Samurai Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/tag/samurai/ Videogiochi, Cinema, Giochi da Tavolo, Serie Tv, Podcast e Live Tue, 27 Jul 2021 23:05:35 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.tribe.games/wp-content/uploads/2021/08/cropped-avatar_facebook2021-32x32.png Samurai Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/tag/samurai/ 32 32 Samurai Warriors 5: oggi il lancio https://www.tribe.games/samurai-warriors-5-oggi-il-lancio/ https://www.tribe.games/samurai-warriors-5-oggi-il-lancio/#respond Tue, 27 Jul 2021 15:20:00 +0000 https://https://tribe.games/?p=8906 KOEI TECMO Europe e Omega Force annunciano oggi il lancio di Samurai Warriors 5, un dramma storico che reimmagina un’esperienza dell’iconico franchise, dalla grafica […]

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KOEI TECMO Europe e Omega Force annunciano oggi il lancio di Samurai Warriors 5, un dramma storico che reimmagina un’esperienza dell’iconico franchise, dalla grafica alla trama, dando inizio a una nuovissima avventura di Samurai Warriors (QUI trovate la nostra recensione).

Il titolo è disponibile da oggi per Nintendo Switch, PlayStation 4 (giocabile su PlayStation 5 tramite compatibilità), console Xbox One (giocabile su Xbox Series X|S tramite compatibilità) e PC Windows tramite Steam. Inoltre per festeggiare il lancio è ora disponibile anche un nuovissimo trailer, che mette in evidenza il nuovo stile artistico e le fantastiche sequenze d’azione.

“L’originale SAMURAI WARRIORS è stato pubblicato 17 anni fa ed è incredibile per me vedere la trasformazione della serie dalle sue radici fino all’incredibile SAMURAI WARRIORS 5”, ha affermato il Producer, President e Chief Operating Officer (COO) di KOEI TECMO Games, Hisashi Koinuma, che ha guidato lo sviluppo del franchise fin dal primo giorno. “Spero che tutti siano pronti ad immergersi in SAMURAI WARRIORS come mai prima d’ora!”

Samurai Warriors 5 si svolge dopo la fine della guerra Ōnin, durante il periodo Sengoku, e racconta la storia di due dei più importanti comandanti militari di questo periodo: Oda Nobunaga e Akechi Mitsuhide. Il gioco tocca varie epoche di questo periodo, inclusi gli anni del giovane Nobunaga, quando era conosciuto come “Il grande matto di Owari” e il periodo di rivolte che portò all’incidente di Honnō-ji, un tempio presso Kyoto.

Tutti i design dei personaggi del gioco sono stati completamente ridisegnati per adattarli al periodo Sengoku. In tutto, Samurai Warriors 5 presenta 27 personaggi principali giocabili e 10 personaggi secondari aggiuntivi, inclusi guerrieri nuovi e vecchi, da Tokugawa Ieyasu e Hashiba Hideyoshi a Nō e Imagawa Yoshimoto.

Alla serie sono state aggiunte anche nuove azioni Musou, inclusi gli attacchi Musou Frenzy di nuova concezione e le nuovissime Ultimate Skills, che permettono di sbaragliare orde di soldati nemici. Queste azioni vengono visualizzate in un nuovo stile artistico di pittura a inchiostro giapponese, evolvendo la serie Samurai Warriors per mostrare il periodo Sengoku e le storie intrecciate di Nobunaga e Mitsuhide in modo sorprendente.

Dopo il lancio di Samurai Warriors 5 ci saranno due tranche di contenuti sotto forma di DLC, disponibili separatamente o tramite un Season Pass ad agosto: il DLC Wave 1 include tre nuovi scenari ricchi di azione, tre cavalli aggiuntivi e due set di armi, mentre il DLC Wave 2 aggiungerà altri tre scenari eroici, altri tre cavalli e tre nuovi set di armi.

Per maggiori informazioni su Samurai Warriors 5, sui DLC e per vedere il trailer del gioco vi lasciamo QUI il link al sito ufficiale.

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Kublai Khan e Ghost of Tsushima https://www.tribe.games/kublai-khan-e-ghost-of-tsushima-speciale/ https://www.tribe.games/kublai-khan-e-ghost-of-tsushima-speciale/#respond Wed, 29 Apr 2020 06:00:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/kublai-khan-e-ghost-of-tsushima-speciale/ Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, ed eccoci di nuovo qui per il quinto speciale dedicato a Ghost of Tsushima. Ho […]

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Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, ed eccoci di nuovo qui per il quinto speciale dedicato a Ghost of Tsushima. Ho deciso di dedicare questo pezzo all’approfondimento della figura di Kublai Khan, storico condottiero mongolo che guidò il suo esercito nel tentativo di invadere il Giappone. Dunque, dopo gli articoli su bushidō, Periodo Kamakuraninja e kamikaze, continuiamo il nostro percorso per arrivare al 17 luglio preparati e ferrati sull’argomento.

GRAN KHAN

Kublai Khan apparteneva a una famiglia di condottieri mongoli, nipote di quel famoso Gengis Khan che fu l’unificatore dei vari clan e fondatore nel 1206 dell’impero mongolo.
Da giovane Kublai fu un fervente studioso e appassionato della cultura cinese e in seguito, durante il suo impero, molti intellettuali cinesi vennero convocati come suoi consiglieri. Dopo che suo fratello maggiore divenne Khan dell’impero mongolo, a Kublai venne dato l’incarico di conquistare la Cina; in seguito egli venne nominato governatore dei territori a sud dell’impero mongolo. Dopo la morte del fratello maggiore, si crearono delle ostilità tra Kublai, favorevole a una fusione tra la cultura mongola e quella cinese, e suo fratello minore, che voleva al contrario imporre i propri usi e costumi alle popolazioni assoggettate. Dopo un violento scontro tra i due che sfociò in guerra civile, la vittoria andò a Kublai, il quale venne nominato Gran Khan dei mongoli. In seguito a queste vicende, l’ormai vastissimo impero che si era venuto a creare (andava dal Pacifico al Baltico e al Mediterraneo, includeva Mongolia, Cina, Corea, la Persia, la Mesopotamia, le steppe e coste russe del Mar Nero, per una superficie di circa 24 milioni di chilometri quadrati) raggiunse il suo massimo splendore e venne suddiviso in quattro khanati, ossia dei territori governati ciascuno da un khan, che rispondevano al Gran Khan. Oltre che Gran Khan dei mongoli, Kublai fu nominato anche Imperatore della Cina e fu il fondatore della dinastia sino-mongola Yuan nel 1271; sotto il suo comando l’impero conobbe una grande crescita economica, vennero realizzate numerose opere pubbliche e favorite l’integrazione delle popolazioni nomadi e la diffusione del Buddhismo.

L’impero di Kublai Khan intrattenne rapporti commerciali con l’Estremo Oriente, l’India, il Giappone, le Repubbliche Marinare e il Nord Africa; tra il tredicesimo e la metà del quattordicesimo secolo i viaggi lungo la Via della Seta si intensificarono e mercanti genovesi e veneziani, missionari e diplomatici viaggiavano dal Mediterraneo verso Pechino. Quando anche Marco Polo arrivò in Cina venne invitato proprio dal Gran Khan a visitare la sua corte e molti luoghi dell’impero, che incluse e descrisse nel suo resoconto di viaggio “Il Milione”. I mongoli non avevano pregiudizi etnici o religiosi e ammettevano la presenza di molti stranieri ai quali affidavano incarichi economici e da funzionari, come accadde a Marco Polo che collaborò per diciassette anni con Kublai Khan.
Come abbiamo già avuto modo di vedere, Kublai tentò per due volte di invadere il Giappone. Inizialmente inviò una missiva nel 1266 in cui chiedeva al Paese del Sol Levante di entrare a far parte volontariamente dell’impero; tuttavia la richiesta fu ignorata dai giapponesi (come tutte le seguenti) e questo portò il Gran Khan a salpare con una flotta nel 1274 e successivamente nel 1281, ma entrambe le volte dei violenti tifoni colpirono le navi dell’esercito mongolo, aiutando i giapponesi a respingere la minaccia. Successivamente, Kublai si impegnò nell’invasione del Vietnam, ma anche questi tentativi finirono male poiché i vietnamiti erano già pronti per un eventuale attacco e si seppero difendere bene. Tuttavia, ormai il grande condottiero stava invecchiando e negli ultimi anni della sua vita fu colpito da gotta e da altri disturbi alimentari. Infine, morì nel 1294 e il suo corpo fu riportato in Mongolia per essere sepolto in patria. Da questo momento in poi la separazione dei diversi khanati si fece ancora più evidente e il vasto impero iniziò a disgregarsi.

Con questo si conclude il nostro approfondimento su colui che guiderà l’invasione dei nemici in Ghost of Tsushima e vi diamo appuntamento al prossimo e ultimo speciale, in trepidante attesa del rilascio del titolo. Alla prossima!

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Speciale – Kublai Khan [Ghost of Tsushima] https://www.tribe.games/kublai-khan-ghost-of-tsushima-speciale/ https://www.tribe.games/kublai-khan-ghost-of-tsushima-speciale/#respond Tue, 28 Apr 2020 22:00:00 +0000 https://https://tribe.games/senza-categoria/kublai-khan-ghost-of-tsushima-speciale/ Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, ed eccoci di nuovo qui per il quinto speciale dedicato a Ghost of Tsushima. […]

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Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, ed eccoci di nuovo qui per il quinto speciale dedicato a Ghost of Tsushima. Ho deciso di dedicare questo pezzo all’approfondimento della figura di Kublai Khan, storico condottiero mongolo che guidò il suo esercito nel tentativo di invadere il Giappone. Dunque, dopo gli articoli su bushidō, Periodo Kamakura, ninja e kamikaze, continuiamo il nostro percorso per arrivare al 17 luglio preparati e ferrati sull’argomento.

GRAN KHAN

Kublai Khan apparteneva a una famiglia di condottieri mongoli, nipote di quel famoso Gengis Khan che fu l'unificatore dei vari clan e fondatore nel 1206 dell’impero mongolo.
Da giovane Kublai fu un fervente studioso e appassionato della cultura cinese e in seguito, durante il suo impero, molti intellettuali cinesi vennero convocati come suoi consiglieri. Dopo che suo fratello maggiore divenne Khan dell'impero mongolo, a Kublai venne dato l’incarico di conquistare la Cina; in seguito egli venne nominato governatore dei territori a sud dell’impero mongolo. Dopo la morte del fratello maggiore, si crearono delle ostilità tra Kublai, favorevole a una fusione tra la cultura mongola e quella cinese, e suo fratello minore, che voleva al contrario imporre i propri usi e costumi alle popolazioni assoggettate. Dopo un violento scontro tra i due che sfociò in guerra civile, la vittoria andò a Kublai, il quale venne nominato Gran Khan dei mongoli. In seguito a queste vicende, l’ormai vastissimo impero che si era venuto a creare (andava dal Pacifico al Baltico e al Mediterraneo, includeva Mongolia, Cina, Corea, la Persia, la Mesopotamia, le steppe e coste russe del Mar Nero, per una superficie di circa 24 milioni di chilometri quadrati) raggiunse il suo massimo splendore e venne suddiviso in quattro khanati, ossia dei territori governati ciascuno da un khan, che rispondevano al Gran Khan. Oltre che Gran Khan dei mongoli, Kublai fu nominato anche Imperatore della Cina e fu il fondatore della dinastia sino-mongola Yuan nel 1271; sotto il suo comando l’impero conobbe una grande crescita economica, vennero realizzate numerose opere pubbliche e favorite l’integrazione delle popolazioni nomadi e la diffusione del Buddhismo.

L’impero di Kublai Khan intrattenne rapporti commerciali con l’Estremo Oriente, l’India, il Giappone, le Repubbliche Marinare e il Nord Africa; tra il tredicesimo e la metà del quattordicesimo secolo i viaggi lungo la Via della Seta si intensificarono e mercanti genovesi e veneziani, missionari e diplomatici viaggiavano dal Mediterraneo verso Pechino. Quando anche Marco Polo arrivò in Cina venne invitato proprio dal Gran Khan a visitare la sua corte e molti luoghi dell’impero, che incluse e descrisse nel suo resoconto di viaggio “Il Milione”. I mongoli non avevano pregiudizi etnici o religiosi e ammettevano la presenza di molti stranieri ai quali affidavano incarichi economici e da funzionari, come accadde a Marco Polo che collaborò per diciassette anni con Kublai Khan.
Come abbiamo già avuto modo di vedere, Kublai tentò per due volte di invadere il Giappone. Inizialmente inviò una missiva nel 1266 in cui chiedeva al Paese del Sol Levante di entrare a far parte volontariamente dell’impero; tuttavia la richiesta fu ignorata dai giapponesi (come tutte le seguenti) e questo portò il Gran Khan a salpare con una flotta nel 1274 e successivamente nel 1281, ma entrambe le volte dei violenti tifoni colpirono le navi dell’esercito mongolo, aiutando i giapponesi a respingere la minaccia. Successivamente, Kublai si impegnò nell’invasione del Vietnam, ma anche questi tentativi finirono male poiché i vietnamiti erano già pronti per un eventuale attacco e si seppero difendere bene. Tuttavia, ormai il grande condottiero stava invecchiando e negli ultimi anni della sua vita fu colpito da gotta e da altri disturbi alimentari. Infine, morì nel 1294 e il suo corpo fu riportato in Mongolia per essere sepolto in patria. Da questo momento in poi la separazione dei diversi khanati si fece ancora più evidente e il vasto impero iniziò a disgregarsi.

Con questo si conclude il nostro approfondimento su colui che guiderà l’invasione dei nemici in Ghost of Tsushima e vi diamo appuntamento al prossimo e ultimo speciale, in trepidante attesa del rilascio del titolo. Alla prossima!

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Bushidō: il codice dei samurai e Ghost of Tsushima https://www.tribe.games/bushido-il-codice-dei-samurai-e-ghost-of-tsushima-speciale/ https://www.tribe.games/bushido-il-codice-dei-samurai-e-ghost-of-tsushima-speciale/#respond Wed, 01 Apr 2020 08:00:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/bushido-il-codice-dei-samurai-e-ghost-of-tsushima-speciale/ Ciao a tutti, amici della Tribù, e ben ritrovati in questo speciale! Si tratta del primo di una serie di approfondimenti […]

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Ciao a tutti, amici della Tribù, e ben ritrovati in questo speciale! Si tratta del primo di una serie di approfondimenti sulla cultura giapponese che ci accompagneranno pian piano fino all’uscita di Ghost of Tsushima, prevista per il 26 giugno di quest’anno.

LA VIA DEL GUERRIERO

In questo articolo vedremo cosa si intende per bushidō, un caposaldo nella vita dei samurai e delle loro famiglie, che sicuramente molti di voi conosceranno o avranno per lo meno già sentito.
Il termine bushidō 武士道 significa letteralmente “via del guerriero”, il codice d’onore dei samurai.  道 sta a significare “via, strada”, quindi un percorso in senso metaforico, un cammino e una condotta di vita; bushi 武士 invece sta per “guerriero”, intendendo il guerriero giapponese del periodo feudale, cioè il samurai (letteralmente la parola samurai 侍 significa “colui che serve”). I samurai costituivano una casta di uomini colti al servizio dei daimyō, i feudatari locali, e dello shōgun. Essi praticavano le arti marziali ed erano addestrati all’uso di varie armi (l’arco asimmetrico, la katana, la lancia, ecc…) fin da piccoli, ma non solo: i guerrieri praticavano anche lo zen, la cerimonia del tè, l’arte della disposizione dei fiori e della scrittura e tutte queste discipline erano permeate dai valori del Buddhismo e del Confucianesimo, che andarono a costituire le fondamenta del codice di condotto dei samurai.
Infatti, il bushidō si fonda su sette principi cardine che ogni bushi doveva rispettare, in ogni ambito della vita. Essi vennero per la prima volta raccolti e scritti nella famosa opera Hagakure, “All’ombra delle foglie” o “Nascosto tra le foglie”, di Yamamoto Tsunetomo, incentrata sulla condotta e sul codice dei guerrieri.

I SETTE PRINCIPI

Il primo è GI 義 (si pronuncia “ghi”), ovvero “onestà e lealtà”: un samurai non deve avere dubbi su ciò che considera giustizia e onestà e deve essere leale nei confronti degli altri.
Il secondo principio è  勇 , ossia “valore, eroismo”: il guerriero deve possedere un coraggio eroico per affrontare rischi e pericoli, così da vivere appieno la vita.
Segue il terzoJIN 仁 , cioè “affetto, compassione”: la forza e il potere che un samurai acquisisce con l’addestramento deve essere utilizzato per il bene comune, per aiutare il prossimo e i più deboli, come donne e bambini.
La quarta virtù di un guerriero è REI 礼 , ovvero “gentilezza, cortesia”: questa è la norma più importante della vita sociale secondo il Confucianesimo e un samurai non ha bisogno di dimostrare la propria forza se non è necessario, perché esso viene rispettato non solo per la bravura nel combattimento, ma anche per come si relaziona con gli altri uomini.
Il quinto principio è MAKOTO  o SHIN 信 , la “verità, sincerità”: è la completa trasparenza tra l’intenzione dell’azione e il compimento della stessa, perché un guerriero non usa sotterfugi e non ha bisogno di dare la sua parola.
La sesta virtù è MEIYO 名誉 , “onore”: l’onore rappresenta i più alti valori di una persona ai quali si tiene fede fino alla morte, perché le azioni sono il riflesso di ciò che siamo in realtà.
Infine abbiamo CHŪGI 忠義 , ossia “fedeltà e devozione”: un samurai è fermamente leale alle persone di cui si prende cura e di cui è responsabile, assumendo piena responsabilità delle proprie azioni e delle conseguenze.

Se per qualche motivo un samurai veniva meno a una delle virtù richieste, aveva un solo modo per porre rimedio e recuperare il suo onore: compiere seppuku, il suicidio rituale. Il seppuku veniva eseguito con un rituale codificato, per sfuggire a una morte disonorevole o per espiare una colpa: in periodo Edo (1603-1868) esso raggiunse i massimi livelli di ritualizzazione e divenne il modo per giustiziare con onore un appartenente alla casta dei samurai. Durante il seppuku il suicida si praticava un taglio da sinistra a destra e poi verso l’alto con il tantō, il pugnale, mentre un fidato compagno, chiamato kaishaku, doveva decapitarlo non appena eseguito il taglio all’addome.
I principi del bushidō si estendevano anche ai membri della famiglia di un bushi e anche per le donne era previsto un suicidio per gli stessi motivi, chiamato jigai, con la differenza che il taglio veniva eseguito alla gola.

Insomma, il bushidō è stato per la casta dei guerrieri la regola di vita, di condotta morale e d’azione per tutto il periodo in cui essi hanno goduto di influenza e privilegi speciali. Dopo la Restaurazione Meiji (1866-1869) il loro ruolo cambiò e sostanzialmente la loro ragion d’essere divenne quella di proteggere e servire l’imperatore, gettando le basi del nazionalismo giapponese.

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