Yakuza: Like a Dragon Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/yakuza-like-a-dragon/ Videogiochi, Cinema, Giochi da Tavolo, Serie Tv, Podcast e Live Wed, 20 Sep 2023 19:58:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.tribe.games/wp-content/uploads/2021/08/cropped-avatar_facebook2021-32x32.png Yakuza: Like a Dragon Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/yakuza-like-a-dragon/ 32 32 Yakuza: Like a Dragon – disponibile su PlayStation 5 https://www.tribe.games/yakuza-like-a-dragon-disponibile-su-playstation-5/ https://www.tribe.games/yakuza-like-a-dragon-disponibile-su-playstation-5/#respond Thu, 04 Mar 2021 12:01:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/yakuza-like-a-dragon-disponibile-su-playstation-5/ SEGA e Ryu Ga Gotoku Studio hanno lanciato Yakuza: Like a Dragon su PlayStation 5, portando il nuovo protagonista Ichiban Kasuga e la sua eccentrica squadra di outsider […]

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SEGA e Ryu Ga Gotoku Studio hanno lanciato Yakuza: Like a Dragon su PlayStation 5, portando il nuovo protagonista Ichiban Kasuga e la sua eccentrica squadra di outsider sulla next-gen di Sony. I possessori della versione PlayStation 4 di Yakuza: Like a Dragon possono passare gratuitamente alla versione PlayStation 5. Le opzioni di acquisto includono tre versioni: Standard, Hero Edition e Legendary Hero Edition.

Per celebrare il lancio di Yakuza: Like a Dragon su PlayStation 5, tutti i possessori di questo ultimo capitolo della serie Yakuza possono scaricare gratuitamente il Legends Costume Set DLC su tutte le piattaforme fino al 2 aprile. Questo set di costumi include otto diversi gruppi di giocatori che rendono omaggio ai personaggi preferiti dai fan di Yakuza, tra cui lo smoking elegante di Goro Majima, la freddezza nel vestire di Kazuma Kiryu, lo streetwear di Daigo Dojima e altro ancora.

Al gioco sono stati aggiunti anche sottotitoli in portoghese brasiliano e russo, che si aggiungono al già solido set di opzioni di localizzazione che includono una traccia vocale inglese completa (opzionale) e sottotitoli insieme alla traccia giapponese originale.

In Yakuza: Like a Dragon, i giocatori assumono il ruolo di Ichiban Kasuga (interpretato da Kaiji Tang), un membro della yakuza a caccia di verità, dopo essere stato misteriosamente tradito dal suo clan, dopo aver scontato volontariamente 18 anni di reclusione per un crimine che non ha commesso, per proteggere il suo patriarca e figura paterna, Masumi Arakawa (interpretato da George Takei). Lungo la strada, Ichiban incontra un cast di eccentrici personaggi tra cui il poliziotto canaglia Adachi (interpretato da Andrew Morgado), l’ex infermiera Nanba (interpretata da Greg Chun) e Saeko (interpretata da Elizabeth Maxwell), una hostess in missione. Insieme, Ichiban e il suo equipaggio devono unirsi per diventare gli eroi che non avrebbero mai immaginato di essere.

Nei panni di Ichiban, i giocatori si faranno strada nella città di Yokohama con un nuovissimo sistema di combattimento RPG a turni davvero sorprendente. Potranno vivere vari mini-giochi in giro per la città, tra cui gare di kart, sale giochi e karaoke.

Versioni disponibili

  • Standard edition
  • Hero Edition: include tutte le feature della Day Ichi Edition, la lista completa dei job in-game set ed il Management Mode set.
  • Legendary Hero Edition: tutti i contenuti della Hero Edition, il crafting set, il karaoke set, l’Ultimate Costume set e lo stat boost set.

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Yakuza: Like a Dragon https://www.tribe.games/recensione/yakuza-like-a-dragon-recensione/ https://www.tribe.games/recensione/yakuza-like-a-dragon-recensione/#respond Mon, 30 Nov 2020 16:00:00 +0000 https://https://tribe.games/?post_type=recensione&p=2268 Abbiamo parlato qualche settimana fa di come la serie Yakuza abbia fatto salti da gigante e che proprio per questo il suo successo in […]

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Abbiamo parlato qualche settimana fa di come la serie Yakuza abbia fatto salti da gigante e che proprio per questo il suo successo in Occidente ha portato una ventata d’aria fresca ai fan delle produzioni orientali. Il Ryu Ga Gotoku Studio è riuscito in 15 anni a portare ben 8 titoli della serie principale di Yakuza (senza contare il gioco dedicato a Ken il Guerriero o Judgment) sugli schermi dei videogiocatori, tutti di grandissima qualità senza aver bisogno di un budget stratosferico. Quello conosciuto come il “Team Yakuza”, però, non si accontenta di proporre un gioco con la medesima struttura e – tutto d’un tratto – decide di rivoluzionare la propria concezione. Like A Dragon è nato come un vero e proprio pesce d’Aprile, tanto che lo Studio Director ha più volte detto che il gioco stava prendendo la forma dei suoi predecessori e solo la reazione del pubblico lo ha portato a riconsiderare come fattibile questa strada. Uscito lo scorso gennaio in Giappone, Yakuza 7: Whereabouts of Light and Darkness – che arriva da noi col titolo Yakuza: Like a Dragon – ha fatto la sua comparsa in Occidente lo scorso 10 novembre, il giorno di lancio di Series X|S, che sono state le uniche console next gen ad accogliere questo nuovo capitolo, almeno fino al prossimo marzo con la comparsa della versione Playstation 5. La recensione arriva in colpevole ritardo, in quanto abbiamo voluto passare più tempo possibile con le avventure di Ichiban e compagni in modo da potervi dare tutti giudizi possibili su uno degli Yakuza più controversi di sempre. Sarà riuscito il simpatico capellone a colpire al cuore come solo Kazuma Kiryu è riuscito a fare? Scopriamolo insieme nella recensione di Yakuza: Like a Dragon.

Il numero 1 di Kamurocho

Ichiban Kasuga è uno Yakuza tutto d’un pezzo, la sua morale lo ha sempre obbligato a comportarsi bene pur mantenendo vive le tradizioni della famiglia Arakawa, una di quelle affiliate al Tojo Clan. L’inizio della sua storia si colloca a cavallo tra il 1999 e il 2000, quando Kamurocho (la versione fittizia di Kabukicho) era ancora territorio di una delle famiglie più importanti del Giappone. Tra le sue mansioni c’è quella di accudire il figlio del presidente Arakawa che, a causa di uno sfortunato incidente che non andremo ad approfondire per non spoilerare, è rimasto paralizzato dalla cintura in giù. Durante una serata in un Hostess Club, Masato allontana brutalmente Ichiban che si ritrova a vagare per le strade di Kamurocho totalmente ubriaco. Svegliatosi nel giorno del suo compleanno, Ichiban scopre che un omicidio è stato perpetrato nelle strade del quartiere ed è stato proprio un membro della famiglia Arakawa a compierlo. Per evitare una guerra interna, Ichiban decide di sacrificarsi ed entrare in prigione, in modo da salvare la propria famiglia; passano purtroppo 18 anni prima che Ichi riesca a vedere la luce del sole, ma una volta fuori lo aspetta un mondo totalmente diverso da come lo conosceva. Con la perdita del Tojo Clan e della famiglia Arakawa, Ichiban cerca di capire di più su come muoversi in un mondo che per lui non ha più senso, finché un poliziotto di nome Adachi, che lo accoglie all’uscita di prigione, non gli apre realmente gli occhi e lo porta al cospetto di Arakawa-san che, per tutta risposta, gli spara e lo spedisce a morire a Yokohama. Qui viene salvato da Nanba, un senzatetto che decide di dargli ospitalità e aiutarlo a riprendersi una vita che ormai gli è sfuggita totalmente di mano. Come in ogni capitolo della serie, Like a Dragon si contraddistingue per la sua trama principale che seppur può sembrare banale, in realtà va a colpire proprio al cuore e andrà a esplorare ancora più a fondo dei precedenti il delicato equilibrio mantenuto grazie all’intervento della yakuza e di come questa sia annidata così in alto da metter in dubbio che forse tutto l’intero sistema sia corrotto. Si è sempre parlato di Like a Dragon come un gioco adatto ai fan neofiti e c’è da dire che per la maggior parte del tempo è così con qualche piccolo riferimento mostrato qui e lì, strizzando molto l’occhio al fan storico della serie. Senza andare a fare particolari spoiler è necessario però segnalare che nella lunga cavalcata che ci porta al finale, saranno presentate delle situazioni che solo fan accaniti della serie potranno apprezzare andando così a cozzare molto con lo spirito di “nuovo protagonista, nuova storia” presentato nel corso degli ultimi mesi. Il poter apprezzare queste sfumature è una cosa sicuramente secondaria e il gioco è completamente giocabile e capibile anche da nuovi fan del brand; questo è però un punto da segnalare per una corretta gestione della recensione.
Nel corso dell’avventura principale si uniranno vari personaggi al nostro cast giocabile (con Nanba e Adachi come perni fondamentali dell’intera avventura), ognuno con la propria storia e il proprio senso di appartenenza a un gruppo all’apparenza composto senza una logica dal team di sviluppo. Se solitamente la storia degli Yakuza è apprezzabile per la mancanza di dettagli fuori posto, Like a Dragon va un po’ a perdersi proprio su questi dettagli. Uno dei difetti più grossi è, infatti, concentrare gli sforzi per costruire determinate storie legate ai protagonisti senza però andare ad approfondire tutto il cast, con quelli che si andranno ad unire alla squadra verso il finale lasciati quasi a stare nel proprio brodo. Un piccolo passo indietro rispetto al passato, però, su cui ci mette una pezza il sistema di gestione dei rapporti con la squadra ampliati ottimamente, grazie ai dialoghi casuali da trovare in giro per le città e a veri e propri eventi disponibili nel Bar che fungerà da ritrovo del gruppo. Dopo aver speso tempo in battaglia con il team, infatti, sarà possibile affrontare dei veri e propri dialoghi con scelte che amplieranno il carattere di Ichiban: qui saranno approfondite tutte le varie backstory con veri e propri racconti in grado far empatizzare il giocatore con un gruppo così caratterizzato e variegato. Lo stesso sentimento si avrà, come ormai da tradizione, con le numerose quest secondarie che daranno vita anche a numerosi minigiochi che andranno ad ampliare l’offerta ludica di Like a Dragon. Se siete videogiocatori completisti, vi farà piacere sapere che per portare a termine tutto saranno necessarie almeno un’ottantina di ore, che possono salire anche a un centinaio in base al vostro stile di gioco.

Like a Dragon Quest

Uno dei cambiamenti più grandi di questo Yakuza: Like a Dragon è il passaggio da un gameplay più brawler da picchiaduro a scorrimento a uno più classico da JRPG. Il “Like a Dragon Quest” del sottotitolo serve proprio a rendere l’idea, in quanto ci ritroveremo davanti a un gioco molto simile ai classici del genere pur mantenendo lo stesso spirito della serie Yakuza. Ichiban, infatti, sin dai primi momenti dichiarerà di vedere la vita come se fosse Dragon Quest, il suo gioco preferito, chiarendo quindi sin da subito proprio questo aspetto del gameplay e dandogli un senso all’interno del gioco, rompendo quasi la quarta parete. Proprio come nei vecchi DQ, quindi, il nostro party sarà formato da quattro personaggi che andranno ad affrontare la moltitudine di nemici in combattimenti a turni, regolarmente esplicitati a schermo con la possibilità di vedere chi dovrà agire dopo di noi e regolarci così nella gestione dello scontro. Sarà quindi possibile attaccare utilizzando l’arma in nostro possesso, utilizzare degli oggetti, difendersi oppure usare le tecniche speciali che, come prevedibile, ricorderanno molto lo stile classico della serie con la visione quasi eroistica della situazione. Vedremo scene degne del più generico gioco di ruolo adattate al mondo di gioco: attacchi di fuoco creati da una bottiglia d’alcool e un accendino, aliti pestilenziali che andranno a debuffare il nemico o le attenzioni di una donna che provvederanno a curare gli HP del fortunat* di turno. Questo va a implementarsi ottimamente con un sistema di classi che personalizzano in tutto e per tutto il personaggio scelto, con alcune di esse che saranno esclusive e legate quindi al membro del team, come l’Eroe per Ichiban o il Senzatetto per Nanba. Proseguendo con la trama sarà possibile cambiare la propria classe in modo da ampliare così le possibilità offerte dal gioco, andando a creare delle combo totalmente fuori da ogni senso logico. C’è da dire che, al contrario di ogni gioco del genere, non sarete costretti a grindare furiosamente i livelli per poter andare avanzare nel gioco e l’unico scalino di difficoltà andrà a formarsi solo verso gli ultimi capitoli con alcuni scontri (due, in realtà) che potrebbero risultare complicati se affrontati totalmente allo sbaraglio, ma nulla di particolarmente ostico.

Next gen rinviata al prossimo capitolo?

Prima di tutto c’è da dire che abbiamo giocato Yakuza: Like a Dragon sfruttando sia la nostra Series X, usufruendo quindi della versione migliore disponibile grazie allo Smart Delivery, sia la versione PC fornitaci a scopo di review dal publisher. Abbiamo quindi visto due delle migliori versioni di Yakuza: Like a Dragon possibili, grazie ai caricamenti veloci dovuti all’SSD e ai 60 fps, veri game changer di questa generazione. Se siamo rimasti totalmente soddisfatti dall’ottimizzazione della versione PC e dalle caratteristiche utilizzate con Series X, quello che purtroppo abbiamo visto a schermo è solamente un antipasto della nuova generazione. La qualità grafica è altissima in alcune cutscene, andando però a perdersi totalmente sui dettagli di alcuni modelli meno lavorati, soprattutto per quanto riguarda i personaggi secondari. Avendo visto le capacità del Dragon Engine con Yakuza 6, che su PS4 ha tirato fuori un capolavoro di tecnica e livello di dettaglio grafico, l’attesa è ora per i prossimi capitoli della serie che dovrebbero arrivare esclusivamente sulle nuove console, così da mostrare subito di cosa siano capaci.
Uno dei motivi, però, per giocare questo capitolo di Yakuza è la totale traduzione dei testi in italiano, cosa che aiuterà sicuramente molte più persone nel buttarsi a capofitto nel gioco del buon Ichi. Così come con Judgment, infatti, il lavoro fatto è di altissima qualità dato che i localizzatori che hanno perfettamente interpretato e utilizzato i numerosi giochi di parole presenti nella versione originale non stravolgendo i significati, ma, anzi, riproducendo il tutto nella maniera più fedele possibile. Di ottima fattura anche il doppiaggio inglese che va ad affiancare quello originale giapponese; c’è da dire però che riteniamo come quest’ultimo sia totalmente fuori livello e che sia quello che tutti dovrebbero utilizzare durante la propria partita.

In definitiva Yakuza: Like a Dragon è un ottimo gioco e, soprattutto, un ottimo inizio per l’eventuale nuova saga che il Team Ryu Ga Gotoku ha in mente. Ichiban è un protagonista totalmente diverso da Kiryu, ma riesce totalmente a reggere il confronto, questo grazie alla scrittura che lo rende più umano e molto più infantile senza però rendere questo un difetto. Uno dei problemi riguarda probabilmente il main cast (tolti Nanba e Adachi) che, seppur ottimamente scritto e presentato, va a perdersi un po’ sul finale e sulla necessità di affidarsi alle attività secondarie per avere una maggior caratterizzazioneLa decisione di renderlo un JRPG ha pagato in pieno e riesce a non far rimpiangere il vecchio stile di gioco, ma anzi va a dimostrare come la serie avesse bisogno di essere svecchiata. Uno dei dubbi rimanevano le boss fight, in quanto possibile non rappresentarle degnamente rispetto al passato, ma anche questo è stato fugato durante le oltre 60 ore di gioco necessarie per portar a termine la main quest e qualche compito secondario, ore che vanno a moltiplicarsi nel caso si voglia pensare a completare ogni attività e minigioco. Yakuza: Like a Dragon è sicuramente un gioco che avrebbe meritato più considerazione tra i premi di questo 2020, ma che paga sicuramente il poco appeal e il nome più di nicchia rispetto a The Last of Us, Ghost of Tshushima, Doom e agli altri candidati al Game of the Year ai The Game Awards. Se foste indecisi se dare una possibilità a Like a Dragon, il nostro consiglio è di buttarvi a capofitto perché andreste a scoprire un mondo totalmente nuovo, una storia scritta ottimamente e personaggi meravigliosamente caratterizzati.

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Ryu Ga Gotoku (letteralmente “Come un drago”) è un nome che dirà poco a tantissimi dei videogiocatori, ma che, in realtà, è diventato quasi un mantra per gli appassionati dei videogiochi giapponesi. RGG è, infatti, il nome giapponese di quello che noi conosciamo come Yakuza, serie creata da Toshihiro Nagoshi e che negli ultimi anni ha letteralmente creato un nutrito drappello di persone pronte a seguire le gesta di Kiryu Kazuma e di tutto ciò che lo ha circondato. Caratterizzato da folli elementi che hanno fatto la fortuna del brand, Yakuza si è creato una nomea anche nel nostro Paese permettendo così a Sega di decidere di spendere dei soldi per adattare completamente il prossimo episodio, Like a Dragon, in uscita il prossimo 10 novembre su Xbox (famiglia One e Series X|S), Playstation 4 e Steam. Quello che infatti ci troveremo davanti sarà un gioco completamente localizzato in italiano (a esclusione dei dialoghi che resteranno o in giapponese o in inglese), ma la domanda è: come siamo arrivati a questo punto? Come siamo arrivati a costringere il publisher a far uscire un gioco come Like a Dragon in italiano? Cercheremo di arrivare al punto nel corso di questo speciale in una sorta di cammino verso la nuova direzione dello studio RGG.

Ma cos’è Yakuza?

Nell’introduzione abbiamo parlato di un fenomeno che è stato riconosciuto come tale da Sega e dal publisher italiano, tanto da dedicarci molto più tempo e molta più spesa rispetto al passato. Ma da dove nasce questa serie? Yakuza nasce ufficialmente nel 2005, quando il producer Nagoshi ha voluto spiegare come il suo obiettivo fosse quello di arrivare a creare un titolo potente dove il giocatore potesse immedesimarsi e umanizzare un mondo crudele come quello della mafia giapponese. La yakuza è stata proprio scelta grazie alla crudezza dell’ambiente e per attrarre così i giocatori, conquistati da un mondo poco conosciuto se non tramite il romanzamento attuato da serie tv o film.

Nel corso degli studi per la creazione del primo capitolo, l’intero team iniziò ad approfondire il mondo degli Hostess Club (posti dove ragazze avvenenti cercano di far spendere il più possibile l’uomo che si presenta semplicemente acquistando bevande o consumazioni, senza offrire una prestazione sessuale, ma solo facendola intendere subdolamente) e delle classiche ossessioni sull’onore (il jingi) e sulle abitudini. Mentre il team ha studiato l’ambiente, la narrazione è stata lasciata a un esperto del calibro di Hase Seishu che si è occupato principalmente della trama principale. Questa si è sempre contraddistinta per la crudezza, ma anche per il voler sempre insegnare come gli Yakuza siano si uomini crudeli e senza scrupoli seppur, come in ogni ambito, i buoni esistano davvero e che l’onore non va mai calpestato.

Il primo Yakuza fu un mezzo successo per la critica, con un metacritic di 75 che fu centrato principalmente per i voti oltreoceano, dove hanno visto la serie come un seguito spirituale di Shenmue e questo parallelismo è stato spesso fonte di discussione per i fan, in quanto i due titoli, seppur simili per struttura, hanno delle sostanziali differenze nelle tematiche e nel come queste siano state espresse dai rispettivi scrittori.

La continuazione dopo il primo successo

Negli anni successivi, la serie Yakuza continuò, sempre su Playstation 2, con il secondo capitolo che portò alcune novità sul lato gameplay, ma soprattutto su quello narrativo che ha compiuto il passo successivo andando a presentare anche una storia d’amore profonda. L’idea di Nagoshi è stata quella di proporre un gioco dalla trama più drammatica e profonda rispetto a quella presentata nel primo capitolo, che i fan della serie ricordano ancora oggi come una delle migliori. Pur mantenendo la sua follia, Yakuza 2 si presentò quindi come un titolo più maturo e profondo rispetto al predecessore anche grazie alla costruzione del nemico principale, quel Ryuji Goda che ancora oggi è considerato da tutti come il migliore dell’intera saga. Goda è stato il primo vero nemico per Kiryu e la storia costruita da Nagoshi (e scritta magistralmente da Seishu) per loro due beneficia proprio della maggiore profondità voluta dallo scrittore a seguito delle critiche del primo capitolo. Se questo ha contribuito alle enormi vendite giapponesi (circa 830 mila copie nell’anno di rilascio), la scarsa fama del brand in Occidente ha quasi affossato ogni speranza per quei pochi appassionati che avevano enormemente apprezzato il predecessore, andando così a metter a serio rischio la continuazione della serie nel nostro continente. Yakuza 3 fece il suo debutto nel 2009 (su suolo Giapponese) e nonostante i giudizi siano stati buoni (metacritic circa di 79), è stato il capitolo più debole a livello di vendite e nel giudizio del pubblico, che ha ampiamente criticato la trama in quanto troppo casuale e di passaggio rispetto a quello che poteva e doveva essere andando così a piazzare questo terzo capitolo tra i peggiori mai usciti. A riscattare la sua brutta figura arriva, dopo solo un anno, Yakuza 4 che punta maggiormente sulla trama e sul racconto con l’introduzione di ben 4 protagonisti e di una storia incentrata proprio su questa particolarità per risollevare le sorti di un brand che sembrava quasi destinato al calo dopo il fallimento precedente.

La vetta e il successo definitivo

Quasi a sorpresa, oppure no, nel 2012 uscì Yakuza 5 che venne riconosciuto come il miglior capitolo rilasciato fino a lì, in una serie che stava affrontando un calo quasi sistematico dopo l’uscita di 4 giochi principali e 3 spin-off. Questo gioco fu visto dagli sviluppatori come un nuovo inizio, anche se non cambiò il protagonista (che rimase Kazuma Kiryu) che fu affiancato da 4 nuovi personaggi giocabili, un record per l’intera serie. L’arrivo in Occidente fu ritardato per ben 3 anni con la data di uscita annunciata da Sega un anno prima l’effettiva release (5 dicembre 2014 l’annuncio con uscita l’8 dicembre 2015 solo in digitale), nella speranza di poter suscitare attesa nel pubblico costruendolo come l’ultimo capitolo di una serie che si è guadagnata pian piano la sua fanbase sempre più esplosiva. All’arrivo, infatti, Yakuza 5 fu recepito da critica e fan come uno dei migliori titoli presenti su Playstation 3 con dichiarazioni anche pesanti della stampa proprio verso questa direzione. Hobby Consolas dichiarò come Yakuza 5 fosse stato uno dei migliori giochi presenti sulla console, uno dei migliori giochi dell’intera generazione. Questo giudizio, unito a quelli della maggior parte della stampa occidentale, ha contribuito a un sostanziale riconoscimento della serie Yakuza tra gli appassionati non giapponesi anche se, in realtà, i dati sono rimasti per la maggior parte fumosi, in quanto non vengono comunicati da Sony i numeri riguardanti le vendite digitali, formato con cui uscì Yakuza 5 in Occidente in quanto Sega stava probabilmente per gettare la spugna, non aspettandosi una ricezione così calorosa.

Yakuza 5, però, non chiude la storia di Kazuma ed è necessaria una fine dopo 7 anni (e altrettanti giochi), ma lo studio RGG non è dello stesso avviso e presenta addirittura Yakuza 0, quello definibile in tutto e per tutto un prequel. Dopo circa 10 anni dal primo capitolo giapponese siamo di fronte all’esplosione definitiva del fenomeno Yakuza, con critica e pubblico estasiati dalle possibilità offerte da un semplice prequel. 0 fu acclamato a gran voce dalla critica con Metacritic superiori all’85 con grandi testate del livello di Polygon e The Verge che lo hanno nominato uno dei migliori titoli del 2017 e il pubblico che ha risposto mandandolo semplicemente a ruba, tanto che i negozi ebbero problemi di scorte per un periodo considerevole, in quanto Sega semplicemente non si aspettava questa calorosa accoglienza. 0 ha segnato anche l’esplosione del fenomeno Goro Majima, uno dei personaggi diventati più iconici dell’intera saga, tanto da avere dei segmenti tutti suoi nei due remake usciti successivamente del primo e del secondo capitolo.

Ogni viaggio, però, deve avere una conclusione e quella di Kazuma Kiryu arriva nel 2016 (2018 in Europa) con Yakuza 6: The Song of Life. La serie Yakuza è ormai consolidata nell’immaginario collettivo ed è diventata quasi un’istituzione e la decisione di andare a chiudere l’arco narrativo di Kiryu dopo circa 11 anni ha provocato nei fan una sorta di diniego, ma anche di consapevolezza che doveva esserci quel momento in cui era necessario chiudere tutto. Il gioco fu, come prevedibile, l’ennesimo capolavoro con voti molto alti anche grazie all’implementazione del Dragon Engine che ha rivoluzionato l’aspetto grafico e tecnico, facendolo rivaleggiare con giochi più importanti e con budget maggiore rispetto alla serie RGG. Yakuza 6 ha letteralmente demolito ogni record di vendita con circa 500 mila copie vendute al dicembre 2016 e con il terzo posto negli UK durante il lancio Europeo, rendendolo il lancio più grande per la serie nel Paese. Le vendite nel giugno 2018, invece, arrivarono circa al milione, con la metà effettuate proprio nel nostro continente rendendo ormai la serie famosa in tutto il mondo.

Il giudizio e il dragone

La serie Yakuza dopo il sesto capitolo si prende una piccola pausa con uno spin-off creato proprio da Toshihiro Nagoshi, in cui si è voluto distaccare, almeno a parole, dalla sua creatura. Judgment (in giappone Judge Eyes), è stato annunciato nel 2018 e, nonostante sia stato creato e lavorato dallo stesso team, non è stato giudicato ufficialmente come spin-off di Yakuza. La storia del detective Yagami è stata ben implementata e risulta significativamente diversa – seppur seguendo quasi le stesse tematiche e dinamiche – da quella di Yakuza, rappresentando una breve pausa da una serie che nel frattempo è arrivata al suo culmine per popolarità. Questo ha aiutato i distributori occidentali che hanno scelto, per la prima volta, di proporre qualcosa di diverso con l’aggiunta del doppiaggio inglese e – soprattutto – la localizzazione in EFIGS (Inglese, Francese, Italiano, Tedesco e Spagnolo) che ha portato molto sgomento tra i fan della serie che proprio non si aspettavano questa mossa. Come al solito la critica ha apprezzato totalmente il gioco che, seppur con un protagonista nuovo da digerire, è riuscito a mantenere quasi intatto lo spirito del brand in un modo quasi insperato da parte dei vecchi appassionati. Anche se non sono stati forniti numeri da parte di Sega, il producer Daisuke Sato ha parlato di come le vendite occidentali abbiano superato le aspettative del team creativo, facendo così intuire come la scelta di proporre una localizzazione abbia aiutato nella distribuzione e nella ricezione a nuovi fan, bloccati prima dalla barriera linguistica che non ha permesso loro di godersi una delle serie migliori di sempre.

Dopo alcuni esperimenti, come anche la riproposizione di Fist of the North Star (la storia di Kenshiro fatta proprio dal team RGG), ecco arrivare il progetto di un nuovo Yakuza. Inizialmente proposto come pesce d’aprile, il video su Twitter ha spopolato tra i fan e sempre di più hanno iniziato a sperare che la clip – che mostrava un combattimento a turni stile Persona – fosse reale. Il sogno è diventato realtà nell’agosto del 2017 quando Shin Ryu ga Gotoku (tradotto come Like a New Dragon) è stato ufficializzato come nuovo titolo della serie Yakuza, venendo classificato come settimo episodio. Like A Dragon, come verrà chiamato da noi, è in arrivo il prossimo 10 novembre e sembra essere un vero e proprio nuovo inizio per la serie: nuovo protagonista, nuovo sistema di gioco e nuova ambientazione. Nel corso degli ultimi mesi gli utenti che hanno testato la versione giapponese (uscita a inizio 2020) ne hanno parlato come uno dei migliori Yakuza di sempre e l’hype è sempre più alto per questo gioco che si prospetta essere l’emblema di una nuova vita con l’arrivo della nuova generazione. Like a Dragon, infatti, verrà pubblicato il prossimo 10 novembre su Playstation 4, PC e famiglia Xbox con, appunto, la sua versione migliore proprio su Series X|S, mentre su Playstation 5 arriverà il prossimo 2 marzo. La storia ci ha indicato come Yakuza sia stato un brand legatissimo a Sony, ma negli ultimi mesi Microsoft ha deciso di provare a portare anche da loro quel briciolo di giapponesità che è da sempre mancata sulle sue consoleYakuza Kiwami 1 e 2 (i remake dei primi due Yakuza) insieme allo 0 sono presenti sul Gamepass e Like A Dragon arriverà in esclusiva temporale next gen proprio su console Microsoft. Che sia l’inizio di una nuova epoca per i dragoni del RGG Studio? Solo il tempo potrà dircelo, per il resto potete attendere i nostri giudizi su Yakuza: Like a Dragon che diventerà protagonista nel corso di novembre di una corsa serrata verso le nostre console.

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