Sen no Kiseki III Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/tag/sen-no-kiseki-iii/ Videogiochi, Cinema, Giochi da Tavolo, Serie Tv, Podcast e Live Wed, 18 Sep 2019 08:00:00 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.tribe.games/wp-content/uploads/2021/08/cropped-avatar_facebook2021-32x32.png Sen no Kiseki III Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/tag/sen-no-kiseki-iii/ 32 32 Trails series – L’inizio della fine: Cold Steel III https://www.tribe.games/trails-series-linizio-della-fine-cold-steel-iii/ https://www.tribe.games/trails-series-linizio-della-fine-cold-steel-iii/#respond Wed, 18 Sep 2019 08:00:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/trails-series-linizio-della-fine-cold-steel-iii/ Eccoci arrivati alle battute finali del nostro viaggio alla scoperta della serie “Trails” di Falcom. Oggi è arrivato il momento di parlare di Trails of […]

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Eccoci arrivati alle battute finali del nostro viaggio alla scoperta della serie “Trails” di Falcom. Oggi è arrivato il momento di parlare di Trails of Cold Steel III, prima parte di quello che segna la fine di un intero arco narrativo della serie iniziato con Trails in the Sky, e che, a due anni dall’uscita in Giappone, arriverà in Europa il prossimo 22 ottobre su PS4.

Cari amici e amiche della Tribù, prima di cominciare è giusto informarvi che il seguente paragrafo di questo speciale contiene grossi spoiler sulla trama principale e il suo finale, quindi, qualora voleste attendere l’uscita del gioco senza rovinarvi eventuali sorprese, potete saltare il paragrafo in questione e passare a quello successivo. 

Un nuovo inizio

Ambientato un anno e mezzo dopo gli eventi del secondo capitolo della saga, e di conseguenza seguito sia di Cold Steel II che la saga di Crossbell, Cold Steel III vede ancora una volta come protagonista Rean Schwarzer, diplomato con successo presso l’Accademia Militare Thors e conosciuto adesso come “l’Ashen Chevalier”, l’eroe che ha messo fine alla guerra civile. Terminati i suoi doveri in ambito militare, il giovane diventa istruttore presso una filiale secondaria di Thors che riunisce gli studenti non solo dell’Impero, ma anche delle regioni conquistate di recente come Crosbell. Qui Rean ritrova Towa, l’ex presidentessa del consiglio studentesco anch’ella insegnante insieme ad alcuni volti noti, come Randy Orlando, uno dei protagonisti di Zero e Ao no Kiseki, e Aurelia Le Guin, preside dell’istituto.
Rean verrà messo così a capo di una classe composta inizialmente da tre studenti: Kurt Vander, Juna Crawford e Altina Orion, vecchia conoscenza di Rean che ha come missione quella di tenerlo d’occhio. I quattro formeranno così la Nuova Classe VII. Inizialmente saranno molti gli ostacoli da superare, sia per fraintendimenti vari sia per l’ostilità di Juna verso l’Impero in quanto cittadina di Crossbell. Buona parte della storia, infatti, è incentrata sulla crescita della nuova classe VII e su Rean come insegnante e persona. Successivamente, ai quattro si uniranno altri due studenti, Ash Carbide, dal temperamento molto irruento e sfacciato e la misteriosa Musse Egret, che in più di un’occasione cercherà di sedurre Rean. Questi due personaggi si riveleranno di un certa rilevanza per la storia, perché Ash è in realtà il terzo sopravvissuto alla tragedia di Hamel e a sua insaputa chiave dei piani di Osborne, mentre Musse è la nipote del Duca Cayenne, responsabile della guerra civile. Sullo sfondo della storia inizia a muoversi Ourobous, intenzionata a mettere le mani sul Sept-Terrion of Steel e che sarà il nemico principale nel corso del gioco, ma nel frattempo vediamo l’entrata in scena di nuovi Awakener come il ritorno di Crow, creduto morto dopo gli avvenimenti di Cold Steel II, ma che si scoprirà più avanti essere stato riportato in vita per uno scopo preciso e di cui parleremo nel prossimo speciale; Rutger Caussel, padre adottivo di Fie e anch’esso dato per morto e riportato in vita e awakener di Zector, il “Palatinate Knight”;  Arianrhod, awakener di Argreion, il White Knight. Il perché tutti i Divine Knight si stiano riunendo è dovuto proprio alla resurrezione del Great One, voluta da Ouroubous per impossessarsi di esso e di Osborne, che nel finale si rivelerà essere l’awakener di Ishmelga, il “Black Knight” che svelerà una volta per tutte i suoi piani: l’avvento della “Great Twilight”, evento che sparge la maledizione di Erebonia su tutto il continente di Zemuria. La chiave di tutto sono Rean e la Classe VII, sia nuova che vecchia. Il gruppo, infatti, prima dovrà affrontare il Drago Zoro-Agruga, la causa della maledizione che grava su Testa-Rossa e che lo rende pressoché inutilizzabile; tolto di mezzo lui, Osborne, insieme ad Ourobous adesso suo alleato, dà via al suo piano che prevede il sacrificio di Millium e Altina: le due ragazze sono Homunculus (come KeA), il cui scopo è quello di essere il sacrificio e l’arma che ucciderà il Nameless One, ovvero la Bestia Sacra a protezione del Great One che è stato corrotto dalla maledizione di Erebonia. I piani di Osborne andranno in maniera leggermente diversa da quanto stabilito: infatti sarà solo Millium a morire, uccisa dal mostro, con Rean che perderà definitivamente il controllo del suo potere causandogli una trasformazione irreversibile e che in preda all’ira ucciderà il Nameless One diventando lui stesso il sacrificio al posto di Altina, la quale verrà così salvata. Nel frattempo Osborne, tramite gli Gnomi e il suo leader Black Alberich, che si rivela essere il padre di Alisa, fanno esplodere la Corageous con a bordo il principe Olivert e Victor Arseid davanti allo sguardo impietrito dei loro familiari. Il gioco termina di conseguenza con la proclamazione della guerra contro Calvard, la classe VII che si ritrova emotivamente distrutta da quanto accaduto e Rean prigioniero, in attesa di essere sacrificato per realizzare i piani di suo padre.

La nascita del miglior Trails di sempre

Ma come nasce CSIII? I primi indizi sul gioco vengono svelati nel 2014/15, quando Falcom svelò lo sviluppo di un terzo capitolo di Cold Steel, a questo seguì un lungo periodo di silenzio interrotto a settembre del 2016 con l’uscita di Tokyo Xanadu eX+ su PS4. All’interno del gioco, infatti, è presente un curioso easter egg nella sala giochi, dove possiamo vedere un poster promozionale di tale “Sen no Kiseki III”, con un’immagine che raffigura quello che sembra essere Rean e dietro di lui Crow. Lo stesso artwork promozionale viene riproposto al TGS di quell’anno, insieme ad un volantino che ritrae quella che pare Alisa nella città di Crossbell e come si dice in questi casi, due indizi fanno una prova. A dicembre del 2016 arriva l’annuncio ufficiale: Trails of Cold Steel III uscirà su PS4 nell’Autunno del 2017 e ancora una volta sarà Rean ad essere il protagonista, affiancato da vecchi e nuovi personaggi. Nei mesi successivi saranno svelati altri dettagli sul gioco e, come detto prima, Kondo stesso dichiarerà che si tratta dell’ultimo capitolo della saga, salvo poi rimangiarsi le sue parole un mese dopo l’uscita del gioco, spiegando che il titolo era davvero troppo grande e che un quarto gioco era necessario per chiudere degnamente la storia. Non a caso veniamo a sapere che era già stato deciso in partenza di interrompere Cold Steel III in quel particolare punto della storia e proseguirla in CSIV in quanto nel quarto capitolo non ci sarebbero stati attimi di pausa per la storia, e in effetti è proprio così.
Nonostante il finale a dir poco traumatico, soprattutto se si considera quanto detto da Kondo, i fan sono concordi sul fatto che il gioco sia il punto più alto raggiunto dalla serie Trails ad oggi, anche meglio del quarto capitolo. Il motivo sta principalmente nella gestione della trama, cosa di cui vi parlerò nello specifico nella recensione, e di come questa si sviluppa. Ovviamente non è solo la storia ad essere uno dei punti forti del gioco, ma il suo profondo rinnovamento grazie al passaggio da PS3/Vita a PS4: CSIII, infatti, è il primo vero gioco sviluppato da Falcom direttamente su PS4 e non un porting come Tokyo Xanadu eX+ o YS VIII. Cambia completamente lo stile grafico, gli ambienti e il mondo di gioco sono enormi (basti pensare che ho impiegato circa 204 ore  per completare la versione giapponese) e l’interfaccia grafica viene stravolta in favore di una molto simile a quella di Persona 5. Tanti piccoli elementi che hanno contribuito al plebiscito dei fan nello stabilire che il gioco è a tutti gli effetti il migliore della serie.

Verso il gran finale

A sorpresa è NIS America ad accaparrarsi l’onore e l’onere di localizzare in Occidente il titolo, riconosciuto come il secondo videogioco al mondo per lunghezza dei testi presenti al suo interno. I dubbi sulla compagnia sono stati tantissimi all’inizio, ma l’annuncio dello staff dei giochi precedenti come collaboratori ha subito messo a tacere qualsiasi lamentela. Un lavoro mastodontico al quale sicuramente bisognerà aggiungere anche CSIV, difficile che Falcom abbia licenziato il gioco ad altre compagnie vista la connessione dei due giochi. Ad oggi, basandosi su quanto mostrato da NISA, è chiaro come la traduzione del gioco sia stata completata da un pezzo ed è lecito pensare che i lavori sul nuovo capitolo siano già iniziati, con eventuale annuncio previsto per i primi mesi del 2020. Intanto, noi aspettiamo l’uscita di CSIII, rinviata già una volta non per problemi nella localizzazione, come avvenuto in passato con NISA e YS VIII, ma al volere della compagnia di assicurarsi un gran successo al lancio, cosa impensabile se il gioco fosse uscito come previsto inizialmente, il 27 settembre insieme a “mostri” quali Dragon Quest XI S e Code Vein. Scelta saggia, quindi, quella di NISA che ha pensato bene di far uscire il gioco in un periodo dove non vi sono giochi di rilievo. Al momento il gioco è previsto solo su PS4, ma la classica versione PC non è da escludere in futuro; inoltre sarà presente una feature esclusiva per il mercato occidentale: la modalità turbo, presente nelle versioni PS4 dei primi due Cold Steel, ma non nella versione giapponese di CSIII. Questa modalità è stata aggiunta in seguito al preciso volere di Falcom che ha pensato che i fan occidentali avrebbero gradito l’aggiunta.

Arriviamo così alla fine anche di questo speciale. Il prossimo ed ultimo appuntamento con la serie Trails arriverà tra un mese, vicino l’uscita europea di Cold Steel III e che risponderà a tutte le domande lasciate in sospeso dal finale del gioco e di tutta la serie.

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Torna l’appuntamento con gli speciali dedicati alla serie “Trails” di Falcom. Ormai ci stiamo avvicinando alla fine di questo viaggio e oggi parleremo del secondo capitolo della saga di EreboniaTrails of Cold Steel II, titolo dove gli avvenimenti segneranno indelebilmente non solo il futuro della trama, ma anche i suoi personaggi.

Il conflitto che cambia tutto

Come successo con Cold Steel I, abbiamo già avuto modo di conoscere Cold Steel II con la recensione della versione PS4 uscita di recente. La storia riprende da dove l’avevamo lasciata, con lo scoppio della guerra civile nell’Impero di Erebonia, che vede la fazione dei nobili prendere il potere nella maggior parte dei punti nevralgici dell’Impero e la sconfitta di quest’ultimo sembra quasi inevitabile. Rean, il protagonista, si sveglia in un luogo remoto e accanto a lui si trova Valimar e, una volta scoperto di aver dormito per oltre un mese per riprendersi dalle ferite riportate durante lo scontro contro Ordine, l’Azure Knight, il giovane partirà alla ricerca dei suoi compagni le cui sorti sono sconosciute e non è chiaro se siano ancora vivi o meno. Quasi subito Rean capirà di trovarsi vicino a Ymir, il villaggio dove è cresciuto e dove si trova la famiglia e durante uno scontro contro un mostro verrà salvato da sua sorella Elise, la principessa imperiale Alfin e il bracer Towal. Ripresosi dalle ferite e dopo aver capito che neanche Ymir è al sicuro dalla guerra, insieme a Valimar e Towal, Rean partirà alla ricerca degli altri membri della Classe VII che sembra siano sparsi in giro per la regione, nascosti per evitare di essere catturati dalla fazione dei nobili.
Qualcosa, però, si muove dietro le quinte di questa guerra: Vita Clotilde, uno dei membri di Ourobous sembra avere piani diversi dall’organizzazione per quanto riguarda il Sept-Terrion of Steel, così come il leader dei nobili, Croire de Cayenne. Dopo una serie di vicende che vedono Rean e compagni esplorare l’Impero alla ricerca degli studenti della Thors Military Academy e dei templi antichi alla ricerca dello Zemurian Ore per creare un’arma adatta a Valimar, partirà il contrattacco dei nostri protagonisti con l’intenzione di liberare la famiglia imperiale e la capitale. Qui verranno rivelate le intenzioni del Duca e di Vita: il primo vuole sfruttare Cecric, il principe ereditario di Erebonia e prossimo in linea di successione, come Awakener di Testa-RossaDivine Knight utilizzabile solo dai membri della famiglia imperiale, e prendere il potere del Paese. Vita, dal canto suo, vuole solo assistere ad uno scontro tra Divine Knight, ovvero Valimar e Ordine per dar inizio al rito delle Rivalries, una serie di scontri tra i Divine Knight che hanno lo scopo ultimo di permettere la resurrezione del Great One e uno dei temi principali di Cold Steel IV. Le cose, però, non vanno come previsto, in quanto Testa-Rossa è posseduto dalla maledizione di Erebonia e viene distrutto da Valimar e Ordine in uno scontro finale tra i tre Divine Knight. Con Cayenne sconfitto fa la sua apparizione Osborne, nascosto fino a quel momento e creduto morto, il quale rivelerà come quanto accaduto fino a quel momento era stato previsto e tutto è andato secondo i suoi piani: con la caduta del Duca tutti i nemici di Osborne e dell’Impero sono stati scoperti e sconfitti; inoltre, il cancelliere dichiara di aver preso possesso del Phantasmal Blaze Plan di Ouroubous, costringendo Vita a ritirarsi. Colpo di scena finale è la rivelazione che Osborne è il padre biologico di Rean, cosa che segna il ragazzo ulteriormente dopo la morte di Crow. Qui cambia la vita di tutti: Rean per primo, che verrà fatto passare per l’Eroe che ha salvato l’Impero e messo fine alla guerra e per evitare altri problemi il nostro protagonista accetterà suo malgrado questo falso titolo.
Il gioco si chiude con i membri della Classe VII dopo il diploma, che lasciano Trista per tornare alle loro vita con Rean che si separa da loro, ma che finalmente ha trovato la sua strada. Tutto sembra finire bene, almeno per il momento ma le grandi rivelazioni le vedremo nel prossimo capitolo: Cold Steel III.

La necessità di migliorarsi

Cold Steel II non porta grossi cambiamenti tecnici rispetto a quanto visto nel primo capitolo, ma questa volta Falcom è più pratica nello sviluppo con un motore grafico nuovo e l’ambiente completamente in 3D e il risultato è evidente, da animazioni migliorate a scenari più ampi e dettagliati. Le differenze, come sappiamo, sono nella natura del gioco, meno lineare del suo predecessore e più aperto, con la possibilità di esplorare alcuni luoghi dell’Impero non solo a piedi ma anche con mezzi quali l‘aereonave, moto, a cavallo, il tutto senza limitazioni e soprattutto in qualsiasi momento. Anche la natura delle quest cambia, con missioni secondarie che ci vedono dover andare in città diverse o luoghi esclusivi che non è possibile visitare durante la storia principale. Un’altra novità sono le Divine Knight Battle, nelle quali utilizzeremo Valimar e fulcro della storia. Tutti questi grossi cambiamenti in un solo anno sono davvero notevoli per un software house piccola come Falcom, ma lasciano anche intendere come un tale volume di gioco fosse impossibile da gestire fin dall’inizio, da qui la scelta famosa di dividere Cold Steel in due giochi, 1 e 2 appunto.
Nonostante sia uscito nel 2014, Cold Steel II riceve i porting piuttosto in fretta, prima su PC tramite XSEED Games, poi su PS4 grazie a Falcom con aggiunte quali la modalità turbo, tutti i DLC inclusi e 60fps stabili dove il titolo prende il nome di Sen no Kiseki II Kai: The Erebonian Civil War, un sottotitolo più che adatto per il gioco. Questo sarà l’ultimo porting sviluppato direttamente da Falcom, in quanto Toshihiro Kondo ha dichiarato che in futuro saranno altre compagnie a realizzarli: non a caso in Giappone c’è un accordo tra Falcom e Nippon Ichi Software per lo sviluppo di porting su altre console, come ad esempio Ys VIII per Switch, ma per adesso non è chiaro se questi due capitoli di Cold Steel arriveranno su altre console, né quando.

E così, tenendo conto che del gioco ne ho già parlato parlato in abbondanza nella recensione (ribadisco, leggetela che male non vi fa) e che continuare a parlarne sarebbe superfluo a questo punto, termina anche questo viaggio alla scoperta di Cold Steel II e vi lascio al prossimo appuntamento con il quale ci addentreremo nell’ignoto: quel Trails of Cold Steel III che uscirà in Europa soltanto il mese prossimo, ma che, avendo già finito in versione giapponese, verrà sviscerato in tutti i suoi aspetti. Alla prossima!

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Bentornati con i nostri speciali dedicati alla serie “Trails”. In questi mesi abbiamo appreso come la storia ha avuto inizio, da Trails in the Sky fino alla saga di Crosbell; adesso invece è arrivato il momento di parlare di Trails of Cold Steel, la serie della saga più longeva (ad oggi sono usciti 4 capitoli), la cui storia segna in modo indelebile quanto abbiamo appreso finora.

Si apre il sipario sulla Thors Military Academy

Di Trails of Cold Steel 1 vi abbiamo già parlato nella nostra recensione (nel caso in cui non la abbiate ancora letta, potete subito porre rimedio a questo link). Il gioco vede come protagonista Rean Schwarzer, un ragazzo che si appresta a iniziare il primo anno di studi presso l’Accademia Militare Thors, una prestigiosa scuola dell’Impero, e che si ritrova a far parte della Classe VII, speciale sezione che include sia cittadini comuni che nobili, fazioni tra cui non scorre buon sangue da sempre. Scopo di questa sezione è quella di cercare di far superare alle nuove generazioni le differenze sociali dell’Impero e nel corso del gioco visiteremo vari luoghi e assisteremo alla crescita personale degli studenti di tutta la scuola. Dietro le quinte però qualcosa si muove e un gruppo terroristico conosciuto come Imperial Liberation Front fa la sua comparsa, con lo scopo di eliminare il Cancelliere Osborne, il cui obiettivo è quello di espandere i confini dell’Impero. Nel frattempo Rean, insieme alla Classe VII, si ritrova coinvolto in una serie di prove misteriose all’interno di un edificio abbandonato. Verso la fine del gioco scopriremo come queste prove siano per testare se il ragazzo possa diventare un Awakener, ovvero un pilota dei Divine Knight, frammenti del Sept-Terrion of Steel, conosciuto anche col nome di “Great One”. La trama Cold Steel ruota fortemente intorno al tema del Great One e dei Divine Knight, ma nel primo capitolo e nel secondo questo viene solo abbozzato, in quanto CS1 e CS2 si concentrano più sull’introduzione dell’Impero prima e sulla guerra civile poi. E Ourobous? Come abbiamo avuto modo di vedere nei passati speciali, Cold Steel 1 e parte del 2 sono ambientati nello stesso arco temporale di Crossbell, con l’organizzazione che di conseguenza inizia solo a muovere i primi passi nell’Impero e preferisce fare da spettatore interessato almeno fino al secondo capitolo, dove Osborne metterà loro i bastoni nelle ruote. Una volta che Rean è diventato Awakener dell’Ashen KnightValimar, l’Imperial Liberation Front fa la sua mossa, assassina (almeno apparentemente) Osborne e la fazione dei nobili dà il via alla Guerra civile di Erebonia, fulcro del secondo capitolo. Il gioco si chiuderà con il tipico cliffhanger della serie, dopo una battaglia tra Rean e Valimar contro Crow e Ordine, l’Azure Knight, con la vittoria di quest’ultimo, costringendo Rean a fuggire dal campo di battaglia e lasciare i suoi compagni in balia dei nemici.

Dal 2D al 3D

Trails of Cold Steel è il primo gioco di Falcom realizzato completamente in 3D. Con lo sviluppo dei giochi passato da PSP a PS Vita e PS3, la compagnia nipponica decide finalmente di cambiare motore grafica, passando da uno interno al PhyreEngine di proprietà di Sony: la differenza è enorme rispetto al passato fin dalle prime immagini ufficiali. Questo cambio di grafica però non è stato semplice per una compagnia comunque piccola come Falcom e inizialmente le difficoltà nello sviluppo del gioco sono state molte; inoltre, la piattaforma principale di sviluppo del gioco non è PS3 ma PS Vita, che in quegli anni ebbe un incremento nelle vendite e spinse Falcom a continuare a dedicarsi principalmente alle console portatili piuttosto che alla ben più potente PS3. Il risultato della scelta è evidente nel gioco, con animazioni legnose e personaggi che sembrano quasi “pattinare” per gli ambienti di gioco, difetto che è più facile notare su PS3 con uno schermo grande che su PS Vita. Il cambio di motore grafico e console più potenti hanno però permesso agli sviluppatori di creare un mondo di gioco mai visto prima nella serie Trails, talmente grande da portare alla decisione di dividere il gioco in due: Cold Steel 1 e 2 inizialmente dovevano essere un unico gioco, con il terzo e quarto capitolo già programmati per quella che doveva essere una trilogia. Considerando le dimensioni e il fatto che era PS Vita la piattaforma principale, era quindi impossibile mettere i due giochi in un’unica scheda, ma soprattutto il lavoro per una compagnia che contava 50 dipendenti in totale, presidente incluso, era troppo. Falcom comunque riesce a superare le difficoltà di sviluppo e Cold Steel diventa il gioco più venduto della serie, sia in patria che in Occidente.

Dalla nascita di Cold Steel ai porting PS4

Ci sono molte storie curiose su come sia nato Cold Steel. Sebbene la trama fosse pronta da tempo, il gioco era stato inizialmente pensato per avere come protagonista un soldato della polizia ferroviaria. Sebbene fosse interessante come scelta, questa avrebbe cozzato con l’idea di far esplorare Erebonia al giocatore, in quanto trovare un scusa per far andare in giro per il paese un soldato era difficile. Viene così deciso di passare ad un’ambientazione scolastica, ma quello che rimane invariato nell’idea degli sviluppatori è il background del protagonista, Rean. Su Rean esiste anche un’altra curiosità che vede il ragazzo usare una pistola come arma e Alisa una spada: questa era una delle prime idee del gioco, con tanto di screenshot che provano quanto detto.

Ovviamente poi ci sono stati i cambiamenti che conosciamo, ma è rimasta l’idea, non troppo velata, dei due come coppia principale sebbene, a differenza delle saghe di Liberl e Crossbell, in questa serie non vi sia una coppia prestabilita, ma è il giocatore a decidere il suo personaggio femminile preferito, con eventi anche relativi alla trama che cambiano in base alla scelta fatta. Basta però assistere a tutti gli eventi dedicati ad Alisa nel corso dei quattro giochi per vedere come sia lei l’eroina principale della serie, in particolare in Cold Steel III, meno nel 4, e a proposito di questo, il nuovo Trails in sviluppo e che farà da capitolo d’intermezzo potrebbe mettere finalmente fine a questa “waifu wars” tra i fan, con Toshihiro Kondo che ha detto di stare pensando ad affiancare definitivamente un solo personaggio femminile a Rean. Quale? Lo sapremo solo a gioco uscito (inutile dire che sia il sottoscritto che Hickem speriamo che la scelta finale sia Alisa).
Come da tradizione, Cold Steel riceve una nuova versione, conosciuta come Sen no Kiseki I Kai in Giappone. Il porting vede una risoluzione portata a 4k, tutti i dlc inclusi, una modalità turbo e la possibilità di importare il salvataggio delle versioni PS3 e Vita.In Occidente il titolo avrà anche l’audio originale giapponese, una novità assoluta per la serie, mentre la traduzione resta invariata, di ottima fattura, ma con alcune omissioni dovute alla mancata localizzazione della saga di Crossbell. 

Termina così il primo speciale dedicato alla saga di Erebonia e vi rimando al prossimo appuntamento con Cold Steel II. 

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