Bentornati con i nostri speciali dedicati alla serie “Trails”. In questi mesi abbiamo appreso come la storia ha avuto inizio, da Trails in the Sky fino alla saga di Crosbell; adesso invece è arrivato il momento di parlare di Trails of Cold Steel, la serie della saga più longeva (ad oggi sono usciti 4 capitoli), la cui storia segna in modo indelebile quanto abbiamo appreso finora.
Di Trails of Cold Steel 1 vi abbiamo già parlato nella nostra recensione (nel caso in cui non la abbiate ancora letta, potete subito porre rimedio a questo link). Il gioco vede come protagonista Rean Schwarzer, un ragazzo che si appresta a iniziare il primo anno di studi presso l’Accademia Militare Thors, una prestigiosa scuola dell’Impero, e che si ritrova a far parte della Classe VII, speciale sezione che include sia cittadini comuni che nobili, fazioni tra cui non scorre buon sangue da sempre. Scopo di questa sezione è quella di cercare di far superare alle nuove generazioni le differenze sociali dell’Impero e nel corso del gioco visiteremo vari luoghi e assisteremo alla crescita personale degli studenti di tutta la scuola. Dietro le quinte però qualcosa si muove e un gruppo terroristico conosciuto come Imperial Liberation Front fa la sua comparsa, con lo scopo di eliminare il Cancelliere Osborne, il cui obiettivo è quello di espandere i confini dell’Impero. Nel frattempo Rean, insieme alla Classe VII, si ritrova coinvolto in una serie di prove misteriose all’interno di un edificio abbandonato. Verso la fine del gioco scopriremo come queste prove siano per testare se il ragazzo possa diventare un Awakener, ovvero un pilota dei Divine Knight, frammenti del Sept-Terrion of Steel, conosciuto anche col nome di “Great One”. La trama Cold Steel ruota fortemente intorno al tema del Great One e dei Divine Knight, ma nel primo capitolo e nel secondo questo viene solo abbozzato, in quanto CS1 e CS2 si concentrano più sull’introduzione dell’Impero prima e sulla guerra civile poi. E Ourobous? Come abbiamo avuto modo di vedere nei passati speciali, Cold Steel 1 e parte del 2 sono ambientati nello stesso arco temporale di Crossbell, con l’organizzazione che di conseguenza inizia solo a muovere i primi passi nell’Impero e preferisce fare da spettatore interessato almeno fino al secondo capitolo, dove Osborne metterà loro i bastoni nelle ruote. Una volta che Rean è diventato Awakener dell’Ashen Knight, Valimar, l’Imperial Liberation Front fa la sua mossa, assassina (almeno apparentemente) Osborne e la fazione dei nobili dà il via alla Guerra civile di Erebonia, fulcro del secondo capitolo. Il gioco si chiuderà con il tipico cliffhanger della serie, dopo una battaglia tra Rean e Valimar contro Crow e Ordine, l’Azure Knight, con la vittoria di quest’ultimo, costringendo Rean a fuggire dal campo di battaglia e lasciare i suoi compagni in balia dei nemici.
Trails of Cold Steel è il primo gioco di Falcom realizzato completamente in 3D. Con lo sviluppo dei giochi passato da PSP a PS Vita e PS3, la compagnia nipponica decide finalmente di cambiare motore grafica, passando da uno interno al PhyreEngine di proprietà di Sony: la differenza è enorme rispetto al passato fin dalle prime immagini ufficiali. Questo cambio di grafica però non è stato semplice per una compagnia comunque piccola come Falcom e inizialmente le difficoltà nello sviluppo del gioco sono state molte; inoltre, la piattaforma principale di sviluppo del gioco non è PS3 ma PS Vita, che in quegli anni ebbe un incremento nelle vendite e spinse Falcom a continuare a dedicarsi principalmente alle console portatili piuttosto che alla ben più potente PS3. Il risultato della scelta è evidente nel gioco, con animazioni legnose e personaggi che sembrano quasi “pattinare” per gli ambienti di gioco, difetto che è più facile notare su PS3 con uno schermo grande che su PS Vita. Il cambio di motore grafico e console più potenti hanno però permesso agli sviluppatori di creare un mondo di gioco mai visto prima nella serie Trails, talmente grande da portare alla decisione di dividere il gioco in due: Cold Steel 1 e 2 inizialmente dovevano essere un unico gioco, con il terzo e quarto capitolo già programmati per quella che doveva essere una trilogia. Considerando le dimensioni e il fatto che era PS Vita la piattaforma principale, era quindi impossibile mettere i due giochi in un’unica scheda, ma soprattutto il lavoro per una compagnia che contava 50 dipendenti in totale, presidente incluso, era troppo. Falcom comunque riesce a superare le difficoltà di sviluppo e Cold Steel diventa il gioco più venduto della serie, sia in patria che in Occidente.
Ci sono molte storie curiose su come sia nato Cold Steel. Sebbene la trama fosse pronta da tempo, il gioco era stato inizialmente pensato per avere come protagonista un soldato della polizia ferroviaria. Sebbene fosse interessante come scelta, questa avrebbe cozzato con l’idea di far esplorare Erebonia al giocatore, in quanto trovare un scusa per far andare in giro per il paese un soldato era difficile. Viene così deciso di passare ad un’ambientazione scolastica, ma quello che rimane invariato nell’idea degli sviluppatori è il background del protagonista, Rean. Su Rean esiste anche un’altra curiosità che vede il ragazzo usare una pistola come arma e Alisa una spada: questa era una delle prime idee del gioco, con tanto di screenshot che provano quanto detto.
Ovviamente poi ci sono stati i cambiamenti che conosciamo, ma è rimasta l’idea, non troppo velata, dei due come coppia principale sebbene, a differenza delle saghe di Liberl e Crossbell, in questa serie non vi sia una coppia prestabilita, ma è il giocatore a decidere il suo personaggio femminile preferito, con eventi anche relativi alla trama che cambiano in base alla scelta fatta. Basta però assistere a tutti gli eventi dedicati ad Alisa nel corso dei quattro giochi per vedere come sia lei l’eroina principale della serie, in particolare in Cold Steel III, meno nel 4, e a proposito di questo, il nuovo Trails in sviluppo e che farà da capitolo d’intermezzo potrebbe mettere finalmente fine a questa “waifu wars” tra i fan, con Toshihiro Kondo che ha detto di stare pensando ad affiancare definitivamente un solo personaggio femminile a Rean. Quale? Lo sapremo solo a gioco uscito (inutile dire che sia il sottoscritto che Hickem speriamo che la scelta finale sia Alisa).
Come da tradizione, Cold Steel riceve una nuova versione, conosciuta come Sen no Kiseki I Kai in Giappone. Il porting vede una risoluzione portata a 4k, tutti i dlc inclusi, una modalità turbo e la possibilità di importare il salvataggio delle versioni PS3 e Vita.In Occidente il titolo avrà anche l’audio originale giapponese, una novità assoluta per la serie, mentre la traduzione resta invariata, di ottima fattura, ma con alcune omissioni dovute alla mancata localizzazione della saga di Crossbell.
Termina così il primo speciale dedicato alla saga di Erebonia e vi rimando al prossimo appuntamento con Cold Steel II.
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