuario creato da KeA quando entrò nel corpo della reliquia. L’unione di KeA e Demiourgos da così vita al Sept-Terrion of Zero, un essere in grado di manipolare a suo piacimento lo spazio e il tempo. Un esempio del suo potere è possibile vederlo ad inizio di Zero no Kiseki; infatti è KeA ad alterare la storia e a far sì che la SSS non venga uccisa in missione, ma sembra anche che il suo potere abbia influito su alcuni eventi di Cold Steel: l’assenza di Crow e Milium nel gruppo ad inizio del gioco non è una scelta dello sviluppatore per non mostrare tutto il cast, ma di un vero e proprio intervento della bambina che cambiando la storia farà sì che i due si uniscano alla Classe VII durante lo stesso evento nel corso del capitolo 5. Lo scontro finale del gioco vede quindi la SSS alle prese con Demiourgos e la loro vittoria, con KeA che verrà salvata e adottata definitivamente da Llyod, non prima però che Mariabell Crois si unisca ad Ourobous dopo aver scoperto un modo per ricreare il Sept-Terrion andato distrutto. L’organizzazione quindi ha messo le mani sulla reliquia e la seconda parte del Phantasmal Blaze Plan che riguarda Erebonia ha inizio: ottenere i Sept-Terrion of Fire e Earth: Ark Rouge e Lost Zem. Piano che coinvolgerà anche Crossbell, divenuta parte dell’Impero, e di conseguenza i suoi protagonisti.

Ao no Kiseki, Trails of Cold Steel…e Nayuta no Kiseki?

Come avete modo di vedere, Ao no Kiseki e Cold Steel sono legati in maniera indissolubile, da qui il motivo per il quale è necessario aver giocato tutta la serie prima di affrontare CS3 (in arrivo in occidente il 22 Ottobre), sebbene al termine di Ao veniamo a sapere che nell’anno 1207 Crossbell riottiene l’indipendenza, quello che non sappiamo è come questa avviene ed è qui che entra in gioco CS3 e soprattutto CS4, veri e propri seguiti della saga di Crossbell oltre che di Cold Steel…due sequel in uno praticamente. Una cosa però di Ao no Kiseki fino a pochi giorni fa sconosciuta apre nuovi orizzonti per la serie: Nayuta no Kiseki. Nayuta è da considerarsi uno spin off non canonico di questa serie, quindi in teoria non avrebbe niente a che vedere con Trails, ma come detto recenti scoperte e affermazioni di Toshihiro Kondo fanno pensare che il gioco sia effettivamente collegato alla serie Trails, semplicemente si svolge altrove.
Perché dico questo? Due sono i motivi principali: il team amatoriale che sta lavorando ad una traduzione inglese non ufficiale di Ao, dopo aver avuto accesso alla debug room del gioco, ha scoperto una mappa e un dungeon chiamati Star Garden, dungeon che apparirà in maniera identica proprio in Nayuta no Kiseki. Ora normalmente si può parlare di uso di assets vecchi, ma Nayuta è uscito dopo Ao e di recente abbiamo scoperto che l’arcipelago di isole che fanno da sfondo alla storia del gioco è situato proprio nel continente di Zemuria, troppo per essere una semplice coincidenza e a buttare ulteriore benzina sul fuoco è stato Kondo stesso, dicendo che nel prossimo Trails attualmente in sviluppo (il cosiddetto capitolo d’intermezzo che farà da collegamento per la saga successiva) oltre al ritorno dei personaggi delle saghe passate farà la sua apparizione anche Nayuta. Che Crossbell e lo Scieancia Sea (il tratto di mare dove si trovano l’arcipelago) siano collegate in qualche modo da qualche misterioso manufatto? Detto questo c’è un altra scoperta interessante che rafforza il legame tra Crossbell ed Erebonia,: è stato infatti scoperto che in Ao no Kiseki vi erano dei personaggi giocabili, poi scartati, che corrispondono a Laura, Fie ed Alisa, tre dei personaggi principali di Cold Steel. Forse Falcom voleva introdurre questi tre personaggi prima della saga di Erebonia per poi renderli protagonisti in quest’ultima?

Il miglior capitolo della serie fino a Cold Steel III

Dall’uscita del gioco fino ad oggi tutto il fandom di Falcom è stato unito da un unico giudizio: Ao no Kiseki è il miglior capitolo della serie per storia, personaggi e tutto il resto. Parere rimasto immutato fino al 2017 con l’arrivo Cold Steel III. Come ormai pratica abituale, Ao no Kiseki ha avuto svariati porting, dalla classica versione PC e quella migliorata su PS Vita denominata anch’essa Evolution. Purtroppo come il suo predecessore anche questo ha avuto gli stessi problemi e le stesse scuse da parte di XSEED Games e non vi è stata alcuna localizzazione, ma come anticipato nello speciale scorso, le possibilità di vedere il gioco in Occidente su PS4 ci sono. Particolarità di Ao è che si tratta dell’unico titolo della serie ad aver ricevuto diverse edizioni limitate, ognuna con delle figure dei protagonisti diversa. Per averle tutte quindi i fan più incalliti hanno dovuto prendere più copie, pratica poi abbandonata da Falcom per la gioia delle finanze dei giocatori.

https://youtu.be/aJVmfy4qvRA

E così siamo arrivati alla fine di questo viaggio in due puntate dedicata alla saga di Crossbell, sperando che questi  speciali aiuteranno non solo una comprensione migliore delle vicende di Cold Steel I, II e del terzo capitolo (in uscita il 22 Ottobre in Europa), ma di tutta la serie Trails in generale. La vera speranza, però, è che le parole di Toshihiro Kondo diventino vere in futuro e che la duologia possa finalmente vedere la luce al di fuori del Giappone. Vi lascio quindi rimandandovi al prossimo appuntamento, dove avrà inizio il viaggio alla scoperta della saga di Erebonia. 

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Tornano i nostri speciali dedicati alla serie “Trails” ed è finalmente arrivato il momento di parlare di Zero e Ao no Kiseki, il duo che compone la saga di Crossbell mai arrivato in Occidente e che ha lasciato un vuoto incolmabile nella comprensione della serie…almeno fino ad oggi.
Per questo e il prossimo appuntamento, infatti, lo scopo del sottoscritto sarà proprio quello di coprire quei buchi narrativi di cui soffre l’Occidente, soffermandomi su avvenimenti chiave piuttosto che parlare della trama in generale come fatto negli speciali passati.

Benvenuti a Crossbell

Zero no Kiseki si apre con la Special Support Section (SSS), una squadra speciale appartenente alla polizia di Crossbell impegnata ad assolvere i suoi consueti compiti. Fanno parte di questo team il protagonista di questa saga, Lloyd Bannings, Elie MacDowell, Tio Plato e Randy Orlando (questi ultimi due personaggi ricompariranno in Cold Steel III); fin qui la storia prosegue in modo abbastanza normale e ci vengono presentati man mano i nuovi personaggi e la nuova ambientazione, la città stato di Crossbell. Le cose iniziano a farsi interessanti dal capitolo 1 in poi: qui ritroveremo Estelle e Joshua, giunti in città alla ricerca di Renne e scopriremo che il bracer Arios McLaine  altri non è che il Divine Blade of Wind, ovvero il secondo personaggio della saga ad essere diventato maestro dell‘Eight Leaves One Blade (il primo è Cassius Bright). In seguito ad alcuni avvenimenti viene introdotto un altro personaggio che entrerà a parte della SSS, un cane poliziotto che altri non è che una delle Holy Beast, ovvero una creatura speciale alla quale Aidiod ha affidato il compito di proteggere il Sept-Terrion che si trova nella regione di Crossbell: Demiourgous, il Sept-Terrion of Mirage. Inutile dire che quest’ultimo sia obiettivo di Ouroubous, che al termine della saga di Liberl ha dato il via alla prima fase del Phantasmal Blaze plan che consiste proprio nell’ottenere Demiourgous. Chiave di tutto questo è la piccola KeA, una bambina che verrà trovata da Llyod nel corso del gioco e che si scoprirà essere un homunculus, essere umano artificiale creato dagli gnomi con un preciso scopo: diventare il Sept-Terrion of Zero, reliquia in grado di controllare Demiourgous. Il gioco però come anticipato negli speciali scorsi fa anche da lieto fine al terzetto Estelle, Joshua e Renne, quest’ultima adottata, che torneranno così a Liberl, lasciando spazio al nuovo cast giusto in tempo per le vicende di Ao no Kiseki, dove le cose iniziano a farsi serie per la SSS, il futuro di KeA e il Phantasmal Blaze Plan di Ouroubous. Di questo però avremo modo di parlarne nel prossimo speciale, dove vedremo come gli avvenimenti di Ao siano collegati strettamente a quanto accade in Cold Steel.

Addio PC, benvenuta PlayStation

Come anticipato nel corso degli speciali passati, Zero no Kiseki segna l’addio di Falcom al PC come piattaforma di riferimento in favore di PlayStation. Complice il boom delle console portatili in Giappone, il gioco è uscito su PSP il 30 Settembre 2010, con un record di vendite di oltre 160,000 unità. L’anno successivo è arrivato il primo porting su PC, che a sorpresa non viene realizzato direttamente da Falcom ma da Unistar e Joyoland e solo per il mercato asiatico (Cina e Hong Kong), mentre in Giappone il porting arriverà solo nel 2013. Del 2012 invece è la versione potenziata, Zero no Kiseki Evolution che può vantare la colonna sonora rimasterizzata, video d’apertura interamente animato, doppiaggio dei dialoghi e una serie di miglioramenti al bilanciamento del gioco, come i passati Evolution anche questo viene rilasciato su PS Vita. L’affidarsi a PlayStation ha portato a Falcom tantissimi benefici che durano tutt’oggi: pubblicità, supporto nello sviluppo e nella localizzazione, in Cina e Corea è Sony a occuparsi della traduzione e della pubblicazione dei giochi della software house. La partnership tra Sony e Falcom però non finisce qui: i quattro Trails of Cold Steel e altri giochi utilizzano il PhyreEngine, un motore grafico sviluppato proprio da Sony e che Falcom ha usato per il passaggio al 3D.
Questa collaborazione tra le due compagnie è destinata a durare ancora per molto, Toshihiro Kondo è convinto che il fandom di Falcom si trovi su PlayStation ed è ferma intenzione della compagnia continuare a sviluppare giochi sulle piattaforme di Sony anche in futuro. Inoltre, grazie a PS4 e la futura PS5 che sarà retrocompatibile, c’è la volontà di rendere disponibile tutta la serie Trails su PlayStation, sia in Giappone che Occidente, inclusi Zero e Ao Kiseki, con dei porting per PS4 che sebbene non siano mai stati annunciati ufficialmente pare siano attualmente in sviluppo.

Le assurde scuse per la mancata localizzazione

Fino a poco tempo fa la serie Trails è sempre stata portata in Occidente da XSEED Games. I tempi eccessivamente lunghi per le localizzazioni di Trails in the Sky SC e the 3rd, però, hanno spinto la compagnia americana a saltare la saga di Crossbell e passare direttamente al più recente Cold Steel utilizzando la scusa che “la serie si può iniziare da CS senza passare prima dalle saghe di Liberl e Crossbell”. Questa affermazione è quanto di più sbagliato ci possa essere, non solo perché Cold Steel spoilera gli eventi di Crossbell, ma soprattutto perché CS3 è da considerarsi un sequel di questa duologia oltre che di CS1-2, mentre CS4 è il capitolo finale che chiude la storia iniziata con Trails in the Sky FC. Un’altra scusa usata da XSEED è quella che le versioni PSP di Zero e Ao sarebbero state inutili da localizzare in quanto la console non aveva più mercato in Occidente, mentre le versioni Evolution non poteva essere licenziate causa Chara-Ani, la compagnia legata a Kadokawa Games che sviluppò i porting. Anche in questo caso si trattò di una semplice scusa in quanto la verità è che XSEED è una compagnia piccola e lavorare sulla duologia di Crossbell avrebbe richiesto troppo tempo e risorse, col rischio che si ripetesse un altro caso “Trails in the Sky SC”.
A rafforzare l’idea che quelle di XSEED sono state solo scuse per non localizzare i giochi vi sono Falcom stessa e NIS America, diventata ormai il nuovo publisher occidentale sia di Trails che altri giochi come Ys. In una recente intervista all’Anime Expo 2019Kondo ha dichiarato che, qualora fossero annunciate le versioni PS4 di Zero e Ao no KisekiNIS America li porterà sicuramente in Occidente, colmando così la più grossa lacuna della serie in questa parte del globo.

Finisce qui il primo dei due speciali dedicati alla Saga di Crossbell, ma tra due settimane torneremo per raccontarvi come finiranno le vicende della Special Support Section. 

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Bentornati amici e amiche della Tribù con un nuovo speciale dedicato alla serie Trails di Falcom. Oggi è arrivato il momento di chiudere la Saga di Liberl con Trails in the Sky the 3rd, capitolo con protagonista Kevin Graham e che fa da ponte alla saga successiva. Come avrete modo di scoprire leggendo, questo titolo si differenzia dai capitoli passati sia per stile di gioco sia per narrazione, ma vi sono anche alcuni punti “oscuri” di una certa importanza che saranno ripresi nella duologia di Crossbell, perché se ancora non fosse chiaro è fondamentale conoscere tutta la serie per poterla comprendere appieno.

Una storia più personale

Come già ribadito più volte, Trails in the Sky the 3rd vede come protagonista Kevin Graham, introdotto in Trails in the Sky SC come comprimario, ma che in questo capitolo ricopre un ruolo centrale nella storia. Proprio la storia è la cosa più particolare di questo episodio sia per come viene raccontata sia per la struttura. La storia del gioco è praticamente divisa in due parti, una in cui Kevin e l’agente al suo fianco Ries Argent si ritroveranno ad esplorare un dungeon chiamato Phantasma, e l’altra costituita dalle Memory Door, porte che mostrano momenti specifici della storia di Zemuria e di coloro che ci abitano. Phantasma è diviso in vari piani che a loro volta costituiscono i capitoli del gioco, ma la particolarità è che non vi sono riferimenti importanti a quanto accaduto nei giochi passati, se non qualcosa di poco conto, ma ci si concentra soprattutto sul personaggio di Kevin di cui faremo una conoscenza più approfondita per ovvie ragioni, scoprendo di più sul suo passato e il suo ruolo nella serie in generale che malgrado le apparenze si rivela più importante del previsto.
Le Memory Door dal canto loro offrono un punto di vista più ampio sul mondo che abbiamo conosciuto e sui suoi personaggi: infatti, alcune di queste porte possono essere aperte solo da membri del party specifici. Le porte inoltre sono divise in tre categoria, le Star Door, che contengono 15 storie brevi sul passato di certi personaggi, le Moon Door, storie più lunghe che includono la possibilità di visitare anche città con battaglie classiche ed esplorazione dei dungeon, e per finire le Sun Door, inutili a fini di trama in quanto includono solo una serie di minigiochi. Complessivamente Trails in the Sky 3rd è una storia più intima, dedicata solo ad alcuni personaggi, ma che ha un suo certo peso in quanto ci mostra cosa è successo dopo gli eventi di SC e al tempo stesso il passato di quei personaggi con cui abbiamo vissuto avventure varie.

Il passato oscuro di Trails: la Star Door 15

Quando si parla di Trails in the Sky the 3rd è impossibile non trattare l’argomento della Star Door 15, uno degli eventi più “oscuri” della serie in generale che vede per protagonista Renne e il suo passato, molto più orrendo e crudele di quanto si possa immaginare. La ragazzina membro di Ourobous ha avuto un passato veramente brutto: nata da una famiglia di Crossbell, in seguito ad un incendio viene dichiarata morta ai suoi genitori, ma la verità è che la bambina fu rapita e poi venduta come schiava e infine  rinchiusa in un bordello noto come Paradise. Qui fu sottoposta ad esperimenti di vario genere, costretta ad assumere droghe e addirittura prostituirsi. Queste scene vengono descritte in maniera esplicita ma non troppo, molto forte è la parte dove Renne è costretta ad ingerire una droga particolare che avrà un ruolo di una certa importanza durante Zero e Ao no Kiseki e di cui parleremo nello specifico nei prossimi speciali. Per cercare di non impazzire a causa di tutti questi abusi subiti, Renne sviluppa una forma di autodifesa creando delle amiche immaginarie, cosa che l’aiuterà a perdere la ragione. La ragazza sarà salvata grazie all’intervento di Joshua e Loewe, che durante una loro missione per conto dell’organizzazione irrompono nell’edificio, distruggendolo e portando Renne con loro che successivamente si unirà ad Ourobous. Va detto che la presenza della Star Door 15 è esclusiva della versione originale per PC, in quanto i porting per PSP e PS3, incluso il remake per PS Vita, non includono questo evento poiché in Giappone l’agenzia di rating dei videogiochi, il CERO, non permette la presenza di eventi del genere su console.
Nonostante questo passato, la storia di Renne ha un lieto fine: terminato il Gospel Plan di Ouroubous la ragazza viene adottata da Estelle e Joshua, diventando di fatto loro figlia. Tema dell’adozione che è un altro punto in comune in tutte le serie come avremo modo di vedere prossimamente.

Un capitolo speciale

Quello che è chiaro è che Trails in the Sky the 3rd è stato concepito come gioco di passaggio, una sorta di “after story” che ci fa vedere cosa è successo dopo le vicende di SC e opera da spartiacque tra la saga di Liberl e quelle successive, Crossbell ed Erebonia, che si svolgono in gran parte durante lo stesso arco temporale. Non a caso di recente Falcom ha svelato un nuovo capitolo che mostrerà le vicende post Cold Steel 4 e che quindi potrebbe avere una struttura simile, in attesa della nuova saga che arriverà solo tra qualche anno. Come detto in precedenza, The 3rd è stato sviluppato principalmente su PC, per poi arrivare su PSP, PS3 e PS Vita in versione Evolution, ma è da menzionare il fatto che il gioco è stato l’ultimo ad essere sviluppato con il PC come piattaforma primaria: da Zero no Kiseki in poi sarà PlayStation a diventare la piattaforma di riferimento di Falcom e lo è ancora oggi.
Nell’ultimo speciale abbiamo menzionato come SC ebbe grossi problemi in fase di localizzazione, cosa che fortunatamente non si è verificata in questo capitolo, annunciato e uscito in tempi piuttosto brevi ma solo su PC, tagliando così di fatto l’utenza PlayStation in Occidente e privandola di un gioco che nonostante tutto ha una certa importanza a livello globale nella serie.

Arriviamo così alla fine del nostro racconto della saga di Liberl e vi diamo appuntamento al prossimo speciale in cui parleremo di una fase fondamentale per la serie: Crossbell, la duologia diventata tristemente famosa per non essere stata mai localizzata in Occidente e talmente importante da renderla obbligatoria per la comprensione dei giochi futuri.

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Eccoci ad un nuovo appuntamento con i nostri speciali dedicati alla serie “Trails” di Falcom. Dopo aver scoperto com’è nata la serie e il suo primo capitolo, oggi andremo a vedere quello che succede in Trails in the Sky SC, capitolo molto importante per il futuro della saga, soprattutto per chi volesse capire qualcosa in Cold Steel III alla fine del primo capitolo della storia, in quanto si ricollega in parte proprio agli avvenimenti del gioco di cui parleremo oggi.

La storia di Estelle e Joshua, parte 2

SC si apre esattamente da dove finiva il primo capitolo: Dopo aver tramortito Estelle, Joshua sparisce e lascia sola la ragazza, che una volta sveglia scopre una sorta di “accordo” tra Joshua e Cassius avvenuto 5 anni prima: se Ourobous fosse tornata a cercare il ragazzo o avesse messo in pericolo Cassius e Estelle, lui sarebbe andato via. Convinta che Joshua abbia preso un aereonave per lasciare la città, Estelle si reca all’aeroporto, ma la sua ricerca risulta vana; in compenso farà la conoscenza di Kevin Graham, un prete che viaggia per il continente per fare messe in svariate piccole cittadine di cui la chiesa non tiene troppo conto. Tornata a casa Estelle dirà a suo padre di voler dare la caccia ai membri di Ourobous, convinta che così troverà Joshua e il padre le darà il permesso di intraprendere questa missione pericolosa, ma solo dopo aver completato un addestramento speciale a Leman, sede principale della gilda dei Bracer, per la durata di sei mesi. Nel frattempo Ourobous continua ad andare avanti il Gospel Plan, il cui scopo è quello di recuperare il Sept-Terrion of Space, Aureole. Dopo una serie di eventi  Georg Weissmann, il cui compito è quello di recuperare la reliquia e consegnarla al Grandmaster risveglia Ragnard, una delle bestie sacre che hanno il compito di vegliare sui Sept-Terrion e ne acquista il controllo tramite un dispositivo. Anche qui ci saranno degli eventi legati al gruppo di Estelle che cercherà un modo per fermare il Drago e nel frattempo di imbatteranno in Loewe, grande amico di Joshua e, come lui, sopravvissuto alla tragedia di Hamel, che ha decido di unirsi ad Ourobous proprio dopo i fatti avvenuti nel suo villaggio natale. Più avanti nella storia Estelle e Joshua si riuniranno, giusto in tempo per il finale gioco che vedrà Weissmann liberare nel cielo l’antica  Liberl Ark, una città fluttuante la cui fonte di energia è proprio Aureole. Il gruppo così parte verso la città per lo scontro finale che vedrà Weissmann utilizzare il Sept-Terrion per accelerare l’evoluzione umana, usandolo prima su sé stesso, dando così vita ad uno scontro vero e proprio con Aureole. La battaglia finale con un Sept-Terrion è uno degli elementi ricorrenti nei capitoli finali di tutte le saghe, battaglia durante la quale Loewe perderà la vita per aiutare i suoi amici. Sconfitto Weissmann però, Campanella, l’enforcer numero 0 di Ourobous che si trova in Liberl per controllare gli altri membri dell’organizzazione, recupera l’arma del suo compagno ormai morto, dove al suo interno si trova Aureole: il Gospel Plan è stato completato con successo e l’organizzazione ha messo la mani sulla reliquia. Il gioco si chiude con Estelle e Joshua davanti la tomba di Loewe e sua sorella Karin, con i due che dopo essersi dichiarati, finalmente, il loro amore, decideranno di andare alla ricerca di Renne (uno dei membri di Ourobous con cui si è instaurato un rapporto particolare di cui parleremo nel dettaglio nel prossimo speciale) e di continuare ad investigare sull’organizzazione, il tutto restando sempre insieme, qualsiasi cosa succeda.

I porting, l’anime e la localizzazione travagliata

Come il suo predecessore, anche TitS SC uscì in origine su PC (nel 2006), ma anche in questo caso il successo e la maggior parte delle vendite arrivano grazie alla versione per PSP arrivata l’anno dopo. I porting però non si fermano qui e arriva una terza versione su PS3 nel 2013 e il remake vero e proprio, Trails in the Sky SC Evolution per PS Vita uscito nel 2015 ed esiste anche una versione mobile per dispositivi iOS e Android, ma non è tutto. Il gioco è stato adattato in una serie animata composta da due episodi della durata di circa 40 muniti l’uno. L’anime fu realizzato in occasione dei 30 anni di Falcom e racconta, in maniera piuttosto sbrigativa, le vicende del gioco in questione. Questo è stato l’unico tentativo di realizzare una trasposizione animata della serie, in quanto a detta stessa di Falcom, non ci sono studi di animazione disponibili ad adattare una serie di così grandi proporzioni.
Il gioco è tristemente famoso in Occidente per la sua localizzazione e i tempi a dir poco assurdi che ci sono voluti per vederlo arrivare. XSEED Games annunciò il gioco molto prima del previsto, promettendo il suo arrivo su PSP e fin qui nulla di strano; il problema però per XSEED arrivò dopo, quando la compagnia decise di affidare la localizzazione ad una società esterna, Carpe Fulgur, che all’epoca contava solo 10 dipendenti. Questo allungò in maniera assurda i tempi della localizzazione fino a quando XSEED non decise di prendere in mano il progetto direttamente, annunciando così sia la data di uscita per PSP che una nuova versione, quella PC che uscirono entrambe nel 2015, ben 9 anni dopo l’uscita in Giappone. Come conseguenza di quanto successo XSEED decise di colmare il gap col Giappone scegliendo di non localizzare la saga di Crossbell e passare direttamente a Cold Steel, cosa che lascia l’Occidente con un buco narrativo gravissimo ed è uno dei motivi per cui la compagnia americana ha perso la serie a vantaggio di NIS America, la quale si è detta alla ricerca di una soluzione con Falcom per portare la duologia mancante in Occidente, cosa ribadita da Toshihiro Kondo proprio qualche giorno fa all’Anime Expo 2019.

E così terminano le avventure di Estelle e Joshua, almeno in parte. Questo perché la loro storia continuerà in modo particolare nel terzo ed ultimo capitolo della saga di Liberl, Trails in the Sky the 3rd, capitolo che vede come protagonista Kevin Graham e che farà da ponte alla saga successiva: Crossbell.

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Bentornati amici e amiche della Tribù, è tempo di continuare il nostro viaggio nell’universo “Trails” di Falcom. Dopo aver brevemente parlato di come sono nati la serie e i giochi che la compongono, oggi tocca al mondo dove si svolgono le vicende: Il continente di Zemuria, quello che è di sicuro uno dei mondi videoludici più complessi mai creati e di cui analizzeremo gli aspetti più importanti, dalla geografia alla religione fino ad alcuni cenni storici fondamentali per la narrazione.

Alla scoperta di Zemuria

Come detto sopra, quello di Zemuria non è solo un mondo decisamente complesso, ma anche vasto dal punto di vista meramente geografico. Il continente è ovviamente diviso in varie regioni e relative nazioni a partire dal Regno di Liberl.
Liberl 
è la grande nazione della serie che abbiamo conosciuto e fa da setting alle avventure di Trails in the Sky. Essendo una monarchia, la corona è detenuta da Alicia von Auslese, conosciuta anche come Alicia II. Erede al trono di Liberl, invece, è sua nipote Klaudia von Auslese, personaggio decisamente importante non solo nella serie di Trails di the Sky, ma che ricopre un ruolo chiave in Cold Steel IV. Nonostante si tratti di una monarchia, Liberl è divisa in 5 regioni a cui fanno capo 5 città di rilievo: Bose, Ruan, Rolent, Grancel (capitale del regno) e Zeiss, ognuna delle quali governate da un sindaco.
Sempre seguendo l’ordine dei giochi, la città Stato di Crossbell è il secondo luogo di cui faremo conoscenza nella serie. Inutile dire che il cuore della piccole regione è appunto la città di Crossbell, un luogo che, vista la sua particolare posizione geografica, si trova infatti letteralmente in mezzo a Erebonia e Calvard, le due regioni più grandi di Zemuria conosciute fino ad oggi, e riunisce persone, culture e usanze differenti. A differenza di Liberl, Crossbell è governata da un sindaco e il presidente del Parlamento. La posizione di Crossbell fa della città un grande centro economico, nonché un punto strategico a livello militare per l’Impero di Erebonia; da qui l’annessione avvenuta durante Ao no Kiseki e gli avvenimenti di Cold Steel.
Erebonia 
abbiamo già avuto modo di conoscerla grazie alla serie di Cold Steel e si tratta della più grande potenza militare di Zemuria. Come già sappiamo, la popolazione di Erebonia è divisa in classi sociali: nobiltà, dove spiccano ovviamente la famiglia imperiale degli Arnor, e le “Four Great Houses”, quattro caste che governano altrettanti regioni nell’Impero. Chi comanda veramente però è il Canceliere Gilliat Osborne, una figura ricorrente in tutta la serie e che fa da antagonista principale di Cold Steel fino ad alcune rivelazioni che saranno fatte nel quarto capitolo.
Antagonista di Erebonia, sia a livello geografico che militare, è la Repubblica di Calvard. Non molto si sa di questa regione se non che è governata da un Presidente, Samuel Rocksmith. Quella di Calvard sarà la prossima regione che andremo a scoprire in quanto Falcom ha già confermato che la prossime serie avrà luogo in questo posto, ma sappiamo anche che è ispirata all’Oriente, in particolare alla Cina, come si può vedere in quartieri della città di Crossbell.
Altri luoghi di interesse di Zemuria sono North Ambria, conosciuta per un particolare avvenimento accaduto anni prima conosciuto come Disastro di North AmbriaLeman, fulcro della tecnologia di Zemuria e dove si trova la sede centrale della GIlda dei Bracer, il Principato di Remiferia, Arteria, la città santa governata dalla chiesa.

Aidios, la Dea di Zemuria

Quello che accomuna tutti i paesi di Zemuria è la religione. Gli abitanti di questo mondo credono nella Dea Aidios, conosciuta anche come la “Dea del Cielo”. Aidios è una figura chiave di Trails, perché con la sua apparizione sono arrivati anche i Sept-Terrion, manufatti dai poteri straordinari e creduti ormai persi, la cui esistenza e utilizzo gioca un ruolo fondamentale nella storia. Considerata la conferma dell’esistenza dei Sept-Terrion, è scontata anche l’esistenza della Dea e sono in molti a pensare che altri non sia che il Grandmaster, il capo di Ouroboros, la società segreta che agisce nell’ombra e ha come scopo quello di recuperare questi manufatti. Ma allora perché si teorizza che Aidios e il Grandmaster siano la stessa persona? Innanzitutto perché si tratta di una donna, e secondo perché grazie ad un video segreto di Cold Steel IV, ottenibile soltanto dopo aver visto il vero finale del gioco e aver caricato il file di salvataggio, veniamo a conoscenza del vero obiettivo dell’organizzazione (di cui avremo modo di parlarne nei prossimi speciali) e soprattutto viene svelato l’aspetto del Grandmaster: quella che sembra essere essere una giovane donna dai lunghi capelli azzurri, molto simile alle rappresentazioni della Dea in questione.

Alcuni avvenienti chiave nella storia di Zemuria

Chiudiamo questo speciale con quelli che sono alcuni degli avvenimenti fondamentali che hanno caratterizzato la storia del continente, secoli prima gli inizi effettivi della serie:

  • La nascita dei sette Divine Knight: I Divine Knight sono frammenti del Sept-Terrion of Steel, diviso perché ritenuto troppo potente e pericoloso per l’umanità e sono delle figure chiave della saga di Erebonia. Cold Steel IV svelerà fatti sui Divine Knight che cambiano completamente il significato di alcuni degli avvenimenti accaduti dopo la nascita di questi potenti mech.
  • War of Lions – un conflitto svoltosi tra gli anni  S.947 e S.952 e che alla fine ha visto trionfare Dreichels Reise Arnor che venne in seguito incoronato Imperatore di Erebobia e che successivamente fondò l’Accademia Militare Thors.
  • Orbal Revolution – accaduta circa 50 anni prima gli avvenimenti di Trails in the Sky, si tratta di una rivoluzione a livello industriale che segna lo sviluppo tecnologico di Zemuria in maniera profonda e porta alla nascita degli Orbments.
  • Disastro di North Ambria – Evento nel quale giganteschi pali di sale sono apparsi nella regione, causando la morte di moltissime persone e la profonda trasformazione del luogo. Questo avvenimento porta a conoscenza dell’esistenza di veri e propri mondi paralleli a Zemuria e McBurn, una delle figure più potenti di Ouroboros è giunto su Zemuria proprio da uno di questi luoghi durante il disastro di North Ambria, da qui l’ipotesi (mai confermata al momento) che i pali di sale siano legati a questi mondi.
  • La tragedia di Hamel – evento fondamentale per tutta la saga, dove gli abitanti di questo piccolo villaggio furono tutti massacrati salvo due giovani ragazzi: Leonhardt e Joshua Astray. In Cold Steel III verrà introdotto anche un terzo sopravvissuto, la cui esistenza avrà un ruolo chiave negli avvenimenti finali del gioco e del quarto capitolo. I fatti i Hamel sono ritenuti causa dell’inizio della Hundred Days War, conflitto durato 100 giorni tra Erebonia e Liberl.

Con questo finisce il nostro approfondimento generale di Zemuria, ma siamo ancora all’inizio dei nostri speciali e dal prossimo ci addentreremo nei singoli giochi della serie in maniera minuziosa.

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